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(Adnkronos) - Nessun '6' nell'estrazione del Superenalotto di oggi, 17 gennaio 2025, mentre è stato centrato un '5+1', che vince 409.625,58 euro, e quattro '5', che vincono 33.085,15 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 60,9 milioni. Si torna a giocare domani, sabato 18 gennaio, per l'ultima estrazione settimanale. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è una colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: - con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; - con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; - con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; - con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; - con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. La combinazione vincente del concorso di oggi 17 gennaio del Superenalotto: 8, 12, 15, 40, 66, 89. Numero Jolly: 7. Numero SuperStar: 15.
(Adnkronos) - Con il nuovo codice della strada, debutta l'Alcolock. Quando entra in scena il dispositivo? Come funziona? Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori. "L'Alcolock è una delle misure previste dalla Legge 25 novembre 2024, numero 177 che ha modificato alcune norme del Codice della Strada e che mira a contrastare la guida sotto effetto dell'alcol", afferma. "Non cambiano i limiti dei tassi alcolemici (quindi resta valido che non è possibile guidare se la quantità di alcol nel sangue supera gli 0,5 grammi per litro) ma per chi è trovato positivo all’alcol (con un tasso superiore a 0,8 grammi) scatta l’obbligo di installare in auto il dispositivo Alcolock, che impedisce l’accensione del motore se viene rilevato un tasso alcolemico sopra lo zero, oltre alla revoca della patente e al divieto assoluto di assumere bevande alcoliche prima della guida per un periodo variabile a seconda della gravità dell’infrazione", aggiunge. "Il dispositivo - spiega ancora - dovrà essere installato a spese del trasgressore. Perché la norma diventi operativa, però, manca, ancora il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (che va adottato entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, ossia a partire dal 14 dicembre 2024) che dovrà determinare le caratteristiche del dispositivo di blocco, le modalità di installazione e le officine autorizzate al montaggio". "Si tratta - ricorda - di una realtà già consolidata in diversi Paesi, soprattutto in Europa e Nord America, dove viene utilizzato come strumento di prevenzione per contrastare la guida in stato di ebbrezza. Tra gli Stati europei che hanno adottato questa tecnologia spiccano Svezia, Finlandia e Francia, che prevedono l’obbligo dell’alcolock per i recidivi e, in alcuni casi, anche per i conducenti professionali. In Germania e Belgio il dispositivo è parte di programmi riabilitativi per chi ha violato le normative sull’alcol alla guida. Negli Stati Uniti e in Canada, invece, è ampiamente utilizzato nei casi di reati legati all’alcol, con programmi specifici gestiti a livello statale o provinciale". Ma come si installa e quanto costa? "L'installazione dell’alcolock - spiega - è prevista presso officine autorizzate, con costi a carico del conducente obbligato. Il prezzo può variare, ma si stima che l’acquisto e l'installazione possano aggirarsi tra i 500 e i 1.000 euro, a cui si aggiungono i costi di manutenzione periodica. Tuttavia non mancano le polemiche. Alcuni ritengono che l'alcolock rappresenti un costo eccessivo per i cittadini, mentre altri temono che l'obbligo possa essere difficile da applicare in modo capillare. Però gli esperti sottolineano che i benefici in termini di vite salvate superano di gran lunga i costi economici". Alcolock V3 è l’ultima versione degli alcolock destinati alle flotte dei veicoli commerciali. Progettato per funzionare con un basso consumo energetico e per resistere a vibrazioni, sporco, polvere, umidità e temperature esterne. Alcolock V3 può essere installato su qualsiasi mezzo motorizzato, come camion, autobus, inclusi tram, automobili e macchinari pesanti. Alcolock V3 è un etilometro elettrochimico che impedisce l’avviamento del veicolo, se si supera la soglia di livello dell’alcol. Prima di avviare il veicolo, il conducente deve soffiare nel dispositivo e in pochi secondi AlcolockTM V3, analizza il campione di respiro e calcola il livello di alcol nell’aria espirata. Se la concentrazione di alcol è superiore al limite preimpostato, il veicolo non parte.
(Adnkronos) - Fincantieri, uno dei principali gruppi al mondo nella cantieristica ad alta complessità, e il Gruppo Hera, tra le maggiori multiutility italiane operanti nei settori ambiente, energia e idrico, annunciano la costituzione di CircularYard S.r.l, la newco volta a realizzare, negli otto cantieri italiani di Fincantieri, un innovativo sistema integrato di gestione rifiuti, finalizzato anche alla loro valorizzazione in ottica di economia circolare. In futuro si prevede di allargare l’operatività della newco anche ad altri siti di Fincantieri localizzati all’estero. CircularYard, la nuova joint venture nata in seguito al Memorandum d’Intesa firmato a luglio 2024 - si legge in una nota congiunta - consolida ulteriormente l’impegno di Fincantieri verso pratiche industriali sempre più responsabili, contribuendo in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, riducendo del 15% i rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento e promuovendo un’economia circolare negli stabilimenti produttivi. Grazie alla messa a disposizione di know-how e competenze specifiche da parte delle società del Gruppo Hera, CircularYard introdurrà soluzioni innovative e sostenibili, al fine di garantire maggiore controllo sui fornitori e promuovendo trasparenza, sicurezza e qualità lungo tutta la filiera. La compagine societaria di CircularYard è formata al 60% dal Gruppo Hera e al 40% da Fincantieri. Il Gruppo Hera sarà presente con Herambiente Servizi Industriali (Hasi) al 55% e Acr di Reggiani Albertino Spa (Acr) con il restante 5%, entrambe società controllate da Herambiente, tra i principali operatori nazionali nel settore ambiente e tra i primi sette in Europa. Il progetto avrà due fasi di sviluppo, con il fine ultimo di gestire quasi 100mila tonnellate l’anno di scarti industriali prodotte nei cantieri navali di Fincantieri e di incrementare del 15% le frazioni valorizzabili, in particolare ferro, legno, plastica e carta, già dal primo anno. In parallelo saranno studiati specifici interventi che permetteranno al modello di andare a regime grazie alla realizzazione di impianti avanzati, come, ad esempio, quelli per il trattamento e riuso delle acque o per il recupero del rame, e alla gestione ottimizzata dei rifiuti. “L’avvio della joint venture con un partner di assoluto valore come il Gruppo Hera - dice Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri - aggiunge un tassello nel nostro ulteriore impegno per l’adozione di pratiche virtuose di economia circolare all’interno dei nostri cantieri. In linea con il nostro piano industriale sull’eccellenza operativa, CircularYard rappresenta un progetto che unisce know-how complementari e ci consente di applicare le migliori pratiche e l’innovazione tecnologica nella gestione e nella valorizzazione dei rifiuti e degli scarti di produzione. L’obiettivo ultimo è di perseguire nello stesso tempo i nostri target sulla sostenibilità ambientale e sull’efficienza dei processi nel segno di una crescita responsabile sia dal punto di vista della sostenibilità che della economicità confermando il ruolo di Fincantieri come azienda leader mondiale anche nell’adozione di nuovi modelli operativi nella cantieristica”. “Siamo orgogliosi di mettere al servizio del primo shipbuilder occidentale le nostre elevate competenze, l’eccellenza impiantistica e la pluriennale professionalità nel processo di gestione circolare dei rifiuti, per promuovere la rigenerazione delle aree urbane e industriali - afferma Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera - Acceleriamo il nostro percorso che porterà il Gruppo Hera a diventare il motore dell’economia circolare del tessuto industriale italiano, accompagnando le grandi aziende nel loro percorso di transizione ambientale con la riduzione degli scarti di produzione e la massima valorizzazione nel loro recupero”.