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(Adnkronos) - “La Relazione annuale del Cnel sui servizi pubblici consolida la prospettiva della valutazione dell’impatto. L’obiettivo non è solo verificare spesa e quantità dei servizi ma capire cosa producono in termini di benessere economico, sociale e ambientale, in termini di ricadute sulla vita delle persone e sulle imprese. Questo cambio di paradigma sposta l'attenzione dal semplice output all’outcome, segnando una rivoluzione culturale per la Pubblica amministrazione. Ciò implica abbandonare la logica della rendicontazione formale per abbracciare la responsabilità sostanziale, assumendo come riferimento gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030. In questa visione, il ruolo delle Regioni e degli Enti locali è decisivo, essendo il primo presidio di prossimità dove le politiche prendono forma e dove si misura la fiducia nello Stato. I dati della Relazione 2025 ci ricordano che ancora permangono significativi divari territoriali, non solo lungo l’asse Nord-Sud ma anche fra aree urbane e aree interne. Colmare questi divari vuol dire garantire i diritti di cittadinanza e in questo le Regioni sono fondamentali”. Così la consigliera Cnel Marcella Mallen intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
(Adnkronos) - Svolta nel mondo degli appalti: non esiste più un solo modello contrattuale “valido”, ma coesistono più contratti collettivi, purché rispondano a criteri di qualità, coerenza e tutela dei lavoratori. È stata questa la riflessione al centro dell’evento FonARCom dal titolo “Appalti e Ccnl: dal principio di equivalenza alla sua attuazione concreta”, che si è svolto in occasione della Convention dei Consulenti del Lavoro, in corso in questi giorni a Napoli. Un vero e proprio talk tecnico sul principio di equivalenza contrattuale, introdotto dal nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) e ripreso dal correttivo appalti e dalle Linee guida Anac. “La norma oggetto di approfondimento del nostro incontro – ha affermato Lucia Alfieri, Consigliere d’Amministrazione di FonARCom – apre le porte a un pluralismo sindacale maturo e impone una riflessione: il valore di un contratto non dipende più dal nome delle parti firmatarie, ma dal suo contenuto, ovvero dalle tutele, dalle politiche attive, dalla formazione, dal welfare contrattuale e dalle soluzioni che offre sia alle imprese sia ai lavoratori. Questo scenario rappresenta una sfida importante per le organizzazioni sindacali e per le associazioni datoriali, che hanno oggi la possibilità di dimostrare che si può fare una contrattazione di qualità in grado di andare oltre la tradizione e di competere al rialzo”. È in questa prospettiva che si inserisce la contrattazione collettiva di Cifa Italia e Confsal, che pone al centro, da un lato, la persona e i suoi bisogni e, dall’altro, la competitività e la produttività aziendali. Una contrattazione collettiva di qualità, virtuosa e innovativa, che non fa dumping salariale né contrattuale, va oltre le equivalenze e si rivolge a quegli imprenditori che vogliono investire sulle risorse umane e contribuire allo sviluppo e alla ricchezza della società. “Nel momento storico attuale, in cui il mercato del lavoro risente fortemente di fenomeni quali la glaciazione demografica e la fuga dei cervelli – ha dichiarato Andrea Cafà, Presidente di Cifa Italia e FonARCom – la contrattazione collettiva deve concretamente fondarsi sulla centralità della persona, valorizzando le competenze e creando condizioni che soddisfino le aspettative di vita e di crescita professionale dei lavoratori, fondate su flessibilità, benessere e obiettivi certi e misurabili. È questo l’impegno assunto dalla contrattazione di Cifa Italia e Confsal, che da sempre mirano alla qualità della contrattazione e che oggi propongono Ccnl che, oltre a essere riconosciuti come equivalenti secondo gli indici Anac, puntano su contenuti innovativi che garantiscono tutele reali ai lavoratori, pur fornendo alle aziende la flessibilità necessaria per competere in un mercato in rapida evoluzione. Il raggiungimento di questo traguardo – ha continuato Cafà – è il risultato di un approccio collaborativo capace di bilanciare gli interessi complementari di lavoratori e imprese. Digitalizzazione, nuove competenze, conciliazione vita-lavoro, sostenibilità sociale ed economica, sono queste le sfide che il nuovo Ccnl ha affrontato e regolato. Per farlo, Cifa Italia e Confsal hanno messo in campo non solo visione, ma anche strumenti concreti, come gli organismi paritetici, gli enti bilaterali per le politiche attive e la formazione, e osservatori tematici che seguiranno l’evoluzione del mondo del lavoro passo dopo passo. Il frutto di questo impegno – ha concluso il Presidente di Cifa Italia e FonARCom – è un contratto che non è solo un documento giuridico, ma un vero e proprio strumento di innovazione sociale, un modello di contrattazione partecipata, responsabile e orientata al futuro”. “La contrattazione collettiva non è terreno di appartenenza, ma di regole, contenuti e responsabilità, la cui legittimità si fonda su standard di tutela e non su etichette sindacali – ha aggiunto Angelo Raffaele Margiotta, Segretario generale della Confsal – la contrattazione Cifa-Confsal-Confsal Federlavoratori non si limita a essere equivalente ai cosiddetti contratti leader, ma introduce strumenti innovativi che alzano l’asticella. Preavviso attivo per la ricollocazione dei lavoratori; principio e indennità di qualificazione per la valorizzazione dei titoli di studio; indennità di vacanza contrattuale; salute e sicurezza con valorizzazione della figura del preposto, MOG(S) e indennità specifiche; potenziamento delle tutele contro i licenziamenti ingiustificati; retribuzione premiale; sistema di welfare integrato; aumento per competenza che valorizza formazione e merito. Non si tratta di una contrattazione alternativa in senso riduttivo – ha precisato Margiotta – ma di un modello contrattuale evoluto. La nostra contrattazione rappresenta una sfida aperta alla stagnazione della contrattazione confederale tradizionale, da troppo tempo ferma su schemi rigidi e autoreferenziali”. “Le aziende stanno finalmente iniziando ad adottare una contrattazione collettiva ‘non tradizionale’, caratterizzata da contenuti virtuosi che vanno oltre il principio d’equivalenza – ha ammesso Paolo Pizzuti, Docente di Diritto del lavoro presso l’Università del Molise – la rappresentatività del contratto non è più legata ai soggetti stipulanti, ma alla sua qualità e al suo contenuto. Il criterio della rappresentatività comparativa come criterio di individuazione del contratto collettivo più favorevole non è più valido. L’imprenditore, pertanto, è libero di autodeterminarsi nella scelta del contratto, purché ci sia una dichiarazione di equivalenza”. “La dichiarazione d’equivalenza è un documento altamente specifico e dettagliato – ha infine concluso Francesco Capaccio, Avvocato giuslavorista e Consulente del lavoro – un’equivalenza errata potrebbe comportare l’esclusione da una gara. È comprensibile, dunque, l’importanza che assume in questo preciso contesto il ruolo del consulente del lavoro. Le aziende devono essere supportate da figure professionali altamente competenti che sappiano verificare l’equivalenza normativa e retributiva dei contratti”. L’evento, che si è svolto nell’aula delle opportunità del centro congressi della stazione marittima di Napoli, ha registrato una notevole partecipazione di professionisti e interessati alla tematica.
(Adnkronos) - "Bonduelle è un'azienda familiare che ha una storia di 170 anni, ed è concentrata nella produzione di prodotti a base vegetale. Azienda che ha fatto della propria missione quello che è l'aiuto verso la transizione, verso un'alimentazione a base vegetale per il bene del pianeta e per il bene delle persone. Abbiamo degli impegni chiari, entro il 2030 ad esempio l'80% dei nostri agricoltori che sono appunto coinvolti nelle pratiche agricole che producono le materie prime per i nostri prodotti saranno coinvolti nelle pratiche di agricoltura rigenerativa. Cosa significa agricoltura rigenerativa? Intanto il mantenimento della sostanza organica nel terreno. Il sostegno per quello che sono gli insetti impollinatori, un tema per noi, anche per noi, sentivo prima, molto caro. Ci sono ovviamente le api, ma sono molti gli insetti impollinatori come farfalle, falene. E quindi costruiamo vicino ai campi da cui ci approvvigioniamo anche delle coltivazioni, delle piantagioni diverse, delle culture diverse che possano aiutare il sostegno e la vita di questi insetti". Lo ha detto Federico Odella, ceo Bonduelle Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ tenutosi oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. "L'utilizzo responsabile dell'acqua -ha continuato- è un altro tema, anche per noi, molto importante. Vi lascio immaginare l'utilizzo dell'acqua nei campi per produrre insalate oggi in Italia, quanto sia importante mantenere l'azoto minerale all'interno del terreno che è una delle fonti principali di nutrimento per le nostre piante. Lo facciamo tramite l'applicazione di sonde nel terreno per misurarne la quantità. E questo ci permette di ridurre e di ottimizzare quelli che sono appunto i consumi d'acqua necessari", ha sottolineato. "E poi inoltre abbiamo eliminato -ha continuato- tutti quei prodotti fitofarmaci che sono utili per le piante, perché di fatto sono come delle medicine che le aiutano a crescere meglio, ma possono avere un impatto negativo proprio sugli insetti impollinatori di cui parlavamo prima e quindi abbiamo deciso di eliminarli. e quindi pratichiamo quello che è il bio-controllo sui nostri campi. Quindi questo è uno dei temi importanti rispetto al pianeta", ha continuato. E per Odella "sostenibilità non è solo sostenibilità ambientale ma vuole essere anche sostenibilità sociale ed economica". "Una delle strategie del Gruppo è proprio 'persone al centro'. Oggi in Italia abbiamo circa 420 collaboratori e superiamo i 500 nei momenti di picco stagionale. Quindi le persone sono per noi un elemento cardine all'interno dell'organizzazione e crediamo nell'importanza di avere la possibilità di potersi esprimere al meglio all'interno dell'organizzazione ma per fare questo devono esserci le condizioni necessarie per poterlo fare", ha sottolineato. "Spesso si parla di inclusività e noi abbiamo deciso di compiere anche qui degli atti concreti. Siamo certificati, grazie al supporto della fondazione Libellula, azienda con Equality gender dal 2023. Abbiamo introdotto il welfare nello stesso anno all'interno della nostra azienda in modo tale da aiutare, sostenere, i nostri collaboratori per avere un supporto rispetto a quello che è forza fisica e psicofisica. Quindi inoltre abbiamo un sostegno psicologico gratuito per le nostre persone dal 2020", ha ricordato. E non solo. "Abbiamo 12 diverse attività di volontariato -ha spiegato- che possono essere scelte dai nostri collaboratori. Questo cosa significa? Significa che le nostre persone hanno la possibilità di fare atti di volontariato e possono scegliere e hanno messo a disposizione dall'azienda due giorni all'anno per poter fare queste pratiche. Quindi avere un impatto positivo non solo su se stessi, perché si collaborano al bene della società, ma anche concretamente sugli altri. Tutto questo si sposa in un progetto molto più ampio che è quello di essere una B Corp. Siamo un'azienda certificata B Corp e l'essere certificati forse è un po' riduttivo, perché in realtà è un modo di fare azienda e quindi quella voglia di avere un impatto positivo non solo sull'ambiente, ma anche sulle persone e tutti gli stakeholder che sono collegati alle nostre attività lavorative di tutti i giorni", ha concluso.