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(Adnkronos) - Antonella Mosetti ha abbandonato L’Isola dei Famosi. Dopo giorni di profonda crisi, l’ex naufraga ha preso la decisione di lasciare definitivamente il reality di Canale 5, spiegando che il motivo è legato al dolore per la perdita del padre, un lutto troppo grande che non riesce ancora a superare. Antonella Mosetti ha spiegato di non essere più in grado di continuare la sua avventura in Honduras. Durante il day time di oggi, venerdì 23 maggio, la concorrente ha ribadito che non ha ancora metabolizzato il lutto di suo padre: "Sono venuta qua per ritrovare il mio papà, ma mi sono sentita ancora più lontana da lui", ha detto in lacrime, dispiaciuta di lasciare il programma condotto da Veronica Gentili, ma felice di tornare dalla sua famiglia. Mosetti era apparsa in crisi sin dai primi giorni in Honduras. La fame e la stanchezza della prima settimana si sono sommate alla mancanza del padre scomparso poco tempo fa. "Non ce la faccio neanche a parlare. Mi dispiace tanto. Non ho ancora elaborato la morte di mio papà e non riesco a stare ferma nella noia", aveva raccontato la concorrente in diretta. "Ho un dolore talmente forte che la notte mi sveglio per la nausea, non dormo. Sono esaurita. Questa cosa mi fa stare troppo male. Non riesco neanche a spiegarlo", aveva aggiunto. Direttamente dallo studio, il fratello Massimiliano l'aveva incoraggiata: "Papà non lo devi cercare altrove, lui è dentro di te e nella meraviglia che vedi". Anche la figlia Asia: "Questo è un gioco tosto, lo avevamo immaginato, ma i problemi della vita sono altri. Sono sempre qui a fare il tifo per te" le aveva detto. Ma niente da fare, Antonella Mosetti ha deciso di abbandonare definitivamente l'Isola.
(Adnkronos) - Settant’anni di storia, quattro strutture iconiche tra Roma e Firenze, e una visione manageriale che guarda al futuro senza dimenticare il valore delle radici. Il Gruppo FH55 Hotels celebra nel 2025 il suo 70° anniversario con risultati economici solidi, riconoscimenti di prestigio e un piano di rilancio strutturato che punta su qualità, innovazione e identità. A guidare questa fase evolutiva è Claudio Catani, vicepresident Operations dal 2023, manager di lunga esperienza nel settore dell’hôtellerie di lusso, che ha impresso al gruppo un nuovo passo strategico e operativo, tracciando oggi un bilancio dei suoi primi due anni alla guida. “Il 2024 ha segnato un punto di svolta: abbiamo chiuso l’anno con un fatturato di 34 milioni di euro, l’8% in più rispetto al 2023 e il 30% rispetto al 2019. Ma il vero risultato è aver posto le basi per una crescita solida, sostenibile e coerente con il nostro posizionamento”, racconta Claudio Catani. Alla base di questa trasformazione ci sono interventi mirati su governance, organizzazione, gestione operativa e marketing. Un cambiamento profondo, che ha coinvolto tutte le leve dell’hôtellerie: “Abbiamo rivisto - spiega - il mix di clientela, razionalizzato i costi introducendo il metodo Usali per il controllo di gestione, migliorato i processi interni, e soprattutto abbiamo fatto leva sul valore delle nostre persone. Le strutture erano solide, serviva una visione nuova”. La trasformazione del Gruppo FH55 Hotels non si è fermata agli asset e ai numeri: ha coinvolto in modo diretto le persone che ogni giorno animano le strutture. “L’accelerazione gestionale non può prescindere dalla crescita interna. Il nostro personale non è solo esecutore di processi, ma protagonista del cambiamento”, afferma il vicepresident Operations. In questi due anni, il gruppo ha investito in formazione, coinvolgimento interdipartimentale e responsabilizzazione, promuovendo una cultura aziendale più orizzontale e orientata alla qualità reale del servizio. “Un ospite percepisce la coerenza di un’esperienza anche attraverso i piccoli gesti. Per questo, valorizzare le competenze e la motivazione del team è stato uno degli interventi più strategici”, aggiunge. Il progetto simbolo di questa nuova fase è il Grand Hotel Palatino di Roma. Lo storico hotel, a pochi passi dai Fori Imperiali e dal Colosseo, è al centro di un ambizioso piano di restyling da 20 milioni di euro, che ha già visto la ristrutturazione di cinque piani e la creazione di nuove suite di lusso. “Il Grand Hotel Palatino rappresenta al meglio la nostra idea di ospitalità: centrale, autentico, ma ora con un’identità forte anche per il mercato Luxury. Le nuove camere hanno già prodotto un +48% nel ricavo medio camera e un +40% nel RevPar. La reputazione della struttura è passata da 8.1 su 10 a 8.7 su 10 in pochi mesi. E siamo solo all’inizio”, dice Catani. Entro fine maggio verrà inaugurata anche la nuova Presidential Suite, e il percorso di rinnovamento porterà l’hotel alla classificazione 5 stelle lusso entro il 2026. “Non abbiamo solo cambiato gli arredi. Abbiamo costruito un nuovo storytelling per l’ospite, e ogni dettaglio è stato pensato per generare valore, reputazione e fidelizzazione”, prosegue. Ma il Grand Hotel Palatino non è un caso isolato. Il piano di sviluppo ha toccato anche le altre tre strutture del gruppo: il Grand Hotel Mediterraneo e l’Hotel Calzaiuoli di Firenze e l’Hotel Villa Fiesole, dove il ristorante Serrae Villa Fiesole ha conquistato una Stella Michelin nel 2024. “L’investimento complessivo che abbiamo destinato a queste strutture negli ultimi due anni è di circa 2.5 milioni di euro. I risultati si vedono non solo nei numeri, ma soprattutto nella percezione degli ospiti, che oggi valutano la qualità complessiva con un punteggio medio di 9.1 su 10. Un elemento sempre più centrale è la ristorazione, che abbiamo voluto elevare a vero e proprio pilastro esperienziale. Quando è coerente con l’identità della struttura e con il territorio in cui si inserisce, non è più solo un servizio, ma diventa un ricordo, un racconto da portare con sé. E oggi il cliente lo riconosce, lo cerca, lo premia”, osserva. Sul piano gestionale, FH55 Hotels ha introdotto un approccio sistemico alla sostenibilità: tre certificazioni Iso (qualità, ambiente, sicurezza), software dedicati al controllo qualità, e una divisione Hse che affianca la direzione nelle scelte operative. “Lavoriamo per integrare efficienza e responsabilità. Oggi più che mai, l’hotellerie deve essere trasparente, agile e attenta ai temi Esg”, continua Catani. Nel 2024 il gruppo ha ricevuto il Premio Industria Felix come eccellenza imprenditoriale, ed è entrato nel 2023 con il Grand Hotel Palatino nella Top 10 degli hotel di Roma secondo Condé Nast Traveler. Riconoscimenti che, secondo Catani, “non sono obiettivi, ma indicatori che stiamo andando nella direzione giusta”. E il futuro? “Il 70° anniversario è un momento importante, ma non è un traguardo: è un punto di partenza. Il nostro obiettivo non è crescere a ogni costo, ma evolvere in modo coerente. Stiamo valutando indieme al Cda nuove opportunità, ma selezioniamo con attenzione. Vogliamo solo progetti che rafforzino la nostra identità”, assicura. FH55 Hotels, da Firenze a Roma, entra dunque nella sua ottava decade con lo sguardo puntato in avanti, grazie a una leadership che coniuga metodo, esperienza e passione. “Abbiamo una grande storia alle spalle. Ora stiamo costruendo il nostro futuro", conclude Catani.
(Adnkronos) - Nel 2024 1.755.940 tonnellate di legno sono state avviate a riciclo, di cui il 45,69% è costituito da imballaggi. Il tasso complessivo di riciclo degli imballaggi è del 67,14%, rispetto all’immesso al consumo di oltre 3,4 milioni di tonnellate, e in crescita di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente (l’obiettivo fissato dal nuovo Regolamento Imballaggi Ue -Ppwr è del 30% al 2030). Questi i principali risultati che emergono dalla Relazione sulla gestione dell’attività svolta da Rilegno nel 2024 approvata dall’Assemblea annuale tenutasi a Cesenatico, dove il Consorzio ha la sua sede operativa. Tra le voci più rilevanti spicca quella relativa alla rigenerazione dei pallet, un asset ormai centrale della filiera: oltre 945mila tonnellate di pallet recuperati, equivalenti a più di 70 milioni di unità reimmesse in circolazione. A livello territoriale, nel riutilizzo, è la Lombardia a primeggiare con 300.996 tonnellate (il 32% del totale), seguita dall’Emilia Romagna con 125.758 t e dal Piemonte con 117.376 t. L’Assemblea ha, inoltre, rinnovato il Consiglio di Amministrazione che a sua volta ha confermato Nicola Semeraro alla presidenza per il prossimo triennio. Rilegno garantisce in tutta Italia il riciclo e il recupero degli imballaggi di legno e gestisce una filiera che si basa su 1.949 consorziati, 394 piattaforme di raccolta capillarmente diffuse sul territorio e 16 impianti di riciclo. Nel 2024 il sistema ha gestito quasi 1,76 milioni di tonnellate di rifiuti tracciati e avviati a recupero, realizzando oltre 95mila viaggi documentati, con un incremento dei flussi soprattutto nel Centro-sud Italia. La maggiore distanza dagli impianti di riciclo (concentrati principalmente al Nord) ha inciso sui costi - fa notare il Consorzio - che Rilegno ha comunque fronteggiato attraverso una pianificazione strategica, mantenendo invariati i contributi economici riconosciuti agli operatori del recupero. “Anche nel 2024 Rilegno ha fatto segnare risultati significativi nella gestione sostenibile di una delle filiere più strategiche dell’economia circolare italiana. Il rapporto annuale, che riassume le informazioni e attività del consorzio approvate oggi in Assemblea, fotografa un sistema in piena salute, capace di coniugare innovazione logistica, tracciabilità e visione ambientale - commenta Nicola Semeraro - Questi numeri confermano il valore ambientale e industriale della nostra attività. Ogni tonnellata di legno riciclato significa minori emissioni, risparmio di risorse e sostegno a una filiera che unisce imprese, istituzioni e cittadini nella sfida della sostenibilità”. “Attraverso attività di tracciabilità, controlli merceologici, progetti educativi, eventi pubblici e campagne di comunicazione, Rilegno promuove ogni giorno una cultura del recupero che ha al centro il legno come risorsa e non come rifiuto. Il 2024 ha visto, inoltre, l’avvio del dialogo con il Ministero dell’Ambiente per l’estensione sperimentale delle attività consortili al riciclo di manufatti legnosi diversi dagli imballaggi, in settori chiave come l’edilizia e la grande distribuzione. Una prospettiva che conferma Rilegno come punto di riferimento per una gestione avanzata e circolare del legno in Italia e in Europa”, conclude Semeraro.