ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Scaduta oggi, 1 marzo, la tregua tra Israele e Hamas, che ha respinto la "formulazione" di Tel Aviv per un'estensione della prima fase dell'accordo. Lo ha reso noto il portavoce del gruppo, Hazem Qassem, aggiungendo che non ci sono trattative in corso per una seconda fase del cessate il fuoco, la cui durata era stata inizialmente prevista per altri 42 giorni con il ritiro completo delle forze israeliane da Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi vivi ancora trattenuti da Hamas in cambio della scarcerazione di altri prigionieri palestinesi. Hamas ha poi ribadito di voler "completare le fasi" dell'accordo con Israele, affermando di "respingere categoricamente" la "presenza di forze straniere" nella Striscia di Gaza. In un messaggio indirizzato ai partecipanti al summit della Lega Araba previsto per la prossima settimana al Cairo e rilanciato dalla tv satellitare al-Jazeera, Hamas ha infatti afferma la "volontà di completare le fasi dell'accordo di tregua" per arrivare a un "cessate il fuoco completo e permanente, al ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, alla ricostruzione e alla fine dell'assedio". Nel messaggio il gruppo "rifiuta categoricamente qualsiasi tentativo di imporre progetti o forme di amministrazione che non siano palestinesi e la presenza di forze straniere sul territorio della Striscia di Gaza". Hamas ha quindi diffuso un nuovo video che mostra ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Il video, riporta il Times of Israel, ritrae Iar Horn, ostaggio liberato due settimane fa dal gruppo, mentre saluta il fratello Eitan, tuttora tenuto prigioniero nell'enclave palestinese. Nel filmato, precisa il giornale, si vedono i fratelli Horn, Sagui Dekel-Chen e altri due ostaggi le cui identità non possono essere accertate poiché le immagini dei loro volti sono sfumate. Nel video i cinque ostaggi si abbracciano e le immagini sono state quindi girate prima del rilascio di Iair Horn e Sagui Dekel-Chen, tornati in libertà il 15 febbraio scorso. Eitan Horn, riferisce ancora il Times of Israel, chiede al governo israeliano di Benjamin Netanyahu di passare alla seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza - come vuole Hamas - per arrivare al rilascio di tutti gli ostaggi israeliani in mano al gruppo. "Un altro brutale video di propaganda", il commento dell'ufficio del premier israeliano all'ultimo filmato diffuso da Hamas. "Israele non si lascerà scoraggiare dalla propaganda di Hamas - è la reazione, come riportano i media israeliani - Continueremo a lavorare senza sosta per riportare a casa tutti i nostri ostaggi e raggiungere tutti gli obiettivi di guerra". Oggi sarebbe dovuto iniziare il ritiro delle forze israeliane dal Corridoio Philadelphi, tra la Striscia e l'Egitto, ma da Israele hanno già chiarito che non consentiranno "agli assassini di Hamas di tornare a scorrazzare lungo i nostri confini" e di "riarmarsi con il contrabbando". Nel frattempo Autorità palestinese ed Egitto presenteranno un piano per la ricostruzione della Striscia di Gaza, che non prevede il trasferimento della popolazione dell'enclave palestinese martoriata da mesi di operazioni militari israeliane contro Hamas scattate in risposta all'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Lo ha confermato il premier palestinese, Mohammad Mustafa, durante una visita al Cairo, stando alle notizie del giornale israeliano Haaretz. Secondo Mustafa, il piano è pronto per l'attuazione. Per la prossima settimana al Cairo è previsto l'atteso summit della Lega Araba, che avrebbe dovuto tenersi il mese scorso, dopo i colloqui che si sono svolti nella capitale saudita Riad per parlare del piano egiziano per il futuro di Gaza. Da quei colloqui, ha scritto il giornale egiziano Al Ahram, i leader di Egitto, Giordania, Arabia Saudita e degli altri Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar) hanno proseguito le consultazioni, anche con i partner nella comunità internazionale, "Stati Uniti compresi". Stando alle fonti egiziane citate da Al Ahram, dall'incontro di Riad non era emerso un "consenso arabo" sul progetto iniziale del piano messo a punto dall'Egitto, dopo consultazioni con i Paesi arabi e la Giordania in particolare, per 'aggirare' l'iniziativa proposta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che prevede l'allontamento dei gazawi dalla loro terra e la trasformazione dell'enclave palestinese nella 'Riviera del Medio Oriente'. Prospettive che hanno suscitato indignazione non solo nella regione. Secondo le fonti del giornale egiziano, tra chi era ai colloqui Riad c'è chi esita di fronte a un impegno per la ricostruzione prima di una "completa uscita di scena di Hamas", che nel 2007 prese il controllo dell'enclave palestinese, uno sviluppo che invece per altri è completamente irrealistico. Nella ricostruzione di Al Ahram si parla anche di divergenze sui dettagli della gestione della Striscia e del controllo della sicurezza a Gaza e sul ruolo dell'Autorità palestinese. Tutti nodi che appaiono ancora da sciogliere. Una situazione che preoccupa il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres che ha esortato sia Israele sia Hamas a rispettare l'accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sottolineando l'importanza dei prossimi giorni. "L'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi deve essere mantenuto - ha dichiarato Guterres in comunicato alla vigilia della scadenza della prima fase del cessate il fuoco - I prossimi giorni sono critici. Le parti non devono lesinare gli sforzi per evitare una rottura dell'accordo". Secondo i termini dell'accordo, i combattimenti devono rimanere sospesi finché entrambe le parti continuano a negoziare per la seconda fase. Secondo quanto riferito da fonti alla dopa, Hamas avrebbe rifiutato un'estensione della prima fase, insistendo invece per passare direttamente alla seconda. La seconda fase del cessate il fuoco è destinata a porre definitivamente fine alla guerra di Gaza, con il rilascio da parte di Hamas di tutti gli ostaggi rimasti e il completamento del ritiro dell'esercito israeliano da Gaza.
(Adnkronos) - Nel processo di elaborazione di un prodotto, l’utilizzo del software Cad, che ha bisogno di operatori formati in modo professionale, può richiedere fino al 50% del tempo totale; il software, inoltre, richiede un livello elevato di expertise del personale e dunque costi elevati per le aziende. Fino ad oggi, per l’appunto, perché un gruppo di giovani ingegneri under 30, promette di rivoluzionare il settore della progettazione attraverso la startup Neocad, tra le prime al mondo ad associare l’intelligenza artifi ciale generativa al Cad, rendendo il processo di design di prodotti industriali, manufatti ed edifici più veloce, meno costoso per le aziende ed anche più accessibile agli operatori. Un’innovazione che ha portato Neocad a essere selezionata da Zest group tramite il programma Habismart, l’acceleratore dedicato al Proptech e all’edilizia sostenibile della Rete nazionale acceleratori di Cdp venture capital sgr, tra le sei startup più promettenti. Il funzionamento è simile a quanto avviene con l’intelligenza artifi ciale generativa che è alla base di piattaforme popolari come ChatGpt, solo per citare l’esempio più noto. Infatti Neocad permette di realizzare un modello 3D da zero, semplicemente scrivendo su un prompt testuale le caratteristiche desiderate del prodotto - dimensioni, volume e materiale - anziché farle disegnare da zero all’operatore Cad sul software. Una volta ottenuto il modello digitale Cad del prodotto da realizzare, è pronto per essere esportato e in seguito perfezionato nel software Cad di riferimento per la produzione industriale, con un risparmio notevole del tempo di progettazione, fino al 50% che si aggiunge alla riduzione dei costi operativi che possono abbassarsi anche del 30%; non meno importante è la riduzione del margine d’errore umano e del time to market, cioè del tempo tra lo sviluppo del modello digitale e della commercializzazione ultima. Oltre ad abbattere i costi e ridurre i tempi, l’utilizzo di Cad per la modellazione 3D diventa così più intuitiva ed efficiente: "Il futuro della progettazione industriale non è più solo manuale, è generativo. Con Neocad, grazie all'intelligenza artifi ciale trasformiamo istantaneamente le idee in modelli Cad, ridefi nendo i confi ni dell’innovazione e della creatività”, spiega Luca Licciulli, co-founder di Neocad che - insieme ad Alessandro Toia, entrambi under 30 con un background formativo in economia e management - hanno avuto l'intuizione rivoluzionaria di Neocad che hanno potuto sviluppare grazie alla collaborazione ingegneristica del terzo co-founder Ahmed Shahhat. “Qualsiasi prodotto, anche una semplice bottiglietta di acqua, prima di arrivare alla stampa industriale, viene progettata da ingegneri e sviluppatori tramite il Cad, che permette di realizzare l’involucro di stampa, da cui poi nasce il prodotto fi nale”, aggiunge ancora Licciulli. “Con NEocad ottimizziamo e velocizziamo tutto il processo di progettazione sin dalla fase iniziale, quindi dall’ideazione alla generazione, riducendo le tempistiche di lavoro grazie all’applicazione dell’intelligenza artifi ciale. Nonostante la velocità con cui avvengono i cambiamenti in questa fase storica, la tecnologia Cad non si è evoluta con l’IA generativa, per cui la nostra di tecnologia non sostituirà il lavoro e la creatività umana, ma costituirà un aiuto, poiché renderà molto più agili alcuni processi decisivi”, precisa Luca Licciulli. Neocad arriva sul mercato italiano con la formula dell’abbonamento su cloud, adatta sia alle esigenze del libero professionista che alla grande azienda, in particolare del manifatturiero industriale e del settore edile, permettendo quindi a qualsiasi utente di accedere ad una piattaforma Ready-to-use, dove si possono sottoscrivere tre pacchetti, con altrettante differenti versioni del Cad.
(Adnkronos) - Alla vigilia dell’apertura della Conferenza delle Parti sulla Biodiversità (Cop16Bis) di Roma, questa mattina Greenpeace è entrata in azione davanti alla sede della Fao per mandare un messaggio ai delegati dei governi che, da domani e fino al 27 febbraio, si riuniranno al summit organizzato dalle Nazioni Unite. Sei grandi tessere da domino alte da tre a quattro metri ciascuna, raffiguranti alcune specie viventi, esseri umani inclusi, e una banconota di dollari statunitensi, sono state disposte nel prato antistante l’edificio, accompagnate da alcuni striscioni per chiedere il rispetto degli impegni finanziari sulla protezione della natura. Tra i messaggi in italiano esposti dagli attivisti di Greenpeace: “Se cade la natura, casca il mondo” e “Mantenete le promesse, salvate la natura”. "L’installazione del domino fuori dalla sede dei negoziati simboleggia ciò che accade alla biodiversità quando i governi non agiscono: la distruzione a cascata degli ecosistemi naturali da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza - dichiara Martina Borghi, campaigner Foreste di Greenpeace Italia - I leader mondiali devono fermare la perdita di biodiversità trasformando le promesse in azioni. È il momento di mettere sul tavolo finanziamenti adeguati e immediati: senza azioni concrete, la natura continuerà a scomparire. I leader globali devono arginare e invertire questa tendenza e mettere sul tavolo soldi veri, perché le sole promesse non valgono a niente".