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(Adnkronos) - Xabi Alonso è il nuovo allenatore del Real Madrid. Oggi, domenica 25 maggio, il club spagnolo ha ufficializzato l'ingaggio dell'ex centrocampista, che lascia la guida del Bayer Leverkusen per sedere sulla panchina dei Blancos a partire dal prossimo 1 giugno, guidando così la squadra già nel prossimo Mondiale per club. Alonso ha firmato un contratto di tre anni, come comunicato dal Real Madrid attraverso una nota pubblicata sui propri canali ufficiali: "Xabi Alonso sarà l'allenatore del Real Madrid per le prossime tre stagioni, dal 1° giugno 2025 al 30 giugno 2028". Lo spagnolo succede quindi a Carlo Ancelotti, che ha assunto la carica di commissario tecnico della Nazionale brasiliana e ha ricevuto, in occasione dell'ultima giornata di Liga, il saluto commosso del Bernabeu. Il Bayer Leverkusen, dal canto suo, ha scelto già il sostituto di Xabi Alonso, facendo partire così il valzer delle panchine europee. A sedere sulla panchina tedesca sarà, secondo la rivista Kicker, Erik ten Hag, ex tecnico del Manchester United. L'olandese era stato esonerato dai Red Devils lo scorso ottobre e ora è pronto a sostituire Xabi Alonso firmando un contratto biennale. L'arrivo di Ten Hag chiude le porte quindi a Cesc Fabregas, accostato nelle scorse settimane proprio alla panchina delle Aspirine ma che, con ogni probabilità, sembra destinato a rimanere al Como.
(Adnkronos) - L’inverno demografico minaccia la competitività del Paese. Entro il 2040 ci saranno 3 milioni e 135 mila lavoratori in meno. È quanto emerge dal rapporto della Fondazione studi consulenti del lavoro 'Rendere la sfida demografica sostenibile', presentato oggi a Roma nel corso della conferenza stampa del Festival del Lavoro, in programma dal 29 al 31 maggio ai Magazzini del Cotone di Genova. Secondo i consulenti del lavoro, "il record occupazionale raggiunto nel 2024 (circa 823 mila occupati in più rispetto al 2019) grazie a una serie di interventi sistemici che hanno accresciuto l’efficacia dei meccanismi di incontro domanda e offerta e delle stesse politiche del lavoro, passate da una logica passiva a una proattiva, rischia nei prossimi anni di essere attutito dalle dinamiche demografiche in atto". "Secondo le elaborazioni effettuate a partire dalle proiezioni demografiche dell’Istat, a determinare la riduzione dei livelli occupazionali sarà -spiegano dalla Fondazione studi dei professionisti- il calo della popolazione in età attiva, tra i 15 e 64 anni, previsto in 1 milione 167 mila al 2030 e in oltre 5 milioni al 2040". La ricerca offre, inoltre, uno spaccato anche sulle previsioni demografiche e occupazionali a livello regionale e provinciale. A eccezione di Lombardia ed Emilia-Romagna, il calo della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni riguarderà, entro il 2030, tutte le regioni italiane. Il Sud sarà maggiormente interessato: la Basilicata la regione con il maggiore decremento (8,1%), a seguire Sardegna (7,8%), Calabria (6,6%), Puglia (6,4%), Campania e Sicilia (6%). Valori che cresceranno ancor più nel 2040. Nuoro, Potenza, Enna (-9,7%), Caltanissetta (-9,6%), Oristano (-9,5%) alcune delle province che saranno più colpite dal calo dell’occupazione. La scarsità di capitale umano disponibile a lavorare rischia, dunque, di scontrarsi con le necessità di una domanda di lavoro che presenterà spazi di crescita elevati anche nei prossimi anni e che sarà alimentata dalle esigenze di sostituire lavoratori sempre più anziani.
(Adnkronos) - “Le imprese in realtà stanno assumendo il tema della sostenibilità e l'Italia è una delle economie più sostenibili perché, per una ragione di mancanza di materie prime, siamo i primi nell'economia circolare”. A dirlo, in occasione della presentazione a Biella del settimo bilancio di sostenibilità territoriale di A2A, Lara Ponti, Vicepresidente per la transizione ambientale e gli obiettivi Esg di Confindustria. “Quello che ancora ci manca e che come Confindustria stiamo tentando di portare avanti, è di portare una visione di futuro. Noi dobbiamo fare la transizione ecologica perché dobbiamo lasciare un mondo alle giovani generazioni differente da quello attuale e la transizione ecologica è un pezzo di questo passaggio. Non farla – continua Ponti - è comunque una scelta e avrebbe dei costi ancora superiori a quelli della transizione ecologica, ma soprattutto, fare scelte di sostenibilità vuol dire costruire una visione di un mondo più giusto, più in armonia con l'ambiente, più capace di rispettare complessivamente il mondo in cui viviamo”.