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(Adnkronos) - Leader scatenati sui social per gli auguri di Pasqua. Ognuno a modo suo, i big della politica hanno celebrato la ricorrenza con un post, una foto o semplicemente con frasi a tema. Giorgia Meloni ha scelto il classico selfie accompagnato da un breve messaggio: "Buona Pasqua a tutti voi. Che sia un giorno di serenità, speranza e felicità da condividere con le persone che amate. Un abbraccio sincero, ovunque voi siate". Tra i leader di governo, Matteo Salvini ha utilizzato l'immagine della colomba pasquale con un testo evocativo: "Buona Santa Pasqua di Risurrezione. Che questa giornata sia portatrice di pace e rinnovamento, con la speranza di un futuro migliore. Auguri a tutti voi!". Mentre Antonio Tajani ha optato per una sua immagine 'casual' e informale: "Buona Pasqua da Grottaferrata, bella città del mio collegio elettorale. A pranzo con la mia famiglia! Un po’ di riposo….", ha scritto a corredo della foto il vicepremier e ministro degli Esteri. Tra i più originali, sicuramente, Matteo Renzi. Per lui un selfie di famiglia con la moglie e la nonna: "Tanti auguri di Buona Pasqua anche da Agnese e dalla nonna Maria. Che quest’anno va per i 105". Celebra la ricorrenza via social anche Elly Schlein, che sceglie una 'card' con una colomba della pace stilizzata: "Auguri di buona pasqua dal Partito democratico", scrive la segretaria dem. Sempre in casa Pd, il presidente ed eurodeputato Stefano Bonaccini riunisce tutta la famiglia, nipotina in passeggino compreso, per un sintetico: "Buona Pasqua". Post informale anche per Luigi Marattin, leader del Partito liberaldemocratico, che pubblica una foto al mare con la compagna e scrive: "Buona Pasqua di relax e serenità. Troppo spesso dimentichiamo le vere cose importanti della vita. Cerchiamo di ricordarcelo almeno in occasioni come queste. E grazie a chi in un giorno di festa sta lavorando, in particolare per la nostra sicurezza e per la nostra salute". Molto sentito il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella agli italiani che il Quirinale ha diffuso via social: "Alle concittadine e ai concittadini auguro sentitamente buona Pasqua e vi unisco un particolare ringraziamento per gli auguri che mi sono stati rivolti in questi giorni per la mia salute". Un testo breve, quello del capo dello Stato, che fa riferimento alla sua convalescenza dopo l'intervento al cuore.
(Adnkronos) - “L’industria dei beni di largo consumo in Emilia-Romagna è molto importante perché pesa per quasi il 20% sui valori socio economici legati all’intero manifatturiero, quindi sia occupati, imprese, che fatturato e valore aggiunto. Un tessuto imprenditoriale di oltre 4700 aziende che genera un fatturato superiore ai 45 miliardi di euro”. Lo ha detto, questa mattina a Bologna, Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, al seminario “Industria dei beni di consumo ed evoluzione del contesto competitivo. Strumenti e soluzioni per la trasformazione digitale”, organizzato da Ibc, l’Associazione industrie beni di consumo, in collaborazione con GS1 Italy e la società di consulenza Deloitte. L’evento rientra nel piano di iniziative messe in campo da Ibc per promuovere l’innovazione delle imprese associate, in particolare piccole e medie, e rafforzare la collaborazione tra il comparto produttivo e quello distributivo. Con l’indagine 'Scenari economici e sfide per il futuro dell'industria dei beni di consumo', Nomisma ha analizzato i valori socio economici che il settore esprime sia a livello nazionale, sia a livello regionale. Inoltre, ha analizzato un campione di 1000 consumatori, rappresentativo della popolazione italiana, per capire come percepisce i valori che il comparto esprime, non solo economici e sociali, ma anche di sostenibilità e occupazionali. “Ci troviamo in una fase critica, legata alla congiuntura ancora negativa legata ai consumi - illustra Pantini - Quello che più ci preoccupa è l’export che per i beni di consumo vale, in Emilia Romagna, oltre 10 miliardi di euro, con una crescita che negli ultimi anni è stata superiore al 50%. Gli Stati Uniti, in questo contesto, rappresentano un terzo del mercato di destinazione. L’Emilia Romagna è meno esposta al mercato americano, parliamo di circa il 10% sul totale dell’export dei beni di consumo. La Sardegna invece supera il 50% e la Campania il 20%. Dopo l’euforia post covid, i valori macroeconomici mostrano un rallentamento, che tocca tutte le economie. La ripresa della spesa per i consumi delle famiglie italiane si scontra con il calo del risparmio e anche il clima di fiducia dei consumatori è calato in modo importante, non solo per le condizioni economiche ma anche per le aspettative future. Anche l’inflazione, in rinnovata ripresa per l'aumento dei costi energetici, ha impattato duramente sugli acquisti a volume. I consumi domestici infatti non hanno ancora ripreso il livello pre pandemico”. In questo contesto, il percepito del consumatore rispetto ai cambiamenti di consumo si concentra su tre macro aree “maggior attenzione alla salute, alla sostenibilità e al territorio - puntualizza Pantini - categorie che interessano le scelte di consumo degli italiani e modificano il paniere di spesa. Inoltre, più di 7 consumatori su 10 sono consapevoli che l'industria dei beni di consumo genera ricchezza e occupazione e valorizza il made in Italy all’estero. Rispetto alla media di settore, l’industria dei beni di consumo dell’Emilia Romagna, che conta 4700 aziende alla camera di commercio, pari al 12% del totale del settore manifatturiero regionale, è superiore del 20%. I risultati economici degli ultimi 5 anni, dal 2019 al 2023, mostrano che l’industria dei beni di largo consumo emiliano romagnola registra un fatturato e un valore aggiunto di poco superiore alla media nazionale. La crescita è però a favore di medie e grandi aziende, le piccole hanno invece sofferto. Infine, sul fronte della digitalizzazione, il settore alimentare della Regione è un po’ il fanalino di coda”.
(Adnkronos) - Una ventina di studenti questa mattina hanno visitato gli impianti di Acea della Fontana di Trevi, a Roma. "Questa visita fa parte del progetto Acea Scuola, che coinvolge a livello nazionale 11mila ragazzi a cui viene fatta una formazione sul ciclo dell’acqua - spiega Claudio Cosentino, presidente di Acea Ato 2 - Poi viene data la possibilità di visitare gli impianti del gruppo come depuratori, sorgenti, acquedotti. In questo caso una delle meraviglie della città, la Fontana di Trevi, di cui Acea si occupa della gestione dell’impianto idrico". "Fondamentale scoprire l’importanza dell’acqua e diffonderne la cultura, perché questo elemento essenziale ha dietro un grande lavoro e impegno industriale per portare l’acqua dalla natura fino alle nostre case e poi restituirla in maniera sicura, in quantità e in qualità. È necessario comprendere lo sforzo che c’è dietro e tutto il lavoro che deve essere fatto per rendere questo sostenibile nel tempo e anche pensando alle generazioni che verranno", aggiunge.