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(Adnkronos) - "La Cell Factory in costruzione presso l'ospedale San Raffaele di Milano è una struttura che permetterà la produzione di terapie avanzate, come le terapie cellulari e quelle geniche, il cui costo di produzione è intrinsecamente molto alto e che fino a oggi necessitavano il coinvolgimento di strutture esterne for profit che, inevitabilmente, facevano lievitare i costi. La capacità del San Raffaele di costruire in casa una Cell Factory, che deve inoltre rispettare tutte le complesse norme imposte dal regolatore per la produzione di questi farmaci, alimenta la speranza di tutti noi di far arrivare ai pazienti terapie molto avanzate, sia in ambito oncologico che neurologico, sia nel campo delle malattie rare che del diabete, a dei costi nettamente inferiori". Così Luca Guidotti, vice direttore scientifico dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano, illustra all'Adnkronos Salute l'importanza di sostenere il progetto a cui l'Irccs ha deciso di destinare le donazioni del 5x1000 nel 2025. "Chiediamo ai nostri concittadini di continuare a sostenerci per il bene di tutti - continua Guidotti - Il 5x1000 ha una funzione fondamentale per il sostegno finanziario di progettualità" importanti per lo sviluppo della ricerca scientifica, che "sono molto esigenti" in termini di fondi. "Con l'appello che lanciamo quest'anno" per la realizzazione della Cell Factory all'interno del campus "si allunga la lista dei grandi successi che il San Raffaele ha portato alla comunità grazie alla generosità degli italiani". Elemento distintivo del San Raffaele è il modello di ricerca traslazionale, "un ponte che unisce la ricerca di base e la ricerca clinica. La medicina traslazionale - chiarisce Guidotti - cerca, quindi, di portare il risultato della scoperta scientifica, che avviene nel laboratorio, al letto del paziente. Può trattarsi di un farmaco, una pillola, oppure di qualcosa di ancor più complesso, come una terapia avanzata basata su cellule che possono essere più o meno modificate dal punto di vista genetico. La medicina traslazionale è dunque la componente necessaria a far sì che nuove terapie per malattie ancora oggi incurabili possano arrivare ai nostri pazienti". Il San Raffaele di Milano, che da oltre 50 anni trasforma la ricerca in nuove e più efficaci terapie per malattie considerate incurabili grazie alla continua collaborazione tra medici e ricercatori, è uno dei più importanti punti di riferimento per la ricerca in ambito biomedico. Anche quest'anno, infatti, è in cima alla classifica degli Irccs italiani per produzione scientifica. Tra i numeri dell'istituto spiccano i 2.709 studi pubblicati nel 2024, le oltre mille sperimentazioni cliniche attive che coinvolgono oltre 18mila pazienti e le centinaia di migliaia di persone che giungono da tutto il mondo per partecipare ai programmi di ricerca.
(Adnkronos) - Sfaldaballe, cannellino, indiamento, uragano. No, non è una poesia dadaista, ma un assaggio di quel patrimonio linguistico nascosto tra le officine, i capannoni e le linee produttive d’Italia. Parole che pulsano di sapere pratico, tradizione, innovazione e anche un po’ di poesia operaia. Ed è proprio da qui che parte 'Inventario - Il linguaggio della manifattura', il nuovo libro firmato da Confimi Industria con il contributo di Treccani, presentato in occasione della Giornata nazionale del made in Italy. Un volume che non è solo un libro: è un viaggio lessicale dentro l’identità industriale del nostro Paese. Un modo per rendere omaggio al cuore pulsante dell’economia italiana - quella manifattura fatta di famiglie, imprese, sudore e creatività - riscoprendone il linguaggio, spesso dato per scontato, ma denso di significato. Con una prefazione d’eccezione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il libro si struttura come un alfabeto industriale: 26 lettere, 26 capitoli, e una miriade di termini che raccontano la fabbrica, le persone, le materie, i gesti quotidiani del fare. “Questo libro è un viaggio attraverso le parole che hanno plasmato la nostra identità industriale”, scrive Urso. “Un omaggio alla passione e all’ingegno che rendono unico il Made in Italy”. Ed è proprio nel linguaggio, spesso tecnico ma anche vivo, concreto e ironico, che si riconosce il Dna dell’impresa italiana. Lo sottolinea anche lo scrittore Raffaele Alberto Ventura nel suo contributo, definendo il libro come un 'primo inventario' della moltitudine di lavori e significati che popolano il nostro tessuto produttivo. Dalle parole più note a quelle quasi misteriose, ogni termine ha una storia da raccontare. Prendiamo 'mano': può significare la sensazione tattile in un tessuto, lo spessore di un materiale edile, la facciata di un foglio cartaceo o la direzione di un componente meccanico. Oppure 'denari': niente a che vedere con i soldi, ma piuttosto un’unità di misura usata nel tessile. E ancora 'invasatura', che nel campo dei dispositivi medici indica una parte di protesi. C’è spazio anche per i neologismi e le reinterpretazioni regionali. Da 'coworking' a 'H24', passando per 'jit' (just in time), fino a 'ceo' che, da sigla manageriale, a Padova può diventare 'ragazzino' e a Cremona addirittura 'zio'. Ma il cuore del libro batte soprattutto per la fabbrica come comunità. Ogni lemma è un frammento di quel grande racconto collettivo che è l’impresa familiare, la bottega che si fa azienda, lo stabilimento che diventa famiglia allargata. In fondo, custodire queste parole significa salvare la memoria viva del lavoro italiano. “Non è solo una raccolta di definizioni -sottolinea Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria- ma un tributo alla forza e alla vitalità della manifattura. Conservarne le parole significa tramandare la nostra identità alle generazioni future”. 'Inventario – Il linguaggio della manifattura' è quindi più di un dizionario: è una mappa emotiva e culturale, un gesto d’amore verso un mondo spesso dietro le quinte ma fondamentale per ciò che l’Italia è e rappresenta nel mondo. Un libro da leggere, sfogliare, riscoprire. Magari con le mani un po’ sporche di lavoro, ma il cuore pieno d’orgoglio.
(Adnkronos) - Con il progetto speciale ‘Intelligent Venice: la più antica città del futuro’ “c’è un cambio di paradigma. Dopo una lunga stagione in cui si diceva 'salviamo Venezia', adesso è il momento in cui Venezia salva il resto del mondo offrendo sé come modello, come riferimento e come descrizione”. Queste le parole di Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, durante la presentazione del progetto speciale di Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità - Venice Sustainability Foundation (Vsf), questa mattina nel capoluogo veneto. Si tratta di un progetto espositivo dedicato alla sostenibilità nel contesto della Biennale Architettura 2025 che inizierà sabato 10 maggio nel capoluogo Veneto. Un progetto che per il presidente Buttafuoco incarna la “descrizione, il punto di genio e di ingegno di un'idea tecnologica e culturale, storicamente fondata su quel che Venezia ha saputo dare”.