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(Adnkronos) - Una donna che per anni ha affermato di essere Madeleine McCann, la bambina britannica scomparsa nel 2007 in Portogallo, è stata riconosciuta colpevole dalla giustizia britannica di aver molestato i genitori della piccola. Julia Wandelt, una donna polacca di 24 anni, era sotto processo per aver molestato Kate e Gerry McCann tra giugno 2022 e febbraio 2025, in particolare inviando loro lettere e telefonando loro, fingendo di essere la loro figlia Maddie. La scomparsa della bambina di tre anni, mai ritrovata, avvenuta mentre dormiva in un appartamento in una località balneare dell'Algarve dove la famiglia era in vacanza, aveva avuto risonanza mondiale. Al termine di un processo di cinque settimane davanti alla corte penale di Leicester, la giuria ha tuttavia assolto Julia Wandelt dall'accusa di "stalking", che nel diritto britannico corrisponde al fatto di seguire qualcuno o di recarsi a casa sua in modo non richiesto in modo ossessivo. La giovane donna, che si era dichiarata non colpevole, ha nascosto il viso tra le mani alla lettura del verdetto. La sentenza sarà pronunciata in una prossima udienza. La coimputata, Karen Spragg, una sessantenne originaria di Cardiff, è stata invece completamente assolta dalla giuria dalle stesse accuse. Aveva aiutato la Wandelt contattando i coniugi McCann per telefono e via e-mail, arrivando persino ad affrontarli davanti alla loro abitazione. Durante il processo, nel corso del quale hanno testimoniato i genitori e la sorella minore di Maddie, i pubblici ministeri hanno presentato prove scientifiche che dimostravano che il Dna della Wandelt non corrispondeva a quello di Madeleine e che non aveva alcun legame di parentela con i McCann. Julia Wandelt aveva assicurato di non aver voluto attirare l'attenzione né ottenere alcun guadagno finanziario, ma semplicemente "sapere chi sono veramente".
(Adnkronos) - “La formazione della classe dirigente è un percorso complesso: le competenze sono indispensabili, ma non bastano. L’università è nata per dare le competenze, ma una vera classe dirigente deve avere anche il senso di una missione che va oltre la tecnica, la capacità di convincere gli altri a perseguirla e il coraggio di andare controcorrente quando la direzione è sbagliata”. Lo ha dichiarato Giuliano Amato, professore emerito dell’università degli Studi di Roma La Sapienza e dell’Istituto Universitario Europeo che, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2025/2026 dell’Universitas Mercatorum, l’università delle camere di commercio italiane del Gruppo Multiversity, ha tenuto la lectio magistralis sull’educazione come fondamento della democrazia. “Oggi - ha spiegato - molti di coloro che acquisiscono competenze non sentono più la responsabilità verso la comunità e preferiscono dedicarsi ad altro, dalle imprese alla finanza” Amato ha poi ricordato che “i grandi momenti storici nascono quando si fondono il saper fare e il finalizzarlo al benessere collettivo”, aggiungendo: “Ci sono stati tempi in cui i grandi personaggi sapevano trasmettere il senso di una missione agli altri. Dovremmo chiederci chi, oggi, ha ancora questa capacità”.
(Adnkronos) - L’evento di Ecomondo 2025 'Blue Horizons: Trans-Mediterranean Cluster Collaboration for Innovation in Energy, Clean Tech and Bioeconomy', in tre sessioni verticali, ha analizzato l’importanza dei cluster della blue economy per stimolare l’innovazione e potenziare il sistema scientifico e industriale dell’area mediterranea: dalla rilevanza delle politiche e priorità governative per la cooperazione transnazionale tra cluster, con strumenti come l’Ocean Pact e il Pact for the Mediterranean, al loro ruolo nella collaborazione tra mondo accademico e industria e come abilitatori delle applicazioni industriali e della competitività del mercato nella Blue Economy. Al convegno, presieduto da Giorgio Ricci Maccarini e Sara Tedesco di Cluster tecnologico nazionale Big e da Luca Marangoni di Cinea, sono intervenuti vari rappresentanti dei cluster del Mediterraneo.