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(Adnkronos) - La promessa di Donald Trump di imporre nuovi dazi a Pechino ha un chiaro obiettivo: ridurre l'afflusso negli Stati Uniti del fentanyl, il potente oppioide sintetico che uccide ogni anno decine di migliaia di americani. La Cina è la principale fonte di sostanze chimiche utilizzate per produrre 'la droga degli zombie', mentre gran parte del flusso verso gli Stati Uniti proviene dai cartelli della droga in Messico che mescolano i precursori e contrabbandano il prodotto finito oltre confine. La cooperazione tra Washington e Pechino sul fentanyl, sottolinea il 'New York Times', è stata tra le note liete nei rapporti diplomatici tra i due Paesi durante l'amministrazione Biden. Lo scorso anno, i colloqui positivi Biden-Xi a San Francisco avevano convinto il governo cinese ad ampliare l'elenco dei precursori chimici utilizzati per produrre il farmaco, imponendo una maggiore supervisione. La mossa è stato un raro esempio di cooperazione da parte della Cina, che è altrimenti solita fare ostruzionismo a Washington su questioni come il controllo degli armamenti nucleari, il sostegno alla Russia e i diritti umani. Tuttavia, per gli esperti rimane ancora molto da fare per fermare la 'piaga' fentanyl. I produttori cinesi d'ingredienti dell'oppioide, che sono anche usati per produrre farmaci legali, possono aggirare le leggi sviluppando nuovi precursori chimici incontrollati. Alcuni analisti, citati dal quotidiano americano, sono preoccupati che i dazi minacciati da Trump possano peggiorare la situazione. "Un'imposizione di tariffe non farà nulla per quanto riguarda il flusso di fentanyl - ha affermato Vanda Felbab-Brown, ricercatrice presso la Brookings Institution ed esperta di politica globale sulla droga - In effetti, potrebbe minare la cooperazione antidroga che gli Stati Uniti e la Cina hanno intrapreso nel 2024". Il governo cinese prova spesso ad usare la questione del fentanyl per fare leva sugli Stati Uniti, cooperando solo con la promessa di ricevere qualcosa in cambio. Per riprendere i colloqui sugli stupefacenti dopo l'incontro tra Biden e Xi in California, Washington ha accettato la richiesta di Pechino di revocare le sanzioni su un istituto forense gestito dal ministero della Pubblica Sicurezza cinese. L'istituto era stato inserito in una lista nera commerciale nel 2020 perché collegato ad abusi contro la minoranza uigura. L'amministrazione Biden aveva giustificato la mossa spiegando che la Cina aveva chiuso alcune aziende che esportavano precursori del fentanyl e chiuso i loro conti bancari. Pechino, che nella sua narrazione ufficiale si definisce 'vittima della droga' e ha spesso incolpato il malgoverno statunitense per la crisi del fentanyl, si era già dimostrato in passato disponibile a collaborare sulla questione con la precedente amministrazione Trump. Nel 2019, la Cina introdusse un divieto del farmaco, portando il tycoon a ringraziare Xi per il "meraviglioso gesto umanitario". Da quel momento gli agenti delle forze dell'ordine cinesi e americani iniziarono a coordinare gli sforzi per catturare i trafficanti. Tuttavia, le tensioni sulla tecnologia e sul commercio, e l'abbattimento di un pallone di sorveglianza cinese sugli Stati Uniti, posero presto fine alla cooperazione.
(Adnkronos) - Sono circa 2000 le professioniste, da tutta Italia, che oggi pomeriggio parteciperanno online al 'kick off' della terza edizione di Women on Board il percorso formativo nato per favorire l’inclusione e l’accesso delle donne nei consigli d’amministrazione di imprese pubbliche e private. Il progetto è ideato e promosso, sin dal 2022, da Federmanager, Manageritalia, Aidp e hub del territorio Ets. Il primo modulo, che si svolgerà interamente online, è ideato per fornire alle partecipanti oltre al quadro dell’intero percorso formativo offrirà anche un focus specifico, grazie alle testimonianze dirette di manager e al confronto con diversi esperti del settore, sulle modalità migliori per sviluppare le così dette soft skill Ossia tutte quelle competenze legate all’intelligenza emotiva e alle abilità naturali e che fanno riferimento alle qualità relazionali e alla creatività della persona. Competenze oggi sempre più necessarie per risolvere i problemi, sviluppare le idee, gestire il tempo e le proprie responsabilità. Spazio nel modulo anche alle modalità migliori e ai suggerimenti per costruire e coltivare un proprio e efficace network di conoscenze e relazioni utili allo sviluppo della persona e della propria competenza professionale. “Siamo contenti - ha dichiarato Valter Quercioli, presidente Federmanager - di sostenere anche quest’anno l’edizione di Women on board perché crediamo che la parità di genere, soprattutto a livelli apicali, richieda uno sforzo collettivo. E' giusto e importante che la governance aziendale si arricchisca di competenze, esperienze e attitudini diversificate per rendere le imprese più resilienti in un contesto generale di grande incertezza. Non a caso, in occasione del recente rinnovo del ccnl dirigenti industria abbiamo ampliato le previsioni in favore di pari opportunità, equità retributiva e genitorialità condivisa. Auguro pertanto alle persone che hanno aderito a Wob di cogliere tutte le opportunità che si potranno aprire grazie a questo progetto formativo”. “Anche quest’anno Aidp - commenta Matilde Marandola presidente di Aidp - ha deciso di aderire e promuovere Women on Board progetto innovativo che combina formazione di alto livello e confronto diretto con le esperte e gli esperti del settore sono particolarmente orgogliosa di vedere concretizzarsi iniziative di questo tipo, capaci di creare valore per le persone e per le organizzazioni. Credo fermamente che lo sviluppo delle competenze rappresenti una leva cruciale per il cambiamento culturale e per la valorizzazione del talento femminile. E' solo attraverso iniziative concrete come Women on board che possiamo costruire un futuro dove la parità di genere non sia più un obiettivo, ma una normalità consolidata". Tante le novità di questa terza edizione di 'Women on board' a cominciare dalla conferma delle partnership con gli Ordini dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro e con l’Associazione nazionale forense. Si amplia anche il calendario degli incontri. Saranno infatti ben 15 gli appuntamenti formativi, di cui 12 obbligatori su piattaforma dedicata e 3 facoltativi (che saranno aperti anche alle partecipanti WoB delle scorse edizioni). Ogni incontro avrà la durata di circa 3 ore, in cui le partecipanti avranno l’occasione di confrontarsi con diversi professionisti del settore giuridico, economico e aziendale aumentando così le loro competenze, esperienze e capacità di analisi. Diverse le tematiche affrontate che spaziano dal 'personal branding soft skills networking' all’equilibrio di genere nelle società non quotate passando per 'l’analisi contabile e del rischio sui sistemi gestionali' sino ai 'principi dell’etica d’impresa', oltre a comprendere come agiscono 'gli enti di interesse pubblico e le partecipate pubbliche' e come le nuove tecnologie possono essere utili alle decisioni dei cda. Women on board, fa segnare una crescita esponenziale passando dalle 230 aderenti del 2022 della prima edizione alle circa 2000 (1500 ai moduli obbligatori e 500 ai facoltativi) tra manager e professioniste, con un’età media 48 anni (27 anni per la più giovane e 70 anni per la più senior), 94% di donne e 6% di uomini, provenienti da tutta Italia e espressione de più svariati settori economici: terziario, industria, consulenza aziendale e avvocatura. Tante donne accomunate dalla stessa volontà di mettersi in gioco e acquisire le competenze e la consapevolezza del proprio valore per accedere a ruoli di responsabilità nelle aziende. Women on board è un percorso totalmente gratuito espressamente ideato per le donne, ma aperto anche agli uomini, con incontri formativi che prenderanno il via il prossimo mese di novembre per concludersi a giugno 2025. Al termine del corso ci sarà l’inserimento in un apposito elenco qualificato on line consultabile dalle imprese che potranno così scegliere la figura professionale più in sintonia con le caratteristiche della società e le specifiche esigenze dei cda di aziende, società pubbliche e organizzazioni in cerca di manager e professioniste per i propri organi di governance. Per tutte le informazioni e scoprire il percorso completo Women on board 2025 e le sue 15 tappe in tutta Italia consultare link https://www.percorsowomenonboard.it.
(Adnkronos) - "La Fondazione continua a consolidare il proprio ruolo internazionale sui temi della sostenibilità ambientale e, in particolare, sulla protezione dei centri urbani dall’innalzamento del livello del mare". Ad affermarlo è Alessandro Costa, Direttore Generale della Venice Sustainability Foundation (Vsf), di ritorno da Baku, dove ha partecipato ai lavori della 29ª Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Cop29 Azerbaigian). In questa occasione, Vsf ha organizzato al Padiglione Italia una conferenza dal titolo "Il paradigma di Venezia: strategie per l’adattamento all’innalzamento del livello del mare e la riduzione del rischio di catastrofi", in cui è stato illustrato il "modello Venezia" come esempio concreto e replicabile di resilienza e sostenibilità. Vsf ha inoltre preso parte alla tavola rotonda organizzata al Padiglione Cinese dal titolo “Actively Guard against Climate Risks and Build Low-carbon and Resilient Cities”, contribuendo al dialogo internazionale sul tema delle città resilienti e a basse emissioni di carbonio. Sempre in occasione della Cop29, Alessandro Costa ha incontrato Johan Moberg, Ceo di Green Hydrogen Organisation, avviando i preparativi per la seconda edizione del Venice Hydrogen Forum, prevista per la fine del 2025. "Abbiamo illustrato – ha spiegato Costa – il cambio di paradigma che ha interessato Venezia: grazie al sistema di opere complesse Mose, la città è passata da luogo di evidente sofferenza a modello internazionale di protezione e adattamento agli effetti dell’innalzamento del mare". Questo posizionamento è stato rafforzato dalla recente nomina di Venezia a resilience hub da parte dell’Undrr (United Nations Office for Disaster Risk Reduction), avvenuta a fine 2023, nel corso della Biennale della Sostenibilità dedicata al sistema Mose. “Significativo – aggiunge Costa – l’intervento al nostro evento di Alessandro Guerri, DG affari europei, internazionali e finanza del Mase, che ha sottolineato come Venezia rappresenti un’eccellenza italiana nell’adattamento ai cambiamenti climatici, con soluzioni replicabili per altre aree del mondo afflitte da problematiche simili”. La conferenza organizzata da Vsf si è articolata in tre sessioni tematiche. La prima, dedicata al ruolo dell’azione climatica locale, ha esplorato come le politiche locali possano essere strumenti chiave per raggiungere gli obiettivi globali di resilienza e sostenibilità, con gli interventi di Alessandro Costa (Direttore generale di Vsf), Animesh Kumar (United Nations Office for Disaster Risk Reduction - Undrr) e Alessandra Antonini (Comitato europeo delle regioni - CoR). Un secondo approfondimento è stato dedicato al modello veneziano di adattamento climatico, dimostrando che la città non solo si è protetta dall'innalzamento del mare ma ha anche avviato un'intensa attività di restauro del patrimonio culturale secondo un modello replicabile a livello globale. Sono intervenuti Pierpaolo Campostrini (Vsf e Corila), Francesco Musco (Iuav) e Andrew Potts (Europa Nostra). Infine, un tavolo moderato da Vittore Negretto (Iuav) e dedicato al tema “Dal locale al globale”, che ha analizzato le modalità con cui Venezia può fattivamente condividere il proprio approccio con la comunità internazionale, attraverso la partecipazione attiva alle reti globali e al dialogo tra città. Queste iniziative confermano come Venezia possa essere non solo simbolo della lotta contro l’innalzamento del livello del mare, ma anche laboratorio internazionale di resilienza, sostenibilità e innovazione nel contrasto ai cambiamenti climatici.