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(Adnkronos) - Il presidente russo Vladimir '' Putin è un osso molto più duro di Hamas'' e per il presidente americano Donald Trump ''non sarà facile convincerlo a fermarsi''. Ma se venerdì il presidente ucraino Volodymyr ''Zelensky uscirà dalla Casa Bianca con la disponibilità di Trump a fornire i Tomahawk, anche non subito ove la Russia non accetti i negoziati, per Zelensky sarà una grande vittoria''. Perché darebbe all'''Ucraina una capacità di resistenza di lunga durata e dimostrerebbe che non è abbandonata dall'Occidente''. Lo spiega all'Adnkronos Stefano Stefanini, senior advisor dell'Ispi ed ex ambasciatore alla Nato, affermando che ''il momento è adesso, il tempismo è perfetto per fare pressioni sulla Russia''. Perché ''l'impressione è che Trump voglia usare sulla crisi russo-ucraina lo stesso paradigma usato in Medio Oriente, far pagare alla Russia un costo in modo da spingerla a un accordo'', quindi ''dare i Tomahawk all'Ucraina per dire 'caro Vladimir con questi ti possono far male, è arrivato il momento di sedersi a un tavolo e trovare un accordo che metta fine alla guerra'''. L'eventuale concessione di Tomahawk, aggiunge Stefanini, ''allontana la prospettiva dell'Ucraina di essere abbandonata dagli Stati Uniti, avvicina la possibilità di un cessate il fuoco che gli ucraini, gli europei e Trump vogliono e legittima la strategia europea che, nei confronti dell'amministrazione Trump, ha messo come prioritaria la salvaguardia della Nato e dell'impegno americano per la sicurezza europea, anche a costo di subire dazi''. Comunque sia, per Stefanini ''è tutto da vedere che possa funzionare in Ucraina il paradigma usato in Medio Oriente'', anche perché ''secondo Trump i Paesi alla fine decidono anche in base ai loro interessi economici, ma questo è tutto da dimostrare con la Russia'' che a causa della guerra ''sta già pagando un costo economico, umano, demografico grandissimo e che continua a salire''. Tra l'altro quella di Trump è una ''diplomazia transattiva che spinge verso una crisi per risolverla, obbligando in questo caso la Russia a fare un calcolo costi-benefici sull'accordo proposto'', ma ''la diplomazia a cui Putin può essere sensibile è molto diversa'', prosegue l'ambasciatore, affermando che ''Trump continua a evadere quella che sarebbe 'l'arma nucleare' figuratamente parlando con la Russia, che sono le sanzioni secondarie, cioè ai Paesi che comprano il petrolio russo, come la Turchia o l'India''. Proprio dalla Turchia, invece, Trump potrebbe farsi aiutare, ha già indicato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan come un leader rispettato da Putin. ''E' sempre il paradigma del Medio Oriente. Trump potrebbe farsi aiutare da Erdogan con Putin così come il Qatar e l'Egitto lo hanno aiutato con Hamas'', prosegue Stefanini. Ma ''Hamas ha ceduto anche perché era pesantemente sconfitto militarmente e doveva scegliere tra martirio e gloria o sopravvivenza, almeno politica. Alla fine ha scelto la seconda e sta cercando di traccheggiare sul disarmo, ma la sua storia non è finita. Con Putin, spalleggiato da Xi Jinping, e la Russia è tutta un'altra storia'', spiega.
(Adnkronos) - L’Agentic Ai sta rapidamente evolvendo da tecnologia emergente a infrastruttura strategica. Secondo un recente studio riportato dalla piattaforma editoriale specializzata TechedgeAI, ben 7 organizzazioni su 10 (68%), a livello globale, prevedono di integrare agenti Ai entro il 2026, segno di una transizione ormai avviata verso modelli operativi più intelligenti, autonomi e collaborativi. A conferma di questa tendenza, un recente report pubblicato dalla testata giornalistica specializzata Cfo, mostra come l’adozione degli agenti ai sia in forte crescita in tutto il mondo: +64% nella regione Asia-Pacifico, +59% in Medio Oriente e Africa, +56% in America Latina, +47% in Europa e +46% in Nord America, nell’ultimo anno. I settori più attivi sono servizio clienti, marketing, assistenza tecnica, progettazione, produttività e risorse umane, ambiti in cui gli AI Agent specializzati stanno già generando benefici concreti. Le proiezioni di mercato prospettano una crescita vertiginosa: nel 2034, secondo uno studio pubblicato sul portale Medium.com, il giro d’affari raggiungerà la cifra di 196 miliardi di dollari, contro i 5,2 attuali. Complessivamente si tratterebbe, quindi, di una crescita del 3.680% in un decennio. Di fronte alla rapida accelerazione tecnologica e all’emergere di nuovi paradigmi digitali, il mondo accademico e scientifico si interroga sul ruolo che l’intelligenza artificiale avrà nel plasmare il nostro futuro, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche etico, sociale ed economico. “Stiamo vivendo una trasformazione profonda, in cui l’intelligenza artificiale non è più solo uno strumento, ma un vero e proprio attore nei processi decisionali", ha dichiarato Francesco Sacco, professore di Digital Economy presso l’università dell’Insubria e Sda Bocconi. "È una rivoluzione guidata dalle persone, che cambia il modo in cui interagiamo con la tecnologia, con effetti che toccano ogni ambito. In questo contesto, serve una nuova visione: più consapevole, più sicura, più orientata al valore. Una tecnologia che non sostituisce, ma potenzia", ha continuato. Anche il panorama italiano dell’innovazione tecnologica sta guadagnando crescente visibilità internazionale, grazie a realtà che si distinguono per eccellenza e visione strategica. È il caso di Hevolus, AI-tech italianissima e leader internazionale nelle tecnologie di generative Ai e intelligent reality, che ha ottenuto la prestigiosa certificazione microsoft designation nel settore retail ai proprio grazie alla sua piattaforma innovativa Xr Copilot. Questo riconoscimento, riservato ai partner strategici di Microsoft, attesta l’eccellenza tecnica e l’impatto concreto della soluzione nel trasformare l’esperienza utente attraverso l’intelligenza artificiale. Xr Copilot, la prima piattaforma di Ai Agent specializzati sviluppata in Italia, è stata progettata a partire da tre agenti Ai speciali, l’agente video, l’agente analista e l’agente delle risposte, orchestrati per comprendere il contesto, analizzare contenuti complessi e generare conoscenza attiva. Xr Copilot consente inoltre l’espansione simultanea in oltre 100 Paesi e la gestione di conversazioni in 100 lingue, in tempo reale. “Grazie a un’interfaccia no-code, alla telemetria avanzata e al supporto multilingua, Xr Copilot consente di creare agenti conversazionali personalizzati, capaci di interagire in modo fluido e naturale con utenti di ogni parte del mondo – spiega Antonio Squeo, ceo di Hevolus – L’integrazione con ambienti Xr e modelli 3D interattivi rende infine l’esperienza ancora più immersiva, permettendo di dialogare con contenuti digitali in modo intuitivo e coinvolgente”.
(Adnkronos) - Per avere successo “non esiste un'unica ricetta valida per tutte le aziende”. È possibile “identificare tre step di maturità verso la circolarità per le aziende e associare a ciascuna di esse un dominio tecnologico di riferimento”. Lo ha detto oggi all’Adnkronos Enrico Meacci, ceo di Omnisyst, a margine del convegno “Creare valore economico sostenibile attraverso la gestione circolare dei residui industriali” presso Sda Bocconi School of Management, in collaborazione con Omnisyst. Il primo step è “la consapevolezza data-driven, quindi data analytics”. Il secondo “è il coinvolgimento della filiera, quindi passaporto digitale”. Il terzo step “è l'implementazione e l'iterazione di modelli circolari più complessi, quindi intelligenza artificiale e machine learning”. La tecnologia “mette a disposizione delle aziende la capacità di pianificare in maniera migliore quelli che sono i flussi dei materiali, senza dover implementare degli sprechi di materia” ha rimarcato Meacci. “Permette di tracciare questi flussi e di identificare con più facilità dove sono i lotti di materia, in qualche modo anche riducendo i costi di approvvigionamento e permette poi uno scambio sistematico dei dati, incrementando il trust dei vari attori coinvolti e permettendo una maggiore efficacia di tutto il sistema”. “Sono tre le sfide per le aziende che vogliono intraprendere un percorso di economia circolare. La prima è una visione chiara da un punto di vista strategico. In particolare il digitale offre delle importanti opportunità di semplificazione verso il percorso di circolarità, ma non sempre trasformazione digitale e strategia circolare vengono associati”. La seconda sfida riguarda “la capacità di essere efficaci nell'implementare progetti multidisciplinari”. “Trasformare un modello lineare e un modello circolare richiede diverse professionalità sedute attorno al tavolo – ha spiegato. E la terza sfida è la condivisione dei dati lungo la filiera, perché i modelli circolari richiedono più informazioni dei predecessori lineari, soprattutto su catene del valore globalizzate”.