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(Adnkronos) - Bat Italia e il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste hanno annunciato oggi il rinnovo del loro Memorandum d’Intesa (MoU) attraverso il quale la realtà leader nel settore dei beni di largo consumo, con un portfolio prodotti multi-categoria nel settore della nicotina, si impegna ad acquistare tabacco italiano di alta qualità fino a 15 mila tonnellate per il triennio 2026-2028. Un accordo che si riflette direttamente su oltre 400 piccole e medie imprese italiane che danno lavoro a circa 6000 addetti ai lavori e che fanno parte della filiera tabacchicola italiana. Il Memorandum d’Intesa è stato firmato oggi dal Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Patrizio Giacomo La Pietra e da Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di BAT Italia nella cornice dell’A Better Tomorrow Innovation Hub di Trieste, il fiore all’occhiello degli stabilimenti produttivi di BAT nel mondo. Il rinnovo dell'accordo si inserisce in un contesto in continuo cambiamento. L’intero settore sta infatti attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata dall'evoluzione dell'industria e dall'impegno di giovani imprenditori agricoli italiani che, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie, tecniche sempre più all’avanguardia e all'agricoltura di precisione, stanno introducendo importanti innovazioni. Con il rinnovo del Memorandum d’intesa, BAT si pone come uno dei principali player attivi nel territorio italiano, dimostrando una forte volontà di continuare a investire in Italia per rafforzare e valorizzare il comparto, rendendolo più efficiente e competitivo. Come risultato dell’accordo, BAT acquisterà le varietà Burley in Campania e il Virginia Bright in Veneto e Umbria. “Siamo molto soddisfatti di aver rinnovato il nostro Memorandum d'Intesa e ringrazio il Ministero dell’Agricoltura per il dialogo proficuo che ha portato a questo nuovo accordo per un ulteriore triennio" ha dichiarato Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di BAT Italia. "Questa estensione - continua - ci permette di dimostrare la vicinanza al territorio attraverso un importante investimento nel settore tabacchicolo italiano, considerato un’eccellenza a livello globale. Un impegno concreto reso possibile anche grazie, negli ultimi anni, a un approccio bilanciato alla tassazione delle diverse categorie di prodotto che ha consentito di programmare importanti investimenti a lungo termine. Abbiamo sempre creduto fermamente nel settore, tanto da supportare la filiera non solo acquistandone il principale prodotto, ma contribuendo soprattutto all'innovazione della stessa, attraverso la promozione e l’adozione di nuove tecnologie e l'uso dell'intelligenza artificiale per ottimizzare e migliorare l'utilizzo delle risorse da destinare ai terreni. Siamo convinti che un futuro migliore è possibile e va costruito già oggi” . “Oggi ribadiamo con un atto, tanto importante quanto concreto, - ha dichiarato il sottosegretario al Masaf, senatore Patrizio La Pietra - la centralità della filiera tabacchicola italiana nell’attività del dicastero. Insieme a BAT rinnoviamo l’impegno a perseguire l'obiettivo programmatico oggetto degli accordi di intesa pluriennale, periodicamente siglati negli anni precedenti, così da poter continuare a dare stabilità e programmazione alle imprese tabacchicole, che si traduce anche in un impegno per pratiche agricole più rispettose dell’ambiente, sulla formazione degli operatori e non ultima sulla sostenibilità economica, grazie all’acquisto di un quantitativo massimo di 15mila tonnellate di tabacco, da parte di BAT, nel triennio dal 2026 al 2028”.
(Adnkronos) - I dazi Usa "finiranno presto, tra 1-2 anni al massimo". E il made in Italy "è troppo forte, non verrà fermato dall'aumento delle tasse". Ma a New York "verrà superato dal made in Naples, c'è attenzione verso l'autenticità di questa terra". Non ha dubbi Bill de Blasio, già sindaco di New York dal 2014 al 2021 ed esponente di punta del Partito Democratico americano, nel sottolineare, in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia a margine del 'Bufala Fest' a Napoli, la forza del prodotto italiano e 'made in Naples'. "I dazi Usa sui prodotti europei? Vanno eliminati -sottolinea de Blasio- non li condivido per nulla. Ma vediamo che Trump cambia spesso idea e credo che entro massimo un anno o due finiranno". de Blasio, i cui nonni emigrarono da Sant'Agata dei Goti, in provincia di Benevento, verso New York oltre cento anni fa, è stato ospite d'onore della manifestazione e ha partecipato al talk conclusivo su 'Napoli & New York: due metropoli unite dall'arte di attrarre il mondo' con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il vice presidente di Msc Crociere, Leonardo Massa. "I dazi 'congeleranno' l'economia americana -conclude de Blasio- anche le imprese saranno in difficoltà, ci sarà poco lavoro e i cittadini americani si ribelleranno". Ma de Blasio ribadisce che comunque "il made in Italy è un concetto troppo forte e bello e ci sarà sempre nonostante l'aumento delle tasse e quant'altro". E de Blasio sottolinea che nella Grande Mela "c'è molto interesse per Napoli e per il cibo di Napoli, per la sua autenticità. Ci sono tanti che hanno origini italiane, che vogliono riscoprire quello che quello che sono le loro radici, e molti arrivano proprio da Napoli e dalla regione Campania. Il 'made in Naples' è quindi un concetto che a New York oggi stanno iniziando a comprendere, è un work in progress. Tra un paio d'anni però secondo me, vista la crescita dell'attenzione su Napoli, crescerà sempre di più fino a diventare più importante del made in Italy", sottolinea. Ma non solo perchè de Blasio è andato oltre sottolineando che "il Bufala Fest è considerata una sorta di 'rivelazione', che potrebbe essere molto buona anche a New York, e io lo penso fortemente". (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - 'Matriarche e Memorie'. È questo il tema della Giornata mondiale dell'elefante (World Elephant Day) di quest’anno, celebrata come ogni anno il 12 agosto. La Giornata 2025 ha infatti un focus sul ruolo cruciale delle femmine di elefante nel guidare e preservare la storia dei loro branchi. Così il Wwf in una nota in cui ricorda che la leadership del branco di elefanti è affidato ad una femmina adulta ed esperta che è responsabile di guidare il gruppo, prendere decisioni cruciali su dove andare a reperire acqua e cibo e su come reagire ai pericoli. La Giornata mondiale dell’elefante è anche occasione, per il Wwf, di lanciare l’allarme sullo stato di conservazione di queste specie, promuovendo le azioni di conservazione che contrastano bracconaggio, commercio di avorio, perdita di habitat e conflitti con l’uomo, e sensibilizzando sul ruolo chiave che gli elefanti svolgono negli ecosistemi e sul loro valore culturale. In 8 Paesi asiatici (Cambogia, Cina, Laos, Indonesia, Malesia, Myanmar, Thailandia e Vietnam) restano fra gli 8-11mila elefanti in natura. La popolazione residua di elefante asiatico oggi occupa appena il 5% del suo areale storico. Conosciuti come 'ingegneri dell'ecosistema e giardinieri della foresta', gli elefanti asiatici svolgono un ruolo cruciale - spiega il Wwf - disperdendo semi e sostanze nutritive attraverso i loro escrementi mentre si spostano, creando percorsi nelle foreste dense e modificando gli habitat forestali a beneficio di altri animali. Anche le loro impronte possono formare piccoli ecosistemi che fungono da habitat per organismi come alcuni anfibi. La perdita e la frammentazione degli habitat, i conflitti con l'uomo e il bracconaggio hanno causato un allarmante declino della popolazione: in alcuni Paesi sono rimasti solo poche centinaia di individui in natura. La coesistenza è certamente un fattore chiave per garantire un futuro all’elefante. L’India è il paese dove è presente la più grande popolazione di elefante asiatico (la popolazione di elefanti in questo paese si attesta tra i 25-30mila individui, pari a quasi due terzi della popolazione globale di elefanti asiatici). "Nel complesso, il mantenimento della più grande popolazione esistente di elefanti selvatici al mondo, in un contesto fortemente antropizzato come quello indiano - spiega il Wwf - è reso possibile da un solido quadro istituzionale, politico e giuridico dedicato alla conservazione". Anche gli elefanti africani si trovano ad affrontare forti difficoltà. Il loro numero è drasticamente crollato, passando dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415mila riportati nell’ultimo censimento. Le due specie presenti sono l’elefante di savana (Loxodonta africana), classificato come 'in pericolo', e l’elefante di foresta (Loxodonta cyclotis), inserito tra le specie in 'pericolo critico'. Il bracconaggio resta la causa principale del declino di entrambe le specie: si stima che ogni anno, infatti, vengano uccisi circa 20mila elefanti per il commercio illegale di avorio. A questo si aggiungono le uccisioni generate dai conflitti con le comunità locali, in crescita a causa della deforestazione (trasformazione di aree di foresta e savana in coltivazioni), carenza di cibo o di acqua. Da oltre 30 anni il Wwf porta avanti programmi di conservazione in Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo e Gabon come le azioni di mitigazione dei conflitti con l’uomo, lo sviluppo del programma 'Zero Poaching', la collaborazione con il programma Traffic per ridurre il commercio di avorio, il lavoro di sostegno alle comunità locali attraverso lo sviluppo di attività economiche sostenibili, l’educazione ambientale, l’assistenza medica e il sostegno alla scolarizzazione. Grazie al progetto 'Una foresta per gli elefanti', nel territorio del Tridom (Gabon, Camerun, Repubblica del Congo) il Wwf sta realizzando azioni di studio e monitoraggio tramite fototrappole, analisi genetiche e tagging, rafforzamento del sistema antibracconaggio, aumentando le risorse disponibili per gli uffici che lavorano sul campo, le tecnologie avanzate e la formazione delle guardie. Il progetto prevede, inoltre, un’intensa attività finalizzata a migliorare la convivenza tra elefanti e comunità locali, tramite azioni volte a mitigare i conflitti attraverso un nuovo approccio, denominato Safe, che punta al raggiungimento di 5 obiettivi generali misurabili: sicurezza per le persone, sicurezza per la fauna selvatica, protezione delle proprietà umane, protezione dell’habitat, monitoraggio efficace.