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(Adnkronos) - Lindsey Vonn lo ha promesso. Farà di tutto per essere a Milano Cortina 2026 da protagonista. La fuoriclasse dello sci, già campionessa olimpica e mondiale, è tornata alle gare a 40 anni e ha indossato di nuovo la divisa della nazionale Usa per un motivo preciso. Volare ancora sulla neve dell’Olympia delle Tofane, tra poco meno di un anno. Un'ultima volta. Con i suoi occhi di ghiaccio, pronti all'ennesima sfida di una carriera scintillante. L'americana, campionessa generazionale e oro olimpico in discesa libera a Vancouver 2010 (vincitrice anche di due ori mondiali e quattro Coppe del Mondo generali), ha motivato così - in un evento organizzato da Nbc Universal a Los Angeles - il ritorno alle competizioni dopo cinque anni di ritiro e un grave infortunio al ginocchio: "Cortina? È probabilmente la ragione principale per cui sono tornata. Non so se avrei fatto lo stesso con Olimpiadi da un’altra parte. Cortina è sempre stato un grande posto per me. È qui che ho ottenuto il mio primo podio, dove ho battuto il record di vittorie nella Coppa del Mondo femminile. Penso che sia un luogo appropriato per concludere di nuovo la mia carriera". In questa stagione, al rientro agonistico Lindsey Vonn ha conquistato un secondo posto a Sun Valley, in una gara di SuperG di Coppa del Mondo, dietro alla svizzera Lara Gut-Behrami: "È stato incredibile. Mi dà molta fiducia in vista della prossima stagione. Ma è stato sicuramente un percorso altalenante, con alcuni momenti bassi e alcune esperienze davvero straordinarie. Quindi penso di aver imparato molto. So cosa devo fare il prossimo anno". Le Olimpiadi italiane la aspettano. L’ultima settimana racconta un’altra iniziativa interessante con i Giochi sullo sfondo. Si tratta di "The Great Ride Milano-Cortina", nuovo evento di bikepacking in programma dall’11 al 16 settembre 2025. Un viaggio di oltre 500 chilometri da Milano a Cortina d’Ampezzo, che permetterà di vivere in bici un percorso ideale che collega le sedi principali delle prossime Olimpiadi. Un’iniziativa non competitiva e aperta a tutti, pensata per unire sport, sostenibilità e promozione del territorio verso la rassegna a cinque cerchi. L’avventura partirà dal capoluogo lombardo, tra i Navigli e la storia del Cenacolo di Leonardo, per poi risalire verso le Mura Veneziane di Bergamo Alta, patrimonio Unesco. Poi si raggiungeranno, tra le altre, Brescia, Verona, Vicenza e Treviso, con gran finale nelle Dolomiti bellunesi, con l’ultimo tratto verso Cortina d’Ampezzo. Ai piedi della mitica Olympia delle Tofane. La curiosità è che "The Great Ride" sarà un evento senza assistenza tecnica e tempi imposti. Ognuno potrà provare quest’esperienza a modo suo, decidendo anche di vivere solo una parte del percorso.
(Adnkronos) - “Le statistiche dicono sempre e solo una cosa: che noi siamo probabilmente il Paese al mondo che massacra di più fiscalmente il ceto medio. Secondo il recente rapporto dell’Ocse chiamato Taxing Wages, se uno stipendio del ceto medio aumenta di 100 euro, tolte le tasse, in Italia a una persona single rimangono in tasca 68 euro e a una coppia con figli 55 euro. La media dei Paesi Ocse, invece, è 81 e 79. In entrambi i casi si tratta del valore più basso di tutto il mondo occidentale. Quindi l'Italia sembra essere il paese che tartassa di più di tasse il ceto medio”. Così Luigi Marattin, deputato del partito Liberal democratico durante la presentazione a Roma del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'. “Il nostro partito nasce anche per dire esplicitamente che il supporto fiscale va dato al ceto medio e non ai redditi bassi, per il semplice motivo che non c'è più spazio fiscale sui redditi bassi. Nel loro caso è un problema di lordo che si risolve con la stessa determinazione ma con altri strumenti cioè quelli della produttività di sistema”, conclude.
(Adnkronos) - "Qualsiasi cosa che funzioni si può migliorare, con questa richiesta di allargamento statutario stiamo cercando di fare in modo di inglobare nel sistema Rilegno migliaia di aziende che lavorano il legno. Siamo tutti uniti dallo stesso filo che è quello dell'utilizzo del materiale legnoso e quindi per noi è fondamentale dare una mano oggi a chi lavora il legno, perché il Consorzio esiste, perché il legno c'è e c'è chi lavora il legno e quindi è come se fossero dei nostri figli anche loro". Così il presidente di Rilegno Nicola Semeraro sull’avvio del dialogo con il ministero dell’Ambiente per l’estensione sperimentale delle attività consortili al riciclo di manufatti legnosi diversi dagli imballaggi, in settori chiave come l’edilizia e la grande distribuzione. "In Italia abbiamo migliaia di piccole aziende; se andiamo a verificare i numeri parliamo di circa 40mila aziende che lavorano il legno. Sono numeri importanti, Rilegno è un consorzio nazionale e non c'è un altro Rilegno ad oggi, la normativa prevede che ne nascano altri, ma chiaramente quello che abbiamo dimostrato dai dati è che l'organizzazione che il consorzio ha è una organizzazione molto difficile da duplicare", ha concluso.