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(Adnkronos) - Tra gli studenti italiani il sentimento generale è di "preoccupazione e ansia, ma c'è anche fiducia nelle istituzioni e in Harvard, che ha sempre mostrato grande attenzione agli studenti internazionali". A dirlo all'Adnkronos è Mattia Pastore, fondatore e amministratore delegato di Uni Student Advisors - azienda che fornisce consulenza agli italiani che intendono studiare all'estero e che segue attualmente anche sette studenti ammessi ad Harvard negli ultimi due anni - mentre infuria lo scontro legale tra l'università e l'amministrazione Trump. "Abbiamo fatto tanti sacrifici, ora abbiamo paura, speriamo che si risolva presto", dice all’Adnkronos uno studente italiano membro dell’Harvard european students club, che preferisce restare anonimo in questa situazione di grande incertezza provocata dallo stop deciso da Donald Trump agli studenti stranieri ad Harvard. "Siamo felici di avere la possibilità di studiare negli Stati Uniti e abbiamo investito tante risorse economiche e fatto sacrifici personali e professionali per frequentare l’università più prestigiosa al mondo e sperare di avere un impatto positivo futuro sulle nostre comunità", commenta lo studente. Che poi ammette: "È un momento di grande paura e speriamo si possa risolvere quanto prima". La revoca di migliaia di visti agli studenti stranieri - temporaneamente bloccata da un giudice federale - ha generato un'ondata di incertezza per oltre un milione di studenti internazionali, tra cui anche giovani italiani. "La convinzione generale è che la situazione rientrerà - aggiunge Pastore - sperando anche in una minore prepotenza da parte del governo americano". Secondo il fondatore di Uni Student Advisors, "la situazione è in continua evoluzione", ma si pensa che "rientrerà, perché è nell'interesse degli Stati Uniti, di Harvard, e di ogni Paese coinvolto in questa situazione". Particolarmente apprezzata e rassicurante è stata soprattutto la risposta dell'ateneo, che "ha subito espresso la propria vicinanza e l'impegno a proteggere gli studenti internazionali". In risposta alla crisi, Pastore annuncia un'iniziativa concreta: "Ci stiamo muovendo in maniera capillare, dando massima priorità al benessere fisico e mentale degli studenti e di tutti coloro colpiti da questa decisione. Per questo abbiamo deciso di istituire una helpline - che annunceremo sui nostri canali social e sito web nel fine settimana - completamente gratuita". Il servizio sarà disponibile anche per chi non è cliente della società: "L'helpline sarà mirata non solo agli studenti di Harvard e non solo quelli legati a Uni Student Advisors, perché sentiamo l'obbligo morale di fare la nostra parte in questo momento".
(Adnkronos) - "Il nostro sistema fiscale, ce lo dicono Ocse e Banca d’Italia, penalizza il lavoro dipendente, soprattutto nelle fasce medio-alte. Un dirigente in Italia paga aliquote che altrove si applicano solo a chi guadagna quattro volte di più. Non è equità. E un disincentivo al merito. Accogliamo le proposte del Ministero dell’Economia sul taglio delle tasse per i ceti medi. Ma l’attesa non è più un’opzione. Il percorso va accelerato. Chiediamo una riforma fiscale all’altezza del tempo che stiamo vivendo. Una riforma che alleggerisca la pressione sul lavoro dipendente, che valorizzi chi crea occupazione e competenze, e che riconosca il ruolo strategico della dirigenza italiana come leva di competitività, coesione e progresso". A dirlo il presidente Cida, Stefano Cuzzilla intervenendo alla presentazione del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'. "Non possiamo più accettare - sottolinea - che chi investe in previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e innovazione venga penalizzato da un sistema che taglia detrazioni e benefici in base a soglie di reddito nominale, scollegate dalla realtà economica di chi ogni giorno contribuisce al benessere del Paese. Difendere il ceto medio e chi lo guida significa anche difendere il risparmio, che è da sempre il caposaldo di questa fascia: un patrimonio non solo economico, ma anche culturale". "Tra le priorità da affrontare - avverte - c’è anche un altro nodo strategico: la questione del tetto agli stipendi nel settore pubblico e in ambiti ad alta funzione istituzionale. Una soglia rigida e generalizzata rischia di produrre una pericolosa emorragia di competenze in settori nevralgici per la tenuta del Paese: magistratura, forze armate, pubblica amministrazione, sanità, università, enti di ricerca". "Se le migliori professionalità, soprattutto tra le nuove generazioni, sono spinte - ribadisce il presidente Cuzzilla - a cercare altrove riconoscimento e prospettive, a perdere è l’interesse generale. Serve una riflessione concreta, che superi l’approccio ideologico, per valorizzare il capitale umano e garantire al Paese istituzioni all’altezza delle sfide che lo attendono". "Continuare a considerare i pensionati - ha aggiunto - solo come un costo è miope. I pensionati rappresentano un gigantesco giacimento di competenze ed esperienza, oltre che di welfare. Con l’espulsione indiscriminata dal mercato del lavoro, rischiamo di impoverire definitivamente il sistema. Serve una nuova visione: che riconosca il diritto alla libertà di lavoro, che valorizzi i percorsi senior, che costruisca una previdenza davvero accessibile e sostenibile. Non per generosità, ma per intelligenza collettiva".
(Adnkronos) - "Qualsiasi cosa che funzioni si può migliorare, con questa richiesta di allargamento statutario stiamo cercando di fare in modo di inglobare nel sistema Rilegno migliaia di aziende che lavorano il legno. Siamo tutti uniti dallo stesso filo che è quello dell'utilizzo del materiale legnoso e quindi per noi è fondamentale dare una mano oggi a chi lavora il legno, perché il Consorzio esiste, perché il legno c'è e c'è chi lavora il legno e quindi è come se fossero dei nostri figli anche loro". Così il presidente di Rilegno Nicola Semeraro sull’avvio del dialogo con il ministero dell’Ambiente per l’estensione sperimentale delle attività consortili al riciclo di manufatti legnosi diversi dagli imballaggi, in settori chiave come l’edilizia e la grande distribuzione. "In Italia abbiamo migliaia di piccole aziende; se andiamo a verificare i numeri parliamo di circa 40mila aziende che lavorano il legno. Sono numeri importanti, Rilegno è un consorzio nazionale e non c'è un altro Rilegno ad oggi, la normativa prevede che ne nascano altri, ma chiaramente quello che abbiamo dimostrato dai dati è che l'organizzazione che il consorzio ha è una organizzazione molto difficile da duplicare", ha concluso.