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(Adnkronos) - "Non esiste una relazione perfetta, ma esiste il vero amore, e quando c'è il vero amore, ci si impegna fino alla fine". Con queste parole Alice Campello ha parlato della separazione e della successiva riappacificazione con il calciatore spagnolo Alvaro Morata. La coppia aveva annunciato la rottura ad agosto del 2024 e a gennaio del 2025 con una storia Instagram hanno annunciato di essere tornati insieme, concedendo un’altra possibilità alla loro famiglia. In un’intervista rilasciata al magazine spagnolo ‘¡Hola!’, Alice Campello ha raccontato di aver vissuto dei momenti difficili prima e durante la separazione dal calciatore: "Ci sono momenti in cui, come è successo a noi, si vede tutto completamente nero, perché magari non si sta bene con se stessi. Noi ci siamo trovati in una fase in cui entrambi vedevamo tutto nero", ha detto Alice. "Io non stavo bene - ha spiegato alla rivista - venivo dalla gravidanza di Bella, dopo il parto ho vissuto momenti molto difficili. Anche Alvaro stava attraversando un momento complicato per altre ragioni personali, e nessuno dei due è riuscito a uscirne. È normale attraversare un periodo difficile, perché non siamo perfetti, non siamo macchine programmate per essere felici ogni giorno". “Siamo ancora molto giovani – ha ammesso la 30enne - abbiamo vissuto tante esperienze ed è normale che a volte ci sia ancora immaturità in alcuni aspetti. Io sento che siamo stati immaturi nel modo in cui abbiamo affrontato tutto”. Degli errori commessi hanno portato entrambi a gestire male la relazione in alcuni periodi: “Abbiamo commesso errori entrambi, ma se dopo tutto questo dolore, questa rabbia e questa crisi, siamo ancora qui, è perché l’amore è più forte di tutto il resto". Lavorando su loro stessi, Alice e Alvaro sono riusciti a superare questo periodo difficile: “Così, in questi mesi, mi sono dedicata completamente a un lavoro interiore, proprio come ha fatto Alvaro. E quando entrambi siamo tornati a stare bene, abbiamo potuto lavorare sulla nostra relazione", ha spiegato Alice. Alice Campello e Alvaro Morata sono genitori di quattro figli, Leonardo e Alessandro (nati nel 2018), Edoardo (2020) e la piccola Bella che è nata nel 2023: “Sono felice perché la nostra famiglia è di nuovo unita. Non esiste la relazione perfetta, ma esiste il vero amore, e quando c’è vero amore, si lotta fino alla fine".
(Adnkronos) - "Oggi è un'occasione unica per parlare di un'azienda che ha 25mila dipendenti, con una diffusione sul territorio, su un tema attuale come quello della parità di genere. Gestire bene le persone è fondamentale, gestirne le diversità, e lo possiamo fare nei contratti collettivi di lavoro, ma tutto dipende soprattutto dall'attuazione di questi che si fa nelle amministrazioni. Monitorare quello che avviene nelle amministrazioni è fondamentale, ad esempio sull'assegnazione delle posizioni organizzative". Lo ha detto Antonio Naddeo, presidente dell'Aran, intervenendo al convegno Inps 'Diversity, pari opportunità e lavoro: diritti e nuove sfide'. Per Naddeo "la cura delle persone è fondamentale e comportamenti e atteggiamenti nelle amministrazioni sono fondamentali al riguardo", ha concluso.
(Adnkronos) - Sorgenia entra nelle Università italiane sostenendo #NonCiFermaNessuno per parlare ai giovani di lotta alla violenza di genere con il suo progetto #Sempre25novembre. Oggi all'Università Parthenope di Napoli si è svolta la prima tappa del tour motivazionale ideato da Luca Abete, giunto alla sua undicesima edizione. Tra i protagonisti del progetto sociale che attraverserà l'Italia fino a dicembre anche Sorgenia che punta a sensibilizzare i giovani con dodici storie a finale aperto, ispirate a situazioni vere, ideate in collaborazione con Fondazione Pangea Ets. #sempre25novembre, si legge in una nota, è una campagna lanciata da Sorgenia sette anni fa per contrastare il drammatico fenomeno della violenza sulle donne, sempre, non solo nella data che le Nazioni Unite hanno dedicato al tema. Al centro dell'edizione 2025 storie di apparente normalità il cui finale può essere deciso dal lettore, a evidenziare come alcune situazioni che sembrano innocue celino invece una violenza sottile, quasi invisibile, che le nostre scelte possono cambiare concorrendo così a scrivere una conclusione diversa. Durante l'incontro all'Università Parthenope è stata presentata la storia di Matteo che mostra il controllo esercitato attraverso la lettura fatta di nascosto delle chat della compagna. Un tema di grande attualità se si pensa che, secondo un recente report di Fondazione Libellula, il 40% dei giovani intervistati non considera una forma di violenza chiedere al partner di condividere la password dei profili social e controllare di nascosto il cellulare. Per la stessa percentuale non si tratta di violenza inviare ripetuti messaggi o telefonare insistentemente a una persona che piace. Un terzo non riconosce come abuso forme di controllo e limitazioni della libertà altrui, come dire al partner quali vestiti può indossare, impedire nuove amicizie online senza discuterne, chiedere di geolocalizzarsi quando si è fuori e sapere sempre con chi si è[1]. A partire dal racconto, Luca Abete ha chiesto agli studenti di immedesimarsi negli amici di Matteo e scegliere uno dei tre finali possibili. La maggioranza dei ragazzi ha dichiarato che, di fronte a un amico che controlla il telefono e le chat della compagna, non avrebbe esitazione a suggerirgli di avere fiducia in lei, smettendo di tenerla d'occhio. "I dati ci dicono che la scelta fatta oggi in aula non era affatto scontata. La risposta delle ragazze e dei ragazzi dell'Università Parthenope ci proietta verso la costruzione di un futuro libero da una violenza di genere, perché solo attraverso la consapevolezza e il coinvolgimento di tutti possiamo cambiare le cose", ha commentato Silvia Redigolo, Responsabile comunicazione e raccolta fondi di Fondazione Pangea Ets. "La violenza di genere è un fenomeno che riguarda tutti. Il cambiamento è un percorso lungo che richiede uno sforzo collettivo, un po' come la transizione energetica su cui Sorgenia si impegna attivamente. Crediamo che la collaborazione con #NonCiFermaNessuno sia un modo efficace per attivarlo", conclude Miriam Frigerio, Head of Brand & Communication di Sorgenia. Sorgenia interverrà anche nei prossimi appuntamenti di #NonCiFermaNessuno per raccontare nuove storie, focalizzate su altri aspetti come il controllo dell'abbigliamento, la discriminazione in ambito lavorativo o familiare, il consenso anche tra fidanzati. Dopo Napoli, le tappe del tour sono: 28 marzo - Pescara Università degli Studi G. D'Annunzio; 8 aprile - Siena Università degli Studi di Siena; 7 maggio - Messina Università degli Studi di Messina; 9 ottobre - Roma Università Sapienza - Facoltà di Economia; 5 novembre - Catanzaro Università Magna Graecia; 19 novembre - Cagliari Università degli Studi di Cagliari e 5 dicembre - Milano Università degli Studi di Milano-Bicocca.