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(Adnkronos) - Ci ripensa e torna sui suoi passi, Maria Rosaria Boccia. "Ci sono momenti in cui la vita impone una pausa, e altri in cui, con coraggio e amore, si sceglie di riprendere il cammino" scrive l'imprenditrice campana, spiegando che sarà candidata con Stefano Bandecchi alle prossime Regionali. "Oggi torno a farlo, con la stessa passione di sempre e con una nuova consapevolezza: quella di chi ha attraversato la tempesta e ha deciso di trasformarla in forza. La sua vicinanza e la forza delle tante persone che mi hanno mostrato affetto sincero mi hanno spinta a rimettermi in gioco - conclude -. Riparto per la mia terra, con la determinazione di contribuire a costruire una Regione che offra opportunità, dignità e benessere a tutti". Il 5 novembre scorso aveva ritirato la sua candidatura alle elezioni regionali campane del 23 e 24 novembre, dopo aver ricevuto un secondo avviso garanzia. L'influencer e imprenditrice campana, coinvolta già in un procedimento giudiziario, dopo la denuncia dell'ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per stalking e minacce, il 9 febbraio 2026 vedrà iniziare un processo a sua carico. "È gossip, non è politica" risponde così Gennaro Sangiuliano, candidato come capolista per FdI al consiglio regionale della Campania, alla domanda di un cronista sulla ricandidatura di Maria Rosaria Boccia alle elezioni regionali in Campania. L'influencer e imprenditrice, capolista nella lista Bandecchi, aveva deciso di ritirarsi alcuni giorni fa.
(Adnkronos) - Si è tenuta presso la Sala Convegni del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), la cerimonia di premiazione della quinta edizione del premio Tesi di laurea 'Ingenio al femminile', l’iniziativa del Consiglio nazionale degli ingegneri, organizzata in collaborazione con Cesop HR Consulting Company, azienda che mira a valorizzare il talento e la professionalità delle donne ingegnere in Italia. Tra le novità dell’edizione 2025, la partecipazione di ragazze provenienti da 31 atenei diversi, sui 54 che in Italia offrono almeno un corso di laurea in ingegneria. E’ risultato coinvolto, dunque, il 57% di quelle che una volta erano le facoltà di ingegneria italiane. Le classi di laurea di provenienza (fra triennali e magistrali) sono state in tutto 19. La parte del leone l’hanno fatta i corsi di ingegneria biomedica, che registrano circa il 30% delle partecipanti al bando 2025, e di ingegneria informatica con circa il 25% delle partecipanti, seguiti a ruota da tutte le classi di laurea generalmente ascrivibili al settore industriale (meccanica, chimica, automazione e così via) che sommano il 20%. La quota restante se la dividono i corsi del settore civile-ambientale e gli altri corsi di laurea del settore dell’informazione (gestionale, elettronica-telecomunicazioni etc.). Le partecipanti, infine, provengono da 46 diverse province italiane. La cerimonia, moderata da Guido Razzano (Consiglio nazionale degli ingegneri), è stata introdotta dai saluti istituzionali di Emilio Fortunato Campana (direttore del Dipartimento Ict e tecnologie per l’energia e i trasporti del Cnr) e del presidente del Cni Angelo Domenico Perrini. Campana ha sottolineato come il Cnr sia molto avanti in tema di parità di genere, anche se ancora resta molto da fare per quanto riguarda le posizioni apicali. Perrini si è espresso così: "Questo premio è diventato ormai una piacevole consuetudine per il Consiglio nazionale. Il mondo dell’ingegneria è profondamente cambiato: questo premio e il progetto ‘Ingenio al femminile’ ne sono la testimonianza. Servono ancora molti passi in avanti, soprattutto nel mondo del lavoro, in particolare nella direzione del superamento del salary gap. Ma il mondo femminile ormai riempie l’ingegneria italiana". E’ stata poi la volta di Ippolita Chiarolini, consigliera del Cni con delega al progetto 'Ingenio al femminile'. "Secondo il World economic forum - ha detto - servono ancora molti anni, oltre cento, per raggiungere una parità di genere. Quindi c’è ancora molto lavoro da fare. Sempre secondo il Wef, il 58% delle aziende considera la promozione del talento femminile come fattore strategico. Uno dei concetti chiave per le aziende è l’innovazione e questa non può fare a meno della componente femminile, fondamentale per creare valore. L’ingegneria al femminile, dunque, consente di avere un vantaggio competitivo; è una scelta strategica vincente e un'opportunità da cogliere per progettare il potenziale inclusivo dell’Ia. Il talento e la creazione di valore deve essere un’unica potente missione". Il tema centrale di questa edizione 2025 è stato 'Intelligenza artificiale per le nuove sfide del 2050'. Il focus ha evidenziato l'importanza del ruolo femminile nello sviluppo di tecnologie all'avanguardia e nella riduzione del gender gap in ambito Stem in linea con l'Obiettivo 5 dell'Agenda Onu 2030 sulla parità di genere. L'edizione di quest’anno ha confermato cinque categorie di premio, ciascuna con un riconoscimento in denaro di 1.500 euro. I premi assegnati sono stati i seguenti. Premio Ingegneria civile e ambientale: Sarah Olimpia Sardone (Università di Bologna) per uno studio della Torre Garisenda di Bologna che usa un modello predittivo con l’ausilio dell’Ia. Premio Ingegneria industriale: Eloisa Mazzocco (Università di Modena e Reggio Emilia) per una tesi su frameworks di reinforcement learning basati su Ia per i sistemi multi-drone. Premio Ingegneria dell’informazione: Sara Zoccheddu (Politecnico di Milano) che ha studiato la metodologia casual discovery che identifica le relazioni causa-effetto a partire dall’analisi dei dati. Premio Giulia Cecchettin per l’Ingegneria biomedica a Irene Iele (Università Campus Biomedico di Roma) per una tesi sullo sviluppo di un framework che garantisca affidabilità ed equità dei modelli di Ia. Premio Tesi di dottorato: Giulia Saccomano (Università di Trieste) per una tesi sulla tecnica XVH che consente osservazioni tridimensionali ad alta risoluzione. Menzione d’onore: Carmen Penepinto Zayati (Università di Pisa) per uno studio sulle cellule staminali e la loro reazione agli stimoli esterni. Ha chiuso la cerimonia Remo Giulio Vaudano, vicepresidente vicario del Cni: "Andiamo verso una società 5.0, quella dell’umanesimo tecnologico. In questo mondo le donne ingegnere avranno un ruolo determinante per la forza e le capacità che esprimono". Nel 2024 la componente femminile tra gli ingegneri arriva a costituire il 31,5% dei laureati (di primo e secondo livello), quota massima mai raggiunta, laddove 15 anni fa era inferiore al 25%. Per alcuni corsi di laurea magistrale, la presenza femminile si rivela così consistente da formare addirittura la maggioranza assoluta dei laureati, come nel caso dei laureati in Ingegneria biomedica e in Architettura e ingegneria edile- architettura dove arrivano a costituire oltre il 60% dei laureati. Emerge dai dati resi noti dal Centro studi del Cni, Consiglio nazionale ingegneri. Valori decisamente consistenti si rilevano anche tra i laureati in Ingegneria chimica (46%), Ingegneria dei sistemi edilizi (45,9%) e Ingegneria per l’ambiente ed il territorio (43,5%). Non sembrano, al contrario, riscuotere particolare successo i corsi in Ingegneria meccanica, Ingegneria elettronica e Ingegneria elettrica, considerato che tra i laureati di queste classi la componente femminile non va oltre il 16,8% (14% tra i laureati in Ingegneria meccanica). Volgendo lo sguardo sull’universo delle laureate di primo livello, sebbene la maggioranza abbia seguito un corso di laurea in Ingegneria industriale (52,7% delle laureate) e oltre un terzo (34,3%) abbia conseguito un titolo di laurea in Ingegneria dell’informazione, la presenza femminile risulta particolarmente nutrita nel settore civile ed ambientale, in particolar modo nella classe di laurea Scienze e tecniche dell’edilizia dove costituiscono oltre il 40% dei laureati.
(Adnkronos) - Oltre 9.700 eventi meteorologici estremi tra il 1995 e il 2024, con più di 830mila vittime e oltre 4.500 miliardi di dollari di danni diretti. E' quanto registra l'Indice di rischio climatico (Climate Risk Index, Cri) 2026, che l'organizzazione per l'ambiente e lo sviluppo Germanwatch ha presentato oggi alla Cop30 di Belém. Il paese più colpito è la Dominica. L'Italia è nella 'top 30' e occupa la 16esima posizione. Secondo l'analisi, circa il 40% di tutte le persone nel mondo, oltre tre miliardi, vive attualmente negli undici Paesi che negli ultimi 30 anni sono stati più duramente colpiti da eventi climatici estremi come ondate di calore, tempeste e inondazioni. Tra questi Paesi figurano l'India (9° posto) e la Cina (11°), e altri come la Libia (4°), Haiti (5°) e le Filippine (7°). Allo stesso tempo, i Paesi dell'Ue e le nazioni industrializzate come la Francia (12° posto), l'Italia (16°) o gli Stati Uniti (18°) sono tra i 30 Paesi più colpiti da fenomeni meteorologici estremi. "Le ondate di calore e le tempeste rappresentano la più grande minaccia per la vita umana quando si tratta di eventi meteorologici estremi - afferma Laura Schäfer, una delle autrici del Cri - Le tempeste hanno anche causato i danni monetari di gran lunga maggiori, mentre le inondazioni sono state responsabili del maggior numero di persone colpite da eventi meteorologici estremi". Alcuni Paesi che si sono classificati molto in alto nell'indice hanno sofferto principalmente di singoli eventi meteorologici ma estremamente devastanti, mentre altri sono stati colpiti ripetutamente da condizioni climatiche estreme. "Paesi come Haiti, le Filippine e l'India, tutti tra i dieci Paesi più colpiti, devono affrontare sfide particolari. Sono colpiti da inondazioni, ondate di calore o tempeste con una tale regolarità che intere regioni riescono a malapena a riprendersi dagli impatti fino all'evento successivo", spiega Vera Künzel, coautrice dell'indice. In cima all'indice per il periodo 1995-2024 c'è la Dominica, una piccolissima nazione insulare caraibica che è stata colpita più volte da uragani devastanti. Nel 2017, il solo uragano Maria ha causato danni per 1,8 miliardi di dollari, quasi tre volte il prodotto interno lordo (Pil) del Paese. È stato il più distruttivo dei sette cicloni tropicali degli ultimi 30 anni. Un altro esempio è il Myanmar, al secondo posto. Nel 2008, il ciclone Nargis ha ucciso quasi 140mila persone e ha causato danni per 5,8 miliardi di dollari. Le forti piogge e le conseguenti inondazioni hanno avuto gli effetti più devastanti. L'indice mostra che i Paesi del Sud globale sono particolarmente vulnerabili e hanno bisogno del sostegno dei Paesi ricchi. Tuttavia, anche queste nazioni sono sempre più colpite dagli impatti della crisi climatica. "I risultati del Cri 2026 dimostrano chiaramente che la Cop30 deve trovare modi efficaci per colmare il divario di ambizione globale. Le emissioni globali devono essere ridotte immediatamente, altrimenti si rischia un aumento del numero di morti e un disastro economico in tutto il mondo. Allo stesso tempo, gli sforzi di adattamento devono essere accelerati. È necessario implementare soluzioni efficaci per le perdite e i danni e fornire finanziamenti adeguati per il clima", spiega David Eckstein, co-autore Cri. Il Climate Risk Index ha condotto anche una valutazione dell'anno passato. L'arcipelago caraibico di St. Vincent e Grenadine e Grenada, devastati da un uragano di categoria 5 nell'estate del 2024, si posizionano al primo e al secondo posto di questa classifica. Il Ciad segue al terzo posto, colpito da devastanti inondazioni durate mesi.