ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Solo il 21 % degli studenti è soddisfatto della propria pausa pranzo. Lo rivela un’indagine condotta da Knorr dalla quale emerge come molte volte il pranzo viene consumato in fretta, con opzioni che raramente soddisfano il gusto o il bisogno di varietà. Ecco che il brand ha voluto rendere questo momento più piacevole e appagante con una nuova gamma di prodotti, i Knorr Asia Noodles, pensati per godersi un piatto ispirato alla tradizione asiatica, in pochi minuti. Il lancio del nuovo prodotto è accompagnato dalla campagna multicanale ‘Easy to Love’, con cui il brand promette di trasformare la pausa pranzo in un'esperienza facile da amare. “Questo nuovo ampliamento dell’offerta di Knorr in Italia è perfettamente coerente alla natura del brand”, ha spiegato oggi a Milano Paolo Armato, General Manager Nutrition, Unilever Italia, durante la presentazione della campagna ‘Easy to Love’. “Knorr rappresenta da sempre una cucina ‘glocale’ fatta e ispirata dunque al territorio in cui opera ma con un respiro più ampio e sempre guidata dal gusto e dalla sua ricerca, per aiutare le persone a preparare piatti buoni in modo semplice e veloce - ha ripreso Armato - Quella di Asia Noodles è un’ulteriore dimostrazione della continua spinta all’innovazione che da sempre caratterizza Knorr e che le ha permesso di crescere e di diventare il secondo marchio più grande di Unilever raggiungendo la soglia dei 5 miliardi di euro. Il lancio degli Asia Noodles in Italia - ha continuato - ci permette di rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più attento alla varietà dei sapori globali, dinamico, giovane e al tempo stesso con delle necessità molto specifiche come tempo, gusto e varietà. Questo nuovo prodotto è, infatti, pensato per chiunque ricerchi dalla propria pausa pranzo un pasto gustoso e soddisfacente, che sappia combinare un sapore avvolgente a un prezzo a prova di budget”, le parole del General Manager Nutrition, Unilever Italia. La campagna multicanale ‘Easy to love’ prevede diversi touchpoint, a partire da un’attivazione locale presso uno dei poli universitari più frequentati di Milano, il Politecnico, in Piazza Leonardo da Vinci. Dal 4 all’8 novembre l’edicola nei pressi del Politecnico di Milano si anima di giochi interattivi e altre attività per trasformare le pause pranzo degli studenti in momenti piacevoli. L'evento di Milano sarà affiancato da una campagna multicanale che include materiali di visibilità e comunicazione nei punti vendita, attività sui canali digitali e social (Instagram e TikTok), oltre a un’attività di influencer marketing. L’intera campagna, dall’activation a Milano ai contenuti dei creator e sui social sino alle PR è stata ideata e sviluppata dall’advisor di comunicazione Edelman Italia. “Abbiamo creato un’area in cui gli studenti possono davvero fare una pausa che soddisfi il gusto e al tempo stesso venga resa memorabile da un momento ludico e divertente, un vero e proprio momento facile da amare. La campagna prenderà vita fuori da alcune università Italiane, come la Bicocca di Milano, l’Università di Bologna, La Sapienza a Roma e la Federico II di Napoli, con un’attività mirata di sampling che raggiungerà circa 25 mila studenti” ha concluso Armato
(Adnkronos) - Recuperare materie prime e metalli preziosi dagli scarti per reimmetterli nel ciclo produttivo. Risorse preziose per la nostra economia che trovano applicazione in numerosi settori, dall’industria della difesa al settore sanitario. Alla vigilia di Ecomondo 2024, Confindustria Cisambiente ha presentato il Dossier ‘Materie Strategiche e Soluzioni intelligenti’. Obiettivo: mettere l’accento sulla loro importanza strategica e sulla necessità di un approccio circolare per il loro recupero. In questo senso, offrono grandi opportunità il riciclo e l’urban mining per valorizzare i rifiuti e creare nuove filiere produttive. (VIDEO) “Abbiamo presentato un dossier sulle materie prime critiche e strategiche per sottolineare quanto non fosse critico per l'Italia, in realtà, l'approvvigionamento di tali materie, perché noi abbiamo moltissimo materiale nascosto in apparecchiature obsolete che vengono dal mondo del digitale, dell'elettronica e della difesa. Volevamo immaginare di vedere un futuro a breve, a stretto giro, dove si recuperano materiali importanti per la produzione proprio dalle vecchie apparecchiature di difesa - spiega all’Adnkronos Lucia Leonessi, direttore generale Confindustria Cisambiente - affinché la corsa agli armamenti che c'è stata, che purtroppo in questo momento pare ancora esserci, diventi un bacino di recupero per costruire magari apparecchiature totalmente pacifiche, che hanno una valenza anche sanitaria o per la ricerca spaziale. Recuperare quello che è stato buttato via, il rifiuto abbandonato o il vecchio e tirarne fuori qualcosa per ri-produrre è già un grande stimolo, una grande visione del futuro”. A tutto questo si aggiunge la ricerca “con una mappa mineraria che intanto Ispra sta immaginando di fare, sempre a stretto giro, per recuperare il materiale in Italia. Non è vero che il Paese ne è sprovvista, ci sono anche miniere di litio, ad esempio”. In questo contesto, Btt Italia progetta e realizza impianti di recupero di metalli preziosi dai Raee-Rifiuti da Apparecchiature elettriche ed elettroniche. “Btt è una società che ha 45 anni di esperienza nel settore dell’affinazione dei metalli preziosi - racconta Omar Antonio Cescut, direttore Marketing e Comunicazione commerciale Btt Italia - Negli ultimi 5 anni questa dote l'abbiamo applicata al mondo dell'economia circolare. Presto verrà inaugurato un impianto innovativo, unico al mondo, progettato da Btt e gestito da Iren, per il recupero dei metalli preziosi, oro, platino, palladio, rame e argento, dalle schede elettroniche". Si tratta del “primo impianto idrometallurgico al mondo che lavora sul concetto delle urban mining, le miniere a cielo aperto che sono ricche di scarti dei Raee, ad esempio telefonini. Noi andiamo a recuperare metalli preziosi, terre rare, materiali strategici (in ogni telefonino ci sono circa 70 metalli dalla scheda chimica) con un processo idrometallurgico, vuol dire che non c'è incenerimento: le schede non bruciano e non ci sono emissioni in atmosfera”. “Ancora una volta l'Italia è leader nell'impianto tecnologico, leader nel processo, leader nell'aver costruito e impostato un ragionamento rispettoso dell'ambiente. E questo credo che alla fine faccia la differenza perché se il processo è sostenibile necessariamente il prodotto potrà essere presentato come un prodotto sostenibile", sottolinea. C’è poi anche il tema della certificazione: “Questo impianto garantisce la possibilità di dichiarare la provenienza del metallo prezioso. Quindi possiamo garantire al mercato l'eticità e la tracciabilità del metallo”.
(Adnkronos) - Nell’ambito di Ecomondo, fiera internazionale dedicata alla sostenibilità, Assoimballaggi di FederlegnoArredo porta al centro del dibattito uno dei temi più rilevanti per il settore degli imballaggi: l’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) dei prodotti. In particolare, durante il convegno 'Imballaggi in legno e sughero tra tradizione e innovazione: dalla materia prima alla riciclabilità e compostabilità' è stato presentato lo 'Studio LCA sugli imballaggi industriali in legno e casse pieghevoli', una ricerca pionieristica per il comparto. Condotto dall’Università di Firenze per conto di AssoImballaggi, si tratta di uno strumento fondamentale per conoscere quali sono gli impatti generati da un singolo prodotto lungo l’intero ciclo di vita, e fornisce dati cruciali per comprendere gli ambiti in cui intervenire per migliorare le performance complessive lungo tutta la filiera. “Il settore degli imballaggi in legno si pone come punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile, dimostrando che l’uso responsabile delle risorse naturali può portare a soluzioni con un impatto ambientale ridotto” sottolinea Andrea Attilio Gava, presidente di Assoimballaggi. "Le nostre aziende sapranno rispondere alle nuove esigenze del mercato migliorando i già ottimi impatti complessivi dei prodotti, ponendosi quindi come partner in grado di aiutare l’intera filiera nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili, fissati dalle direttive UE e dagli accordi internazionali. Una sfida che ci sentiamo pronti a cogliere che potrà far crescere e qualificare tutto il nostro settore, garantendo al mercato degli imballaggi in legno un ruolo primario, in un’ottica di logistica sostenibile”, spiega ancora. Gli imballaggi industriali in legno oggetto dello studio sono un prodotto strategico per la logistica italiana e vengono utilizzati per trasportare in modo sicuro merci di qualsiasi dimensione. Progettati su misura, rappresentano un prodotto unico nel suo genere, i cui benefici ricadono su produttori, rivenditori e consumatori. Lo studio mette in evidenza che l’intero ciclo di vita di un imballaggio industriale, calcolato con il metodo “cradle to grave” (dalla culla alla tomba), è in grado di assorbire più CO2 di quanta ne emetta, avendo quindi complessivamente un impatto positivo. Assolta la loro funzione di trasporto, possono essere facilmente riciclati per produrre altri prodotti a base legnosa, come ad esempio i pannelli per i mobili, mantenendo stoccata la CO2. “Assoimballaggi è una delle prime associazioni in Europa ad aver condotto uno studio di tale portata. La sostenibilità è una delle nostre priorità ed il nostro impegno è rivolto a supportare gli associati nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità. Da questo punto di vista gli studi LCA sono uno strumento fondamentale per comprendere gli impatti ambientali dei prodotti come punto di partenza per definire efficaci strategie di miglioramento” conclude Gava. “Allo stesso tempo, siamo consapevoli del ruolo cruciale che svolgiamo nelle filiere in cui operiamo, e vogliamo umilmente sottolineare il valore che portiamo al mercato: i prodotti che progettiamo e fabbrichiamo ogni giorno, con l’aiuto dei nostri preziosi collaboratori, sono strumenti essenziali per tutto il settore manifatturiero italiano e non solo”. Il convegno ha anche offerto un’analisi approfondita della filiera dell’imballaggio, dalla gestione sostenibile delle foreste alla riciclabilità del prodotto finale. Per quanto riguarda la gestione delle foreste, un aspetto strettamente correlato allo studio LCA riguarda gli impatti dei trasporti per l'approvvigionamento delle materie prime, oggi prevalentemente importati da altri paesi UE o extra UE. Una delle sfide importanti in questo ambito è riuscire a sviluppare delle filiere forestali nazionali, consapevoli che queste possono portare ad importanti benefici sia in termini ambientali, con la riduzione degli impatti dei trasporti, ma anche sociali ed economici. Proprio in questo ambito sta lavorando FederlegnoArredo, essendo uno dei soci fondatori del Cluster Italia Foresta Legno, che si pone l'obiettivo di supportare progetti che promuovano filiere forestali corte. Inoltre Assoimballaggi si sta occupando anche di affrontare alcuni paradossi legati alla compostabilità: il legno viene utilizzato dagli impianti di compostaggio come innesco per avviare il processo di compost, ma non risulta conforme allo standard europeo di riferimento EN13432 a causa dei tempi di decomposizione più lunghi. In questo periodo è in discussione l’aggiornamento dello standard europeo, e Assoimballaggi ha chiesto una modifica per correggere questa distorsione. Il legno, infatti, è un materiale biodegradabile e compostabile. La filiera del legno-arredo è un esempio virtuoso di economia circolare: gli imballaggi in legno, (pallet, casse, cassette, ecc), una volta terminato il proprio ciclo di utilizzo, subiscono un processo per cui divengono componenti di pannelli in legno che, a loro volta, serviranno a costituire arredo. FederlegnoArredo ha lavorato molto con le associazioni europee di categoria per salvaguardare il riconoscimento positivo di tale processo, messo a rischio dalla definizione inizialmente fornita dalla bozza del testo del Regolamento Europeo Imballaggi. A tutela di un sistema integrato e virtuoso, il materiale che può essere reimmesso nella filiera a seguito del processo di riciclo - anche per finalità differenti dall’imballaggio da cui deriva - è stato definito dall’Unione Europea “riciclo di alta qualità”. Un risultato che consente di preservare la sostenibilità degli imballaggi in legno, comprese cassette in legno e imballaggi industriali, riaffermando che la qualità del riciclo sia legata non al mantenimento del medesimo utilizzo ma al beneficio ambientale che genera. Il comparto imballaggi fattura circa 2,5 miliardi di euro, come attestano i dati del Centro Studi FederlegnoArredo, è composto da circa 2 mila aziende e occupa circa 17mila addetti.