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(Adnkronos) - Le malattie neurologiche rappresentano una delle principali sfide sanitarie a livello mondiale. Con oltre 3,4 miliardi di casi e circa 11,8 milioni di decessi ogni anno, le patologie del sistema nervoso costituiscono oggi la prima causa di disabilità nel mondo. Lo evidenzia il Global Status Report on Neurology 2025, il primo rapporto globale interamente dedicato alla risposta dei sistemi sanitari alle malattie neurologiche, presentato ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) al Congresso mondiale della neurologia (Wcn). Il documento è stato elaborato nell’ambito dell’Intersectoral Global Action Plan on Epilepsy and Other Neurological Disorders 2022–2031. Il rapporto evidenzia marcate disuguaglianze tra i Paesi nell’affrontare le malattie neurologiche. Nei contesti ad alto reddito, si registrano in media 9 neurologi ogni 100 mila abitanti, mentre nei Paesi a basso reddito la disponibilità scende drasticamente a meno di 1 neurologo ogni 100mila abitanti. A questa disparità si aggiunge una limitata capacità di pianificazione e monitoraggio: solo il 39% degli Stati dispone di strategie nazionali dedicate, e appena il 15% raccoglie dati epidemiologici in modo sistematico. anche in Europa il quadro è allarmante: il peso delle malattie neurologiche supera i 90 milioni di Dalys (anni di vita persi per disabilità e mortalità), con un impatto economico complessivo stimato in oltre 900 miliardi di euro all’anno Per far fronte a questa crisi globale, l’Oms ha individuato alcune priorità chiave: rafforzare la governance sanitaria, garantire un accesso equo alle cure, formare e distribuire una forza lavoro sanitaria qualificata, promuovere la salute del cervello e intensificare gli sforzi nella ricerca scientifica. A tale proposito, la Società italiana di neurologia (Sin) ha delineato una strategia per il decennio 2025–2035, coerente con le indicazioni dell’Oms. La proposta - informa la società scientifica in una nota - prevede: lo sviluppo di una neurologia di prossimità e digitale, puntando a rafforzare la rete territoriale e a promuovere la tele-neurologia anche grazie agli investimenti del Pnrr. A ciò si affianca la richiesta di una governance nazionale integrata, attraverso la creazione di una Cabina di Regia che coinvolga ministero della Salute, l’Agenzia regionale Agenas, il ministero dell’Università e la ricerca (Mur) e la stessa Sin, con l’obiettivo di pianificare i fabbisogni e la formazione specialistica. Infine, un ruolo centrale è affidato alla ricerca e all’innovazione, con la promozione della medicina di precisione, l’impiego dei big data e la costruzione di partnership tra pubblico e privato. Come evidenzia il report dell’Oms, in Italia, l’assistenza neurologica si colloca in una posizione intermedia rispetto al contesto internazionale. Il nostro Paese può contare su una neurologia scientificamente avanzata, con elevati livelli di competenza clinica e di ricerca, ma sconta ancora forti disuguaglianze territoriali nell’accesso ai servizi. Attualmente operano circa 7mila neurologi, di cui meno di 3mila all’interno del Servizio sanitario nazionale (Ssn). La densità media è di circa 5 neurologi pubblici ogni 100mila abitanti, ma questa presenza è distribuita in modo non uniforme: le carenze più marcate si riscontrano al di fuori dei grandi centri urbani, in particolare nelle aree rurali, montane e insulari, dove l’accesso alle cure neurologiche risulta spesso insufficiente. Le malattie neurologiche di maggiore impatto coinvolgono oltre 3 milioni di persone in Italia, generando un costo economico stimato di oltre 20 miliardi di euro l’anno. Tuttavia, se si includono tutte le patologie croniche che interessano il sistema nervoso, si arriva a coinvolgere circa 1 italiano su 3, confermando il peso crescente di questi disturbi sulla salute pubblica e sulla sostenibilità del sistema sanitario. In questo contesto "la strategia italiana per la Salute del cervello 2024–2031, promossa dalla Sin e approvata dal ministero della Salute, si fonda sul principio One Brain – One Health, riconoscendo che la salute del cervello è la prima infrastruttura della salute umana - afferma Alessandro Padovani, presidente Sin - Propone un’alleanza nazionale e internazionale che coinvolga neurologi, psichiatri, geriatri, medici di medicina generale, istituzioni, scuole e cittadini nella promozione della brain health lungo tutto l’arco della vita. Il cervello è la prima infrastruttura della salute. Proteggerlo significa investire nel futuro, nella dignità e nella coesione del Paese".
(Adnkronos) - In un momento in cui le imprese italiane trovano sempre più difficoltà nel reperire manodopera specializzata, il cosiddetto 'Decreto Cutro' si propone come uno strumento utile per favorire l’ingresso di lavoratori stranieri qualificati nei settori tecnici e industriali. E' l'esempio che arriva dalla Irem Spa di Siracusa, storica azienda dell’impiantistica industriale, che ha avviato l’inserimento di 60 lavoratori egiziani specializzati in saldatura e tubisteria. "Il nostro obiettivo - racconta l’amministratore delegato Giovanni Musso - non è sostituire i lavoratori italiani, ma integrarli con nuove competenze. Sul mercato nazionale, figure come saldatori e tubisti sono sempre più difficili da trovare. Abbiamo scelto di formare e inserire professionisti qualificati che possano lavorare fianco a fianco con il nostro personale, condividendo metodi, esperienze e valori", sottolinea. Il progetto, sviluppato in collaborazione con l'agenzia per il lavoro Orienta Spa, è partito in Egitto con corsi di lingua italiana e formazione tecnica certificata da enti terzi. "Abbiamo voluto costruire un percorso completo - aggiunge Musso - che parte dalla selezione e arriva fino all’inserimento operativo nei nostri cantieri. Il primo gruppo di venti lavoratori è già attivo da gennaio 2025 a Siracusa, mentre altri quaranta stanno arrivando progressivamente in Italia". Ma nonostante la positività del percorso, non mancano i passaggi critici, secondo Musso. Il 'Decreto Cutro' "è un provvedimento utile e necessario - sottolinea - perché consente alle aziende di reperire manodopera qualificata in modo più flessibile rispetto al vecchio Decreto Flussi, che era troppo rigido e vincolato da quote e click day. Tuttavia, i tempi delle procedure restano eccessivi: tra corsi di formazione, nulla osta e rilascio dei visti sono passati circa sei mesi. Per un’impresa che lavora su commesse complesse, con tempistiche molto rigide, questo è un ostacolo serio". E il dirigente aziendale sottolinea la centralità della formazione come leva di integrazione: "Crediamo fortemente che la competitività passi dalle persone - spiega ancora Musso - questi lavoratori, che arrivano con competenze già solide, si stanno integrando bene nei nostri team. Stanno imparando la lingua, la cultura aziendale e le regole di sicurezza. Non c’è distinzione tra chi è italiano e chi no: tutti lavorano con la stessa professionalità e dignità". Secondo l’ad di Irem, la sfida è comune a molte realtà italiane: "Il problema non è solo del Sud o del nostro settore - conclude Musso - ma di tutto il Paese. Se vogliamo davvero sostenere la crescita industriale, dobbiamo creare canali di ingresso più rapidi e strutturati per i lavoratori qualificati, senza rinunciare alla formazione e alla legalità. Il Decreto Cutro va nella giusta direzione: ora serve farlo funzionare con tempi certi e procedure più snelle".
(Adnkronos) - “Uno degli elementi principali su cui costruire l’economia circolare è la costruzione di un mercato delle materie prime e seconde, ne ha parlato anche Mario Draghi nel suo report. Dobbiamo trasformare il mercato di materie prime e seconde in una realtà che viene applicata a livello nazionale”. Lo ha detto oggi Laura d’Aprile, capo dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile del Mase, intervenendo all’evento “Creare valore economico sostenibile attraverso la gestione circolare dei residui industriali” presso Sda Bocconi School of Management in collaborazione con Omnisyst. “Abbiamo introdotto un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che ci permetterà di avere dati immediati per lo sviluppo di vere e proprie catene circolari, anche in termini di materie prime e seconde. Abbiamo poi il registro nazionale per la raccolta delle autorizzazioni perché sappiamo che uno dei colli di bottiglia per l’implementazione all’economia circolare è la lentezza nelle autorizzazioni - ha poi sottolineato -. Avere uno scambio delle autorizzazioni rilasciate consente di avere un confronto tra gli enti di controllo e di avere un supporto informativo che accelera il processo”. Il passaporto digitale del prodotto “è fondamentale perché fornirà in tempo reale, a consumatori e fornitori, informazioni sulla sostenibilità dei prodotti e la gestione della circolarità. Migliorerà la trasparenza sul ciclo di vita dei prodotti e fornirà informazioni anche sulla reale sostenibilità degli stessi. Inoltre, favorirà le autorità pubbliche nelle attività di certificazione e verifica”.