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(Adnkronos) - C'è stato ''un summit di pace segreto'' a Londra, come lo definisce la stampa britannica, che cercare un riavvicinamento tra re Carlo e il principe Harry e organizzare un incontro tra i due. Al summit non erano presenti né il monarca, né il duca di Sussex, ma i loro due più stretti collaboratori, Meredith Maines, capo dello staff e direttrice delle comunicazioni di Harry e il segretario alle comunicazioni di Carlo III, Tobyn Andreae. L'incontro si è svolto presso la Royal Over-Seas League, un club privato a pochi minuti da Clarence House, come dimostra una fotografia scattata dal Mail on Sunday, ed è stato descritto come ''un ramoscello d'ulivo'' dopo anni di allontanamento. "C'è ancora molta strada da fare, ma per la prima volta da anni è stato aperto un canale di comunicazione", ha detto una fonte al Mail. "Non c'era un programma formale, solo un drink informale. C'erano argomenti di cui entrambe le parti volevano parlare'', ha aggiunto la fonte, affermando che è stato solo "il primo passo verso la riconciliazione tra Harry e suo padre, ma almeno è un passo nella giusta direzione". Insomma, ha proseguito, "tutti vogliono solo voltare pagina e andare avanti. Finalmente è arrivato il momento giusto per parlarsi". La frattura tra il principe Harry e re Carlo si è inasprita dopo che il duca e la duchessa del Sussex hanno rinunciato ai ruoli reali nel 2020. Dopo il trasferimento in California, la coppia ha iniziato a esprimere le proprie lamentele in interviste e documentari. Le memorie di Harry del 2023, 'Spare', che riportavano imbarazzanti rivelazioni sulla Casa di Windsor, non hanno fatto altro che peggiorare le tensioni con la sua famiglia.
(Adnkronos) - E' stato pubblicato da Ismea il nuovo numero del report AgriMercati relativo al primo trimestre 2025, che fotografa una congiuntura complessivamente positiva per il settore agroalimentare italiano, a conferma della solidità del settore nonostante il contesto ancora segnato da incertezze economiche internazionali. Il trimestre in esame chiude con un recupero congiunturale del valore aggiunto agricolo (+1,4%) e un incremento dell'indice dei prezzi agricoli alla produzione (+2,3% rispetto allo stesso periodo del 2024), trainato soprattutto dai prodotti zootecnici. Un dato che rappresenta una buona notizia per le aziende agricole, poiché riflette un miglioramento delle condizioni di mercato.Nello stesso periodo, anche la produzione industriale alimentare ha segnato un +1,6%, a conferma del dinamismo della filiera e del rafforzamento della domanda, sia interna che internazionale. Le esportazioni agroalimentari italiane sono salite del 6% su base tendenziale, superando i 18 miliardi di euro, con una forte spinta da comparti chiave come formaggi, vino e caffè. Sul fronte dei consumi, la spesa alimentare delle famiglie italiane è aumentata del 3,8%, con un incremento dei volumi in settori strategici come carne, pesce, lattiero-caseari, frutta e verdura. Si tratta di un segnale importante: il consumatore continua a premiare la qualità e l'origine dei prodotti, nonostante il contesto inflattivo.Anche le aspettative degli operatori agricoli e dell'industria alimentare sono orientate all'ottimismo: il 21% degli agricoltori prevede un miglioramento dell'andamento aziendale nel secondo trimestre, mentre oltre la metà delle imprese dell'industria alimentare prevede un incremento delle vendite. Il direttore generale di Ismea, Sergio Marchi, ha dichiarato: "I dati del primo trimestre 2025 confermano la tenuta e la capacità di adattamento del sistema agroalimentare italiano. Ismea, attraverso il report AgriMercati, continua a offrire uno strumento aggiornato e di analisi trasparente, a supporto delle scelte strategiche di imprese e istituzioni".
(Adnkronos) - “Le utilities operano su un ampio spettro di attività energetiche: dalla gestione delle reti tradizionali agli investimenti su rinnovabili, idrogeno e cattura della CO2”. Così Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, durante l'Assemblea generale, organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione, per riflettere sull'evoluzione dei servizi pubblici negli ultimi dieci anni e sulle principali sfide future. “Quando si parla di energia – ha sottolineato – è fondamentale pensare non solo alla produzione rinnovabile o all’elettrificazione dei consumi, ma anche all’adeguamento delle reti di distribuzione elettrica e gas, che rappresentano la spina dorsale della transizione. Le nostre utilities hanno previsto 19 miliardi di investimenti per i prossimi 5 anni, di cui oltre 7 miliardi destinati alle reti elettriche, di teleriscaldamento e di distribuzione del gas”. Brandolini ha poi ricordato come anche le infrastrutture gas abbiano un ruolo strategico nella decarbonizzazione: “Le reti di distribuzione del gas sono fondamentali per quelle utenze che non potranno elettrificare i consumi nel breve termine. Mantenere e innovare queste reti significa mettere in campo investimenti rilevanti”.