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(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo a Wimbledon 2025 e oggi, giovedì 3 luglio, affronta Aleksandar Vukic nel secondo turno del torneo. L'australiano, numero 93 del ranking, ha battuto nel primo turno il taiwanese Tseng Chun-hsin e arriva al match con il numero uno al mondo senza nulla da perdere. Da uno storico successo contro Alcaraz al passato da calciatore, ecco la sua storia. Vukic è nato a Sidney il 6 aprile 1996, da genitori emigrati dalla guerra in quel periodo in corso a Sarajevo: "Tutti i maschi maggiorenni dovevano arruolarsi - si trovò a raccontare - ma mio padre non voleva farsi ammazzare. Così scappò con mia madre, ottenendo il visto per l’Australia. In tasca avevano un migliaio di dollari, oggi sono ingegneri informatici". Il tennis non è il suo primo sport, visto che Vukic cresce tirando calci al pallone con il sogno di diventare calciatore. Poi, il fratello Vladimir lo fa avvicinare alla racchetta e la sua carriera pian piano spicca il volo. Nel 2012 ecco l'esordio nei primi tornei Itf, nel 2017 il primo trionfo in un torneo di doppio negli Stati Uniti. Vukic si approccia quindi al tennis universitario negli States grazie a un colpo di fortuna, dopo l'incontro con l'osservatore Brad Dancer, che ebbe modo di vederlo in un torneo Futures, in Florida. Da lì, per lui iniziarono 4 anni d'oro, con 108 vittorie e solo 19 sconfitte in singolare. A gennaio 2018 l'australiano entra nel circuito Atp, tra un Challenger e l'altro, e si fa strada fino alla top 200. Partecipa al primo Slam, il Roland Garros, e nel 2022 vince la sua prima partita in uno Slam proprio agli Australian Open. In seguito si ferma per un infortunio al gomito, che rallenta la sua crescita, ma pian piano riparte e nel 2023 arriva al suo best ranking, la posizione numero 48 della classifica Atp. La curiosità? Vukic ha battuto una volta Carlos Alcaraz nel 2020, durante le qualificazioni al Roland Garros. L'anno scorso è stato invece lo spagnolo a far terminare la sua avventura sull'erba di Wimbledon. A inizio 2025 ha vissuto il periodo più bello della sua carriera, dopo il successo contro Korda valso la prima qualificazione al terzo turno degli Australian Open. Quest'anno ha vinto 12 partite, perdendone 21. Ora l'ostacolo si chiama Sinner
(Adnkronos) - La fine di giugno si avvicina, le temperature si alzano, le località balneari iniziano ad affollarsi. E, come ogni anno, inizia il periodo in cui, tradizionalmente, i lavoratori dipendenti utilizzano le proprie ferie. Ma come si maturano le ferie? E quanti giorni spettano a ogni singolo lavoratore? Per rispondere a queste e ad altre domande sulla normativa di una materia 'calda' in questi giorni la Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha stilato la guida operativa 'Ferie: un diritto irrinunciabile' che contiene riepiloghi e tabelle per la corretta gestione dell’istituto. Innanzitutto la guida chiarisce che "la durata minima delle ferie prevista dalla legge è di quattro settimane per un anno di servizio (art. 10 D.lgs. 66/2003) equivalenti, nel caso di fruizione di un periodo consecutivo, a 28 giorni di calendario. I contratti collettivi (nazionali, territoriali, ed aziendali) possono prevedere una durata minima superiore, i criteri di calcolo dei giorni (di calendario o lavorativi) o le regole da seguire in caso di concomitanza dei giorni festivi. I contratti collettivi stabiliscono la durata delle ferie generalmente in base alla qualifica contrattuale e all’anzianità di servizio del lavoratore. Le ferie possono essere espresse in settimane, giorni di calendario, oppure in giorni lavorativi". Come chiarisce la guida dei professionisti il periodo di ferie "va goduto per almeno due settimane, consecutive in caso di richiesta del lavoratore, nel corso dell'anno di maturazione e, per le restanti due settimane, nei 18 mesi successivi al termine dell'anno di maturazione". Le ferie sono un diritto irrinunciabile. "La fruizione delle ferie è un diritto irrinunciabile; qualsiasi patto contrario, sia esso contenuto in un contratto collettivo che in un contratto individuale, è nullo e da ciò ne consegue l’automatica sostituzione della clausola nulla con la disposizione attributiva del diritto stesso. Le ferie non godute non possono essere sostituite dalla relativa indennità, salvi i casi tassativamente indicati dalla legge", si legge ancora nella guida. Come si maturano le ferie? "I giorni di ferie spettanti -spiega la guida- si calcolano considerando due variabili: la maturazione del diritto al momento del godimento delle ferie; la durata stabilita dai contratti collettivi o, in alcuni casi particolari, dalla legge. La maturazione delle ferie è collegata all’effettiva prestazione di lavoro. Esse, infatti, maturano, durante un periodo di dodici mesi stabilito dalla legge, in presenza della prestazione lavorativa o di un’assenza che, dalla legge o dai contratti collettivi, è equiparata al servizio effettivo (Cass. SU 12 novembre 2001 n. 140209). Le ferie maturano anche durante il periodo di prova (Corte costituzionale 22 dicembre 1980 n. 189)". E i consulenti del lavoro chiariscono che "il dipendente che non lavora per l’intero periodo di maturazione – come di frequente accade nei contratti a tempo determinato o in caso di assunzione o cessazione in corso d’anno – ha diritto ad un numero di giorni di ferie proporzionale al servizio effettivamente prestato. Le modalità di conteggio dei mesi e delle frazioni di mese lavorate vengono stabilite dai contratti collettivi. Generalmente ogni mese di servizio dà diritto ad un dodicesimo del periodo annuale di ferie spettanti e le frazioni di mese di almeno 15 giorni valgono come mese intero". La disciplina delle ferie ha subito negli ultimi anni diversi ritocchi, necessari per adeguarsi al quadro normativo comunitario. Ritocchi che hanno costretto le aziende a seguire la materia con molta più attenzione.
(Adnkronos) - “Gli italiani hanno una percezione distorta della filiera degli oli minerali usati: pensano che siano in parte bruciati, in parte smaltiti impropriamente o raccolti in modo spontaneo dalle officine, ma la realtà è un’altra. L’Italia è un’eccellenza in Europa: raccoglie e rigenera la quasi totalità (98%) dell’olio usato mentre la media dell’Unione si ferma intorno al 60%. Al centro di questo sistema c’è il modello consortile del Conou, che organizza in modo efficiente tutta la filiera. È un peccato che i cittadini non conoscano questi risultati: la consapevolezza dell’efficacia dell’economia circolare italiana può rafforzarne il successo, anche grazie al ruolo attivo dei cittadini”. Queste le parole di Riccardo Piunti, presidente Conou, in occasione dell’Ecoforum 2025, organizzato a Roma da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.