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(Adnkronos) - ABB lancia sul mercato italiano il nuovo interruttore aperto Sace Emax 3, evoluzione della storica gamma di interruttori industriali di bassa tensione ABB. Frutto di una sinergia internazionale, il prodotto innovativo porta la firma del centro di ricerca di Bergamo ma è nello stabilimento di Frosinone che hanno avuto luogo il suo sviluppo e la sua produzione. Sace Emax 3 combina versatilità, affidabilità e sicurezza, caratteristiche pensate per le esigenze di infrastrutture critiche e grandi impianti industriali. L’evento di presentazione odierno presso lo stabilimento ABB di Frosinone ha previsto dimostrazioni tecniche, incontri con gli specialisti di prodotto e visite alla fabbrica, esempio di Made in Italy di qualità in digitalizzazione, automazione e sostenibilità. Il nuovo interruttore nasce per affrontare le sfide della transizione energetica e della crescente digitalizzazione, garantendo continuità di servizio in contesti ad alta intensità energetica come data center, ospedali, aeroporti e siti produttivi all’avanguardia, come sottolinea Sabina Belli, product marketing director di ABB Electrification Italia: “Sace Emax 3 è un vero e proprio salto tecnologico per la resilienza energetica, siamo certi che aiuterà i nostri clienti a essere sempre un passo avanti rispetto alle nuove esigenze di potenza, proteggendo infrastrutture critiche e garantendo continuità operativa”. Grazie ai sensori di misura ad alta precisione, sensori di monitoraggio delle condizioni dell’interruttore e algoritmi di analisi in tempo reale, ‘l’interruttore intelligente’ monitora costantemente consumi, stato del sistema e condizioni ambientali, fornendo informazioni e indicazioni per attività di manutenzione mirata. Questa intelligenza integrata consente di passare da una manutenzione reattiva a una manutenzione predittiva, riducendo i rischi di fermo impianto e migliorando la sicurezza operativa. Le tre caratteristiche fondamentali del nuovo interruttore di ABB sono infatti “la versatilità, l'affidabilità e la sicurezza - aggiunge Belli - E’ versatile perchè si adatta ad ogni situazione e ad ogni necessità. Le dimensioni e la forma restano invariate rispetto al suo predecessore, dando così la possibilità di integrarlo senza modificare gli impianti. Lo sganciatore di protezione Ekip Aware, poi, consente aggiornamenti software e hardware per adattarsi alle esigenze future. L'affidabilità è garantita da una sensoristica molto precisa, che permette di visualizzare in tempo reale i dati energetici. Questi vengono poi trasformati in informazioni, sulla base delle quali si possono prendere decisioni in modo molto più consapevole. Ciò aiuta anche la manutenzione predittiva, con indubbi vantaggi in termini di diminuzione degli sprechi e dei costi. Rispetto al modello precedente, in tema di sicurezza si aggiunge la protezione dall'arco elettrico e la sicurezza informatica, essendo questo il primo interruttore al mondo ad avere il livello 2 di cyber security certificato”. Sace Emax 3 è infatti il primo interruttore aperto al mondo a ottenere la certificazione di cybersecurity IEC 62443-4-2 Security Level 2. o stabilimento ABB di Frosinone, dove il nuovo interruttore aperto Sace Emax 3 viene realizzato, è uno dei poli produttivi più avanzati al mondo per gli interruttori industriali di bassa tensione. Riconosciuto come fabbrica Lighthouse dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del piano Industria 4.0, il sito è un centro di eccellenza globale per la Smart Power Division di ABB. “Lo stabilimento ABB di Frosinone non è soltanto uno stabilimento che produce prodotti per il mondo dell'elettrificazione per i nostri clienti, ma è anche un centro di eccellenza - spiega Alessandro Rovardi, direttore dello stabilimento ABB di Frosinone - Parliamo di una fabbrica che mette a servizio del nostro team di sviluppo competenze, linee di produzione e una catena di fornitura, che, tutte insieme, assicurano un successo molto rapido e sempre di qualità”. “Il prodotto ABB Sace Emax 3 è un oggetto altamente innovativo - prosegue Rovardi - pronto a rispondere a quelle che sono le sfide globali nel campo dell'elettrificazione da qui ai prossimi anni. L'innovazione è sempre stato uno dei nostri pilastri: non ci fermiamo mai di fronte a una sfida, cogliamo ogni opportunità continuando a migliorare ad investire. L'innovazione è cruciale non soltanto nel prodotto ma anche sulle linee di produzione. Attraverso gli incentivi di cui abbiamo beneficiato per il programma Lighthouse, di cui siamo uno degli stabilimenti chiave in ABB insieme a Dalmine e Santa Palomba, stiamo cominciando anche a sperimentare l'intelligenza artificiale sulle nostre linee”. Con una superficie di quasi 50.000 metri quadrati dedicati alle unità operative, lo stabilimento ABB di Frosinone ospita 15 linee di produzione avanzate, oltre 270 stazioni automatiche e 60 robot, integrati in processi di smart logistics e automazione di ultima generazione. Ogni anno, lo stabilimento produce quasi 4 milioni di interruttori, destinati a oltre 100 Paesi. Il sito, dichiarato ABB Mission to Zero TM nel 2023, è alimentato al 100% da elettricità da fonti certificate di energia rinnovabile e dispone di un impianto fotovoltaico (realizzato nell’ambito di un accordo Power Purchase Agreement - PPA) dalla potenza di 1.6 MWp; inoltre è stato il primo sito ABB al mondo ad ottenere la certificazione UL 2799A Zero Waste to Landfill con il rating “platinum”. Questi risultati testimoniano come Frosinone non sia solo un luogo di produzione, ma un vero incubatore di innovazione, sostenibilità e qualità, capace di portare nel mondo soluzioni tecnologiche che rispondono alle esigenze più complesse dell’elettrificazione moderna.
(Adnkronos) - “L'obiettivo di questo evento è creare una connessione necessaria tra imprese e università, Its Academy, ricerca e istituzioni, in modo da lavorare insieme per creare percorsi mirati sulle nuove competenze richieste dal mondo del lavoro”. Lo ha affermato Alda Paola Baldi, vicepresidente Unindustria con delega al Capitale umano, partecipando oggi al convegno organizzato nella capitale da Unindustria, in collaborazione con Università Campus-biomedico di Roma, ‘Future skills - Capitale umano e Ai per il lavoro che cambia. Dove formazione e impresa si incontrano’. Secondo i dati Unioncamere, oltre il 60% delle imprese italiane prevede nei prossimi anni un fabbisogno crescente di profili formati nelle tecnologie Ia e digitali, ma segnala una difficoltà crescente nel reperirli, si legge in una nota. Emerge dunque chiara l’esigenza di creare nuove competenze. L’evento promosso da Unindustria vuole perciò “creare dei percorsi di orientamento consapevole ed efficace che coinvolgano i giovani fin dai primi anni di scuola e accompagnino questa transizione con responsabilità e lungimiranza”, ha concluso Baldi.
(Adnkronos) - Innovazione e sostenibilità si incontrano nel cuore del distretto pratese. In occasione di Ecomondo, Lorenzo Perra, presidente di Plures, multiutility toscana attiva nei settori ambiente, energia e acqua, ha annunciato che dal 1° dicembre inizierà la posa delle linee impiantistiche del Textile Hub di Prato, il primo impianto in Italia a utilizzare intelligenza artificiale e tecnologia a infrarossi per la selezione e il riciclo dei materiali tessili. "Con il Textile Hub di Prato apriamo una nuova stagione per la Toscana e per l’Italia - ha dichiarato Perra intervenendo al convegno di Utilitalia dedicato all’economia circolare - E’ un impianto che unisce innovazione e sostenibilità, trasformando gli scarti in nuova materia prima e restituendo valore a un settore simbolo del saper fare italiano. È un passo concreto verso un’economia circolare reale, non solo dichiarata". Finanziato con risorse del Pnrr e con investimenti diretti di Plures Alia per un valore complessivo di 29,5 milioni di euro, il Textile Hub sorgerà su un’area di 24mila metri quadrati e potrà trattare fino a 33mila tonnellate di materiali all’anno, tra flussi di pre e post consumo, coprendo l’intero fabbisogno regionale. Circa la metà dei materiali proverrà direttamente dal distretto tessile pratese. Sul piano tecnologico, l’impianto rappresenterà un salto di qualità senza precedenti: i sistemi di visione ottica e gli algoritmi di riconoscimento delle fibre permetteranno una selezione automatica dei materiali con altissima precisione, aumentando le percentuali di recupero e riducendo drasticamente gli scarti non valorizzabili. La conclusione dei lavori e il collaudo finale sono previsti per giugno 2026.