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(Adnkronos) - Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato su 'X' che ''sono stati pianificati nuovi attacchi in profondità'' in Russia. Dopo un incontro con il generale ucraino Oleksandr Syrsky, Zelensky ha spiegato: "Le nostre forze e le nostre risorse sono pronte, continueremo le nostre operazioni attive esattamente come richiesto per la difesa dell'Ucraina''. Con Syrsky, ''abbiamo analizzato in dettaglio la situazione nella direzione di Zaporizhzhia e le intenzioni del nemico. Abbiamo anche analizzato la situazione nelle zone di confine delle regioni di Sumy e Kharkiv''. In giornata Zelensky ha anche fornito un aggiornamento sugli scontri in corso a Pokrovsk: "Stiamo difendendo le nostre posizioni e la cosa più importante è che questa è la nostra difesa attiva, stiamo distruggendo l'occupante ogni giorno". In precedenza aveva spiegato che l'esercito russo sta "concentrando i suoi maggiori sforzi" a Pokrovsk, un polo logistico strategicamente importante nell'Ucraina orientale che un tempo era considerato il luogo più sicuro del Donbass. Zelensky ha affermato che la Russia sta subendo pesanti perdite nella zona e che, complessivamente, più di 290mila soldati russi sono stati uccisi o gravemente feriti nei combattimenti lungo la linea del fronte dall'inizio dell'anno: "La maggior parte di queste perdite è stata subita proprio nella regione di Donetsk, senza riuscire a raggiungere nessuno dei loro obiettivi strategici". Il presidente ucraino si è poi detto ''grato a Papa Leone XIV per il suo forte appello a porre fine alla guerra e agli omicidi. Condividiamo pienamente l'appello di Sua Santità per un cessate il fuoco immediato ed esortiamo la Russia ad adottare misure concrete per porre fine alle uccisioni e favorire la diplomazia''. Su 'X', Zelensky ha sottolineato che ''la Russia deve porre fine alla guerra che ha iniziato e che si rifiuta di finire. E' fondamentale che tutti coloro che nel mondo hanno a cuore la vita umana facciano pressione su Mosca affinché la obblighi a porre fine al terrorismo e ad avviare un processo di pace significativo''. Secondo Dmitry Peskov, l'Europa sta ostacolando gli sforzi del leader del Cremlino, Vladimir Putin, e del presidente americano, Donald Trump, per risolvere la crisi in Ucraina e arrivare alla pace. Il portavoce del Cremlino lo ha sostenuto nel corso di un'intervista a Vgtrk. "Gli europei ostacolano questi sforzi. Gli europei stanno mettendo i bastoni tra le ruote. Hanno incitato il regime di Kiev e, forse, lo hanno incoraggiato a perseguire una linea politica intransigente in modo piuttosto assurdo. Questo è un grave errore", ha detto Peskov. "Questo non gioverà al regime di Kiev. Al contrario, renderà la situazione ancora più difficile per il regime di Kiev", ha avvertito il portavoce presidenziale russo. L'Europa ha ''un piano piuttosto preciso'' per l'invio di truppe in Ucraina. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel corso di un'intervista al Financial Times, sottolineando che per l'Europa sono di primaria importanza le garanzie di sicurezza per l'Ucraina che, ha assicurato, saranno sostenute dagli Stati Uniti. Esiste una "chiara tabella di marcia" per i possibili schieramenti, ha detto la presidente della Commissione europea. "Le garanzie di sicurezza sono fondamentali e assolutamente cruciali", ha aggiunto von der Leyen. "Abbiamo una tabella di marcia chiara e un accordo alla Casa Bianca, questo lavoro sta procedendo molto bene", ha sottolineato. Von der Leyen ha spiegato che le capitali europee stanno lavorando a piani per "uno schieramento di truppe multinazionali e il sostegno degli americani". "Il presidente Trump ci ha rassicurato che ci sarà una presenza americana come parte del backstop", ha affermato. "Questo è stato molto chiaro e ripetutamente ribadito", ha aggiunto. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha detto di "non perdere la speranza di poter raggiungere'' un cessate il fuoco in Ucraina il prossimo anno, ''ma non mi faccio nemmeno illusioni". In un'intervista rilasciata all'emittente tedesca Zdf, Merz ha affermato: "Stiamo cercando di porre fine il più rapidamente possibile'' alla guerra, ''ma certamente non al prezzo della resa dell'Ucraina". Perché ''la guerra potrebbe finire domani se l'Ucraina capitolasse, si arrendesse e il Paese perdesse la sua indipendenza''. Solo che ''dopodomani, toccherà al Paese successivo. E poi, il giorno dopo ancora, toccherà a noi. Non è un'opzione'', ha detto riferendosi alle minacce espansionistiche di Putin e al rischio che queste rappresentano per l'Europa.
(Adnkronos) - "Ci aspettavamo un'esenzione per i prodotti alcolici italiani, e europei in generale, in quanto non sostituibili con i prodotti americani, essendo delle indicazioni geografiche per lo più riservate al nostro Paese e agli altri Paesi fortemente produttori di questo genere di bevande, come anche la Francia. Sicuramente quello che sarà da capire nei prossimi giorni è se ancora ci sono spiragli per un'esenzione da questi dazi". Così, con Adnkronos/Labitalia, Sebastiano Caffo, presidente del Consorzio nazionale Grappa, commenta la dichiarazione congiunta Ue-Usa che ha formalizzato oggi l'intesa politica raggiunta lo scorso 27 luglio in Scozia tra la presidente Von der Leyen e il presidente Trump in materia di dazi, con tetto massimo al 15%, e che non prevede esenzioni per vino e superalcolici. E Caffo, amministratore delegato del Gruppo Caffo 1915, sottolinea l'importanza del mercato Usa per il comparto ricordando che "secondo i dati Nomisma, il valore dell’export di distillati italiani si aggira intorno ai 2 miliardi di euro annui, con gli Stati Uniti che rappresentano circa il 13% di questo valore. Il 2024 aveva registrato un incremento del 26% delle esportazioni verso il Nord America". Secondo l'imprenditore "nel caso in cui questi dazi vengano definitivamente confermati anche per vino e superalcolici serve un orizzonte temporale certo. Non ci dobbiamo ritrovare qua il mese di agosto dell'anno prossimo a discutere se i dazi dal 15 poi passano al 30 o al 50%. Se è veramente il 15 almeno che sia confermato per un periodo abbastanza lungo, penso a un orizzonte temporale di 3 o 5 anni che permetta alle aziende dei vari Stati europei e anche alle istituzioni proposte di potersi organizzare per gestire questi maggiori costi sui mercati americani". E Caffo sottolinea la necessità da parte dei diversi stati Europei e della stessa Ue eventualmente di "dedicare delle risorse alla promozione in maniera tale da non fare crollare i volumi di esportazione di vino e alcolici negli Stati Uniti da parte dell'Italia e dell'Europa in generale", conclude. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - “Il Programma Emtn è molto importante perché sancisce il ritorno a raccogliere capitali in Italia, rafforzando il mercato dei capitali italiani che negli ultimi anni ha sofferto l'emorragia verso mercati esteri. L'Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi. Riteniamo che il rimpatrio in Italia sia la mossa giusta negli interessi di Iren e del sistema economico italiano”. Sono le dichiarazioni di Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. Un ruolo importante è riservato alla sostenibilità. “Il denaro che raccogliamo sul mercato - prosegue Dal Fabbro - serve per aumentare gli investimenti sulla resilienza ambientale, sul rafforzamento delle reti idriche, sull'efficientamento del parco termoelettrico, il fotovoltaico, l'eolico. Alimentiamo progetti che devono essere sostenibili e che aumentano la resilienza ambientale. Siamo convinti che si tratti di un buon investimento che, da un lato, offre rendimento agli azionisti e dall’altro rende l’azienda più solita. Investire nella sostenibilità non è un peso, ma una grande opportunità di rendere le aziende più solide”. Nella scelta di procedere all’emissione di nuovi titoli obbligazionari ha influito la semplificazione burocratica e normativa: “È stato fatto un grandissimo lavoro di semplificazione da parte di Borsa Italiana e Consob - aggiunge - questo è uno degli elementi che ci ha indotto a investire. Faccio i complimenti al team di Consob e di Borsa Italiana. Grande lavoro a beneficio di emittenti come la nostra e di tutte le imprese italiane. L’Italia deve tornare a fare industria, nel nostro Paese abbiamo una iper finanziarizzazione del sistema italiano, ma facendo industria ci saranno soldi per alimentare la finanza”. Infine una considerazione sul nucleare: “Il nucleare è un orizzonte molto lungo. Per fare una centrale nucleare ci vogliono tra i 10 e i 15 anni. Il suggerimento che darei a chi parla di nucleare è di sopravvivere nei prossimi 5-10 anni facendo quello che è possibile e in parallelo studiare le migliori forme per produrre energia elettrica sostenibile e sicura., con tutte le fonti, nessuna esclusa” conclude Dal Fabbro.