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(Adnkronos) - Che il governo abbia impugnato la legge campana per il terzo mandato, "non cambia nulla" per Vincenzo De Luca. In una affollata conferenza stampa a Napoli, il governatore mette in chiaro che non si dimetterà, andrà avanti e promette battaglia. Una battaglia "di civiltà" contro una norma ad personam e che, annuncia, porterà "in tutta Italia". Sta pensando a un nuovo partito? Dalle parti del Pd in molti l'hanno intesa così. "Oggi non ha parlato alla Campania, ma al Paese. Vuole farsi un partito personale". E a chi dal centrodestra sollecita a espellere De Luca, la risposta è netta: "Espellerlo? Non gli faremo questo favore, si è messo fuori da solo". I dem, al contrario di De Luca, scommettono che la Consulta darà ragione al governo, che il governatore non potrà ricandidarsi e che saranno in pochi a seguirlo nella sua avventura. Almeno questo è l'auspicio. Intanto oggi alla conferenza stampa a Napoli erano presenti quasi al completo tutti i suoi consiglieri in regione. Ma da Roma si ribadisce che la linea non cambia: "La posizione del Pd - dice in tv Igor Taruffi della segreteria Schlein - è molto chiara sul terzo mandato ed è che non ci possono essere terzi mandati per chi ricopre incarichi monocratici come presidente di Regione o sindaci di città italiane. Noi riteniamo che anche in Campania sia normale e fisiologico trovare un ricambio". Che questo 'ricambio' possa essere fatto con De Luca al tavolo ad oggi è storia superata. Osserva Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli: "Si poteva evitare di arrivare a questo. La soluzione si poteva trovare per via politica, come avvenuto in altre Regioni, trovando una composizione in cui tutti i protagonisti in campo, a partire dal presidente De Luca, avessero un ruolo nella scelta di rinnovamento". Le cose non sono andate così. E ora il Pd guarda oltre e prepara le prossime regionali. Anche i 5 Stelle si stanno muovendo: siamo "pronti a lavorare con tutte le forze politiche del fronte progressista", dicono oggi in una nota. E' attesa la convocazione di un tavolo regionale. Perimetro della coalizione, programma e candidato presidente, i prossimi passaggi. Roberto Fico, lo stesso Manfredi sono già nel toto nomi, mentre c'è chi ipotizza un civico che metta d'accordo tutti. Sarà tema delle prossime settimane. Da parte sua De Luca ne ha per tutti. Per la destra della premier Giorgia Meloni che lo teme: la decisione del governo di impugnare la legge campana è "dettata dalla paura, la paura degli elettori e forse anche di De Luca". Il governatore ne ha anche per il Pd. Non dice nulla su Schlein, benché sollecitato in conferenza stampa, ma lancia un affondo contro Stefano Bonaccini che, tra l'altro, è il punto di riferimento di Energia Popolare, l'area di cui il figlio del governatore, il deputato Piero De Luca, è uno dei coordinatori. "Mi stanno facendo notare che l'ex presidente dell'Emilia-Romagna sta parlando molto in questo periodo, trasmettendo l'idea che ha rinunciato con un atto di grande generosità. Lui, diversamente da chi parla. In Emilia-Romagna il presidente uscente non si poteva ricandidare perché la legge elettorale è diversa". Una "insopportabile ipocrisia", attacca De Luca. Se la prende anche con il collega di partito Andrea Orlando: "Qualche mese fa si è candidato alla presidenza della Liguria un esponente politico del Pd che ha 5 mandati parlamentari e per tre volte è stato ministro: nessuno ha detto niente". E cita pure il presidente Sergio Mattarella: "In Italia non hanno limite al mandato i deputati, i senatori, i ministri, i sottosegretari, i viceministri, il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica, che alla fine del nuovo mandato sarà stato presidente della Repubblica per 14 anni. Dunque, non c'è nessun vincolo temporale per nessuno, tranne che per uno". De Luca scommette che la Consulta gli darà ragione: "Abbiamo la sensazione che finirà come con la legge sull’autonomia che è stata smantellata”. E quindi annuncia "una grande campagna di iniziativa politica. Sfideremo a un dibattito pubblico quelli che hanno assunto la decisione di contestare la nostra legge. Faremo qui e in tutta Italia una battaglia di civiltà e di libertà. Utilizzeremo i mesi che abbiamo davanti per promuovere una grande esperienza democratica nel nostro Paese. Saranno mesi di impegno civile, di battaglia democratica". Dice che può essere considerato uno di quelli che "Ignazio Silone chiamava cristiani assurdi, quelli per i quali il Vangelo non è una scrittura ma una testimonianza di vita". E garantisce: "Ci muoveremo, dunque, da cristiani assurdi e faremo appello, con grande umiltà, ai nostri concittadini di andare avanti e chiederemo loro di essere protagonisti del loro futuro".
(Adnkronos) - In un Paese che invecchia e si riduce a causa della crisi demografica, cambia il rapporto degli italiani con il lavoro e in particolare le aspettative dei giovani, ma cambiano anche le prospettive previdenziali specialmente dei cosiddetti boomer che vorrebbero continuare a lavorare anche oltre l’età di pensionamento. E quanto emerge dal secondo report dell’Osservatorio Enpaia-Censis del mondo agricolo nel quale si evidenzia come se da una parte l’innalzamento dell’età di pensionamento viene vissuto nel 65,1% dei casi come “una costrizione alla libertà individuale” (che arriva al 69,6% nella fascia dei 35 ai 64 anni), dall’altra una quota ancora più ampia degli italiani (circa il 70%) afferma che si debba consentire ai pensionati, se vogliono, di continuare a lavorare (percentuale che sfiora l’80% tra gli over 64) . Una richiesta – viene sottolineato nel report – coerente con la struttura demografica di una società che invecchiando si fa longeva e che deve essere accompagnata da un sistema integrato e coerente di misure di active ageing, permettendo ai più anziani di essere attivi nei diversi ambiti della sfera sociale, mercato del lavoro incluso, senza che l’età sia un fattore discriminante. Il report, spiega il direttore generale di Enpaia Roberto Diacetti, “fotografa un’Italia dove il 92% degli occupati non disdegnerebbe avere più libertà di scelta per quanto riguarda l’età di pensionamento, con una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro, quindi con la possibilità di poter andare in pensione un po’ prima con delle penalizzazioni ridotte, ma anche di poter restare al lavoro più a lungo, oltre l’età pensionabile”. Ma nel nostro Paese, aggiunge Diacetti, "abbiamo un enorme problema costituito da salari troppo bassi che impatta negativamente anche sulle future pensioni oltre che sulla domanda interna". Perciò, conclude il Dg di Enpaia, "l’idea di rinunciare a una minima quota di dividendi da parte delle imprese per aumentare le retribuzioni, merita una riflessione seria".
(Adnkronos) - Un calcestruzzo stampato in 3D e soprattutto sostenibile. È questa la scommessa vinta dagli esperti della Nanyang Technological University di Singapore, che con la loro proposta potrebbero dare un contributo fondamentale alla difficile transizione ecologica del settore delle costruzioni. Gli scienziati hanno raggiunto il loro obiettivo mettendo a punto un metodo di stampa che cattura il carbonio. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista di settore “Carbon Capture Science & Technology”.