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(Adnkronos) - Un vaccino in fase di sviluppo all'università di Buffalo, negli Usa, ha dimostrato una protezione completa contro una variante del virus H5N1 che causa l'influenza aviaria. Il lavoro, illustrato in uno studio pubblicato sulla rivista 'Cell Biomaterials', si concentra sulla variante nota come 2.3.4.4b, che ha causato focolai diffusi negli uccelli selvatici e nel pollame, oltre a infettare bovini da latte, gatti domestici, leoni marini e altri mammiferi. I test promettenti contro questa variante mortale sono stati condotti nei topi. Nello studio, gli scienziati descrivono un processo che hanno sviluppato per creare dosi con quantità precise di 2 proteine chiave - emoagglutinina (H5) e neuraminidasi (N1) - che spingono il sistema immunitario del corpo a combattere l'influenza aviaria. Questa piattaforma vaccinale, sottolineano gli esperti, potrebbe aiutare a distinguere il vaccino sperimentale dalla manciata di vaccini contro l'influenza aviaria approvati per uso umano negli Stati Uniti e in Europa. Prodotti che, sebbene efficaci, si sono concentrati quasi interamente sull'H5 e non sull'N1. E' anche, continuano, un potenziale passo verso vaccini più potenti, versatili e facili da produrre che i funzionari della sanità pubblica ritengono saranno necessari per contrastare l'evoluzione dei ceppi di influenza aviaria che diventano resistenti ai vaccini esistenti. "Ovviamente abbiamo molto altro lavoro da fare, ma i risultati finora sono incoraggianti", afferma l'autore principale dello studio Jonathan Lovell, professore del Dipartimento di Ingegneria biomedica dell'ateneo Usa. Lovell e colleghi hanno testato la piattaforma vaccinale nei topi con 2.3.4.4b usando dosi contenenti solo H5, solo N1 e H5 e N1 combinati. E hanno scoperto che: H5 da solo ha fornito protezione completa, senza segni di malattia, perdita di peso o virus rilevabile nei polmoni; N1 da solo ha fornito protezione parziale, con efficacia al 70% circa e alcuni topi che mostravano sintomi e presenza virale; H5 ed N1 insieme, come vaccino bivalente, hanno fornito una protezione completa, ma non hanno performato in misura superiore ad H5 da solo. In altre parole, l'aggiunta di N1 non offriva più protezione del solo H5. I risultati, dice Lovell, mostrano l'importante ruolo che H5 svolge nello sviluppo dell'immunità all'aviaria. Nella sua forma virale, agisce come una chiave che consente al virus di entrare e attaccarsi alle cellule ospiti dove poi inizia a replicarsi. I vaccini con dosi piccole e sicure di H5 spingono il corpo a riconoscere, ricordare e distruggere l'intruso. N1, nel frattempo, agisce come enzima nella sua forma virale. Come un paio di forbici, taglia i residui dalla cellula ospite, aiutando il virus replicato a diffondersi in tutto il corpo. "Gli anticorpi per N1 non sono neutralizzanti, ma restano importanti. Riducono la replicazione virale e la gravità della malattia", precisa Lovell. "Queste formulazioni bivalenti potrebbero essere estremamente vantaggiose man mano che l'H5N1 si evolve". Lovell ha creato la piattaforma vaccinale e la sta sperimentando da più di un decennio. Consiste in minuscole sacche sferiche, nanoparticelle fatte di cobalto e porfirina con un guscio esterno di fosfolipide, battezzate in breve CoPoP. La piattaforma era stata in passato sottoposta a studi clinici di fase 2 e 3 in Corea del Sud e nelle Filippine come candidato vaccino anti-Covid (un lavoro in partnership tra la società spin-off dell'università di Buffalo Pop Biotechnologies, co-fondata da Lovell, e la società sudcoreana EuBiologics). Per creare il vaccino sperimentale contro l'aviaria, i ricercatori hanno aggiunto un elemento che viene chiamato his-tag ad H5 ed N1. "E' un po' come un magnete. Si blocca in posizione, è veloce ed efficiente, il che è vantaggioso quando è necessario aumentare rapidamente la produzione di vaccini", descrive Lovell. Per rendere il vaccino più potente, poi, i ricercatori hanno aggiunto due adiuvanti immunostimolanti, mescolati nello strato di fosfolipidi. Il tipo di vaccino sviluppato è quello noto come vaccino proteico ricombinante. A differenza dei vaccini attualmente approvati, che utilizzano versioni vive o morte di H5N1, si basa su frammenti di materiale genetico (H5 e N1) del virus per stimolare la risposta immunitaria. "Poiché non richiede l'uso di uova nel processo di produzione - come serve invece per molti vaccini antinfluenzali - è potenzialmente un modo più rapido ed efficiente per proteggere gli esseri umani e gli animali da ceppi mortali dell'influenza aviaria", conclude Lovell.
(Adnkronos) - Nonostante la complessità dello scenario geopolitico internazionale con l’ulteriore elemento di incertezza legato ai recenti dazi, le aziende familiari italiane confermano la crescita e un ruolo di rilevanza a livello globale. Secondo il Global 500 Family business index 2025, l’indice biennale realizzato da EY in collaborazione con Saint Gallen University, che classifica le 500 migliori aziende familiari sulla base dei ricavi, l’Italia è al quarto posto su scala globale e al terzo in Europa per numero di aziende presenti nella top 500. Rispetto all’Indice elaborato da EY nel 2023, i ricavi combinati delle aziende familiari italiane sono cresciuti del 12%, raggiungendo 179 miliardi di dollari nel 2025. “L’analisi del Global 500 Family business index 2025 evidenzia la crescita e la rilevanza delle aziende familiari italiane nel panorama economico globale, posizionando l’Italia al quarto posto dopo Stati Uniti, Germania e Francia. Nonostante le sfide degli ultimi anni e i recenti dazi che hanno introdotto un ulteriore elemento di incertezza, le aziende italiane continuano a dimostrare una forte capacità di adattamento al contesto esterno e crescita, anche grazie ad una gestione attenta ed orientata agli investimenti in tecnologia, ricerca e innovazione. La resilienza e la flessibilità, già dimostrate durante la pandemia, sono ora più che mai qualità cruciali su cui far leva, oltre alla prontezza decisionale. Inoltre, in settori chiave come il consumer products e l’advanced manufacturing, tipici del panorama delle aziende familiari italiane, la focalizzazione sulla qualità del prodotto rappresenta un fattore differenziale che può aiutare ad affrontare l’attuale contesto economico”, ha commentato Massimo Meloni, EY Italy private leader and Italy audit & assurance market leader. Tra i dati principali che emergono dal 500 Global family business, la crescita del numero di aziende del nostro Paese: delle 500 aziende top a livello globale, 22 sono italiane, pari al 4,4% del totale, con 4 nuove entrate nell’indice del 2025, a fronte dell’uscita di due realtà incluse nella precedente analisi. Una crescita che si evidenzia ancora di più dal punto di vista dei ricavi combinati, aumentati da 160 miliardi a 179 miliardi di dollari, pari a circa il 12% in più rispetto all’indagine precedente realizzata nel 2023. Per contro, i ricavi medi delle aziende italiane, 8,1 miliardi di dollari, risultano inferiori sia rispetto alla media europea (16,1 miliardi di dollari) che a quella globale (17,6 miliardi). Un dato fondamentale che contraddistingue le imprese familiari italiane riguarda la loro longevità, infatti, il 36% delle società comprese nel Global 500 Family business index 2025 ha più di un secolo di storia. Circa la distribuzione territoriale, la Lombardia si segnala con 8 società family business nella top 500, mentre a livello di ricavi maggiori, le imprese lombarde e piemontesi contribuiscono per il 58% del totale nazionale. Limitata, invece, la presenza delle aziende familiari del Centro-Sud: solo il 27% delle imprese incluse appartiene a queste regioni, con una contribuzione sui ricavi combinati italiani del 23%, a testimonianza di un tessuto economico-imprenditoriale che in quelle aree del Paese presenta ancora significativi margini di crescita. In quanto al settore di pertinenza, le società familiari nazionali operano in 11 diversi macrosettori, principalmente nel consumer products, circa 23% delle società, seguito dall’advanced manufacturing e dal retail products, ciascuno con il 14%.
(Adnkronos) - Cial, il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, rinnova il suo duraturo impegno e collaborazione con il mondo dell’arte sostenendo Lakapoliesis, la nuova mostra dell’artista internazionale Matteo Cibic in programma dal 26 marzo al 13 aprile 2025 presso la Fondazione Luigi Rovati, nell’ambito di Art Week e Design Week di Milano. (VIDEO) Le due opere monumentali in alluminio riciclato, Lakapoliesis Renovata e Lakapoliesis Vitalis, realizzate con il supporto di Cial, incarnano l’immortalità di questo materiale e la sua capacità di rinascita infinita. Sculture, queste, che introducono una narrazione mitologica futura, in cui il mondo vegetale assume un ruolo attivo e indipendente dall’uomo, ribaltando l’approccio antropocentrico che ha dominato la relazione tra esseri umani e natura. Da sempre impegnato nella promozione della cultura del riciclo, Cial considera l’arte un veicolo privilegiato per sensibilizzare il pubblico sull’economia circolare e sul valore dell’alluminio riciclato. Nel corso degli anni, il Consorzio ha sostenuto numerosi progetti artistici e culturali, dimostrando come la sostenibilità possa trasformarsi in espressione creativa e ispirazione per nuove narrazioni. Tra le iniziative più significative, Cial ha collaborato con Città dell’Arte Biella, per la realizzazione in più eventi dell’opera Il Terzo Paradiso del Maestro Michelangelo Pistoletto, e sempre con il Maestro Pistoletto, ha supportato diverse pubblicazioni d’arte focalizzate sul recupero e il riciclo dei materiali. Da segnalare anche la ventennale collaborazione con il Dipartimento Educazione del Museo di Rivoli (Torino), ente con il quale Cial organizza e realizza ogni anno diversi laboratori d’arte per ragazzi e famiglie. "Per Cial, supportare l’arte significa promuovere un messaggio chiaro: l’alluminio non è solo un materiale strategico per l’economia circolare, ma anche un incredibile strumento espressivo. Con Lakapoliesis, l’alluminio riciclato diventa protagonista di un racconto artistico innovativo, dimostrando che sostenibilità e creatività possono convivere in perfetta armonia", dichiara Stefano Stellini, direttore generale di Cial. "'Lakapoliesis Renovata' e 'Vitalis' introducono una narrazione mitologica futura. Rappresentano figure che incarnano l'immortalità e la capacità di rinascita dell’alluminio - commenta l’artista Matteo Cibic - l’alluminio è un materiale magico, si plasma facilmente, è leggero e molto resistente, i riflessi cangianti e le sue infinite vite ci accompagnano in memorie del passato e sogni del futuro”. L’esposizione sarà visitabile gratuitamente presso il Padiglione d’arte e il giardino della Fondazione Luigi Rovati, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva tra arte, natura e sostenibilità.