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(Adnkronos) - La Costituente del M5S vota e dice sì alla rimozione del limite dei 2 mandati per gli eletti. Approvata anche la cancellazione della figura del garante, attualmente ruolo di Beppe Grillo. "Con questa Costituente è stata tracciata una nuova rotta partendo dai bisogni della base", ha detto Giuseppe Conte. "Non è mai stato uno scontro Garante e sottoscritto. Ho ricevuto battute velenose ma ho sempre guardato avanti al bene del Movimento, non mi sono mai fatto distrarre da questioni personali", ha scandito Conte. "Non mi sarei mai aspettato, lo dico col cuore, di avere il nostro Garante di traverso e a gamba tesa. Che ci ha detto da subito, anche formalmente, che c'erano cose di cui non potete discutere. Questo ha creato un corto circuito. Mi è stata offerta la solita logica verticistica, caminetti. Mi sono sottratto. L'Assemblea è sovrana". E ha dimostrato che "il fuoco è vivo, non si è spento ed e ancora dentro di noi. Il M5s non sarà mai una timida brezza, un soffio di vento, ma un vento fortissimo. Il nostro obiettivo è quello di cambiare il Paese, rimuovere gli ostacoli al cambiamento". "Saremo un muro, una diga, insuperabile e indistruttibile. Si faranno male loro, noi no", ha scandito Conte elencando dal palco i temi al centro delle battaglie del Movimento 5 stelle. "Non siamo fatti per stare in una torre d'avorio, ma la coerenza per noi è irrinunciabile. Non saremo mai appollaiati sul ramo a dire siamo gli unici, belli e bravi. Siamo disponibili a sporcarci le mani ma sarà sempre questione della massima intransigenza la legalità e l'etica pubblica". Quindi parlando dell'esito del voto, "sul limite dei mandati - ha sottolineato - l'indicazione è chiara, la terremo presente, per una proposta 'cum grano salis'. Volete valorizzare esperienza e competenza, vi siete stancati di combattere ad armi impari con altre forze politiche". E "dai quesiti direi che siamo progressisti. Intendiamoci, siamo chiari, non ci appartiene la misura dalla conservazione". Quanto alle alleanze "per taluni politica è parlare solo di alleanze. Per noi non è un dato pre politico, non è un fine ma un mezzo per un fine, per cambiare la società, combattere le battaglie giuste. Chiariamolo a tutto il sistema - ha sottolineato - siamo testardamente orientati a cambiare la società". Il 72,08% dei votanti tra gli iscritti del Movimento 5 stelle ha dato il via libera alla modifica della regola del doppio mandato. Per il 79,29% si può consentire in deroga per la candidatura di sindaco o presidente di regione; per il 67,20% il limite è elevato a tre, per il 54,93% il limite è applicato limitatamente a ciascun livello istituzionale, e ancora per il 70,61% è possibile ricandidarsi dopo una pausa di cinque anni, per il 66,50% il calcolo deve tener conto solo di quelli portati a termine, per il 74,96% ci può essere la possibilità di deroghe da sottoporre a voto dell'assemblea e per ultimo per il 64,82% si possono eliminare i limiti per il livello comunale. Il 63,24% dei votanti tra gli iscritti del Movimento 5 stelle si è detto favorevole all'eliminazione della figura del garante. Il 29,09% si è detto contrario, mentre il 7,67% si è astenuto. Per l'81,20% dei votanti tra gli iscritti al Movimento 5 stelle ha negato il divieto alle alleanze politiche. Solo il 13,87% si è detto favorevole e il 4,93% si è astenuto. Quanto alla collocazione, per il 36,70% ci si deve definire 'progressisti indipendenti', in seconda posizione, con il 26,24% dei voti, 'nessun posizionamento', poi con il 22,09% 'forza progressista', per l'11,53% 'forza di sinistra'. Il 3,44% si è invece astenuto. Il 61,23% degli iscritti al Movimento 5 stelle, in pratica 54.452 persone, ha votato per le proposte di modifica dello Statuto. La percentuale si è abbassata per quanto riguarda le proposte di modifica del Codice etico, a cui hanno preso parte 48.112 persone, pari al 54,10% degli aventi diritto di voto. Quanto alle proposte sui temi strategici, ha votato il 52,18% della base, pari a 46.402 persone. Per ultimo, le proposte varie sull'organizzazione sono state votate dal 51,53% dei votanti, ovvero 45.825 persone.
(Adnkronos) - Dopo il primo incontro di febbraio, torna “FutureS”, l’evento organizzato da Sisal per confrontarsi con istituzioni, aziende e opinion maker e discutere delle sfide e delle opportunità legate all'innovazione digitale. Al centro di questo secondo appuntamento, organizzato nella cornice della Galleria Doria Pamphilj a Roma, il tema delle infrastrutture digitali come motore di sviluppo per il sistema produttivo italiano. Moderato dalla giornalista Rai Barbara Carfagna, l'evento si è aperto con un intervento di Aurelio Regina, presidente di Sisal, ed è proseguito con un’analisi di Antonio Deruda, docente e analista di geopolitica digitale, che ha evidenziato come le infrastrutture digitali rappresentino oggi il cuore pulsante delle economie moderne e come le grandi multinazionali tecnologiche e alcuni governi stanno assumendo un ruolo sempre più influente nella gestione delle reti e dei dati. A seguire un panel di confronto in cui Roberta Cocco, Senior Advisor e Board Member, Francesco Durante, amministratore delegato di Sisal, Maximo Ibarra, amministratore delegato di Engineering, hanno dialogato sul ruolo cruciale della trasformazione digitale nell'economia italiana. “Con FutureS vogliamo promuovere un dialogo costruttivo sui temi che guidano la competitività del Paese e delle imprese”, ha dichiarato Francesco Durante. “È essenziale accelerare gli investimenti in competenze e infrastrutture digitali da mettere a disposizione del Paese e crediamo che il confronto tra i diversi attori possa essere la leva per costruire un futuro più digitale e favorire una crescita sostenibile”, ha aggiunto. Il tema scelto per questa edizione riflette le traiettorie del Decennio Digitale 2030 dell’Unione Europea, evidenziando come la trasformazione digitale stia ridisegnando le dinamiche competitive nei settori produttivi. Tuttavia, il contesto italiano mostra ancora una forte disomogeneità negli investimenti digitali, con le pmi che affrontano ritardi significativi rispetto alle grandi imprese. FutureS pone dunque l’accento sulla necessità di costruire un ecosistema digitale che favorisca la collaborazione tra istituzioni e imprese. Un dialogo aperto e concreto, unito a strategie condivise, è la chiave per superare le criticità e capitalizzare sulle opportunità offerte dalla trasformazione digitale.
(Adnkronos) - Quasi 3 italiani su 4 (73%) sanno che gli alberi abbassano la temperatura laddove sono piantati, limitando la formazione delle cosiddette 'isole di calore'. Allo stesso tempo, quasi 1 su 5 non sa che gli alberi sono in grado di mitigare gli effetti della pioggia intensa e di limitare gli allagamenti, mentre 1 su 3 ignora che gli alberi nelle città sono in grado di assorbire la CO2. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca elaborata dalla divisione Annalect di Omnicom Media Group per Prospettiva Terra, il progetto non-profit fondato dal Stefano Mancuso, accademico e divulgatore scientifico, e da Marco Girelli, Ceo di Omnicom Media Group Italia, con la partecipazione di realtà quali McDonald's, Henkel, Ricola, Acone Associati, Publitalia'80 ed il contributo di Pnat, come partner scientifico, e Bam-Biblioteca degli Alberi di Milano, come Botanical Partner, con l'obiettivo di affrontare insieme il problema del riscaldamento globale. L'indagine, realizzata su un campione di 1.000 intervistati residenti in cinque grandi città italiane, Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo, ha l'obiettivo di investigare il grado di conoscenza dei cittadini sul ruolo che gli alberi ricoprono nel contrastare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi (21 novembre). Nel dettaglio, si scopre che 6 italiani su 10 affermano che le foreste molto estese nel mondo sono in grado di assorbire grandi quantità di CO2, consapevolezza che cala, a sorpresa, sul target dei giovani 18-24enni (58%), sempre attenti ai temi ambientali, rispetto a quello dei 55-64enni (65%). "Sappiamo ancora troppo poco del nostro pianeta e questa ricerca ce lo dimostra - afferma Mancuso - Il disastro di Valencia o le alluvioni in Emilia-Romagna e in Sicilia, tanto per citare i gravi fatti più recenti, ci impongono un'azione forte e non più rimandabile. Il 2024 sarà l'anno più caldo di sempre ed il primo con una temperatura media globale di 1,5 gradi sopra i livelli preindustriali. Per questo bisogna educare le persone, fare formazione e informazione su come proteggere il nostro pianeta e limitare i danni: questo è l'obiettivo di Prospettiva Terra, con cui stiamo costruendo un modello cooperativo e diffuso, simile alle reti vegetali, in cui delle imprese private decidono di farsi carico del futuro che ci aspetta, lavorando nell'unica direzione possibile, ossia la partecipazione diretta a progetti di innovazione scientifica". Tre abitanti su 4 dichiarano che nel proprio quartiere gli alberi sono molto o abbastanza diffusi (75%). Tuttavia, i dati sono molto diversi da città a città: a Torino e a Roma la percentuale è del 90%, a Milano dell'80%, a Palermo del 63% e a Napoli soltanto del 51%. In effetti, Torino ha la più alta percentuale della superficie comunale occupata da aree verdi (18,2%), mentre Palermo si ferma al 4,8%. Inoltre, la percezione cambia anche in base alla zona della città in cui si vive: il dato è più forte man mano che dal centro (72%) ci si avvicina al semi-centro della città (75%), fino alla periferia (77%). In particolare, la percezione della forte presenza degli alberi cresce, anche fino al 30%, in periferia, mentre nelle aree centrali e semi-centrali si attesta intorno al 20%. Non a caso, dunque, Napoli e Palermo sono le città in cui gli alberi sono più desiderati (rispettivamente 93% e 87%). Sebbene nelle altre città gli alberi sono percepiti come più presenti, le percentuali restano alte: a Torino e a Milano la percentuale di chi vorrebbe più verde in città si attesta intorno al 75% e a Roma al 69%. L'altro dato molto rilevante è quello della posizione rispetto alla città: il desiderio di avere più alberi, senza differenze sostanziali tra nord, centro e sud, è molto più sentito nel centro della città (87%) rispetto al semi-centro (80%) e, soprattutto, rispetto alla periferia (68%) dove la presenza degli alberi è tipicamente più forte. Scelta da oltre 6 italiani su 10, la quercia risulta essere l'albero che più di tutti, nell'immaginario collettivo, è in grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico, superando nettamente l'abete (39%) ed il pino (37%). Fuori dal podio sono i tigli (25%), i cipressi (24%) e i frassini (23%). "Le piante sono vere e proprie macchine in grado di stoccare CO2 nei propri tessuti legnosi e assorbire alcuni inquinanti atmosferici, come il monossido di carbonio ed il particolato atmosferico - afferma Camilla Pandolfi, Ceo e R&D Manager Pnat - La farnia, ovvero la quercia più conosciuta (Quercus robur), è un albero in natura molto longevo ed è in grado di apportare numerosi benefici nell'arco della sua vita. Anche tigli e frassini sono in realtà molto performanti per quanto riguarda la rimozione degli inquinanti, grazie a particolari caratteristiche delle foglie e dei rami che permettono alle particelle fini di depositarsi sulla loro superficie, rimuovendole così dall'atmosfera. Non dimentichiamoci però delle specie sempreverdi (abeti, pini e cipressi) che, a differenza degli alberi caducifoglie, mantengono la chioma fogliata tutto l'anno e apportano notevoli benefici ambientali anche nei mesi in cui le altre piante sono meno attive, ovvero durante la stagione invernale". Una cosa sicuramente mette tutti d'accordo da nord a sud: l'idea che essere circondati da alberi possa donare benessere mentale, serenità e gioia, per la quasi totalità del campione (96%). Napoli, una delle due città che lamentano una scarsa presenza di alberi, è quella in cui viene associata di più agli alberi l'idea di maggior aiuto per il benessere mentale e la serenità. E quando agli italiani viene chiesto quali pensieri e stati d'animo associano agli alberi, in generale, la risposta è un sentimento di serenità e di leggerezza: la prima idea, infatti, è quella del relax (33%), seguita dalla purezza (22%) e dai concetti di forza (17%), spiritualità (9%) e gioia (7%).