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      (Adnkronos) - Una "eredità che, come italiani, tutti abbiamo davanti e di cui dobbiamo essere orgogliosi" (FdI). "Celebriamo non solo un mito, ma riconosciamo l'esempio di una voce che ancora oggi ci chiede di pensare" (Lega). "Una voce unica, scomoda, lungimirante" (Nm). L'aula della Camera commemora Pier Paolo Pasolini e l'autore di 'Scritti corsari' riesce, a 50 anni dalla sua morte, a mettere tutti d'accordo e ad entrare, via Montecitorio, nel Pantheon sia della destra che della sinistra. Inizia, per il Pd, Roberto Morassut. Che parla subito di un "Pasolini non classificabile" e quindi "figura tirata per la camicia da tutti". Il deputato, con al fianco la segretaria Elly Schlein che annuisce, ricorda il fatto che lo scrittore e regista "non fu amato dalla dirigenza del Pci, che preferiva il racconto del mondo proletario e guardava con sospetto al sottoproletariato". Ma Morassut mette anche in guardia: anche se "il suo ricordo si presta a molteplici riflessioni", per Pasolini "lo scandalo era la pressione del potere politico e clericale di allora e chi da destra oggi lo accarezza dovrebbe ricordarsi di questo". Ma è proprio dalla destra dell'emiciclo che arriva il trasporto maggiore per il ricordo di Pasolini. Alessandro Amorese, per FdI, interviene applaudito dai suoi vicini di scranno: "Una figura troppo complessa per provare a strattonarla nel 2025", premette. Un "intellettuale disorganico", aggiunge. Il deputato meloniano lo ricorda, tra le altre cose, come "coraggioso su più fronti, l'aborto, lo stragismo" e con "la libertà di schierarsi nel '68 con i figli del popolo e non con i figli della borghesia". Pasolini ha avuto "un approccio irregolare su tanti fronti" e anche per questo, per Amorese, lascia una "sua eredità che tutti, come italiani, dobbiamo avere davanti e di cui dobbiamo essere consci e orgogliosi". Pasolini è stato "probabilmente il più grande intellettuale del dopo guerra italiano. Uomo straordinario, unico", esordisce per la Lega Simona Loizzo. "Omosessuale, fu espulso dal Pci", incalza la deputata sottolineando: "Fu lui a mettere in guardia dal fascismo anti fascista" e "fu contro la destra ma anche contro le certezze autocelebrative della sinistra". La Loizzo non ha dubbi, di Paolini resta "un patrimonio da difendere ogni giorno" e per questo "celebriamo non solo un mito ma riconosciamo l'esempio di una voce che ancora oggi ci chiede di pensare". Omaggi alla figura e al pensiero dell'autore di 'Petrolio' arrivano da Forza Italia ("la sua eredità ci appartiene come patrimonio comune", dice Paolo Emilio Russo); dal M5s ("uno degli intellettuali più influenti del secolo scorso", per Gaetano Amato); da Azione ("Pasolini apparteneva a una forma di pensiero e per questo stride un pò questa unanimità, avrebbe guardato a questa celebrazione con sospetto", ammette Valentina Grippo); da Avs ("la Radicale Mellini chiese conto a Cossiga del divieto di commemorazioni a un anno dalla sua morte", ricorda Luana Zanella); da Iv ("intellettuale coraggioso e anticonformista, figura controcorrente", dice Roberto Giachetti). Ma il colpo di scena arriva con Maurizio Lupi, che racconta: "Nel maggio dell'82 organizzai una rassegna di film dal titolo 'L'imminenza di Cristo in Pasolini', ci accusarono di scippo culturale...". E invece, argomenta il leader di Noi Moderati, "don Giussani ci disse di leggere 'Scritti corsari' e arrivò a dire che Pasolini era l'unico, vero, intellettuale cattolico di quell'epoca". Era "fuori dalla collocazione a destra o a sinistra, ha criticato la nuova destra e la nuova sinistra sessantottina di allora". Anche per questo, per Lupi, "commemorarlo può aiutarci a capire i nostri tempi".
 
      (Adnkronos) - "L'anniversario di questi ottanta anni è un traguardo storico ma anche un momento riflessione su figura del manager ieri e tanto più oggi, nella nostra economia e società. Solo il 5% delle 370mila imprese industriali è 'managerializzato' ed è un dato che impone una profonda riflessione, in un contesto in rapida evoluzione che richiede la vostra professionalità. La transizione digitale ed ecologica che stiamo affrontando non riguarda solo la tecnologia ma anche il contesto organizzativo e culturale". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo con un video messaggio all'assemblea per gli 80 anni di Federmanager. Secondo Urso, "la capacità di adattarsi rapidamente, di rinnovare i modelli di management e di integrare nuove competenze diventa una leva di competitività e talvolta di sopravvivenza stessa per l'impresa. Una governance efficace deve sapere accompagnare queste evoluzioni, incentivando l'innovazione e promuovendo la responsabilità, sia sul piano sociale che su quello ambientale". "Ricordo che nella legge di bilancio abbiamo messo a disposizione delle imprese oltre 9 miliardi di euro in più per il triennio 2026-2028, con varie misure che richiedono la vostra collaborazione per diventare pienamente operativi e centrare gli obiettivi di sviluppo e di crescita. In particolare abbiamo stanziato 4 miliardi di euro per la nuova transizione 5.0, una misura automatica e di semplice accesso che integra in unico strumento i precedenti piani 5.0 e industria 4.0, offrendo una forte spinta all'innovazione digitale ed energetica dell'impresa, attraverso lo strumento dell'iper ammortamento con premialità, a fronte di un incremento di efficienza energetica". "A questo strumento si aggiungono 4 miliardi di euro per la Zes unica nei prossimi 3 anni di cui 2,3 miliardi già nel 2026. Un miliardo nel 2027 e 750 milioni nel 2028. In più 750 milioni per la nuova Sabatini, 550 milioni per i contratti di sviluppo e 150 milioni per le imprese turistiche e alberghiere. In tutto, appunto, oltre 9 miliardi di euro in più in questo progetto politica industriale nei prossimi tre anni", ha concluso.
 
      (Adnkronos) - "Il 92% degli intervistati, su un campione di 2000 persone, dice che la salute delle persone e quella del pianeta sono assolutamente interconnesse tra di loro. E tra gli obiettivi dell'Agenda 2030 mette al primo posto la salute e il benessere. Questo che cosa significa? Che la sostenibilità è entrata nella sfera del benessere quotidiano, cioè nel modo in cui mangiamo, ci muoviamo, lavoriamo, respiriamo". Così Paola Aragno, vicepresidente Eikon Sc intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma, illustrando i dati di una ricerca di Eikon Sc per la Social Sustainability Week. "La sostenibilità non significa ridurre solamente le emissioni ma significa vivere meglio. L'economia circolare diventa strategica se ha una funzione anche sociale, per cui rigenera non solo le risorse ma la salute, le competenze, i valori", osserva. "Se andiamo a guardare anche ai giovani, cioè a quelli che saranno i nostri protagonisti della sostenibilità, della transizione, il 65% si sente coinvolto negli obiettivi dell'Agenda 2030 e il 70% dice che si sentirebbe più motivato a lavorare in un'azienda che tiene conto ed è molto attenta alla sostenibilità. Per cui i giovani vogliono delle aziende coerenti, a 360 gradi, capaci di unire impatto ambientale, ma anche benessere", conclude.