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(Adnkronos) - “La sfida Anita ha come obiettivo il benessere nell'infanzia, più precisamente nella fascia d'età compresa tra gli 0 e i 6 anni, su tutto il territorio di riferimento di Fondazione Cariplo, ossia Regione Lombardia e le due province piemontesi di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Le prime azioni partiranno da un lavoro con il terzo settore e con il mondo della ricerca”. Sono le parole di Laura Anzideo alla presentazione di ‘Anita - L’infanzia prima’, la ‘sfida’ di Fondazione Cariplo di cui è coordinatrice, tenutasi al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Il nuovo programma della Fondazione è dedicato ai bambini da 0 a 6 anni e promuove servizi, spazi e cultura accessibili e a misura di infanzia, aiutando così a contrastare le crescenti disuguaglianze in questa fascia d’età. “A gennaio lanceremo un bando, che si chiamerà ‘Anita chiama’, e avrà due linee: ‘Anita chiama ricerca’, per portare evidenze rispetto a quello che è il benessere nell'infanzia nel nostro Paese, e ‘Anita chiama innovazione’ affinché il terzo settore, i Comuni e tutte le realtà che si occupano di infanzia possano proporre i loro modelli per portare sostegno e attenzione al mondo dell'infanzia", spiega Anzideo. "I minori - aggiunge - sono oggi le persone più povere nel nostro Paese e Anita si pone l’obiettivo di raggiungere almeno un terzo di quei 70mila bambini e bambine in povertà assoluta sul territorio in cui opera la Fondazione e di sostenere i loro percorsi di vita. Essere in povertà assoluta spesso significa non poter accedere ai servizi educativi, non avere tutti gli strumenti per crescere, essere felici e sereni, significa anche non avere un adeguato apporto calorico e nutrizionale, una condizione comune a 15 mila di questi bambini”. “Noi - conclude Anzideo - cercheremo di lavorare con delle reti per contrastare la povertà intercettandola fin dalla nascita e dal postpartum. Queste reti coinvolgeranno non solo il terzo settore e i Comuni ma anche realtà del socio sanitario e del pubblico, Una delle prime azioni che faremo è proprio quella di dare sostegno a queste reti, ad esempio al tavolo Mille Giorni di Milano, un gruppo di lavoro intersettoriale dedicato ai primi 1000 giorni di vita di un bambino”.
(Adnkronos) - "Cominciamo con un paradosso. L’Italia di Dante — o, più in generale, l’Europa di allora — e l’Italia di oggi non sono così distanti come potremmo pensare. Il senso di continuo cambiamento politico, di un territorio frammentato in città grandi e piccole spesso in conflitto tra loro, è un’eredità diretta dell’epoca dei Comuni e delle Signorie, quando l’Italia era un mosaico di stati concorrenti. Questo retaggio di rivalità, questa difficoltà a unirsi attorno a uno scopo comune, è qualcosa che gli italiani riconoscono ancora oggi. Dante crebbe in questo mondo turbolento, e nei suoi scritti rese evidente che tali divisioni non erano solo politiche, ma anche morali — il segno di una società in perenne tensione con sé stessa". Così Fabio Corsico, direttore master in family business management, Luiss Business School, nel suo intervento alla Luiss di Roma per il lancio del libro di Santiago Iñiguez de Onzoño 'Dante in the workplace: how leaders can avoid the seven deadly'- 'Dante sul posto di lavoro: come i leader possono evitare i sette peccati capitali'. Corsico ha ricordato che "Firenze, alla fine del XIII secolo, non era soltanto una città di bellezza e d’arte; stava diventando una delle capitali finanziarie d’Europa — anzi, del mondo. I suoi mercanti e banchieri stavano gettando le fondamenta di ciò che sarebbe esploso nel Rinascimento. Famiglie come i Bardi, i Peruzzi e i Frescobaldi aprirono filiali in tutta Europa, finanziando re, papi e commerci internazionali. Utilizzavano nuovi strumenti finanziari, come la commenda e la colleganza, per raccogliere capitali e distribuire i rischi. Perfezionarono le lettere di cambio e le forme di credito che permettevano al denaro di muoversi più rapidamente delle merci. Firenze coniò il fiorino d’oro, una moneta la cui stabilità la rese la valuta più affidabile d’Europa. In breve, Dante visse nel cuore di un mondo che stava inventando la finanza moderna".
(Adnkronos) - “Tra le forme di welfare più richieste c’è l’assicurazione sanitaria integrativa. I lavoratori richiedono alle aziende stabilità, continuità, certezza nei percorsi di cura. Fondamentalmente chiedono supporto”. Così la vicepresidente di Eikon Strategic Consulting Italia Paola Aragno, commentando i risultati della ricerca ‘Salute, benessere e sostenibilità’, presentata da Eikon in occasione dell’evento di apertura della Social Sustainability Week in corso oggi a Palazzo dell’Informazione a Roma. “Non si apre un conflitto tra pubblico e privato, ma un discorso sul tema della sostenibilità complessiva della tutela della salute” aggiunge Aragno sottolineando che “in questo le aziende possono fare la differenza”, favorendo “la costruzione di un welfare multi livello” dove “il servizio sanitario resta universale ma viene sostenuto dalle imprese, che diventano quasi parte di questa rete di protezione”.