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(Adnkronos) - La potenza impegnata, cioè il massimo di energia elettrica da poter usare nello stesso momento, ha un costo fisso, indipendente dai consumi. Ogni kW impegnato pesa in bolletta per circa 25 euro all’anno (Iva inclusa). Di conseguenza: ridurre la potenza di 1 kW comporta un risparmio annuo di circa 25 euro; aumentarla di 1 kW determina un costo aggiuntivo della stessa entità. Va però ricordato che la variazione della potenza costituisce una modifica contrattuale e può prevedere, in alcuni casi, costi iniziali una tantum, che vanno valutati prima di procedere. Ecco come fare. Perché ridurre la potenza impegnata La riduzione della potenza può essere conveniente per chi non utilizza a pieno il valore contrattualmente disponibile. È il caso, ad esempio, di: abitazioni di piccole dimensioni; nuclei familiari poco numerosi; seconde case o case vacanza; abitazioni con un numero limitato di elettrodomestici. In queste situazioni, una potenza di 2 o 2,5 kW può risultare sufficiente e consentire un risparmio annuo stabile, in alcuni casi superiore a quello ottenibile con le tariffe biorarie. Perché aumentare la potenza impegnata Un aumento di potenza può invece migliorare il comfort domestico e favorire una maggiore efficienza energetica. È una scelta utile per chi: utilizza più elettrodomestici contemporaneamente; intende installare apparecchi elettrici ad alta efficienza in sostituzione di dispositivi alimentati a gas. Un esempio è se ci capita spesso di utilizzare contemporaneamente elettrodomestici che assorbono molta energia come condizionatori, forno, asciugacapelli per cui sarebbe utile andare oltre i 3 kW tradizionali. Come richiedere la variazione di potenza Per modificare la potenza impegnata il cliente deve presentare una richiesta al proprio venditore di energia, che funge da intermediario con il distributore locale. Il venditore: raccoglie la richiesta del cliente; trasmette la documentazione al distributore; comunica al cliente costi e tempi dell’intervento. La trasmissione delle richieste tra venditore e distributore deve avvenire entro un massimo di due giorni lavorativi. Tempi e modalità dell’intervento Si possono chiedere aumenti di 0,5 kW (es. 3,5, 4 etc.) per potenze fino a 6 kW . Il cliente riceve un preventivo rapido, con indicazione immediata di costi e tempi. Dopo l’accettazione, il distributore esegue l’intervento entro cinque giorni lavorativi, a condizione che non siano necessari lavori sulla rete o sulla presa. In caso di ritardi sono previsti indennizzi automatici. Per potenze superiori a 6 kW, il distributore predispone un preventivo dettagliato entro 15 giorni lavorativi. Una volta accettato dal cliente, i lavori vengono eseguiti nei tempi indicati nel preventivo stesso. Una scelta da valutare con attenzione Analizzare i propri consumi simultanei – ad esempio forno, lavatrice, climatizzatore e piano cottura – è fondamentale per scegliere la potenza più adatta. Una decisione consapevole permette di evitare disservizi e di non pagare in bolletta kW che non vengono realmente utilizzati.
(Adnkronos) - All'Auditorium della Tecnica, in viala Umberto Tupini 65 di Roma, prende il via la quarta edizione di LaborDì, il Salone dedicato al mondo del lavoro organizzato da ACLI Roma. L'evento, patrocinato da Regione Lazio, Roma Capitale, Città Metropolitana di Roma Capitale e numerosi partner istituzionali e associativi, rappresenta un importante momento di confronto sui valori e le sfide del lavoro contemporaneo. La Regione Lazio è presente con un punto informativo gestito da Lazio Innova, sostenuto attraverso i fondi europei FSE+ 2021-2027, per promuovere le attività divulgative e le opportunità offerte dalle politiche regionali per l'occupazione, la formazione e l'innovazione. "La Regione Lazio conferma il proprio impegno concreto per la crescita occupazionale, la formazione e la valorizzazione del merito. Crediamo che investire sulle competenze dei giovani e sostenere l’innovazione sia fondamentale per costruire un futuro solido e inclusivo. Attraverso le nostre politiche e i fondi europei, continuiamo a promuovere iniziative che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, la formazione di nuove capacità e la creazione di opportunità reali per tutti. Il merito, la preparazione e la voglia di mettersi in gioco sono valori che la Regione sostiene e valorizza ogni giorno, perché rappresentano la chiave per affrontare le sfide del mercato del lavoro e garantire uno sviluppo sostenibile per il nostro territorio" ha dichiarato Giuseppe Schiboni, assessore a Lavoro, Scuola, Formazione, Ricerca, Merito e Urbanistica. LaborDì nasce per rispondere alla crescente precarietà del lavoro e alla mancanza di opportunità per i giovani. È un'iniziativa che mette al centro il valore del lavoro dignitoso e offre orientamento, formazione, colloqui con oltre 45 aziende. È una giornata per riflettere sul futuro del lavoro e favorire l’incontro tra domanda e offerta.
(Adnkronos) - Oltre 110 milioni di euro di investimenti e spese delle aziende dei settori cemento e calcestruzzo per sicurezza ed ambiente nel 2024, in crescita del 16% rispetto al 2023. E’ quanto evidenzia il sesto Rapporto di sostenibilità di Federbeton. (Video) Il comparto continua a investire risorse e competenze per migliorare le proprie performance ambientali e accelerare il percorso verso la neutralità climatica al 2050. Lo scorso 24 settembre, presso la Camera dei Deputati, Federbeton ha presentato la propria Strategia di decarbonizzazione, che traccia un percorso chiaro di riduzione progressiva delle emissioni tramite leve strategiche. Nella definizione della strategia sono stati individuati interventi di breve e medio periodo che sfruttano tecnologie già mature come l’impiego di combustibili alternativi e l’utilizzo di materiali sostitutivi del clinker, il semilavorato componente prevalente del cemento - spiega la Federazione del settore - La leva chiave per la decarbonizzazione del settore, con uno sviluppo a lungo termine, è la cattura della CO2, una tecnologia che richiede ingenti investimenti e lo sviluppo di infrastrutture di trasporto e stoccaggio. La cattura è fondamentale perché nella produzione di cemento il 60-65% delle emissioni dirette di CO2 deriva dalle stesse reazioni chimiche di processo ed è quindi incomprimibile. “Cemento e calcestruzzo sono materiali straordinari e insostituibili, che garantiscono la sicurezza e la durabilità delle nostre case, scuole, ospedali. Sono fondamentali per le nostre infrastrutture e città, alimentano la crescita economica e sociale del Paese e contribuiscono concretamente alla rigenerazione urbana e allo sviluppo di infrastrutture sostenibili e durevoli - ha sottolineato Paolo Zelano, vicepresidente di Federbeton Confindustria - La nostra sfida è mantenere alta la competitività dell’industria italiana continuando a progredire sul fronte della sostenibilità, in particolare quella ambientale. Questo è possibile solo attraverso un impegno collettivo, rafforzando il legame tra industria, ambiente e società”. Il Rapporto di Sostenibilità di Federbeton, come ogni anno, mostra l’impegno, i risultati e gli ambiti di miglioramento della filiera. Emerge, fra l’altro, che il settore conferma la propria circolarità: l’industria del cemento utilizza da anni scarti di altri processi produttivi in sostituzione dell’8% delle materie prime necessarie; i produttori di calcestruzzo preconfezionato e manufatti riutilizzano in media il 29% delle acque di processo ed il 62% degli scarti di produzione, rispettivamente; inoltre, è in aumento la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili, in parte autoprodotta dalle aziende stesse. Il Rapporto richiama l’attenzione anche su alcune criticità che non permettono all’industria di esprimere pienamente le proprie potenzialità: “Il tasso di sostituzione calorica dei combustibili fossili con combustibili alternativi nel settore del cemento resta fermo al 26%, lontano dalla media europea del 56%, principalmente a causa di iter amministrativi complessi e disomogenei sul territorio nazionale. I combustibili alternativi sono una soluzione già disponibile, ma al di là dello sforzo dell’industria, è necessario un intervento delle istituzioni al fine di ottenere un’applicazione omogenea sul territorio nazionale del processo di autorizzazione”. Un’altra criticità che emerge dal Rapporto è quella relativa “all’impiego di aggregati recuperati nella produzione di calcestruzzo. Nonostante le potenzialità del settore, questa pratica resta limitata per l’assenza di un mercato nazionale per prodotti conformi agli standard dei calcestruzzi strutturali. Anche in questo caso è necessaria un’azione di sistema che coinvolga produttori, utilizzatori e istituzioni”.