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(Adnkronos) - "L'intramoenia è uno degli strumenti che abbiamo dal 1999 per abbattere le liste d'attesa del Servizio sanitario nazionale. E io sono a favore di questa modalità - ovvero la possibilità di erogare prestazioni a pagamento all'interno di strutture/ospedali del Ssn a tariffe calmierate - purché vengano rispettate le regole. Mi riferisco al fatto che oggi per legge possiamo fare il 50% delle visite con il Ssn e il 50% in regime di intramoenia e su questa strada dobbiamo proseguire". Così all'Adnkronos Salute Antonio Magi, segretario generale del Sumai, il sindacato degli specialisti ambulatoriali, a margine della prima giornata a Roma degli Stati generali della salute del Lazio. E sulle parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci (ieri in un'intervista aveva dichiarato che "la libera professione è un diritto, ma non può negare la prestazione pubblica. Il problema nasce quando ci sono più prestazioni a pagamento che in Ssn, quando l'attesa pubblica è di 6 mesi e l'intramoenia di 2 settimane. Se lo sbilanciamento nega il diritto alle cure, è verosimile ipotizzare una sospensione temporanea"), Magi interviene: "Schillaci già ieri sera da Napoli aveva modificato la sua versione. Ne prendiamo atto. Il problema è che dal 1999 ad oggi si è ridotto il numero del personale sanitario ed è aumentata la richiesta di salute. Inoltre, l'intramoenia consente ai medici che non lavorano nel privato di arrotondare quelle risorse che lo Stato non dà loro". "Questi Stati generali della salute del Lazio devono servire su i progetti messi a terra e quelli che ancora mancano. La sanità del Lazio soffre di una malattia cronica, come il resto del Paese. Non è che nel Lazio si stia peggio o meglio rispetto ad altre regioni. Dobbiamo fare il punto della situazione e cominciare a pensare che i cittadini italiani sono tutti uguali e ovunque sul territorio devono avere le stesse prestazioni sanitarie negli stessi tempi. E' un diritto costituzionale e va garantito".
(Adnkronos) - Sono oltre 6.000 i visitatori che hanno varcato la sede dello stabilimento di Pedrignano (PR), il più grande e sostenibile pastificio del mondo. Lo fa sapere il Gruppo Barilla, che conferma il proprio impegno come azienda aperta, trasparente e vicina alle persone, proprio in occasione Settimana della cultura d’impresa (da 14 al 28 novembre). Le visite guidate rientrano nel progetto 'Porte aperte', un’iniziativa che promuove la conoscenza diretta della tradizione, della qualità e dell’innovazione che da quasi 150 anni rendono Barilla un’eccellenza italiana nel mondo. Consumatori, associazioni, enti, istituzioni e scolaresche hanno potuto scoprire da vicino il percorso che unisce cultura, storia e tecnologia: dalla Collezione Barilla d’Arte Moderna all’Archivio storico Barilla, fino all’esplorazione dello Stabilimento di Pedrignano. Il 2025 ha registrato più di 260 gruppi partecipanti, con un indice di gradimento prossimo al 100%: un segnale forte dell’interesse e dell’apprezzamento del pubblico per un’iniziativa che valorizza l’apertura e la trasparenza come principi fondanti della cultura d’impresa Barilla. Barilla ha inoltre aderito al programma Imprese aperte Parma, offrendo sessioni di visita dedicate sia ai privati sia agli studenti dell’Its tech & food academy e dell’Università di Parma, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni alle professioni e alle competenze della filiera alimentare. Il successo di 'Porte aperte' si conferma anche per il 2026, con oltre 90 gruppi già prenotati. Per chi non riuscisse a partecipare alle visite, è sempre possibile conoscere da vicino la storia del marchio al Museo della Pasta, realizzato con il contributo del Gruppo Barilla nella corte agricola di Giarola (PR), insieme al Museo del Pomodoro-info su www.museidelcibo.it. Infine, nel cuore di Parma, la storica Bottega Barilla accoglie i visitatori con un percorso immersivo che unisce passato e futuro, tradizione e innovazione. I programmi delle prossime visite e degli eventi Imprese aperte Parma 2026 saranno disponibili da maggio su www.impreseaperteparma.com/barilla.
(Adnkronos) - “Con l’aggiornamento del nostro Piano Strategico, rinnoviamo con determinazione l’impegno di A2A verso una crescita industriale solida e sostenibile, orientata alla creazione di valore per tutti gli stakeholder''. Lo dice Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A. ''Abbiamo incrementato gli investimenti complessivi, portandoli a 23 miliardi di euro entro il 2035, per accelerare il percorso di sviluppo del Gruppo e aprire nuove direttrici di business innovative. La presenza storica di A2A in Lombardia – area che oggi rappresenta un polo strategico per i data center – unita all'importante acquisizione delle reti elettriche nelle province di Milano e Brescia, ci offre una posizione privilegiata per contribuire in modo concreto alla diffusione di queste infrastrutture digitali, cogliendone al contempo le opportunità industriali ed economiche. Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo evolvere dal ruolo di partner energetico a piattaforma di sviluppo integrata, mettendo a valore i nostri asset, il nostro know-how e la capacità di innovazione”, co. “Per sostenere l’aumento della domanda di energia e il processo di elettrificazione dei consumi, continueremo a investire in infrastrutture “future-fit”, potenziando le reti, la generazione e le attività legate all’economia circolare''. Mazzoncini sottolinea poi che la società intende ''consolidare la leadership di A2A in Italia e, al tempo stesso, proiettare il nostro modello di business anche a livello internazionale, valorizzando le competenze distintive maturate nei settori dell’ambiente e delle energie rinnovabili. Il motore di questo Piano restano le nostre persone: sono loro che, con professionalità e dedizione, trasformano ogni giorno gli obiettivi in risultati. La sostenibilità rimane centrale nella nostra strategia. Confermiamo il target del Net Zero al 2050 e la riduzione del fattore emissivo entro il 2030, coerentemente con la visione di un futuro energetico responsabile, nel rispetto delle nuove generazioni e delle risorse del Pianeta''