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(Adnkronos) - Cessate il fuoco immediato e totale tra Israele e Siria. Ad annunciarlo il presidente siriano Ahmed al-Sharaa in seguito ai sanguinosi scontri degli ultimi giorni nella provincia a maggioranza drusa di Suwayda. La decisione arriva nel tentativo di fermare l'escalation di violenza che ha sconvolto la regione. In una nota ufficiale, la presidenza siriana ha invitato tutte le parti coinvolte a rispettare pienamente la tregua e a porre fine alle ostilità in ogni zona del Paese. "Qualsiasi violazione del cessate il fuoco sarà considerata una chiara violazione della sovranità", si legge nel comunicato. Al-Sharaa ha ribadito l’impegno del governo a difendere le minoranze religiose e comunitarie del Paese, all’indomani di violenti scontri settari che, nella sola provincia drusa di Suwayda, nel sud della Siria. "Lo Stato siriano si impegna a proteggere tutte le minoranze e comunità del Paese. Condanniamo ogni crimine commesso a Suwayda", ha dichiarato al-Sharaa in un discorso trasmesso in diretta televisiva, poche ore dopo che la presidenza aveva annunciato un "cessate il fuoco immediato" nella regione. Secondo un nuovo bilancio diffuso dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, le violenze settarie nella provincia drusa di Suwayda, nel sud della Siria, hanno causato 940 morti in una settimana. I combattimenti, scoppiati tra forze governative e gruppi drusi locali, sono degenerati in esecuzioni sommarie e gravi abusi da entrambe le parti. Ieri l'ambasciatore americano in Turchia, inviato speciale Usa per la Siria, Tom Barrack aveva anticipato che "il primo ministro israeliano Netanyahu e il presidente siriano Ahmed al-Sharaa, sostenuti dal segretario di Stato Usa Rubio, hanno concordato un cessate il fuoco sottoscritto da Turchia, Giordania e dai Paesi limitrofi". "Invitiamo drusi, beduini e sunniti a deporre le armi e, insieme ad altre minoranze, a costruire una nuova e unita identità siriana in pace e prosperità con i paesi limitrofi", aveva inoltre scritto Barrack su X. "Raid di Israele nei pressi di due centri di distribuzione umanitaria nella Striscia di Gaza. L'ospedale Nasser di Gaza ha ricevuto 32 corpi finora, ha reso noto il ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas, aggiungendo che, mentre continuano a verificarsi "massacri" nei centri di distribuzione alimentare, i team medici hanno osservato un aumento significativo dei tassi di mortalità dovuti alla fame e alla malnutrizione. "Se questo silenzio da parte della comunità internazionale dovesse continuare, si verificherebbe un disastro sanitario e umanitario senza precedenti", ha dichiarato il ministero, invitando la comunità internazionale a "intraprendere azioni urgenti ed efficaci". Secondo la ricostruzione fornita all’Afp, una ventina di persone sono morte nei pressi di un centro situato a sud-ovest di Khan Younis e altre a nord-ovest di Rafah. Entrambi gli attacchi sarebbero attribuibili, secondo Bassal, a "colpi israeliani". L’esercito israeliano ha reso noto di essere a conoscenza di segnalazioni riguardanti vittime" a seguito di un episodio avvenuto nella notte a Rafah. Secondo la ricostruzione militare, riportata dal Times of Israel, "dei palestinesi si sono avvicinati alle forze israeliane nell’area di Rafah in modo tale da costituire una minaccia". L’Idf ha spiegato che "i soldati hanno operato per impedire ai sospetti di avvicinarsi, hanno intimato loro di allontanarsi e, poiché non hanno obbedito, le truppe hanno sparato colpi di avvertimento". Il portavoce ha aggiunto che "l’incidente si è verificato a un chilometro di distanza dal punto di distribuzione più vicino e durante la notte, quando il sito non era aperto per la raccolta degli aiuti". Le forze dell'Idf hanno colpito nell'ultimo giorno circa 90 obiettivi a Gaza con attacchi aerei e di terra, continuando a eliminare terroristi, distruggere le loro infrastrutture e depositi di armi, sia in superficie che sottoterra. Lo scrive in un comunicato l'esercito israeliano, precisando che le forze nella Striscia di Gaza hanno scoperto e distrutto infrastrutture terroristiche nell'area di Beit Hanoun. A Gaza City - aggiunge l'Idf - i combattenti hanno distrutto postazioni di lancio, di cecchini e depositi di armi. "Abbiamo recuperato la maggior parte degli ostaggi. A breve ne arriveranno altri 10 e speriamo di concludere rapidamente", ha affermato Trump durante una cena con i senatori repubblicani. Il tycoon ha anche elogiato il suo inviato in Medio Oriente Steve Witkoff definendolo “fantastico”. L'attuale proposta di cessate il fuoco tra Israele e Hamas include termini che richiedono la restituzione di 10 ostaggi e dei resti di altri 18. In cambio, Israele dovrebbe rilasciare un numero imprecisato di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Intanto l'ala armata di Hamas ha accusato Israele di bloccare un accordo nel contesto dei colloqui per un cessate il fuoco temporaneo e il rilascio degli ostaggi a Gaza. Abu Obaida, portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam, ha dichiarato in un video che Hamas "ha sempre proposto un accordo completo che prevede il ritorno di tutti gli ostaggi in una volta sola", ma Israele avrebbe "respinto ciò che abbiamo proposto". "Se il nemico rimane ostinato in questo giro di negoziati, non possiamo garantire un ritorno alle proposte di accordo parziale, incluso l’offerta di scambio di 10 prigionieri", ha aggiunto. Mentre secondo Israele Hamas sta "puntando i piedi" nei colloqui in corso a Doha per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha dichiarato un funzionario israeliano incontrando i giornalisti durante un briefing. "Israele è pronto a portare a termine i negoziati con Hamas, ma il rifiuto e la reticenza sollevano dubbi sulla serietà di Hamas", ha affermato il funzionario, secondo cui la fazione palestinese "pensa che il tempo sia a suo favore". In particolare, secondo il funzionario, Hamas non appare disposta a trovare un compromesso sul numero dei prigionieri palestinesi che verrebbero rilasciati in cambio di ogni ostaggio liberato e "questo sta ritardando il cessate il fuoco". Una persona è stata uccisa in un attacco con drone su un'abitazione nel villaggio di Al-Khiam, nel Libano meridionale. Lo ha riferito la rete libanese Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah.
(Adnkronos) - E’ molto positivo il bilancio tracciato, a metà anno come ‘Capitale europea della cultura’, da istituzioni e partners della città tedesca di Chemnitz che, con 38 municipalità della regione circostante, detiene questo prestigioso titolo per il 2025, condiviso con Gorizia/Nova Gorica. In questi primi sei mesi, la città ha attratto visitatori non solo tedeschi ma anche europei e internazionali, con un notevole indotto per tutto il territorio. Dunque, se il motto di Chemnitz2025 è ‘C the Unseen’, si può dire che l’obiettivo è stato centrato in pieno: rendere visibile questa città, dal passato industriale, fino adesso sconosciuta alle rotte turistiche. Fin dalla cerimonia di apertura, che si è svolta il 18 gennaio, alla presenza di 80mila spettatori, sono molti gli eventi (tra i mille in programma) che hanno registrato presenze record, come il Festival di cultura e democrazia Kosmos con 115mila partecipanti e Hat Festival con 105mila. Ancora, in 8mila hanno preso parte alla maratona, 6mila al Festival del tango e 7mila al grande evento #3000Garagen. Almeno 10mila persone sono state coinvolte nei maker hubs creati nella regione. Il Visitor Centre, realizzato all’interno di una fabbrica recuperata di Chemnitz, come parte del progetto che prevede 30 aree di interventi infrastrutturali, ogni giorno accoglie in media 500 visitatori. A scandire il programma di Chemnitz2025 oltre mille eventi e 233 progetti (per tutte le informazioni si può consultare il sito https://chemnitz2025.de), realizzati da 900 protagonisti del territorio e mille volontari, coadiuvati da collaboratori europei e internazionali. Ed è notevole anche il coinvolgimento dei cittadini a eventi e attività, come ad esempio l’iniziativa che ha visto 600 persone di Chemnitz piantare ad aprile 400 alberi di mela e che sarà ripetuta in autunno. Molti partecipano attivamente mettendo a disposizione le loro storie, come nel caso del Garage Trail. Considerevoli anche gli ingressi registrati dai musei: 61mila visitatori per la Galleria d’arte tra gennaio e maggio, quasi 50mila per il Museo dell’industria, 10.600 per il Museo di storia naturale. Tra le più gettonate, la mostra ‘European realities’, la riapertura della casa dell’artista Karl Schmidt-Rottluff e le visite a Villa Esche parte della Via di Henry van de Velde. Sono stati 450 i tour guidati con oltre 10mila ospiti, triplicati rispetto agli anni precedenti. Chemnitz si è affermata quest’anno anche come location per congressi e conferenze, con 31mila partecipanti. Circa 1.500 i visitatori del settore trade, da oltre 30 paesi. A confermare l’incremento turistico i dati sui pernottamenti, cresciuti del 9,8% solo a marzo 2025 e le prenotazioni alberghiere segnano il +20%, ma molti hotel registrano il tutto esaurito soprattutto in concomitanza con gli eventi più richiesti. C’è già molta domanda per la seconda parte dell’anno e pe il closing di fine novembre e non manca chi si informa per il 2026. Per l’anno prossimo già si sa che si terrà a Chemnitz il festival internazionale Theater der Welt, che ogni tre anni è ospitato da una diversa città della Germania. Soddisfatti i rappresentanti delle istituzioni e della macchina organizzativa. “La ‘Capitale europea della cultura’ ha già sviluppato un enorme appeal: i turisti vengono a visitare la regione e ne diventano così ambasciatori”, dichiara Barbara Klepsch, ministro della Cultura della Sassonia. Per il sindaco di Chemnitz, Sven Schulze, “persone da tutta Europea visitano la nostra città e ne portano a casa un’impressione positiva di apertura e adattabilità, ma allo stesso tempo la ‘Capitale europea della cultura’ mostra anche a noi cittadini quello che Chemnitz ha da offrire”. “Il programma di Chemnitz2025 è fatto dalla gente del posto e ha permesso di creare nuovi network e di sviluppare nuove skills. Un approccio di successo che pone le basi per la futura trasformazione di Chemnitz in una città di cultura”, afferma Stefan Schmidtke, managing director programme di Chemnitz2025 gGmbH. Gli fa eco il direttore generale di Chemnitz2025, Andrea Pier: “Dopo solo sei mesi di ‘Capitale europea della cultura’ l’ottimismo in città e nella regione è palpabile, a dimostrare che l’investimento in arte e cultura, in stretta collaborazione tra pubblico e privato, rafforza la società civile e incoraggia la partecipazione”. “L’aumento del numero di visitatori è notevole e l’impatto su ristoranti e commercianti è estremamente positivo”, assicura Sven Hertwig, titolare di Exclusive Events. Molto contenti anche i rappresentanti della regione, come spiega Ines Hanisch-Lupaschko, managing director dell’Ufficio del turismo della regione Erzgebirge: “Dopo il riconoscimento Unesco, ora anche il titolo di ‘Capitale europea della cultura’ sta dando i suoi frutti”. Per il managing director dell’Ufficio per il turismo della regione Chemnitz-Zwickau, Marika Fischer, “persone da tutto il mondo vengono qui per scoprire la nostra regione: la ‘Capitale europea della cultura’ funziona e non lo dicono solo i dati ma soprattutto le facce contente dei nostri operatori”. “Il potenziale turistico c’era già, ora - conclude - è stato espresso: è un sogno che è diventato realtà”.
(Adnkronos) - Nuovo record per gli energy manager, l'esperto in gestione dell'energia, nel 2024: sono 2571 le nomine totali (+19% tra il 2014-2020 e +4% 2020-2024) di cui 1752 da soggetti obbligati (+17% 2014-2020 e +3% 2020-2024). Questi i dati del Rapporto ufficiale sugli energy manager nominati in Italia, predisposto da Fire e presentato in occasione del webinar 'Presentazione del Rapporto Gli Energy Manager in Italia 2025'. "C'è stato un trend tendenzialmente crescente che si è interrotto solo fra il 2021 e il 2022 a causa della pandemia e della forte riduzione dei consumi registrata in quel periodo - spiega Dario Di Santo, direttore Fire - Appena c'è stata una ripresa, le statistiche sono tornate a salire raggiungendo nuovi record". "Complessivamente abbiamo 1869 energy manager che sono meno delle nomine perché per le realtà medio-piccole spesso un consulente opera per più soggetti, quindi ovviamente non c'è un'equivalenza fra nomine ed energy manager", osserva. Da segnalare "una continua crescita della parte femminile che è arrivata al 12%, era al 10% l'anno scorso, al 7% 3-4 anni fa" e che "un terzo delle nomine viene da soggetti non obbligati che quindi ritengono un energy manager comunque fondamentale per le loro attività". Dal punto di vista dell'inquadramento, "se parliamo dei soggetti che scelgono di nominare un proprio dipendente, vediamo che per il 28% sono dirigenti, per il 34% quadri, per il 38% hanno altre posizioni all'interno dell'azienda. Dopodiché un 33% circa delle nomine riguarda consulenti esterni. L'energia gestita è pari a 95 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio". Di Santo sottolinea nel suo intervento che "usare meglio l'energia conviene non solo in termini di bolletta: c'è la riduzione delle emissioni, sia climalteranti sia nocive, c'è il tema del miglioramento della sostenibilità, che ovviamente è importante per imprese che magari sono sottoposte agli obblighi di reportistica, e c'è il tema del miglioramento dell'uso delle risorse economiche perché chiaramente se uso meglio l'energia riduco i rischi sugli approvvigionamenti, riduco i costi, libero risorse per poter fare altro. D'altra parte in termini sistemici usare meglio l'energia mi consente di ridurre gli investimenti in nuova potenza di generazione, riduce la domanda e la dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti energetici e riduce anche la necessità di intervenire sulle reti di trasporto e distribuzione". Il tutto con una serie di ricadute in termini di "valore degli asset, sicurezza, continuità produttiva, produttività, conformità legislativa o ambiente". Durante il webinar è stata presentata, tra le altre, un'indagine realizzata da Fire sull'uso dell’Ia per l’energy management. Il campione contattato da Fire coinvolge fornitori di tecnologie, esperti del settore e aziende utilizzatrici di media-grande dimensione. "Il 38% delle aziende di taglia medio-grande ha implementato l'Ia nel proprio lavoro. Invece, il 56% sta valutando come può implementarla nei prossimi anni", spiega Yasaman Meschenchi di Fire. Quanto alle aree di applicazione, l'Ia viene impiegata per lo più "per monitoraggio, ottimizzazione dei consumi, manutenzione predittiva, automazione dei processi e gestione delle rete". Tra i benefici indicati, "riduzione dei costi, aumento dell'efficienza energetica, riduzione degli sprechi, riduzione del tempo necessario per fare analisi". Non mancano le sfide come la "mancanza di risorse umane con formazione adeguata e macchinari adatti, e a volte ci sono scetticismo e diffidenza verso l'Ia". In conclusione "i risultati della nostra indagine confermano che l'intelligenza artificiale è una leva strategica per migliorare l'efficienza energetica, per ridurre i costi, accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile. Se usiamo bene l'intelligenza artificiale, possiamo sfruttare molto bene l'Ia nel nostro lavoro", conclude Meschenchi.