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(Adnkronos) - Si allarga lo scandalo corruzione in Ucraina. I ministri della Giustizia e dell'Energia hanno rassegnato le dimissioni, richieste dal presidente Volodymyr Zelensky sullo sfondo di un vasto sistema di tangenti nel settore energetico scoperto nel Paese. "I ministri hanno rassegnato le dimissioni in conformità con la legge", ha dichiarato su Telegram la premier Yulia Svyrydenko. La sostituzione del ministro della Giustizia, Herman Galushchenko, e della ministra dell'Energia, Svitlana Gryntchuk, deve ora essere approvata dal Parlamento. Il caso di corruzione riguarda principalmente Galushchenko, quando era ministro dell'Energia, e Timur Mindich, uno stretto collaboratore di Zelensky che ha lasciato l'Ucraina poco prima dello scoppio dello scandalo. "È assolutamente inaccettabile che, in queste circostanze, continuino a esistere alcuni stratagemmi nel settore energetico", mentre l'Ucraina è segnata "da interruzioni di corrente, attacchi russi e perdite", ha denunciato il presidente in un comunicato. Invece, la ministra dell'Energia non è stata citata ufficialmente nell'indagine, ma secondo i media ucraini è considerata una persona di fiducia del suo predecessore. All'inizio della settimana, le autorità anticorruzione ucraine hanno annunciato di aver smantellato un vasto sistema di corruzione che riguarda un presunto sistema di tangenti per circa 100 milioni di dollari (circa 86 milioni di euro) legato in particolare alla società statale Energoatom e che sarebbe stato orchestrato da Mindich. Secondo l'indagine, Galushchenko vi avrebbe preso parte quando era ministro dell'Energia. L'annuncio è arrivato domenica sera dopo diversi mesi di tensioni tra agenzie e governo. "Il lavoro svolto ha prodotto migliaia di ore di registrazioni audio, che costituiscono la prova delle attività di un'organizzazione criminale di alto livello operante nei settori dell'energia e della difesa", ha annunciato l'Agenzia Nazionale Anticorruzione (Nabu) in una nota. La Nabu ha specificato che l'Operazione Midas, condotta dopo un'indagine durata 15 mesi in collaborazione con la Procura Speciale Anticorruzione (Sap), ha portato alla luce un sistema criminale che estorceva fondi ai subappaltatori della società nucleare statale. Energoatom ha detto di voler collaborare alle indagini, senza commentare le accuse di corruzione. I media ucraini hanno riferito che l'Ufficio Nazionale Anticorruzione ha anche perquisito le abitazioni dell'ex ministro dell'Energia e attuale ministro della Giustizia e di Mindish.
(Adnkronos) - "Il trend di prenotazioni che registriamo nel periodo 6-22 febbraio per le Olimpiadi e 6-15 marzo, che è il momento interessato dall'evento delle Paralimpiadi, è estremamente positivo per le aree interessate dall'evento e cioè il Bellunese, il Trevigiano e di riflesso anche Venezia. I tassi di occupazione delle strutture sono buoni, anche se una percentuale puntuale non è ancora disponibile perché siamo ancora in fase di elaborazione. Sold out? In questo momento disponibilità ce n'è ancora. Quindi il consiglio che mi sento di dare è, nei limiti ovviamente delle proprie possibilità, di anticipare le prenotazioni su quelle aree per non trovarsi all'ultimo momento a non trovare disponibilità alberghiera". Così, in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia, Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto, fa il punto sull'offerta alberghiera del versante veneto in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Le polemiche sulla crescita dei prezzi E sulle polemiche sul boom dei prezzi nelle strutture ricettive a Cortina e nel Bellunese per il periodo delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina Schiavon risponde: "È inevitabile che anche ci sia un incremento dei costi ma questa è una legge di mercato e laddove c'è una maggiore pressione alla domanda è chiaro che l'offerta sale in termini di prezzo. Queste sono dinamiche di mercato che non è che abbiamo inventato noi o gli albergatori di Cortina. Dopo l'evento tutto tornerà a una sorta di normalità, di questo ne sono certo, dal punto di vista anche del prezzo che oggi preoccupa molto alcune fasce di clientela", sottolinea. Schiavon ricorda che il tema ospitalità per l'evento "non riguarda solo ed esclusivamente l'area del Cortinese, ma andrà a interessare l'intero territorio della provincia di Belluno, si estenderà anche sul trevigiano e con qualche coda anche sul veneziano. Il brand è Cortina, ma in realtà su questo evento si stanno muovendo almeno due province, Belluno e Treviso, e anche Venezia di riflesso è interessata dall'evento", conclude. Secondo i dati di Federalberghi a Belluno si contano 381 alberghi , 8393 camere, 17768 letti. E in particolare a Cortina 58 alberghi e 4742 letti. Le presenze nella provincia di Belluno nelle strutture ricettive nel 202 sono state 1997834. Effetto traino per gli alberghi ancora prima dell'evento E Schiavon spiega come i primi effetti per il settore turistico del territorio già si vedano. "In questo momento -spiega- l'evento Milano-Cortina, solo per come viene 'traghettato' anche nei media, sta generando dei flussi sui territori" di Cortina e del Bellunese "inaspettati. Abbiamo visto una crescita importante, anche un più 8% rispetto al 2024 dei tassi di occupazione delle strutture, in periodi magari dove in altre realtà del Veneto o erano statici o avevano perso qualche punto percentuale. Cominciamo a interrogarci sul come mai questo sta avvenendo, perché non abbiamo modificato sostanzialmente le nostre strategie di marketing o di partecipazione ai mercati internazionali, quindi questo ci lascia pensare che probabilmente il traino dell'effetto olimpionico e della promozione che sta facendo Milano-Cortina sta attraendo anche dei mercati ai quali non eravamo abituati a rivolgerci, perché c'è anche la presenza di un mercato asiatico nelle nostre montagne che onestamente per gli operatori costituisce una vera e propria sorpresa. Non erano abituati a avere a che fare con mercati asiatici. Quindi un traino che è già iniziato prima dell'evento, confermato ovviamente dai numeri in crescita che ha fatto registrare il cluster della montagna", sottolinea. Secondo Schiavon "è un po' un volano che l'evento olimpionico sta generando, economico e anche di grandi opportunità di rilancio della destinazione e del prodotto turistico montano", aggiunge. La situazione di infrastrutture e impianti Ma a che punto sono infrastrutture e impianti? "Dal punto di vista infrastrutturale -spiega Schiavon- direi che complessivamente le cose stanno andando bene, anche come cronoprogrammi, sia sulle arterie di collegamento, sia sulla parte impiantistica. Sicuramente per l'evento arriveremo puntuali e pronti con tutto quello che è stato pianificato, sebbene in questo momento è chiaro che qualche disagio su quel territorio si manifesta. E' un po' una piccola rivoluzione che è stata messa in campo per consentire di ospitare un evento di questa portata". Secondo Schiavon "a livello di strutture alberghiere è stato fatto uno sforzo importante anche di ammodernamento su quell'area, con l'innesto dei gruppi di investimento, anche di fondi esteri, che hanno rilevato strutture alberghiere, le hanno riclassificate, anche riposizionandole sul mercato del cinque stelle, quindi Cortina vedrà sicuramente elevarsi il livello qualitativo dell'offerta ricettiva di quell'area", sottolinea. E per questo motivo secondo Schiavon "la valutazione che va fatta non deve considerare soltanto queste settimane di evento, ma sarà uno sforzo e una riqualificazione di un'area che poi forse vedrà i suoi effetti più sul lungo termine che sul breve e limitatamente appunto all'evento olimpionico", spiega. E Schiavon sottolinea che "se non avessimo avuto questa opportunità" delle Olimpiadi "difficilmente saremmo stati in grado, anche solo come Regione Veneto, di sostenere uno sforzo economico per realizzare le opere. Non ci sarebbero stati probabilmente i fondi, quindi questa diventa anche una occasione straordinaria in tutti i sensi. Non solo per far vedere quella che sarà la qualità della ricettività veneta e in termini di ospitalità di un evento di questo tipo, ma anche per rafforzare tutto il sistema infrastrutturale di quel territorio che diversamente non sarebbe stato possibile fare". I disagi legati ai lavori per l'evento Per Schiavon "è chiaro che qualcuno lamenta qualche disagio in questo momento, ma riteniamo che tutto sarà ampiamente compensato al termine di un'operazione che si concluderà dal punto di vista delle opere con le Olimpiadi, ma che dal punto di vista dei benefici si prolungherà per un lungo termine e questo darà competitività a quell'area e alle aziende di quel territorio", aggiunge. E il presidente di Federalberghi rassicura i colleghi operatori del turismo che "hanno investito su una clientela fidelizzata e che rischiano di non poterla soddisfare nel corso delle Olimpiadi perché i posti verranno assorbiti ovviamente dalle ospitalità di tutta la macchina organizzativa e di tutti gli ospiti legati nello specifico all'evento. Penso che sia un po' un problema che potrà essere bypassato nel lungo termine. Una volta terminato l'evento avranno ancora un maggiore interesse, un maggiore impulso a tornare su quei territori, anche clienti che proprio nelle due settimane o quattro settimane dell'evento non sono riusciti a trovare posto e avranno ancora più voglia di tornarci. Quindi è una preoccupazione relativa", sottolinea. E Schiavon sottolinea anche "che bisogna tenere conto che c'è un elemento meteorologico significativo che decreterà poi la partenza della 'macchina' delle prenotazioni sulla stagione invernale, e cioè le nevicate che in questo momento ancora languono su quell'area", aggiunge. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Le foreste europee coprono poco più del 30% del territorio continentale e sono considerate alleate fondamentali nella lotta al cambiamento climatico ma non sempre più alberi significano un clima più fresco. Uno studio pubblicato su Nature Communications, guidato dall’Eth di Zurigo e al quale ha partecipato, per l’Italia, l’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia (Cnr-Isafom) all’interno del progetto Europeo Horizon Europe 'ForestNavigator', mostra che l’effetto delle foreste dipende anche dal tipo di specie e dalle caratteristiche locali. La gestione e la composizione delle foreste emergono così come fattori chiave per migliorare resilienza, biodiversità e capacità di mitigare il riscaldamento climatico. Il lavoro integra aspetti biogeochimici (assorbimento di carbonio) con quelli biofisici (riflettività, evaporazione e scambi di calore) in modo da disegnare strategie più efficaci per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, ed evidenzia come in molte regioni europee, l’espansione forestale possa talvolta contribuire al riscaldamento locale invece che al raffreddamento - spiega il Cnr in una nota - È il caso, ad esempio, delle foreste di conifere che, avendo una chioma più scura, assorbono una quantità di energia solare maggiore rispetto a pascoli o campi coltivati. Questo minor riflesso della radiazione solare riduce l’effetto rinfrescante legato all’evaporazione. “Siamo abituati a pensare alle foreste come soli serbatoi di carbonio - spiega Alessio Collalti responsabile del Laboratorio modellistica forestale del Cnr-Isafom di Perugia, coautore dello studio e responsabile scientifico del Cnr all’interno del progetto - Ma il loro effetto sul clima è più complesso: oltre a catturare CO2 atmosferica, le foreste influenzano la temperatura dell’aria e la sua umidità così come la riflettività della superficie terrestre”. Per indagare queste dinamiche, il team di ricerca ha utilizzato il modello climatico regionale Cosmo-Clm2, simulando il clima europeo tra il 2015 e il 2059 in diversi scenari di gestione forestale. Confrontando l’afforestazione, cioè il processo con cui vengono piantati alberi in aree dove non era originariamente presente alcuna forma di foresta, e la riforestazione tradizionale con scenari di conversione delle conifere in latifoglie, il team di ricercatori ha scoperto che la scelta delle specie può modificare in modo significativo la risposta climatica del territorio. “I risultati sono chiari: sostituire le conifere, come pini e abeti, con latifoglie, come faggio o quercia, può ridurre la temperatura media massima giornaliera di luglio fino a 0,6 °C su larga scala - spiega Collalti - quando la conversione è combinata con nuove piantagioni, il riscaldamento previsto di +0,3 °C può trasformarsi in un raffreddamento di -0,7 °C. Una differenza di pochi decimi di grado può sembrare minima, ma durante le ondate di calore può fare la differenza in termini di salute pubblica, stress agricolo e domanda energetica”. Questi risultati - evidenzia il Cnr - hanno implicazioni dirette per le politiche climatiche europee ed evidenziano che strategie di forestazione (sia afforestazione che riforestazione), come l’iniziativa europea che prevede di piantare 3 miliardi di alberi in più nell'Ue entro il 2030, dovrebbero superare la logica puramente quantitativa e considerare quali specie piantare e dove, poiché non tutte le foreste apportano gli stessi benefici climatici. “Riconsiderare la composizione delle foreste europee non è semplice -prosegue il ricercatore - richiede pianificazione a lungo termine, nuovi approcci gestionali e un coordinamento tra politiche europee e nazionali. Ma i benefici potenziali, maggiore resilienza, biodiversità e capacità di raffreddamento, rendono questo cambiamento una priorità”. In un’Europa che si riscalda sempre di più, lo studio dimostra che la scelta delle specie giuste è fondamentale per una buona gestione. “Le foreste sono attori attivi del sistema climatico, capaci di amplificare o mitigare il riscaldamento a seconda di come vengono gestite”, conclude Collalti.