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(Adnkronos) - Giorgia Meloni sigla una nuova intesa con Edi Rama, dopo il contestato protocollo sui migranti. Ma questa volta è l'energia 'green' il cuore dell'accordo, sottoscritto con l'Albania (e con gli Emirati Arabi) nella cornice del summit di Abu Dhabi. Arrivata nella capitale emiratina per partecipare al World Future Energy Summit, la presidente del Consiglio torna a porre l'accento sul Piano Mattei per l'Africa e a ribadire la rotta del suo governo in materia di politiche energetiche: "L'Italia - spiega Meloni davanti alla platea dell'Adnec Centre, il più grande polo espositivo del Medio Oriente - ha l'opportunità di diventare l'hub strategico per i flussi energetici tra Europa e Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo, il che ci consente di agire come centro di approvvigionamento e distribuzione”. La premier mette in guardia dai rischi di una decarbonizzazione inseguita "al prezzo della desertificazione economica" e definisce la fusione nucleare una risorsa in grado di "cambiare il corso della storia", producendo energia "sicura, pulita e illimitata". Per Meloni, "il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderà dalla nostra capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione". "Ora - sottolinea - abbiamo una scelta da fare: possiamo subire queste trasformazioni restando inerti, oppure possiamo interpretarle come opportunità. Credo che dovremmo scegliere la seconda strada e percorrerla con coraggio e visione, senza paura di osare", scandisce l'inquilina di Palazzo Chigi, che al termine del suo discorso viene accompagnata dal ministro dell'Industria Sultan Al Jaber in un tour dei padiglioni che costellano l'enorme struttura. Ma il piatto forte della missione di Meloni negli Emirati (la terza dall’inizio del suo mandato) è il quadro di partenariato strategico chiuso con l’Albania di Edi Rama e con lo sceicco Mohamed bin Zayed, presidente emiratino. L'intesa ha come obiettivo la realizzazione di una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico. Un progetto "ambizioso" di cui la leader di Fdi si dice "orgogliosa", e che per il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (presente ad Abu Dhabi insieme al titolare dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e all'ad di Enel Flavio Cattaneo) "accresce ulteriormente il ruolo dell'Italia come hub energetico e delle rinnovabili nel Mediterraneo". L'entità economica dell'accordo non è ancora definita, anche perché dipenderà dai futuri investimenti pubblici e privati nei singoli progetti. Ma Edi Rama parla di una cifra che va "verso il miliardo di euro" per un'infrastruttura che "sarà operativa in tre anni". Al termine del summit Meloni incontra lo sceicco bin Zayed in un bilaterale: sul tavolo, oltre agli investimenti nei settori innovativi, anche la questione Mediorientale e il conflitto tra Russia e Ucraina. E’ il primo ministro di Tirana, però, a catalizzare l’attenzione della stampa italiana a margine del summit sull’energia. Interpellato dai giornalisti, Rama torna sui centri per i migranti in Albania oggetto di aspre polemiche in Italia. "Se funzioneranno? Credo di sì, vediamo", i centri "hanno già avuto un ruolo di deterrenza", osserva il premier albanese. E a Matteo Renzi, che chiede di utilizzare i centri migranti a Shengjin e Gjader per i detenuti albanesi, risponde sornione: "Lui è un grande motore di proposte...". Il tema dei costi legati alla costruzione dei centri non è secondario, viene fatto notare a Rama. "I conti li fate voi, per il vostro governo e il vostro Paese", taglia corto il primo ministro, che assicura di non farne una questione di convenienza: "Quando si tratta di fratellanza, alleanze e vicinanze come quella che abbiamo con l'Italia non deve sempre convenire. Sennò perché siamo amici, fratelli e alleati?". Ma quando in una delle immense sale dell'Adnec fa il suo ingresso Giorgia Meloni, Rama dà vita a un piccolo show: prima si inginocchia davanti alla collega italiana - che si schermisce - poi le avvolge la testa con un foulard, regalo di compleanno, ieri ha compiuto 48 anni, realizzato da un imprenditore italiano diventato cittadino albanese. Un omaggio che fa il paio con il mazzo di fiori regalatole dal presidente kazako Jomart Tokayev. Nonostante l'ambientazione mediorientale, nessuna festa da ‘mille e una notte’ per la presidente del Consiglio, che sceglie di festeggiare il compleanno con un brindisi in hotel assieme ai collaboratori più stretti. (dall'inviato Antonio Atte)
(Adnkronos) - “L’industria ceramica italiana, che esporta l’85% sui mercati esteri, è fortemente condizionata dalle crisi internazionali e dall’aumento nei costi dell’energia, che producono pesanti impatti sui budget e richiedono necessari ed urgenti interventi”. Così, con Adnkronos/Labitalia, il presidente di Confindustria Ceramica, Augusto Ciarrocchi, sull'impatto dell'aumento del costo del gas per le aziende associate. Per Ciarrocchi il momento per il settore della ceramica non è facile. “Stiamo affrontando una crisi da domanda -spiega- dovuta ad una contrazione nell’ordine del 5% degli investimenti in edilizia residenziale in Francia e Germania, nostri principali mercati esteri, mentre la congiuntura appare ancora positiva negli Stati Uniti e nei paesi del Golfo Arabico. Anche per il mercato italiano emergono preoccupazioni dovute al peggioramento nel segmento delle ristrutturazioni edilizie, dopo che si sono esauriti gli effetti ma anche le distorsioni del Superbonus”, sottolinea. Una situazione che non permette di fare previsioni a lungo termine. "Difficile fare previsioni sia su volumi che su fatturato per il 2025 perché per i primi l’imprevedibilità e la mutevolezza degli scenari potrebbe cambiare la situazione in modo repentino e consistente", spiega Ciarrocchi. E il presidente di Confindustria Ceramica vede di buon occhio un'intesa Italia-Germania per agire sul prezzo dell'energia, come ventilato dal ministro Pichetto Fratin. "Che le due maggiori manifatture europee -sottolinea- concordino sulla assoluta necessità di una politica energetica comune e razionale, che miri a salvaguardare la competitività delle imprese europee, è di per sé una buona notizia. I costi energetici più elevati sono da sempre un fattore di debolezza per le nostre imprese a cui oggi si aggiunge una elevata volatilità dei prezzi introdotta dalla scelta politica dell'abbandono del gas russo. In questo nuovo scenario, occorre che la politica europea si doti di strumenti idonei a controllare gli effetti sui prezzi delle possibili situazioni di crisi e le spinte speculative che abbiamo visto operare negli ultimi mesi", aggiunge. "Mi pare però che la creazione di una politica energetica europea richiederà tempo mentre già adesso bisogna adottare misure temporanee per ridare fiato alla competitività delle imprese italiane. Da quasi tre anni parliamo di una gas release che ancora non è partita; andrebbe invece attuata subito alimentandola con una quota del gas derivante dai nuovi flussi di approvvigionamento attivati grazie all’azione del Governo dopo la crisi del 2022", conclude. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Aumentare la consapevolezza dei consumatori relativamente ai temi dell’alimentazione sostenibile, dell’importanza delle filiere sostenibili e circolari, della corretta informazione, della sicurezza alimentare e della lotta agli sprechi. Fare leva sul cambiamento prima individuale e poi collettivo per contribuire alla promozione di modelli di produzione e consumo socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibili: questi gli obiettivi della seconda edizione di “Nutrizione sostenibile e lotta agli sprechi”, il progetto di Cittadinanzattiva lanciato oggi in un evento dedicato nel contesto della fiera “MARCA 2025” a Bologna e realizzato in collaborazione con il Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell'Università Cattolica e il supporto non condizionato dell'Unione Italiana per l'Olio di Palma Sostenibile. La seconda edizione del progetto prevede, sulla falsariga dell’esperienza pilota realizzata in Puglia, una consultazione civica nazionale (alla quale è possibile partecipare da oggi attraverso l’apposito link) per definire in un report pubblico il punto di vista dei consumatori riguardo le principali criticità, difficoltà e gap informativi sul tema. A seguire, saranno predisposte attività di formazione dedicate ai referenti nazionali delle associazioni. Il terzo passo è il lancio di una campagna informativa online incentrata sulla promozione del concetto di nutrizione sostenibile, della valorizzazione delle filiere sostenibili e sul favorire il consumo responsabile e la lotta agli sprechi. “Le attività connesse al sistema alimentare dalla fornitura delle materie prime, passando per la trasformazione, l’imballaggio e la logistica, fino ad arrivare alla grande distribuzione, generano impatti consistenti e di varia natura su diversi ambiti dello sviluppo sostenibile”, dichiara Tiziana Toto, responsabile Politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva che aggiunge: “In questo contesto il consumatore può svolgere un ruolo centrale e può scegliere in maniera consapevole, se adeguatamente informato, contribuendo ad orientare il mercato verso modelli produttivi più sostenibili”. Il progetto trova radicamento nel Green Deal europeo e nelle relative strategie di attuazione, nel caso specifico la strategia “Farm to fork”, oltre che nell’Agenda 2030 dell’ONU (goal 12 - consumo e produzione responsabili). Maggiori informazioni su https://www.cittadinanzattiva.it/progetti/15841-nutrizione-sostenibile-e-lotta-agli-sprechi.html