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(Adnkronos) - "Che bello non piacere a voi". Così Ultimo, nelle sue storie su Instagram, risponde a una recensione negativa di Open, che ha incluso il suo album 'Altrove' tra i 25 peggiori del 2024. L'artista ha quindi condiviso sui social lo screenshot dell'articolo e il suo commento. La risposta più significativa, però, è la foto di uno dei suoi concerti sold out negli stadi, a braccia aperte verso il pubblico, a dimostrazione di dove risiedano le sue priorità. Il cantautore romano, diventato papà da un mese, gode di un enorme seguito, la 'Generazione Ultimo', e ha recentemente annunciato la decima data allo Stadio Olimpico di Roma per il 2025, la terza tripletta consecutiva di concerti estivi nella sua città, un record per un artista di soli 28 anni. Ultimo vanta numeri impressionanti: 42 stadi all'attivo, 9 date per il prossimo anno, oltre 1.750.000 biglietti venduti in carriera, 6 album dal 2017, 81 dischi di platino, 17 d'oro, oltre 7 milioni di copie vendute, più di 2 miliardi di streaming su Spotify e 16 settimane di presenza in classifica con tutta la sua discografia nel 2024. Vincitore del premio come Miglior Autore Under 35 ai Siae Musi Awards 2024, si prepara per l' 'Ultimo Stadi 2025 - La favola continua…', prodotto e organizzato da Vivo Concerti, in partenza il 29 giugno da Lignano Sabbiadoro, con tappe ad Ancona, Milano, Roma, Messina e Bari, fino al 23 luglio 2025. Il rapporto conflittuale di Ultimo con la stampa, tuttavia, non è una novità. Dal controverso secondo posto a Sanremo 2019, dopo Mahmood con 'Soldi', che portò a uno scontro in sala stampa, alle esultanze di alcuni giornalisti per il suo mancato podio a Sanremo 2023 con 'Alba', l'artista ha sempre preferito costruire il suo successo lontano dai riflettori mediatici, privilegiando il rapporto diretto con il pubblico che lo ha sempre premiato.
(Adnkronos) - "Diversamente da quello che si può pensare, alcuni articoli di uso comune sono classificati come 'merce pericolosa' e vanno imballati e spediti in modo corretto. Alert su profumatori per ambiente o quelli per persona, gli oli essenziali a base alcolica, l'acqua di colonia e lo smalto per unghie. Abbiamo scoperto che un italiano su due, ovvero 28 milioni di persone, è un riciclatore seriale di regali Natale". E' quanto emerge da una ricerca del Centro Studi di Confcooperative. E c'è chi addirittura li rivende online. Ma occhio a spedire i profumatori per ambiente o quelli per persona, gli oli essenziali a base alcolica, l'acqua di colonia e lo smalto per unghie. Diversamente da quello che si può pensare, alcuni articoli di uso comune sono classificati come “merce pericolosa” e vanno spediti in modo corretto, dice l’esperto. “Tanti privati così come tante aziende, si trovano a spedire merci pericolose in modo inconsapevole”, spiega Ermanno Vicini ceo di Serpac, società specializzata nella creazione, sviluppo e vendita di imballaggi ed etichette per il trasporto di merci pericolose. “La continua crescita degli e-commerce e il periodo delle festività natalizie aumenta significativamente il rischio associato a questo tipo di spedizioni. Le merci classificate come pericolose per il trasporto possono essere svariate e, a differenza di quello che si potrebbe pensare, includono anche articoli di uso comune o quasi". "Pensiamo ad esempio - avverte - ai profumatori per ambiente o quelli per persona spediti da e-commerce, oppure a un pacchetto preparato in casa. Questo genere di prodotto è classificato generalmente come liquido infiammabile e quindi soggetto alla normativa per il trasporto di merci pericolose. Ciò significa che tali merci non solo devono essere dichiarate in modo appropriato, ma anche essere imballate e segnalate in conformità con le normative vigenti". Tutto ciò che si presenta sotto forma di aerosol, dunque, è classificato come merce pericolosa ai fini del trasporto. “Anche gli oli essenziali a base alcolica - prosegue Vicini - sono in realtà regolamentati come merce pericolosa perché sono un prodotto infiammabile. Stesso discorso per l'acqua di colonia e lo smalto per unghie. Va però fatta una precisazione, il fatto che una merce sia pericolosa ai fini del trasporto, non significa automaticamente che un prodotto sia pericoloso per le persone”. Sapere dunque che quello che si sta spedendo è un prodotto classificato come pericoloso per il trasporto incide attivamente sul processo di imballaggio e segnalazione del collo. Ma in che modo? “Un normale imballaggio - prosegue l’esperto - non è idoneo per spedire queste merci, ma ne servono di specifici, spesso omologati Onu, progettati, testati e prodotti in riferimento ai regolamenti per il trasporto di merci pericolose. Va ricordato che a seconda della pericolosità della merce, della quantità e di come verrà trasportata (strada, ferrovia, via interna navigabile, mare o aereo) bisognerà imballare e segnalare, con opportuni marchi ed etichette, la spedizione, in accordo ai pertinenti regolamenti come Adr. Non si deve pensare solo ai fuochi pirotecnici, il cui utilizzo è comune in questo periodo, ma anche ai profumi per la persona, fragranze per l'ambiente, batterie al litio e ai dispositivi da queste alimentati. Tutti questi generi necessitano di procedure di ‘messa in sicurezza’ per la loro spedizione, soprattutto quando gli stessi non seguono un mercato B2B ma si rivolgono a un mercato B2C”. Immaginiamo di dover inviare questo genere di articoli. Come dovremmo comportarci per garantire una gestione corretta? “E' essenziale conformarsi ai regolamenti sul trasporto di merci pericolose. Ciò implica un'attenta gestione delle spedizioni, rispettando le normative sull'imballaggio e sull'etichettatura e marcatura del collo. Vanno verificate le specifiche normative relative ai prodotti da spedire e consigliamo di rivolgersi a esperti per garantire l'uso di imballaggi adeguati e corretti. Questa precauzione non solo garantisce la sicurezza di merci e persone, ma previene anche fermi merce e sanzioni in caso di controlli, garantendo consegne puntuali e risparmiando costi”, conclude Ermanno Vicini.
(Adnkronos) - Lavorare sulla transizione dagli ioni di litio a quelli di sodio per risparmiare e ridurre la dipendenza dai paesi in cui si estraggono e vengono lavorate le terre rare. È questa la sfida in cui si sono cimentati gli esperti del Canepa Lab e quelli del CNRS, in Francia, ottenendo buoni risultati. In tal senso, giocherebbero un ruolo chiave il fosfato di sodio e vanadio, che nei test di laboratorio hanno fatto registrare delle performance molto interessanti. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati su “Nature Materials”.