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(Adnkronos) - I soldati di Kim Jong-un muoiono a centinaia per la Russia nella guerra contro l'Ucraina. La Corea del Nord, però, non ha nessuna intenzione di far venire meno il proprio sostegno all''operazione militare speciale' di Vlaidmir Putin: via mare e via treno Pyongyang spinge sulle forniture di armamenti a Mosca. Arrivano armi ormai più 'recenti' rispetto a proiettili di artiglieria vecchi di decenni inizialmente spediti nella Russia che ormai quasi tre anni fa ha avviato l'invasione su vasta scala dell'Ucraina. In cambio Kim riceve denaro e petrolio dal Cremlino - più di un milione di barili da marzo, stando all'Open Source Centre, a dispetto delle sanzioni Onu - ma anche, secondo i sudcoreani, sistemi di difesa aerea e tecnici per sostenere il 'lavoro' di Pyongyang nel campo dei satelliti spia. Immagini satellitari recenti mostrano che la Corea del Nord sta consegnando altre munizioni alla Russia e spingendo sulla fabbricazione di armamenti, evidenzia il Wall Street Journal sottolineando come gli 'aiuti' dalla Corea del Nord consentano alla Russia di esercitare il suo vantaggio contro le truppe ucraine esauste. Un contributo che potrebbe sostenere Mosca nel resistere alle pressioni dell'Amministrazione Trump che si insedierà il 20 gennaio. In Occidente, rimarca il giornale, il timore è che, oltre a petrolio e denaro, la Corea del Nord possa chiedere in cambio tecnologia nucleare sensibile e supporto materiale in caso di conflitto nella penisola coreana. Secondo Olena Guseinova, ricercatrice della Hankuk University of Foreign Studies di Seul che ha analizzato rapporti di intelligence, documenti trapelati e prezzi delle munizioni in precedenti accordi, le intese sulle armi potrebbero arrivare a fruttare fino a 5,5 miliardi di dollari dall'inizio del conflitto in Ucraina. La Russia potrebbe pagare fino a 572 milioni di dollari all'anno per le truppe messe a disposizione da Kim. Si tratta di una cifra più che doppia rispetto al picco di scambi tra Russia e Corea del Nord, che avevano toccato i 233 milioni di dollari nel 2005. Peraltro, secondo Kiev, da quando i soldati nordcoreani sono stati schierati in combattimento, la Russia sta cercando in tutti i modi di nascondere il loro coinvolgimento negli scontri, portando via morti e feriti dal campo di battaglia, mentre i corpi dei caduti russi vengono spesso abbandonati. I feriti nordcoreani, sostengono gli ucraini, vengono trasportati in treno in ospedali russi lontani dal fronte, separati dai militari russi. Ai soldati nordcoreani, come riporta anche la Cnn, vengono consegnati documenti militari falsi con nomi russi e luoghi di nascita in Russia. "I soldati nordcoreani morti o feriti nella regione di Kursk sono oltre 3mila. La Russia li sta usando come carne da cannone", la sintesi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in relazione alle perdite subite dalle truppe di Kim nella regione russa invasa da Kiev. "Nessuna persona normale al mondo potrebbe dire perché i coreani dovrebbero combattere per Putin. E purtroppo il mondo non fa quasi nulla per contrastare la collaborazione criminale tra Russia e Corea del Nord", dice Zelensky. Per il leader di Kiev, non c'è nessuan reazione nonostante per tutto il mondo, "Cina compresa, tutto questo sia una minaccia". Il presidente ucraino sottolinea "il fatto che Mosca trasferisca la tecnologia militare alla Corea del Nord e aiuti il regime di Pyongyang a usare violenza nei confronti delle persone abusare delle persone e a tenere parte del popolo coreano in schiavitù. Davanti a tutto questo, si capisce che le parole di coloro che invitano la Russia a non allargare la guerra e a non peggiorare la situazione valgono poco. Mosca non capisce le parole, deve avvertire la forza. La pace attraverso la forza è possibile. E faremo di tutto per raggiungere la pace". I soldati muoiono, ma intanto di proiettili di artiglieria provenienti dalla Corea del Nord consentono alla Russia di colmare il deficit di munizioni provocato da oltre due anni di combattimenti intensi. Razzi nordcoreani bombardano città ucraine, di fronte a una produzione missilistica russa 'azzoppata' dalle sanzioni occidentali. In Russia arrivano, via treno, anche lanciarazzi multipli e il traffico ferroviario che attraversa il confine tra i due Paesi ha raggiunto livelli record al valico Tumangang-Khasan, con un numero di vagoni triplicato - evidenzia il giornale - dall'incontro del settembre 2023 tra Putin e Kim. Secondo Andriy Kovalenko, ufficiale ucraino citato ancora dal Wsj, "le munizioni nordcoreane tengono in piedi le difese russe" con il 60% dei proiettili di artiglieria e dei colpi di mortaio impiegati dalla Russia in Ucraina arriva da Pyongyang. Stando agli ufficiali ucraini, i missili nordcoreani rappresentano quasi un terzo dei lanci di missili balistici effettuati quest'anno dalla Russia contro l'Ucraina. Ufficiali di Washington e Seul ritengono la Corea del Nord abbia spedito circa 20.000 container di munizioni alla Russia, passando da proiettili di artiglieria da 122 millimetri per arrivare a missili Hwasong-11. Per i funzionari ucraini, le forniture ammontano a più di cinque milioni di proiettili di artiglieria e decine di razzi, compresi più di cento missili Hwasong-11. E, se i missili nordcoreani "possono essere imprecisi, il raggio d'azione è impressionante", come ha sintetizzato un ufficiale dell'intelligence di Kiev. Più di recente Pyongyang ha inviato obici semoventi da 170 millimetri e lanciarazzi multipli a lungo raggio da 240 millimetri, dotati - sottolinea il Wsj - di nuovi sistemi di guida e controllo. Secondo i funzionari sudcoreani, sono circa 200 le fabbriche di munizioni che in Corea del Nord operano a pieno regime per la produzione di armi e la Russia trasferisce carburante e attrezzature per sostenere la produzione di armi da parte di Pyongyang. Stando alle immagini satellitari, prosegue il giornale, è anche in fase di ampliamento un complesso che produce missili balistici a corto raggio. I missili nordcoreani Hwasong-11 vengono fabbricati in un sito lungo la costa orientale della Corea del Nord. E sembra procedere rapidamente la costruzione di nuovi impianti, compreso un edificio apparentemente destinato a nascondere le operazioni di carico, come segnala SI Analytics. Come spiega Damien Spleeters di Conflict Armament Research, "i missili nordcoreani vengono fabbricati su richiesta" e gli impianti nordcoreani sono in grado di produrre Hwasong nuovi nel giro di pochi mesi. Così, osserva Hong Min del think tank Korea Institute for National Unification, mentre "la Corea del Nord continua a mostrare le sue capacità di produzione di munizioni", il "supporto tecnico russo consentirà di accelerare le spedizioni".
(Adnkronos) - "Digitale e innovazione a supporto della fabbrica sono e saranno un elemento differenziante e di competitività per le aziende più in prima linea nella loro adozione". Lo dichiara all'Adnkronos/Labitalia Fabio De Felice, tra i principali esperti italiani di digitalizzazione delle imprese. “Se il 2023 - osserva - è stato l’anno dell’intelligenza artificiale generativa, con progressi sorprendenti che hanno colto di sorpresa in tanti e il 2024 è stato l’anno della Human Connection e degli agenti dell’intelligenza artificiale, il 2025 sarà l'anno in cui tutte le aziende dovranno cogliere le opportunità di queste rivoluzioni. Abbiamo oggi macchine che comprendono il 'nostro sistema operativo, il linguaggio' e che sono pertanto in grado d’interagire con noi, di farci programmare pur non conoscendo una linea di codice o di agire al posto nostro in diversi contesti ed in svariate operazioni". L'esperto - che insegna Impianti industriali presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Parthenope di Napoli e presso la Luiss Business School di Roma - è Fondatore di Protom, e, negli ultimi 5 anni, ha partecipato alla task force Digitalization del B20 -il Business Forum del G20-contribuendo redazione delle raccomandazioni ai governi in materia di innovazione e digitalizzazione. Inoltre De Felice è tra gli italiani che parteciperanno a gennaio al Ces di Las Vegas, la più grande fiera tech negli Stati Uniti, nella quale si apre una sorta di finestra sul futuro, sulle innovazioni e soluzioni che entreranno a breve nel disegnare i nuovi confini delle nostre attività non solo lavorative. "Siamo in un momento cruciale - avverte - in cui la tecnologia non è solo uno strumento: è un ponte che ci collega gli uni agli altri come mai prima d’ora ed espande le nostre esperienze e capacità. Si parla spesso di rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale, ma come ogni tecnologia, ogni innovazione non è né buona né cattiva, ma siamo noi a darle una connotazione o uno specifico impiego; pertanto, se dobbiamo parlare di rischi, dobbiamo guardare molto di più alle persone che impiegano la tecnologia stessa più che la tecnologia in sé”. "La vera sfida - sottolinea - non è scegliere tra il mondo virtuale e quello reale, ma trovare il modo di farli convivere. Infatti, se da un lato possiamo affermare che gli algoritmi che governano i contenuti consumati dagli adolescenti e da tutti noi, rafforzano visioni omogenee e polarizzate della realtà dall’altro le stesse tecnologie che producono questa distorsione potrebbero invertire la loro azione se il loro utilizzo fosse orientato opportunamente nei vari percorsi formativi che accompagnano la vita non solo dei nostri giovani, ma dell’intera collettività. La formazione, infatti, rimane il 'luogo privilegiato' per affrontare questo malessere e con un ripensamento strutturale del sistema di apprendimento in cui la tecnologia viene integrata in modo funzionale alla maturazione individuale, potrebbe diventare lo strumento per sviluppare competenze sociali, critiche ed emotive. Non si tratta, pertanto, di demonizzare la tecnologia, ma di ripensarne l’uso”. "A valle della lettura dei risultati conseguiti dal Made - continua De Felice - possiamo affermare che i competence center, almeno quelli strutturati ed efficienti come il Made 4.0, rappresentano un anello strategico nel guidare le imprese italiane verso l’innovazione tecnologica e la competitività. Queste strutture agiscono da cerniera fondamentale tra le tecnologie avanzate e le esigenze delle aziende, in particolare delle pmi, accompagnandole in un percorso di trasformazione digitale mirato e sostenibile". "Made - precisa de Felice - rappresenta un esempio virtuoso di come i competence center possano fungere da piattaforme di connessione tra il mondo accademico, le imprese e i finanziamenti pubblici e privati. Grazie a dimostratori, isole tecnologiche e formazione, le aziende non solo adottano soluzioni innovative ma apprendono come integrarle nei propri processi. Questa azione di 'cerniera' consente di abbattere barriere tecnologiche e culturali, rendendo accessibile anche alle piccole realtà il potenziale delle tecnologie 4.0". "L’iniziativa - afferma - non si limita all’adozione tecnologica ma si estende alla costruzione di competenze, evidenziando l’utilità di un approccio integrato che coniughi formazione, sperimentazione e supporto strategico. Made dimostra che non si tratta solo di introdurre innovazione, ma di renderla un valore tangibile e duraturo per il sistema produttivo italiano, con ricadute positive sia sulla competitività delle imprese sia sulla capacità del Paese di affrontare le sfide del futuro".
(Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare Lombardia e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Milano. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio. È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 470 quintali di riso (circa 530.000 piatti) donati quest’anno allo storico partner del progetto Banco Alimentare della Lombardia, primo beneficiario fin dal 2011, con il quale è nata l’iniziativa di economia circolare a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Lombardia e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 13 anni ha consentito di raggiungere oltre 5 milioni di piatti di riso distribuiti in Lombardia. Quest’anno il progetto si amplia nuovamente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Milano distribuirà, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo come primo aiuto direttamente sulle strade. La Cucina mobile è attiva a Milano a novembre 2020: ideata durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso, oltre che a Milano anche nelle città di Roma, Torino e Bari. Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Milano serve oltre 140 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè. Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca. Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali. Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane. Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca. Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr). “Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Milano, oltre al Banco Alimentare della Lombardia, partner del progetto fin dalla sua nascita, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale. A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari. “A Milano siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con le Cucine mobili un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca "Desideriamo ringraziare Nespresso per aver rinnovato questa importante collaborazione: la donazione che riceviamo dal progetto "Da Chicco a Chicco" per noi è molto attesa perché il riso è un alimento che fatichiamo a recuperare dalla filiera ed è la più rilevante che riceviamo. Anche quest’anno 470 quintali ca. equivalenti a 530.000 piatti di riso che verranno distribuiti a oltre 210.000 persone e famiglie in difficoltà nella nostra comunità attraverso le 1.100 organizzazioni caritative partner", ha commentato Dario Boggio Marzet, Presidente di Banco Alimentare della Lombardia. I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva riscontrata anche in Lombardia che ha segnato un +14% con circa 320 tonnellate di caffè e oltre 30 di alluminio rimessi in circolo. “Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.