ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Donald Trump è atteso in Asia per la sua prima missione nella regione del suo secondo mandato alla Casa Bianca. E ha detto che gli piacerebbe incontrare il leader nordcoreano Kim Jong-un durante la tappa in Corea del Sud, dopo le visite in Malaysia e Giappone. "Mi piacerebbe, sa che stiamo andando lì", ha detto il tycoon giornalisti alla Casa Bianca prima della partenza. A chi gli chiedeva se fosse possibile un faccia a faccia con Kim, dopo l'ultimo del 2019, ha risposto: "Non lo so, glielo abbiamo fatto sapere, sa che sto andando" nella regione. E ha aggiunto: "Vado molto d'accordo con lui". Ai giornalisti che hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti se fosse aperto alle richieste di Pyongyang come condizioni per il dialogo con Washington e Trump ha risposto: "Beh, credo siano una sorta di potenza nucleare". "Quando dici che devono essere riconosciuti come potenza nucleare, beh, hanno molte armi nucleari", ha affermato il tycoon, il cui ultimo incontro con Kim risale al 2019. Nelle sue ultime dichiarazioni Trump ha anche fatto riferimento alle difficoltà nei contatti. "Hanno molte armi nucleari, ma non molti servizi telefonici", ha detto il tycoon in dichiarazioni rilanciate dal Washington Post. Il giornale precisa comunque, citando un funzionario Usa, che un incontro con Kim non è nell'agenda del presidente che al primo mandato alla Casa Bianca incontrò ben tre volte il leader nordcoreano. "Abbiamo molto di cui parlare con il presidente Xi Jinping e lui ha molto di cui parlare con noi", ha poi detto Trump parlando dei rapporti Usa-Cina. "Penso sarà un incontro positivo", ha aggiunto sul faccia a faccia atteso la prossima settimana in Corea del Sud con il leader cinese e mentre in Malaysia si tiene un nuovo round di colloqui commerciali tra le due superpotenze. "Sì, penso ci incontreremo", ha quindi detto il presidente Usa ai giornalisti riguardo la possibilità di un incontro nel fine settimana in Malaysia con il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva. E, sulla possibilità di ridurre i dazi al Brasile, ha risposto: "Alle giuste condizioni". Lula è arrivato in queste ore in Malaysia, hanno riferito i media locali, dove parteciperà al summit dell'Asean come Paese ospite. Trump è poi tornato a criticare il Canada, affermando di non avere in programma un colloquio o un incontro con il premier canadese Mark Carney dopo il caso esploso con lo spot sui dazi incentrato su parole di Ronald Reagan, un "gioco sporco" e "probabilmente - secondo il tycoon - opera dell'intelligenza artificiale". "Hanno fatto uno spot disonesto. Ronald Reagan amava i dazi. Ciò che hanno fatto è davvero disonesto", ha detto il presidente degli Stati Uniti aggiungendo di "poter giocare più sporco di loro". Nelle scorse ore il premier dell'Ontario, Doug Ford, ha annunciato il ritiro da lunedì dello spot contro i dazi Usa, che ha scatenato le ire di Trump, spingendolo a interrompere i negoziati commerciali con il Canada.
(Adnkronos) - Il rischio con l'intelligenza artificiale di un "cambio per 'strappi' nel mondo del lavoro è già nelle cose e va appunto governato. Va governato con delle regole, non bisogna lasciarsi affascinare troppo da chi non vorrebbe le regole perchè quando non ci sono il mercato è selvaggio e vuol dire che vince sempre chi è più grande. Al contrario vanno costruite delle soluzioni che consentano a tutti di essere garantiti, di essere non oggetto di una speculazione da parte delle big tech, non un numero ma una persona dietro quei dati. Questo è fondamentale perchè riguarda la nostra sicurezza a 360° non solo quella digitale ma quella di essere umani nella società. Le realtà come la nostra possono certamente aiutare le aziende in un percorso che preveda non di togliere un lavoratore e inserire l'intelligenza artificiale, ma inserire un lavoratore con l'intelligenza artificiale. Uno sviluppo passa dall'occupazione che cresce e l'ottimizzazione che si riesce a fare". Così Luca Di Bartolomei, ad di Atlas, conversando con Adnkronos/Labitalia, a margine del suo intervento alla convention nazionale dei consulenti del lavoro a Napoli, in occasione dei 60 anni del consiglio nazionale dei professionisti.
(Adnkronos) - "L'Italia è il primo paese al mondo, attraverso il consorzio Biorepack, ad occuparsi del riciclo organico degli imballaggi compostabili. Questo avviene perché l'Italia è in Europa il Paese che raccoglie di più e meglio la frazione organica dei rifiuti organici". Così Marco Versari, presidente Consorzio Biorepack, intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "Il rifiuto organico rappresenta il 40% dei rifiuti che noi produciamo ogni giorno, è la parte più grossa ed è anche quella più difficile da raccogliere. Quindi bisogna trovare il modo di aiutare i cittadini a raccoglierla. Ed essendo il Paese che da ormai 30 anni fa la raccolta della frazione organica, anche se è diventata obbligatoria dal 2022, l'Italia si è inventata dei materiali che si comportano come la plastica quando li adoperi, ma si comportano come la frazione organica quando li metti negli impianti di trattamento della frazione organica. In questo modo poi producono energie e compost", spiega Versari. Il sacchetto prima, "poi sono arrivate le buste della spesa, piatti, posate, bicchieri". Quindi, conclude: "C'è chi fa la raccolta, c'è chi produce gli imballaggi e ci sono quelli che li riciclano e quindi noi chiudiamo il cerchio, lavorando con i Comuni e mettendo a loro disposizione le risorse della responsabilità estesa dei produttori".