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(Adnkronos) - Rigenerare la cornea malata con un'iniezione, invece di sostituirla in tutto o in parte con il trapianto. "Non siamo mai stati più vicini a una cura contro la cecità", è l'annuncio dal primo congresso nazionale congiunto della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso) e dell'Associazione italiana medici oculisti (Aimo), che si chiude oggi a Roma. Al centro dei lavori anche i progressi della medicina contro la cecità corneale, "una delle principali cause di perdita della vista a livello globale, che colpisce ogni anno circa 10 milioni di persone nel mondo", ricordano gli specialisti. Ora, sottolineano, uno studio pubblicato su 'Nature Biotechnology' indica che "la terapia cellulare è prossima a essere consacrata a cura contro la cecità corneale da disfunzione endoteliale, ovvero legata a patologie a carico dello strato più interno della cornea". "La cornea, il tessuto trasparente che rappresenta la parte anteriore dell'occhio, è essenziale per fare entrare immagini chiare nell'occhio - spiega il consigliere Siso Vincenzo Sarnicola, direttore della clinica degli occhi Sarnicola di Grosseto, esperto trapiantatore e visiting professor in diverse cliniche oculistiche internazionali - Quando è danneggiata si opacizza, trasformando il mondo in una nebbia costante. Il trapianto di cornea perforante (a tutto spessore), da donatore, nel secolo scorso ha consentito il recupero visivo a milioni di persone nel mondo, anche se complicanze intraoperatorie e postoperatorie, a volte importanti, si sono registrate con una certa frequenza". Poi, dall'inizio del Duemila, la grande svolta dei trapianti lamellari di cui l'Italia è stata pioniera. "La chirurgia lamellare - descrive Sarnicola - trova spazio progressivamente e diventa il gold standard grazie alla riduzione dell'invasività dell'intervento, migliorando la sopravvivenza dei tessuti innestati e riducendo i rigetti. Consegue a corrette diagnosi laddove si finisce per trapiantare solo il segmento malato e non l'intera cornea. I trapianti di limbus trovano indicazioni nelle malattie della superficie oculare; il trapianto dello stroma Dalk (il foglietto intermedio corneale) nelle malattie dello stroma, come il cheratocono; il trapianto dell'endotelio nella cheratopatia bollosa e nella distrofia di Fuchs. Le tecniche lamellari sono più complesse - precisa lo specialista - con curve di apprendimento non semplici, ma hanno reso i trapianti di cornea sicuri. Le sopravvivenze dei trapianti lamellari sono incredibilmente rassicuranti". Resta tuttavia il problema della disponibilità di tessuti per il trapianto di cornea, "tuttora problematica in molte parti del mondo", evidenzia Sarnicola. Se "in Italia, grazie a un ottimo lavoro di raccolta delle banche degli occhi, i tessuti raccolti risultano in soprannumero e vengono anche esportati all'estero, questo avviene anche e solo in Sri Lanka e negli Stati Uniti. La maggior parte degli altri Paesi", invece, "lamentano un deficit di donazioni". Anche in questo senso, prospettano gli oftalmologi, "di grande aiuto potranno essere le imminenti terapie cellulari per le patologie endoteliali, che rappresentano circa il 50% delle ipovisioni corneali". "La tecnica sarà molto semplice", illustra Sarnicola: "Un'iniezione nell'occhio consentirà alle cellule iniettate di rendere nuovamente trasparente una cornea diventata opaca per una disfunzione endoteliale. Dove si prendono queste cellule, chi può donare, chi è il miglior donatore, che risultati si possono ottenere sono i quesiti che ricorrono. I risultati, ad oggi (è in corso la terza fase di sperimentazione in Nord America), dimostrano che i donatori migliori sono i giovani al di sotto dei 30 anni. Si ipotizza che da una cornea di un donatore giovane potranno essere preparate centinaia di iniezioni 'miracolose', forse mille". Significa che da una cornea giovane potranno essere riabilitati alla visione fino a mille occhi con disfunzione endoteliale. "Le terapie cellulari rigenerative rappresentano dunque la vera nuova frontiera per la cura della cecità corneale endoteliale", conclude Vito Romano, professore associato di Oftalmologia all'università di Brescia.
(Adnkronos) - “L’intelligenza artificiale ha messo in atto una rivoluzione che potrebbe aumentare il Pil italiano del 18%, ma rispetto a Stati Uniti e Cina - dove si investe di più - l’Europa è molto in ritardo. Il collo di bottiglia è il capitale umano, mancano le competenze”. Lo ha detto Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell’università Campus Bio-Medico di Roma (Ucbm), partecipando al convegno organizzato oggi nella capitale da Unindustria, in collaborazione con Ucbm, ‘Future skills - Capitale umano e Ai per il lavoro che cambia. Dove formazione e impresa si incontrano’. Il dialogo tra università e imprese “da più di vent’anni è un elemento essenziale e strategico per la nostra università - sottolinea Rossi - siamo in Unindustria per questo motivo”, dice. Per andare incontro al cambiamento e cavalcare l’onda della 'rivoluzione', è necessario dunque aggiornare le competenze. “Non rimane che attuare un'azione sistemica tra università, imprese e istituzioni- avverte Rossi - Dobbiamo lavorare insieme per formare laureati che abbiano le competenze necessarie ad affrontare le sfide di oggi. Vuol dire anche, come Accademy dell'Università, formare e re-skillare il personale esistente dato che - conclude - ci sono più di 4 milioni di lavoratori che vanno aggiornati da un punto di vista”.
(Adnkronos) - Ecomondo 2025, evento internazionale di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per la green, blue and circular economy, organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg), chiude oggi alla Fiera di Rimini riaffermandosi hub globale per la transizione ecologica. Un ruolo che si traduce nei risultati concreti di una 28esima edizione in crescita. Le presenze totali sono cresciute del 7%, con un +10% di quelle estere. Oltre 1.700 i brand espositori, di cui il 18% dall’estero, sui 166mila mq di superficie del quartiere fieristico. Più di 600 i giornalisti accreditati (per il 15% esteri), che hanno portato la Fiera di Rimini all’attenzione della comunità mondiale. “Possiamo dirci tra i primi Paesi al mondo nella capacità di riciclo - ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ieri in visita nei padiglioni della Fiera - si parla tanto di terre rare e materie prime critiche ma il più grande giacimento che abbiamo sono i nostri rifiuti. E la capacità di riciclo si manifesta pienamente proprio in questa fiera, simbolo di innovazione e sostenibilità”. Ecomondo 2025 si è confermato luogo privilegiato di scambio tra aziende, ricerca e professionisti del settore di tutto il mondo, anche grazie alla collaborazione con Agenzia Ice e con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci): un crocevia globale, con oltre 800 hosted buyer e delegazioni internazionali provenienti da 65 Paesi. Tra i mercati più rappresentati: Spagna, Turchia, Polonia, Romania, Serbia, Croazia, Bulgaria, Tunisia, Marocco ed Egitto. A completare il quadro, circa 90 associazioni internazionali coinvolte. Un network che, durante la manifestazione, ha generato 3.800 business matching, favorendo la cooperazione e la diffusione delle best practices per la transizione ecologica. Oltre 200 appuntamenti nelle quattro giornate, di cui circa 70 curati dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, presieduto da Fabio Fava, hanno composto un programma denso di iniziative, offrendo una lettura aggiornata della transizione green in modo trasversale. Tra i temi principali: i Raee e le materie prime critiche, il tessile che diventa circolare, la finanza sostenibile a supporto della transizione ecologica, la gestione dell’acqua e la blue economy, bioenergie, economia circolare, AI applicata alla valorizzazione delle risorse e al monitoraggio dei dati, l’osservazione della Terra e il ruolo della comunicazione. Grande attenzione alla cooperazione internazionale e alla transizione verde nel Mediterraneo, nonché alle iniziative per l’accesso all’energia pulita e sostenibile nel continente africano, nell’ambito del Piano Mattei e del Programma 'Mission 300', con la quinta edizione dell’Africa Green Growth Forum. La 14esima edizione degli Stati Generali della Green Economy ha aperto ancora una volta Ecomondo, con la presentazione della Relazione sullo stato della green economy 2025, ponendo al centro del dibattito lo stato e le prospettive della transizione ecologica europea nel nuovo contesto globale. La sessione plenaria della seconda giornata, per la prima volta interamente in lingua inglese, ha ampliato ulteriormente la portata internazionale dell’evento. Il ritorno di Sal.Ve, il Salone biennale del Veicolo per l’Ecologia, in collaborazione con Anfia, ha portato in mostra l’intera gamma della produzione di allestimenti per veicoli industriali e speciali per la raccolta dei rifiuti solidi e liquidi, per lo spazzamento stradale e per gli spurghi. A Ecomondo 2025 l’innovazione ha fatto da ponte tra scienza e mercato: l’Innovation District ha dato spazio e visibilità a 40 startup italiane e internazionali dall’alto contenuto tecnologico, di cui 20 da Marocco e Tunisia selezionate nell’ambito del progetto Lab Innova for Africa 'Luca Attanasio', promosso da Agenzia Ice in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Accanto all’esposizione, Ecomondo ha consegnato il Premio 'Lorenzo Cagnoni' per l’Innovazione Green alle sette aziende espositrici per le tecnologie più avanzate e promettenti presentate nei settori espositivi della manifestazione.