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(Adnkronos) - A come Ascolti. Ma anche come Amadeus. Sono andati molto bene e alla vigilia sembrava impossibile proprio per l'eredità record lasciata da Amadeus. B come Benigni. Il suo ritorno al festival nell'apertura della serata cover del festival, con un intervento in cui non è mancato il graffio della satira politica, è coinciso con la serata del festival vista da più spettatori: 13.575.000. Un buon viatico per il ritorno su Rai1, fissato per il 19 marzo con lo show 'Il Sogno'. C come Carlo Conti. Come già accaduto nel 2015, non lo avevano visto arrivare. Sereno e senza gesti eclatanti, il metronomo del piccolo schermo, realizza l'impresa. D come Donà, Marta Donà. Nell'ambiente discografico è lei la vera trionfatrice di Sanremo, per il terzo anno consecutivo, come manager dell'artista che si porta a casa la vittoria del Festival. Fondatrice nel 2011 della società di management LaTarma, è la manager di Olly, vincitore di Sanremo 2025 con 'Balorda Nostalgia', ma anche di Angelina Mango e di Marco Mengoni, rispettivamente vincitori nel 2024 e nel 2023. Non solo, era anche la manager dei Maneskin quando vinsero Festival 2021 e l'Eurovision. Asso pigliatutto. E come Elodie. La cantante può 'Dimenticarsi alle 7' di oggi il 12° posto ottenuto in classifica. La sua canzone sulle piattaforme è in top ten. E la sua bellezza sul palco ha incantato il pubblico. Ora la vera sfida è riempire i due stadi annunciati per l'8 giugno a Milano (San Siro) e il 12 giugno a Napoli (Maradona). F come Fedez. Alla vigilia del festival, sommerso da gossip e polemiche, sembrava spacciato. E invece il brano 'Battito', con cui racconta in maniera molto credibile la sua lotta con la depressione, lo riporta al centro della scena musicale, dopo anni di attenzione riservata soprattutto alle sue vicende personali. G come Giorgia. Grande favorita della vigilia, porta a casa la vittoria della serata cover e una grandissima affermazione personale, a 30 anni dalla vittoria del festival con 'Come Saprei'. Se ne va da Sanremo con le lacrime agli occhi per la standing ovation tributatale dal Teatro Ariston. H come Hunt, Rocco Hunt. Il suo omaggio a Pino Daniele, realizzato con Clementino sulle note di 'Yess, I know my way' rimane una delle performance più belle della serata cover di Sanremo 2025. I come Irama. Il suo brano 'Lentamente' sta lentamente conquistando radio e stream. E pazienza se non si sente capito dalla stampa. La sua fanbase lo capisce benissimo. L come Lauro, Achille Lauro. Dato almeno sul podio fino alla finale, non lo agguanta ma il suo 'Incoscienti Giovani' è già una hit e il suo percorso al festival è ancora una volta iconico, questa volta all'insegna di un'eleganza d'altri tempi, che arriva ancora più forte, in contrasto con i tatuaggi sul volto. M come Marcella Bella. E' suo quest'anno l'ultimo posto in classifica ma l'omaggio al fratello Gianni, seduto in platea nella serata delle cover, con 'L'emozione non ha voce', rimane uno dei momenti più commoventi del Festival 2025. N come Nude look. Quello esibito da Bianca Balti con testa rasata e cicatrici a vista, non nasconde nessuno dei segni che la sua lotta contro il cancro alle ovaie le ha procurato: lei che è una top model e vive d'immagine, porta un messaggio importante a chi affronta lo stesso viaggio con la malattia e spesso si nasconde. O come Ospiti. Con un velocista della scaletta come Carlo Conti non sono stati pochi ma la loro presenza sul palco più rapida, al grido di “niente monologhi ma momenti di riflessione”. P come Pubblicità. Il festival 2025 chiude con un nuovo record: 65,2 milioni di euro di raccolta con un incremento dell’8,5% del dato già eccezionale dell’anno scorso. Rai pubblicità festeggia. Q come Qualità. La qualità musicale del festival è forse un po’ meno radiofonica degli ultimi anni ma riporta all’Ariston tanti cantautori, compreso il vincitore Olly. E la sorpresa è che il pubblico apprezza: Lucio Corsi secondo e Brunori Sas terzo erano un miraggio solo poche settimane fa. R come Rock. Il grande assente del festival. Carlo Conti lo ha ammesso, ricordando però che il festival è lo specchio di un’annata di musica e che di proposte rock non ne aveva praticamente ricevute. S come Serenità. Un festival iniziato con l’incubo di dissing e risse, passa alla storia per essersi svolto in un clima tra i più rilassati di sempre. Certo, il successo d’ascolto aiuta e si riverbera su tutti quelli che lavorano al festival. T come Tony Effe. Grande trionfatore delle classifiche dell’ultimo anno e dell’estate con il tormentone ‘Sesso e Samba’, non riesce a conquistare il festival con ‘Damme ‘na mano’. La sua versione meno maledetta non accontenta i suoi fan abituali e non ne conquista di nuovi. U come Usato garantito. Sanremo 2025 riporta nella squadra del festival il vicedirettore dell’intrattenimento Prime Time, Claudio Fasulo, e, tra gli autori, l’ex direttore di Rai1, Giancarlo Leone. Come Conti grandi esperti del pubblico della rete ammiraglia Rai e del festival. V come Vestiti. Sanremo si conferma l’evento trend setter per eccellenza. Come 75 anni fa, così nel 2025, l’evoluzione di usi e costumi parte da qui. Z come Zapping. Quasi assente durante il festival 2025. Con il ritmo a ‘cassa dritta’ di Conti non c’è tempo di annoiarsi. Lo si può amare o odiare ma la grande maggioranza di chi si sintonizza rimane. (di Antonella Nesi)
(Adnkronos) - Dal nostro osservatorio Anc, una rottamazione quinques, che ricomprendesse tutti i contribuenti decaduti dalle altre rottamazioni e tutti i contribuenti che hanno ruoli affidati all’Agenzia della riscossione alla data del 31 dicembre 2024, potrebbe coinvolgere oltre 3 milioni di contribuenti tra imprese, lavoratori dipendenti e pensionati. Determinerebbe un decremento significativo dei crediti vantati dallo Stato con un extra gettito viceversa irraggiungibile e soprattutto metterebbe nelle condizioni i cittadini di regolarizzare le proprie posizioni tributarie. Se così non fosse, la massa dei crediti inesigibili aumenterebbe a dismisura così come avvenuto negli anni passati, nonostante le varie rottamazioni messe in campo dai vari Governi". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marco Cuchel, presidente Associazione nazionale commercialisti (Anc) sull'ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle. Infatti secondo Cuchel "una delle urgenze del Paese, è quella di poter mettere nelle condizioni di sanare le posizioni debitorie con lo Stato da parte di quei contribuenti che, a causa di molteplici ragioni personali e socio economiche, hanno dichiarato i propri redditi ma non sono riusciti a pagare quanto dovuto all’erario, 'non evasori'. Il magazzino delle cartelle esattoriali ammonta ad oltre 1.267 miliardi di euro, con un aumento negli ultimi 7 anni di circa 350 miliardi (50 miliardi all’anno al netto degli incassi). Molti di questi crediti sono oggettivamente inesigibili riguardando contribuenti defunti, falliti, nullatenenti. Ma una buona parte riguardano cittadini che vogliono regolarizzare e tornare 'in bonis' con lo Stato e per questo meritano di essere aiutati e messi nelle condizioni di poterlo fare pagando le imposte arretrate (senza sanzioni ed interessi), non accumulando ulteriori debiti ma in maniera sostenibile potendo pagare nel contempo anche il corrente", sottolinea il presidente dell'Anc. E per il professionista "la vera novità della proposta di legge sulla nuova rottamazione 'quinques', o 'pagamento lungo', è che interviene su ciò che non ha funzionato nelle precedenti rottamazioni. Si prevede il pagamento dell’arretrato in 10 anni, mentre le precedenti rottamazioni avevano una scadenza non oltre i 5 anni, in 120 rate mensili tutte uguali, mentre le precedenti avevano rate iniziali troppo esose e non sostenibili con pagamenti trimestrali, decadenza dal beneficio dopo 8 rate non pagate, a differenza delle precedenti che prevedevano la decadenza anche in caso di ritardo del pagamento di una sola rata. Nel caso della rottamazione quater, proprio per queste criticità sopracitate che la nostra Associazione aveva sin da subito evidenziate, ci sono oltre 600 mila cittadini che sono decaduti perché non sono riusciti a rispettare le scadenze previste e per i quali è necessario riaprire i termini con una nuova possibilità di regolarizzazione", sottolinea. "Alla chiusura della rottamazione quater, l'Agenzia della riscossione ha proceduto all’invio -ricorda Cuchel- di milioni di cartelle esattoriali arretrate con il contestuale azionamento di misure cautelari estremamente invasive quali fermi amministrativi, pignoramenti di immobili, prelievi diretti sui c/c, pignoramenti di crediti verso terzi. Tutte queste attività risultano devastanti in quanto determinano la 'morte' del soggetto economico coinvolto non potendo più pagare dipendenti e fornitori, non potendo più accedere al credito bancario". "La morte di un’impresa determina conseguenze dirompenti per il titolare e la propria famiglia, ma anche per i propri dipendenti e collaboratori, un danno per tutto il tessuto economico del Paese oltre che ricadute estremamente gravi di carattere sociale", conclude Cuchel.
(Adnkronos) - "A tre anni dall’inserimento del principio della tutela degli animali nella Costituzione, solo il 20,5% è in linea con la riforma del 2022". A fare il punto è Legambiente con un’analisi sull’attività di intervento legislativo. “Su 617 atti legislativi definitivamente approvati da metà febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, sono 91, appena il 14,75%, quelli in cui si parla di animali. Di questi 91, quasi l’80% dei provvedimenti approvati in questi tre anni non ha dato seguito al principio costituzionale: in particolare il 67,12% degli atti legislativi non ha tenuto conto di questa novità costituzionale e il 12,33% è andato addirittura contro, peggiorando la tutela per gli animali. Solo il 20,55% degli atti approvati è andato nella direzione indicata dall’art. 9 della Costituzione”, ricostruisce l'associazione. Non solo. Un altro alert riguarda lo stallo in cui si trovano nuove proposte e disegni di legge: “Quelli migliorativi (64 pdl e 10 ddl) sono al momento quasi tutti bloccati". Inoltre, quello che emerge dall’analisi di Legambiente, è "che a livello politico l’attenzione maggiore si concentra sugli animali d’affezione. Gli animali selvatici sono invece più quelli ‘sotto attacco’ a causa del bracconaggio e ancora privi di un’efficace e proporzionata tutela penale, a partire dalle specie protette”. Per scattare questa fotografia Legambiente ha analizzato le banche dati della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, per vedere come i nuovi principi fondamentali costituzionali siano entrati (con le norme già approvate) o stiano bussando alla porta, con le proposte presentate, nell’ordinamento giuridico. L'analisi, che va dal 12 febbraio 2022 al 31 gennaio 2024, ha compreso le proposte avanzate dai governi Draghi e Meloni, dai Gruppi parlamentari, dai singoli parlamentari, nonché da iniziative di legge popolare o dei Consigli regionali. Tra gli atti approvati, parliamo di leggi, decreti legislativi, decreti-legge, decreti del presidente del Consiglio dei ministri e decreti ministeriali. Con questa analisi, Legambiente vuole lanciare un invito a governo e Parlamento per il rispetto del principio costituzionale in fatto di tutela degli animali, “superando i ritardi accumulati in questi tre anni per la sua concreta attuazione e sbloccando l’iter delle diverse proposte di legge migliorative in stallo alla Camera e al Senato”. Tre le azioni prioritarie che indica l’associazione: “Lo stop al bracconaggio con l’inserimento nel Codice penale del delitto di bracconaggio con pene da tre a sei anni di reclusione, estendendo la sanzioni anche ai traffici di specie protette, come previsto dalla direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente; un’etichetta ‘Cage Free’ per i prodotti di origine animale che, con chiarezza e trasparenza, permetta la libera scelta ai consumatori e aiuti gli allevatori che investono in pratiche più rispettose del benessere degli animali; cure veterinarie accessibili a tutti attraverso un Piano nazionale, approvato in Conferenza Stato-Regioni, per l’assunzione di veterinari pubblici, il sostegno alle cure veterinarie delle famiglie e la sterilizzazione dei randagi, come previsto dalla legge 281/1990 ma mai efficacemente attuato”. “L’Italia in fatto di tutela degli animali - sottolinea Antonino Morabito, responsabile nazionale benessere animale di Legambiente - con il voto parlamentare all’unanimità nel 2022 ha dato un bellissimo segnale all’Europa e al mondo intero: l’ha pienamente integrata nei principi fondamentali della Costituzione, accendendo il faro che deve illuminare la strada da seguire per tutta la produzione legislativa. Purtroppo, sino ad oggi, non è stato così e i dati che emergono da questa ricerca lo dimostrano. A tutte le forze politiche chiediamo un’assunzione di responsabilità per la piena attuazione del principio costituzionale richiamato dall’art.9, a partire dal ridurre l’enorme divario esistente tra noi e altri Paesi nel deciso contrasto normativo al bracconaggio e alle organizzazioni criminali che vi lucrano. L’effettiva ed efficace tutela degli animali coincide anche con la tutela della salute delle persone e dell’ambiente”.