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(Adnkronos) - Si sono ritrovate a Monaco di Baviera le 40 Regioni appartenenti all'Automotive regions alliance (Ara), la realtà europea che raggruppa i territori manifatturieri più importanti del Continente e che hanno una presenza significativa di aziende del settore Automotive. A capo dell'Ara c'è la Lombardia con l'assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi. Le regioni si sono ritrovate per l’incontro annuale, la firma del nuovo Manifesto e in occasione dell'Iaa Mobility e soprattutto alla vigilia del grande appuntamento, la riunione strategica del settore, che si terrà il prossimo 12 settembre a Bruxelles e che vedrà, insieme a Ursula von der Leyen tutti i più importanti protagonisti dell'industria dell'auto; tutti ad esclusione di uno; un’esclusione che ha fatto notizia visto che si tratta proprio l'Automotive regions alliance. Una scelta molto criticata dalla Lombardia e da tutta l’Associazione, considerando soprattutto l’incidenza delle regioni sul Pil europeo, addirittura del 40%. Per Guidesi è stata l'occasione sia per tracciare un primo bilancio del suo anno di presidenza sia per indicare le priorità sempre con l’obiettivo di difendere l’industria Automotive messa in grave difficoltà da decisioni 'ideologiche', come le ha definite lo stesso Guidesi, da parte della precedente Commissione e non corrette dall’attuale: Innanzitutto -ha spiegato durante il suo intervento- è importante sottolineare il fatto che la squadra si sia allargata arrivando a quota 40 regioni che nel loro complesso rappresentano l’Europa dal punto di vista geografico ma anche economico visto che sostanzialmente le 40 regioni insieme rappresentano praticamente la metà del Pil europeo. All’interno dell’Alleanza abbiamo creato sinergia e sintesi; allo stesso tempo si è riusciti a proporre alla Commissione europea documenti con idee e suggerimenti per raggiungere l’obiettivo di una mobilità sostenibile senza distruggere la competitività". "Al momento, però -ha osservato Guidesi- la Commissione non è passata dall’ascolto alla concretizzazione e infatti, per ora, quasi nulla delle nostre proposte è stata messa in campo". Sul versante invece delle priorità, molte delle quali inserite nel nuovo Manifesto dell'Ara, il presidente Guidesi ha sottolineato quanto ormai sia doveroso e non più rimandabile l’attuare il principio di 'neutralità tecnologica'. A tal proposito una novità significativa introdotta nel nuovo Manifesto sottoscritto da tutte le 40 Regioni è la richiesta indirizzata alla Commissione di considerare anche i carburanti alternativi, come ad esempio i biocarburanti, nel raggiungimento di una mobilità sostenibile; una battaglia 'lombarda' che oggi trova ampia condivisione in Europa. Altro elemento significativo inserito nel Manifesto e condiviso da tutti i partecipanti riguarda la dura presa di posizione rispetto all’esclusione di Ara alla prossima riunione strategica del 12 settembre: "Grave -si legge nel documento- che l’Alleanza non sia stata pienamente inclusa nel dialogo strategico sul settore automobilistico, nonostante il suo ruolo essenziale nella rappresentanza degli interessi regionali, e si ritiene che ciò costituisca un'occasione mancata per garantire che le istanze territoriali siano adeguatamente rappresentate"; anche in questo caso la Lombardia è stata tra i primi a denunciare la decisione definendola 'un pessimo segnale'. Un ulteriore passaggio significativo sottolineato da Guidesi e ripreso, anche in questo caso nel documento, riguarda le 'auto storiche': "Si rimarca -si legge- che il quadro giuridico dell'Ue che fissa gli obiettivi climatici nel settore del trasporto su strada non si applica alle auto d'epoca, che svolgono un ruolo fondamentale nella conservazione del patrimonio storico e culturale delle regioni automobilistiche d'Europa". Altro elemento chiave della 'tesi lombarda' inserito nel Manifesto è quello sul metodo di calcolo delle emissioni: "Importante considerare -è il paragrafo specifico- il ruolo strategico della valutazione del ciclo di vita (Lca) nell'orientare lo sviluppo tecnologico; allo stesso tempo si ritiene fondamentale che l'Ue investa ulteriormente nell'innovazione relativa ai biomateriali, alla progettazione circolare e ai metodi di produzione a basso impatto per sostenere gli obiettivi climatici e il rinnovamento industriale regionale sia per i componenti automobilistici e l'assemblaggio di veicoli che per i componenti delle batterie e il loro assemblaggio". "La Commissione europea -ha dichiarato il presidente di Ara- ora deve decidere se salvare l’industria automotive europea oppure fare morie l’intero comparto; o si cambiano le regole e l'impostazione attuale oppure lasceremo ai costruttori cinesi il monopolio; l'Europa invece si troverà a gestire tanti disoccupati visto che questo settore, tra diretti e indiretti, vale 13 milioni di posti di lavoro. Con il 'solo elettrico' -ha concluso- gli obiettivi ambientali si raggiungeranno solamente attraverso la desertificazione industriale. La Commissione decida, tempo non ce n’è più".
(Adnkronos) - "Il biennio 24-26 ha riportato 22 mila iscritti che sono stati rilevati dalla piattaforma del ministero attraverso i codici fiscali dei ragazzi che si sono iscritti, quindi non sono numeri campati per aria, sono numeri reali". Così, con Adnkronos/Labitalia, Guido Torrielli, presidente di Rete Its Italia, l’associazione che riunisce le Fondazioni degli Istituti tecnologici superiori – Its Academy, rappresentandone la larghissima maggioranza. Secondo Torrielli le aree formative con più iscritti negli Its attualmente sono: "ict tecnologie della comunicazione e dell’informazione dei dati, mobilità sostenibile e logistica, meccatronica e turismo, ciascuna con oltre 5.000 iscritti, fino a 6.000 per biennio", sottolinea. "Noi offriamo, ai ragazzi che sono interessati, percorsi che sono progettati dalle imprese e sono valorizzati dalla presenza di più del 60% di formatori che vengono dalle stesse imprese, da un anno completamente passato in azienda, per poi essere assunti dopo due anni, nel 90% dei casi a tempo indeterminato, in 10 importanti aree tecnologiche che vanno dal meccatronico all'Ict, all'energia ma anche alla moda, anche alla farmaceutica e chimica, all'agroalimentare, al turismo ai servizi alle imprese, compreso il terzo settore" "I nostri numeri, a seconda dei comparti, viaggiano -ribadisce Torrielli- tra il 75% e il 100%, quindi abbiamo una media di quasi il 90% dei ragazzi che entrano e terminano il loro percorso con un posto di lavoro, un interesse, ma anche una potenzialità di arrivare ad avere anche una start-up o di partecipare ad un piano di ricerca. E oltre questo c'è da ricordare che, secondo l'analisi fatta da alcuni importanti enti di ricerca, è di 80.000 il numero dei ragazzi che potrebbero interessare le imprese nelle aree tecnologiche che citavo". E Torrielli sottolinea che "siamo un momento delicato per gli Its, dopo la fine della stagione delle risorse del Pnrr. Per il 2025-27 speriamo che il ministro Giorgetti ascolti le richieste del ministro Valditara per il finanziamento ordinamentale anche per noi come per le università. Abbiamo bisogno di oltre 300 milioni di euro, altrimenti chiudiamo", sottolinea. "Abbiamo già iniziato con la pubblicizzazione dei nostri corsi -spiega ancora Torrielli- che arrivano dopo una stagione ricca di risorse grazie al Pnrr. Con il Piano infatti abbiamo avuto un finanziamento di un miliardo e mezzo di cui 500 milioni sono stati messi a disposizione degli Its per aumentare il numero dei laboratori. E per ampliare quindi quelle che sono le attrezzature messe poi a disposizione dei ragazzi per ottenere le competenze che le imprese chiedono per entrare nel mondo del lavoro". Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha rappresentato una svolta, sottolinea Torrielli. "Il finanziamento del Pnrr ha portato nel 2022 alla legittimazione del titolo del diploma di Its che rappresenta un po' il segmento della formazione terziaria professionalizzante, che non esisteva prima del 2022. Prima di questa data infatti il ragazzo che usciva fuori dagli istituti tecnici poteva iscriversi esclusivamente all'università oppure andare a lavorare. Oggi però gli Its hanno compiuto un percorso difficile e rivoluzionario, devono in qualche modo poter sostenere quelle che sono le spese maggiori che sono determinate dall'aumento del numero di attrezzature: più costi di energia, manutenzione, gestione", sottolinea ricordando che "le Regioni devono fare una programmazione tenendo conto di quelli che sono i finanziamenti che ovviamente potrebbero non essere più quelli del Pnrr, anche se il ministero dell'Istruzione sta pensando di recuperare con delle formule gestite attraverso degli accordi con l'Ue, anche per il 25-27, ovvero per il primo anno, la possibilità di spendere ciò che è avanzato del Pnrr in alcune particolari attività che erano previste", aggiunge "Noi -continua Torrielli- abbiamo un Paese di piccole e medie imprese e gli Its sono le Academy delle piccole e medie imprese. Le grandi imprese le Academy se le costruiscono da sole, e allo stesso tempo sfruttano anche le nostre, quelle delle aree tecnologiche di competenza, per portarsi a casa questi ragazzi una volta usciti da noi. Gli its devono avere alle spalle sicuramente il mondo produttivo, senza di questo non abbiamo un Its che rispetti il dna sul quale è stato creato", aggiunge.
(Adnkronos) - "Acea come operatore infrastrutturale ha l’obbligo di coniugare il passato e la tradizione con l’innovazione e il futuro". Ad affermarlo è Marco Pastorello, Chief Transformation Officer del Gruppo, illustrando al Meeting di Rimini i progetti di digitalizzazione e trasformazione. La società sta sperimentando sia la robotica sia l’intelligenza artificiale. "Con i cani robot e i droni effettuiamo ispezioni preventive, aumentando la sicurezza dei nostri dipendenti. Proprio a luglio abbiamo siglato un importante accordo con l’Istituto Italiano di Tecnologia", ha ricordato Pastorello. L’innovazione per Acea non è solo tecnologia ma anche attenzione alle persone: "In quest’ultimo anno abbiamo incontrato 5.000 dipendenti in tutta Italia, portando la voce dell’azienda anche in Europa, dal World Economic Forum in poi. Non si può parlare di innovazione senza mettere la persona al centro". Tra i benefici concreti della digitalizzazione, Pastorello ha citato "efficienza, perché consente di rilevare e risolvere più rapidamente i guasti, e sicurezza, perché permette di evitare che le nostre squadre si trovino in situazioni di pericolo, grazie all’impiego dei droni nelle ispezioni".