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(Adnkronos) - Nel giorno della scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta oggi 4 settembre, un dettaglio assume un significato nuovo e simbolico: il recente acquisto della Capannina di Franceschi, storico locale situato nel cuore della Versilia. Un gesto che appare come l'ultimo atto d'amore dello stilista. Giorgio Armani ha acquistato lo storico locale fondato nel 1929, in un ultimo ‘atto d’amore’ che segnato la fine dell'era Guidi e l'avvio di un nuovo corso. La Maison ha acquisito la proprietà dagli eredi di Gherardo Guidi, che con la moglie Carla ha gestito il locale negli ultimi 48 anni. Per Giorgio Armani, da sempre legato a Forte dei Marmi, "rifugio personale e luogo di vacanza, questa acquisizione rappresenta un gesto affettivo, un ritorno alle origini - lì negli anni Sessanta conobbe il suo amico e socio Sergio Galeotti - e un tributo alla tradizione italiana", come ha dichiarato lo stilista. Per La Capannina tutto ebbe inizio da un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria laddove la pineta incontra la sabbia fine e i tramonti versiliesi scolpiscono ricordi dorati. L'imprenditore Achille Franceschi trasformò un vecchio capanno sulla spiaggia in un ritrovo per signori: un banco bar, un grammofono a manovella, tavolini da carte e una vista sul mare che da sola bastava a inebriare. Era il 1929 e, senza saperlo, stava nascendo un mito. La Capannina si fece subito icona, richiamando aristocratici, poeti e intellettuali: dai Rucellai agli Sforza, da Montale a Ungaretti, fino a Carlo Levi ed Enrico Pea. Ricostruita nel 1939 dopo un incendio, la struttura è rimasta pressoché intatta da allora, custode fedele di un'estetica senza tempo. Dagli anni del boom economico in poi, La Caoannina divenne il salotto buono dell'Italia che cresceva, amava, si mostrava. Un rifugio per l'élite industriale, politica e culturale, ma anche palcoscenico per nuove star: dai versi in musica di Gino Paoli e Bruno Lauzi, alle voci indimenticabili di Ray Charles, Grace Jones, Gloria Gaynor e Ornella Vanoni. Nel 1977 l'imprenditore Gherardo Guidi e sua moglie Carla rilevano la Capannina, dando inizio a una delle gestioni più longeve e carismatiche della nightlife italiana. Con visione e passione, Guidi seppe unire il rispetto per la tradizione a una capacità innata di leggere lo spirito del tempo. Sotto la sua guida, il locale si trasforma in un crocevia imprescindibile tra passato e presente: cabaret e varietà, pop e glamour, revival e innovazione. Fu qui che Jerry Calà divenne leggenda, dove la commedia balneare degli anni '80 trovò il suo set naturale nel film "Sapore di mare" dei fratelli Vanzina, e dove la leggerezza estiva si fece narrazione collettiva. "Non abbiamo mai voluto cambiare il nome, né modificare la struttura interna", raccontava Guidi nel 2019. “Per noi è sempre stata, è e rimarrà La Capannina di Franceschi". L'annuncio ufficiale dell'acquisizione è arrivato il 27 agosto scorso dalla Maison Armani. E, sebbene le voci si rincorressero da mesi, con smentite e silenzi riservati, la conferma ha avuto il sapore di un passaggio epocale. Non è solo un nuovo proprietario a entrare in scena: è l'uomo che, proprio a Forte dei Marmi e proprio alla Capannina 60 anni fa conobbe Sergio Galeotti, l'amico, l'archietto e il socio con cui avrebbe fondato l'impero Giorgio Armani. Alla Capannina, nel 1966, il futuro iconico stilista conobbe Sergio Galeotti di Pietrasanta, il comune confinante con Forte dei Marmi. Galeotti è stato una persona importante per la storia dell'azienda Armani: guidò il settore finanziario e gli aspetti amministrativi della società. Morì il 14 agosto 1985. “Questa acquisizione è un ritorno personale e simbolico alle mie radici - ha confidato Giorgio Armani - È un tributo alla cultura italiana, alla bellezza senza tempo e al luogo che ha segnato un momento cruciale della mia vita". La gestione targata Armani inizierà ufficialmente nell'estate 2026. E, conoscendo lo stile dello stilista, sarà un'evoluzione che coniuga rispetto e visione, eleganza e sobrietà, tradizione e contemporaneità. Con la scomparsa di Gherardo Guidi nell'ottobre del 2023, qualcosa si era già incrinato. Il suo carisma, la sua mano visibile in ogni dettaglio, la sua capacità di interpretare i sogni della Versilia e restituirli sotto forma di serate indimenticabili, non erano sostituibili. La famiglia, segnata dal lutto, aveva fatto capire che la fase successiva sarebbe stata delicata. E ora, quel passaggio si compie. Ma non è un addio, è un passaggio di testimone. Giorgio Armani, con la sua storia personale intrecciata a quella della Capannina, è forse l'unico nome capace di proiettare questo luogo mitico nel futuro senza tradirne lo spirito. Nessuna cifra ufficiale è stata diffusa sul costo dell'operazione. Secondo indiscrezioni raccolte dall'Adnkronos e non confermate, la proprietà potrebbe essere passata di mano tra i 12 e i 15 milioni di euro. La Capannina non è solo un locale. È una pagina viva della storia d'Italia. È il luogo dove si è scritto il romanzo leggero, ma profondissimo, del nostro costume. E, grazie a Giorgio Armani, quella pagina continuerà a essere scritta. In silenzio, con classe. Come un abito ben tagliato. Come un tramonto di fine agosto su Forte dei Marmi.
(Adnkronos) - "Il biennio 24-26 ha riportato 22 mila iscritti che sono stati rilevati dalla piattaforma del ministero attraverso i codici fiscali dei ragazzi che si sono iscritti, quindi non sono numeri campati per aria, sono numeri reali". Così, con Adnkronos/Labitalia, Guido Torrielli, presidente di Rete Its Italia, l’associazione che riunisce le Fondazioni degli Istituti tecnologici superiori – Its Academy, rappresentandone la larghissima maggioranza. Secondo Torrielli le aree formative con più iscritti negli Its attualmente sono: "ict tecnologie della comunicazione e dell’informazione dei dati, mobilità sostenibile e logistica, meccatronica e turismo, ciascuna con oltre 5.000 iscritti, fino a 6.000 per biennio", sottolinea. "Noi offriamo, ai ragazzi che sono interessati, percorsi che sono progettati dalle imprese e sono valorizzati dalla presenza di più del 60% di formatori che vengono dalle stesse imprese, da un anno completamente passato in azienda, per poi essere assunti dopo due anni, nel 90% dei casi a tempo indeterminato, in 10 importanti aree tecnologiche che vanno dal meccatronico all'Ict, all'energia ma anche alla moda, anche alla farmaceutica e chimica, all'agroalimentare, al turismo ai servizi alle imprese, compreso il terzo settore" "I nostri numeri, a seconda dei comparti, viaggiano -ribadisce Torrielli- tra il 75% e il 100%, quindi abbiamo una media di quasi il 90% dei ragazzi che entrano e terminano il loro percorso con un posto di lavoro, un interesse, ma anche una potenzialità di arrivare ad avere anche una start-up o di partecipare ad un piano di ricerca. E oltre questo c'è da ricordare che, secondo l'analisi fatta da alcuni importanti enti di ricerca, è di 80.000 il numero dei ragazzi che potrebbero interessare le imprese nelle aree tecnologiche che citavo". E Torrielli sottolinea che "siamo un momento delicato per gli Its, dopo la fine della stagione delle risorse del Pnrr. Per il 2025-27 speriamo che il ministro Giorgetti ascolti le richieste del ministro Valditara per il finanziamento ordinamentale anche per noi come per le università. Abbiamo bisogno di oltre 300 milioni di euro, altrimenti chiudiamo", sottolinea. "Abbiamo già iniziato con la pubblicizzazione dei nostri corsi -spiega ancora Torrielli- che arrivano dopo una stagione ricca di risorse grazie al Pnrr. Con il Piano infatti abbiamo avuto un finanziamento di un miliardo e mezzo di cui 500 milioni sono stati messi a disposizione degli Its per aumentare il numero dei laboratori. E per ampliare quindi quelle che sono le attrezzature messe poi a disposizione dei ragazzi per ottenere le competenze che le imprese chiedono per entrare nel mondo del lavoro". Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha rappresentato una svolta, sottolinea Torrielli. "Il finanziamento del Pnrr ha portato nel 2022 alla legittimazione del titolo del diploma di Its che rappresenta un po' il segmento della formazione terziaria professionalizzante, che non esisteva prima del 2022. Prima di questa data infatti il ragazzo che usciva fuori dagli istituti tecnici poteva iscriversi esclusivamente all'università oppure andare a lavorare. Oggi però gli Its hanno compiuto un percorso difficile e rivoluzionario, devono in qualche modo poter sostenere quelle che sono le spese maggiori che sono determinate dall'aumento del numero di attrezzature: più costi di energia, manutenzione, gestione", sottolinea ricordando che "le Regioni devono fare una programmazione tenendo conto di quelli che sono i finanziamenti che ovviamente potrebbero non essere più quelli del Pnrr, anche se il ministero dell'Istruzione sta pensando di recuperare con delle formule gestite attraverso degli accordi con l'Ue, anche per il 25-27, ovvero per il primo anno, la possibilità di spendere ciò che è avanzato del Pnrr in alcune particolari attività che erano previste", aggiunge "Noi -continua Torrielli- abbiamo un Paese di piccole e medie imprese e gli Its sono le Academy delle piccole e medie imprese. Le grandi imprese le Academy se le costruiscono da sole, e allo stesso tempo sfruttano anche le nostre, quelle delle aree tecnologiche di competenza, per portarsi a casa questi ragazzi una volta usciti da noi. Gli its devono avere alle spalle sicuramente il mondo produttivo, senza di questo non abbiamo un Its che rispetti il dna sul quale è stato creato", aggiunge.
(Adnkronos) - Save the Children, la Cooperazione Italiana e Ferrero insieme per migliorare le condizioni di vita dei minori che vivono nelle comunita’ di coltivatori di cacao in Costa d’Avorio. Il progetto - che coinvolge istituzioni, mondo aziendale e società civile - si svilupperà nella regione dell'Haut Sassandra e nel distretto delle Montagnes creando le condizioni per proteggere i bambini, dando loro accesso all’istruzione e ai servizi sanitari di base, migliorando la registrazione delle nascite, assicurando i mezzi di sussistenza e la nutrizione, supportando le comunità e l’imprenditoria femminile e contrastando il fenomeno del lavoro minorile. L’intervento, che durerà complessivamente fino al 2030, si innesta e rappresenta l’ampliamento di un programma dell’Organizzazione, avviato fin dal 2017 con il sostegno di Ferrero, che continuerà a finanziare l’iniziativa in un’ottica di partenariato pubblico-privato. L’iniziativa si avvarrà dei fondi della Cooperazione italiana, in seguito all’esito della selezione di una procedura comparativa gestita dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Con la dotazione prevista dal bando dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e al rinnovato sostegno di Ferrero, l’intervento può contare su un finanziamento totale di quasi 20 milioni di euro, di cui oltre 8 milioni e 800mila euro provengono dalla Cooperazione Italiana, 8 milioni sono stanziati da Ferrero e la restante parte garantita da un co-finanziamento di Save the Children. L’ innovazione del progetto, spiegano i promotori, consiste nel lavorare con un approccio integrato e di sistema, sia sul campo, mettendo in connessione comunità, famiglie, fornitori e governi locali, sia a livello di sostenibilità economica attraverso finanziamenti privati ed istituzionali che possono abilitare un cambiamento strutturale e di lungo termine. Lavorare nella filiera del cacao, con partner del mondo corporate e i supplier sul territorio, coinvolti direttamente nel processo fin dalla definizione degli interventi, proseguono, crea una potente contaminazione di conoscenze e competenze tra settore pubblico e privato, che moltiplica l'impatto ben oltre l'investimento iniziale e trasforma gradualmente le buone pratiche in politiche pubbliche. In questo modo, inoltre, le misure di protezione dell'infanzia vengono integrate all'interno delle operazioni della supply chain, garantendo che gli interventi raggiungano i bambini più vulnerabili, promuovano la sostenibilità a lungo termine e possano essere replicati su scala. Infine, l’intervento si basa su indicatori di performance e sistemi di valutazione per garantire risultati concreti e duraturi. “Da sempre crediamo nell’importanza della collaborazione tra istituzioni pubbliche, sia a livello nazionale sia internazionale, società civile e settore privato, che valorizzi l’esperienza e le competenze di ognuno di questi attori. Il vero cambiamento non nasce da azioni isolate, ma da alleanze trasformative e durature. Ecco perché, come Save the Children, pensiamo che questa partnership dia significato alla parola investimento: investire nel lungo periodo con azioni trasversali, coinvolgendo più attori per risultati duraturi - spiega Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children - questo progetto dimostra come uno sviluppo socioeconomico sostenibile in un paese come la Costa d’Avorio sia possibile, grazie alle competenze sulla supply chain di un’azienda come Ferrero, alla strategia della cooperazione italiana, che con i finanziamenti adeguati e l’impegno dell’Italia può creare condizioni abilitanti per lo sviluppo, e un’organizzazione come Save the Children da sempre presente sul territorio con competenza e professionalità. Più attori, che insieme possono raggiungere un risultato superiore alla somma delle sue parti, diventando reali agenti di cambiamento.” “In Ferrero, il rispetto e la promozione dei diritti umani sono fondamentali. Questi principi cardine sono integrati nelle nostre pratiche di sourcing a supporto delle persone e delle comunità che fanno parte della nostra filiera - aggiunge Isabel Hochgesand, Global Chief Procurement Officer di Ferrero - questa nuova fase della collaborazione con Save the Children e la Cooperazione Italiana rappresenta un passo importante verso un ecosistema del cacao più sostenibile. Lavorando insieme lungo l’intera filiera del cacao, miriamo a costruire una supply chain trasparente, inclusiva e duratura, capace di generare un impatto concreto sia per le comunità che per il nostro business”.