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(Adnkronos) - Due turchi, che non sarebbero conosciuti nelle banche dati italiane, sono stati rintracciati e arrestati nel pomeriggio di ieri in un B&B nel centro di Viterbo, in un punto nevralgico nel quale in serata si sarebbe poi svolta la festa della Macchina di Santa Rosa. Sotto la lente dei poliziotti per comportamenti giudicati sospetti, sono stati trovati in possesso di una mitraglietta, di una pistola e di decine di munizioni. Sono in corso accertamenti per verificare se i due preparassero una azione nel corso della tradizionale manifestazione di Viterbo: sono stati effettuati controlli incrociati con le autorità turche, passati al setaccio cellulari, attrezzature ed esaminati vestiti e oggetti in possesso dei due fermati. Non si può escludere che i due preparassero un attentato, ma al momento non sono emerse indicazioni chiare in questo senso e nel B&B non sarebbero stati trovati esplosivi. In questo senso in ambienti investigativi la cautela è massima, i due potrebbero essere elementi legati alla criminalità turca. I due turchi erano arrivati ieri a Viterbo, poche ore prima del blitz dei poliziotti nel B&B, e sarebbero dovuti ripartire tra una settimana, apprende l'Adnkronos da fonti investigative. I due sono legati alla criminalità comune, sempre organizzata ma non in ambito di terrorismo. A mettere sulla pista dei due cittadini turchi poi arrestati è stato, secondo quanto apprende l'Adnkornos, un cittadino che ha segnalato i movimenti sospetti dei due. All'arrivo dei poliziotti sul posto, intorno alle 14.30 di ieri, i due - 22 anni uno, 40 l'altro - erano in camera con la mitraglietta, una pistola e tre caricatori (due per la pistola e uno per la mitraglietta). "Anche quest’anno ho partecipato alla festa della Macchina di Santa Rosa a Viterbo. Congratulazioni alle forze dell’ordine per l’arresto di due cittadini turchi armati, a poche ore dall’inizio dell’evento. Bene il sindaco ed il Prefetto che hanno garantito, in sicurezza ed evitando il panico, il trasporto della macchina della Santa protettrice della città, permettendo ai tanti fedeli e turisti arrivati di vivere questo momento straordinario. Questo episodio spero rappresenti un monito contro quei cattivi maestri che aizzano orchestrando delle campagne d’odio con un linguaggio violento", ha scritto intanto in una nota il vice presidente del Consiglio e segretario di Forza Italia Antonio Tajani.
(Adnkronos) - Quando il mare chiama, lo Stato deve rispondere. Con questo motto l'Anab, l'associazione nazionale degli assistenti bagnanti lancia la proposta di una gestione pubblica della categoria. "La salvaguardia delle vite umane in contesti balneari -spiega ad Adnkronos/Labitalia Guido Ballarin, presidente nazionale Anab- rappresenta un diritto fondamentale ed è parte integrante del concetto moderno di bene pubblico. Oggi, la sicurezza in spiaggia è affidata quasi integralmente agli stabilimenti balneari privati, con conseguenze operative, economiche e sociali significative. Proporre una gestione dello Stato per gli assistenti bagnanti significa non solo tutelare meglio i cittadini, ma generare anche entrate statali dirette e indirette, rafforzando professionalità e coesione territoriale", sottolinea. Professionalità che, sottolinea Ballarin, in Italia al momento spesso e volentieri mancano, "nella misura di un 20% della forza lavoro necessaria per la stagione estiva.Questo deficit si traduce in difficoltà operative per gli stabilimenti, in particolare nei periodi di punta". "E gli stipendi, quando sono accettabili, si aggirano tra 1.300 e 1.800 euro mensili, ma con contratti poco rappresentativi e scarsa tutela. Noi segnaliamo da tempo che 'salari bassi e stagione troppo corta' rendono la professione poco attrattiva, aggravando la carenza di personale", aggiunge. Secondo Ballarin "la durata della stagione varia significativamente: dal maggio a settembre al Nord, e periodi ancora più corti al Sud. Questo rende incerto il lavoro e svilisce la professione". E l'assenza di assistenti bagnanti va di pari passo con spiagge meno sicure. "Sebbene le ordinanze impongano la presenza di un bagnino ogni 80–150 metri, nelle spiagge libere il servizio è spesso assente, soprattutto per motivi economici. Nel 2024 sono stati registrati 221 decessi per annegamento, con oltre il 50% dei casi verificatisi nelle spiagge. Questo evidenzia il ruolo cruciale degli assistenti bagnanti nel prevenire tragedie e l’urgenza di un servizio sistematico e continuativo", continua ancora. E qui arriva la proposta dell'Anab: "si propone la creazione di un corpo statale di assistenti bagnanti, analogamente ai vigili del fuoco o alla forestale, con contratti nazionali stabilizzati, formazione coerente e organico centrale. Il passaggio sotto gestione statale dovrebbe migliorare le condizioni economiche e normative, garantendo formazione continua, stabilità contrattuale e riconoscimento professionale. E il servizio non sarebbe gratuito: i concessionari balneari pagherebbero un canone proporzionato a metratura, presenze, redditività allo Stato, generando un fondo nazionale stabile per sostenere il servizio", aggiunge ancora. Per Anab i benefici derivanti da questa scelta non sarebbero pochi. "Uno Stato unico coordinatore assicurerebbe la presenza del servizio anche sulle spiagge meno profittevoli o libere, garantendo migliori standard di sicurezza. E stipendi garantiti, formazione certificata e qualità contrattuale renderebbero il lavoro più sostenibile e attraente per i giovani", aggiunge. Inoltre, per Ballarin, "l'insieme dei canoni, armonizzati a livello nazionale, costituirebbe una fonte di entrata stabile, in controtendenza rispetto alla situazione attuale di canoni relativamente contenuti rispetto ai ricavi. Con un servizio centralizzato e regolato, le responsabilità legali sarebbero chiaramente definite, diminuendo l’esposizione dei concessionari e dello Stato stesso. Una gestione statale, sinergica con le campagne come 'Spiagge Sicure', promuoverebbe una cultura della balneazione consapevole e sicura". In conclusione per Ballarin: "La proposta di un servizio di assistenza balneare gestito dallo Stato non è solo un passo verso maggiore sicurezza, ma una vera e propria strategia di equo sviluppo socioeconomico. Equiparare la figura dell'assistente bagnanti a quella dei corpi civili nazionali significa restituire dignità a una professione troppo spesso marginale". "Parallelamente, lo Stato può trasformare un bisogno sociale in un modello di investimento pubblico-professionale, con ritorni in sicurezza, occupazione e turismo", conclude.
(Adnkronos) - "Acea come operatore infrastrutturale ha l’obbligo di coniugare il passato e la tradizione con l’innovazione e il futuro". Ad affermarlo è Marco Pastorello, Chief Transformation Officer del Gruppo, illustrando al Meeting di Rimini i progetti di digitalizzazione e trasformazione. La società sta sperimentando sia la robotica sia l’intelligenza artificiale. "Con i cani robot e i droni effettuiamo ispezioni preventive, aumentando la sicurezza dei nostri dipendenti. Proprio a luglio abbiamo siglato un importante accordo con l’Istituto Italiano di Tecnologia", ha ricordato Pastorello. L’innovazione per Acea non è solo tecnologia ma anche attenzione alle persone: "In quest’ultimo anno abbiamo incontrato 5.000 dipendenti in tutta Italia, portando la voce dell’azienda anche in Europa, dal World Economic Forum in poi. Non si può parlare di innovazione senza mettere la persona al centro". Tra i benefici concreti della digitalizzazione, Pastorello ha citato "efficienza, perché consente di rilevare e risolvere più rapidamente i guasti, e sicurezza, perché permette di evitare che le nostre squadre si trovino in situazioni di pericolo, grazie all’impiego dei droni nelle ispezioni".