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(Adnkronos) - Freddo, maltempo e neve in Italia, anche a quote basse. Il quadro meteo, a partire dal Nord, vira decisamente verso l'inverno con una sterzata che si estenderà anche al Centro e al Sud: da Milano a Roma, fino al Meridione. Da oggi "l'irruzione di correnti molto fredde di origine artico-marittima, in discesa dal Nord Europa, innescherà la formazione di un ciclone dalle caratteristiche pienamente invernali", spiega all'Adnkronos il meteorologo Mattia Gussoni de 'iLMeteo.it' che aggiunge: "Il contrasto termico che ne deriverà, tra l'aria gelida in ingresso e i mari ancora relativamente caldi, fungerà da motore principale per una vera e propria ciclogenesi mediterranea, responsabile di una violenta fase di maltempo". "Considerando il drastico calo delle temperature causato dai venti freddi settentrionali, sono attese nevicate a quote molto basse, fino a 150-200 metri su Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, e leggermente più alte su Veneto e Friuli Venezia Giulia (oltre 300-400 metri). Il maltempo - prosegue Gussoni - si estenderà rapidamente a buona parte del Centro e del Sud, con precipitazioni intense, anche sotto forma di nubifragi lungo il versante tirrenico, e nevicate abbondanti sugli Appennini". "Gli effetti del vortice persisteranno anche sabato 22 novembre. Nelle prime ore della giornata sono previste nevicate fino a quote molto basse, localmente fino in pianura, su basso Piemonte ed Emilia; con il passare delle ore, al Nord le condizioni meteorologiche miglioreranno rapidamente, con ampi spazi di sole. Le temperature, tuttavia, rimarranno notevolmente sotto le medie climatiche. Al Centro-Sud e sulle due isole maggiori il maltempo continuerà con precipitazioni intense - aggiunge Gussoni - mentre gli Appennini registreranno abbondanti nevicate fino a quote collinari in Toscana, Marche, Umbria e Abruzzo. Un primo, seppur temporaneo, miglioramento è atteso solo da domenica. Tuttavia, già dalla sera una nuova perturbazione è prevista in arrivo, che accompagnerà l'inizio della prossima settimana, portando nevicate fino in pianura al Nord e piogge torrenziali sul resto del Paese". Da lunedì, infatti, l'Italia potrebbe essere investita da una vera e propria tempesta invernale in discesa dalla Groenlandia. Secondo ilmeteo.it si tratterà di un evento meteo davvero notevole che provocherà precipitazioni abbondanti, nevose fino in pianura su alcune delle nostre regioni. Già da lunedì 24 novembre si assisterà a un progressivo peggioramento del tempo, con piogge diffuse, rovesci e locali temporali, in particolare lungo le regioni tirreniche. Nelle stesse ore è atteso un nuovo calo delle temperature che favorirà il ritorno della neve a bassa quota, localmente fino in pianura su Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Possibili fiocchi anche a Torino, Milano, Varese, Bergamo con le Alpi pronte a fare il pieno in vista della stagione sciistica. Nelle 48 ore successive, il maltempo continuerà ad insistere in particolare al Centro-Sud: maggiori spazi soleggiati si apriranno invece al Nord, ma con un sensibile calo delle temperature. Massima attenzione andrà prestata ad Umbria, Lazio e Campania dove sono previsti dei veri e propri nubifragi che potrebbero dar luogo ad allagamenti e a frane sulle zone montuose.
(Adnkronos) - “È emersa un’analisi molto importante sui punti di deficit del nostro sistema pensionistico contributivo, in particolare sulle carenze di solidarietà intra e intergenerazionale e sulle fragilità che questo modello lascia scoperte” E' quanto ha dichiarato Stefano Giubboni, ordinario di Diritto del Lavoro dell'università di Perugia, in occasione del seminario “Previdenza Next Gen” a Roma. Giubboni ha sottolineato come tra le proposte più condivise spicchi quella di una pensione contributiva di garanzia, un intervento discusso da anni ma mai realizzato per mancanza di volontà politica. “Si tratta – ha spiegato – di una correzione decisiva che permetterebbe di mantenere l’impianto contributivo, compensando però le sue scoperture: carriere discontinue, lavoro povero, maggiore esposizione delle donne all’inequità del sistema. Non esistono soluzioni ottimali che agiscano solo sul sistema pensionistico. Serve un accompagnamento con interventi mirati sul mercato del lavoro e con una maggiore attenzione ai giovani e alle donne.” Secondo Giubboni, l’elemento innovativo emerso dal seminario è la volontà di “raccordare queste riflessioni in proposte concrete”, una direzione che – ha concluso – “il Patronato Acli sembra intenzionato a portare avanti con determinazione.”
(Adnkronos) - "Il sistema di finanziamento della gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati (ovvero i pannelli installati in impianti che non beneficiano degli incentivi previsti dai Conti Energia) non potrà garantire il corretto trattamento di questi rifiuti: il contributo unitario 'segregato' per ciascun pannello non è infatti sufficiente a coprire tutti i costi di gestione (trasporto, rimozione delle sostanze inquinanti, riciclo) del pannello stesso". È quanto emerge dallo Studio 'La gestione nel rifiuto fotovoltaico in Italia: un nuovo modello di finanziamento' realizzato dal Laboratorio Ref Ricerche. “La gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati è certamente l’aspetto più delicato del settore dei Raee - afferma Giorgio Arienti, direttore generale Erion Weee - Nei prossimi anni assisteremo a una crescita esponenziale delle quantità di pannelli che saranno dismessi: a ciascuno di questi pannelli è associato, in un trust di uno dei numerosi Consorzi Raee, un contributo del tutto insufficiente ad assicurare una corretta gestione. Per evitare un disastro ambientale è indispensabile modificare al più presto la normativa”. I numeri: entro il 2050 si stima che oltre ai 300 milioni di pannelli fotovoltaici già installati, altri 20 milioni di pannelli saranno allacciati alla rete. Nel giro di pochi decenni, il numero di pannelli destinati alla dismissione aumenterà di quasi trenta volte, con ricadute enormi per i detentori degli impianti, i consorzi e l’intera collettività. Si passerà dai circa 427mila pannelli smaltiti nel 2025 a oltre 12 milioni nel 2050, con un corrispondente incremento della quantità da trattare: da 9mila tonnellate a 264mila tonnellate annue di Raee fotovoltaici da smontare, trasportare e gestire correttamente. In base alla normativa vigente, il finanziamento del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati è a carico dei Produttori di tali pannelli. "Al momento dell’immissione sul mercato di un pannello, il Produttore versa al Consorzio a cui aderisce un contributo - stabilito dal Consorzio stesso - che viene segregato in un trust; questo contributo (univocamente associato a quel pannello) sarà 'liberato' quando il pannello giungerà a fine vita, e sarà utilizzato per finanziare le attività di riciclo di quel pannello - spiega Erion in una nota - Negli ultimi anni, la 'caccia ai Produttori' ha spinto la maggior parte dei Consorzi Raee ad abbassare continuamente il valore del contributo chiesto per i pannelli fotovoltaici non incentivati: valori vicini a 1 euro non sono sufficienti per garantire il corretto trattamento di un pannello tra 10, 15 o 20 anni". “Lo studio fatto da Ref Ricerche solleva seri dubbi sulla sostenibilità economica del sistema oggi in vigore e sulla sua reale capacità di coprire i costi di gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati, dato che non è serio fare oggi una scommessa su quanto costerà smaltire un modulo tra vent’anni, poiché il potenziale valore delle materie prime in esso contenute è una assoluta incognita - continua Arienti - Certo, il totale delle risorse accantonate è ingente, ma il contributo unitario (quello che può essere utilizzato per la gestione del singolo pannello, a cui il contributo unitario è associato) non è sufficiente. È un paradosso: nei trust dei Consorzi ci sono milioni di euro, ma questa montagna di denaro non riuscirà ad assicurare un corretto riciclo dei pannelli”. Cosa accadrà? Secondo l'analisi, la mancanza di adeguate risorse finanziarie favorirà comportamenti opportunistici, come l’esportazione dei pannelli dismessi verso 'paesi emergenti' (privi di adeguati impianti di trattamento) o il loro abbandono nell’ambiente. Oltre ai rischi ambientali, questa gestione non corretta si porrebbe in contrasto con le direttive europee, che promuovono il recupero dei materiali (vetro, alluminio, silicio e argento) compromettendo lo sviluppo di una filiera circolare nazionale e trasformando una misura nata per garantire sostenibilità e responsabilità ambientale in un potenziale boomerang finanziario, sociale e ambientale. Sulla base delle evidenze dello studio di Ref Ricerche, Erion Weee propone l’adozione del modello di finanziamento generazionale - già utilizzato per tutte le altre tipologie di Raee Domestici - anche ai pannelli fotovoltaici: con questo modello, la responsabilità economica della gestione del fine vita è attribuita ai Produttori presenti sul mercato in ciascun anno, in proporzione all’immesso sul mercato nello stesso anno. Questo modello 'generazionale', che funziona in settori a bassissima crescita come quello dei frigoriferi o dei 'grandi bianchi', a maggior ragione funzionerebbe in un settore in costante, significativo sviluppo come quello del fotovoltaico: se un Produttore esce dal mercato, ci saranno certamente altri Produttori in grado di farsi carico - anno per anno - dei costi di una corretta gestione dei Raee fotovoltaici. Inoltre, nel lungo termine, si affiancheranno nuove tecnologie sostitutive che finanzieranno progressivamente il fine vita di tali rifiuti, come avvenuto in tante altre categorie di prodotti. “Il sistema impiantistico nazionale si sta già preparando ad accogliere volumi crescenti di pannelli da trattare, anche grazie agli investimenti del Pnrrr - conclude Arienti - È necessario che il modello di finanziamento venga adeguato a garantire la sostenibilità ambientale ed economica nel lungo periodo scongiurando lo scoppio di una bolla che creerebbe un danno economico, ambientale e reputazionale di dimensioni clamorose”.