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(Adnkronos) - Conto alla rovescia per il Black Friday, quando inizierà la battaglia all'ultimo sconto. Ma i raggiri sono sempre dietro l'angolo, e infatti preoccupano quasi sei italiani su dieci. A fare i conti è un’indagine condotta da Revolut che, su un campione rappresentativo di circa mille persone, ha rivelato che il 12%è stato truffato e abbia perso denaro (fino a 1000 euro), mentre il 57%, nonostante non sia stato vittima di frodi, le teme. In generale, solo il 7% si sente molto sicuro di riuscire a individuare siti web falsi o truffe online e sui social media. Le generazioni più anziane mostrano una forte mancanza di fiducia, con il 20% dei 55-64enni che afferma di non essere affatto sicuro di riuscire a individuare le truffe del Black Friday. Tra i più giovani, sebbene siano spesso visti come "esperti digitali" dai genitori, il 25% della Generazione Z ammette di non sentirsi molto certo di riuscire a evitare le trappole online più insidiose. I dati mostrano comunque che, in Italia, si inizia a prestare maggiore attenzione agli acquisti online: la maggioranza acquista infatti solo da siti web o app affidabili (62%), quasi la metà (37%) evita di cliccare sui link nelle email o nelle pubblicità sui social media e circa 3 su 10 (27%) controllano l'ulr del sito web. Quando si tratta di individuare le migliori offerte, i consumatori si affidano principalmente ai siti web dei rivenditori (51%), alle pubblicità a pagamento sui social media su Instagram, TikTok e Facebook (14%) e alle promozioni via email (9%). Non sorprende che le pubblicità sui social media siano più allettanti per la Generazione Z, con il 38% degli intervistati, la percentuale di gran lunga più alta tra tutte le generazioni, mentre la Generazione X (61%) e i Baby Boomer (57%) tendono a optare per i siti web dei rivenditori. Gli influencer sembrano avere meno appeal in occasione del Black Friday: solo il 3% sceglie i contenuti degli influencer come opzione. Eppure, resta ancora il divario tra cautela e sicurezza: si evolvono gli utenti, ma si evolvono anche le truffe ed essere acquirenti attenti potrebbe non bastare. Per riconoscere le truffe online ci sono alcune accortezze da ricordarsi: i truffatori creano siti web falsi molto somiglianti a quelli dei rivenditori. L’intenzione non è solo rubare denaro alle vittime al momento dell'acquisto, ma anche ottenere dati personali e della carta per truffe future. Bisogna quindi controllare attentamente l'url del sito web per verificare che sia quello autentico da cui si intende acquistare. Alcuni siti vendono articoli costosi (elettronica, gioielli o marchi di abbigliamento) a prezzi molto bassi. A volte gli acquirenti ricevono l'articolo per cui hanno pagato, che si rivela falso, altre volte non riceveranno nulla. Un promemoria: se è troppo bello per essere vero, spesso è una truffa. Cercare recensioni online di altri clienti per verificare l'affidabilità del rivenditore. A volte i truffatori utilizzano le piattaforme di social media per creare negozi online. I negozi aprono per un breve periodo e poi scompaiono dopo aver effettuato alcune vendite. Non fidarsi, quindi, delle pagine/account di social media aperti di recente e con molte recensioni positive, potrebbero essere falsi e scritti solo per far credere alle persone che siano autentici. I falsi messaggi di spedizione e le email di phishing aumentano durante periodi di punta come il Black Friday. È consigliato tracciare i pacchi direttamente dal rivenditore o dal sito web della compagnia di spedizioni e controllare sempre l'indirizzo del mittente, facendo attenzione a eventuali errori di ortografia. In caso di dubbio, non cliccare mai su un link.
(Adnkronos) - Trasformazioni sociali e crisi geopolitiche, incertezze macroeconomiche e il prorompente ingresso dell'intelligenza artificiale nella vita lavorativa. In un contesto in così rapido cambiamento chi si occupa di comunicazione di impresa deve sapersi evolvere, adattare, ripensare. Un percorso che è al centro del libro di Salvatore Ricco, 'La comunicazione d’impresa nel mondo che cambia. Perché il ruolo dei comunicatori sarà sempre più strategico', edito da FrancoAngeli, e in libreria dal 27 novembre. Salvatore Ricco, giornalista pubblicista, lavora nella comunicazione d'impresa da circa 25 anni, con esperienze manageriali in importanti aziende italiane come Pirelli, Cir, Snam e Amplifon. Un quarto di secolo di lavoro nella comunicazione d'impresa che Ricco racconta nel suo volume, con prefazione di Mario Calabresi. "Il libro -spiega Ricco ad Adnkronos/Labitalia- è un po' un riassunto di esperienze fatte in 25 anni di professione ma anche di letture, di riflessioni, di scambio con i colleghi. E si rivolge sostanzialmente a due interlocutori principali. Da a un lato a chi lavora soprattutto nel mondo delle imprese, venendo a contatto con chi si occupa di comunicazione, e magari vuole capirla un po' di più. Vuole comprenderne cioè un po' più le dinamiche e la funzione. E, dall'altro lato, il libro si rivolge ai giovani che hanno appena intrapreso questa professione o che in qualche modo stanno studiando per intraprenderla, dando anche un po' un messaggio, se vogliamo, di ottimismo", sottolinea Ricco. L'attività dei comunicatori di impresa deve misurarsi oggi con l'impatto dei social media e delle fake news, il ruolo ancora significativo dei media tradizionali, le sfide legate alla trasparenza e alla velocità delle informazioni, la gestione delle crisi reputazionali: solo comprendendo e maneggiando tutti questi aspetti, i comunicatori potranno diventare interpreti dei cambiamenti, guardiani della reputazione e, insieme, costruttori di fiducia. E saranno sempre più strategici e determinanti per il successo delle imprese. "L'obiettivo del volume -sottolinea Ricco- è anche quello di smontare qualche falso mito intorno alla comunicazione. Per esempio che la comunicazione sia slegata rispetto al business delle aziende, cosa che non è, tanto che ci sono anche una serie di dati riportati del libro su quanto la reputazione di un'impresa incide sul suo valore di mercato. Si parla di circa il 30%, non parliamo di una scienza esatta ma ci sono degli studi al riguardo e comunque è indubbio che la reputazione abbia un impatto poi sul valore tangibile di un'azienda. Quindi si prova a smontare il mito secondo il quale la comunicazione all'interno delle aziende sia una funzione o comunque sia un ruolo solo di relazione mentre invece è una funzione a tutti gli effetti manageriale", sottolinea. E l'autore sottolinea che "nelle aziende tutto nasce dall'interno e quindi la comunicazione interna è assolutamente importante e strategica e poi nell'era del digitale sono un po' cadute le barriere tra interno ed esterno. Le aziende sono delle 'case di vetro' per cui i messaggi che si danno all'interno devono essere coerenti con quelli esterni", rimarca l'esperto di comunicazione d'impresa. E poi nel volume non mancano le sfide di questi tempi per i professionisti della comunicazione. "La comunicazione, ma questo vale anche per il giornalismo -sottolinea- sembra un po' messa nell'angolo dall'esplosione digitale. In realtà non è così, nel senso che oggi c'è più bisogno di comunicazione come c'è più bisogno di giornalismo". "Nascono -aggiunge- nuovi canali, nuove piattaforme, c'è il real time e certamente la tecnologia e ancor più l'intelligenza artificiale richiedono a tutti coloro che fanno il nostro lavoro di restare al passo con i tempi, di evolversi, ma certamente alcune cose che io ho visto e che ho imparato quando ho cominciato a fare questo lavoro, come la capacità relazionale, l'empatia, il senso della notizia, una certa sensibilità sono comunque delle soft skills fondamentali. La tecnologia infatti non va letta in ottica sostitutiva ma come un potente alleato, rimanendo poi fermi al principio secondo il quale a tecnologia deve essere al servizio delle persone e non il contrario", prosegue. E infine i consigli ai giovani che si vogliono avvicinare al percorso lavorativo che Ricco 'attraversa' da 25 anni. "Il primo consiglio che mi sento di dare ai giovani che vogliono avvicinarsi a questo lavoro -sottolinea- è quello sicuramente di dare grandissima importanza al valore delle relazioni umane, sia dentro che fuori dall'azienda, anche oggi che la tecnologia molto spesso ci porta a volte a privilegiare relazioni mediate della tecnologia e quindi le video call, piuttosto che le mail e whatsapp. Quindi tenere sempre presente l'importanza delle relazioni umane", sottolinea. "Secondo, essere informati -conclude- è un vantaggio competitivo ed esserlo significa assolutamente divorare i 'media', non fare lo scroll sui social. Quindi informarsi da fonti di informazione autorevoli: agenzie di stampa, quotidiani, perché informarsi è assolutamente un vantaggio competitivo e aiuta a fare meglio il proprio lavoro, perché aiuta a capire che cos'è una notizia, come confezionarla, come rendersi interessanti con essa", conclude.
(Adnkronos) - Temperature estreme fino ai 38°C entro il 2050, forte stress idrico e inondazioni più frequenti. Questi i principali rischi emersi dallo studio sulla regione Toscana realizzato da Axa Climate e presentato in occasione dell’incontro a Lucca, nella sede di Confindustria Toscana Nord, dal titolo 'Cambiamenti Climatici. Prevenire e mitigare il rischio' organizzato dal Gruppo assicurativo Axa Italia. Con il Patrocinio di Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), Comune di Lucca e Regione Toscana, l’iniziativa prosegue sul territorio italiano dopo le tappe di Senigallia, Cervia, Treviso, Varese e Torino. Al centro dell’incontro, lo studio scientifico sul grado di rischiosità futuro, al 2050, della regione Toscana, realizzato da Axa Climate, società del Gruppo che si avvale di un team di oltre 20 PhD esperti in scienza e climatologia e data scientist. Tre gli ambiti di rischio prioritari per la regione: temperature estreme, inondazioni e stress idrico. Sul fronte delle temperature estreme, i modelli di Axa Climate prevedono un aumento delle temperature annuali su quasi tutta la regione Toscana, passando dai 30-34°C della baseline ai 34-38°C nel 2050. In particolare, sarà la parte centrale della regione ad essere particolarmente colpita da ondate di calore, con temperature che supereranno i 38°C nel 2050, contando 5 giorni in più in cui le temperature massime percepite all’ombra supereranno i 40°C. Le temperature estreme rappresenteranno una grande sfida soprattutto per Lucca e Firenze. A Lucca, le massime percepite all’ombra raggiungeranno i 46,5°C nel 2050 e saranno 7 i giorni in più con temperature all’ombra maggiori di 35°C. Firenze, invece, vedrà nel 2050 le temperature massime percepite all’ombra fino ai 50°C con 14 giorni in più di temperature all’ombra maggiori di 35°C. Il fenomeno delle ondate di calore influenzerà in modo significativo tutta la regione: i modelli di Axa Climate prevedono infatti temperature e durate mai raggiunte prima. Dal 2050, ogni 5-10 anni le temperature raggiungeranno i 38°C per 20 giorni all’anno con uno scenario più estremo di temperature fino a 41°C per 70 giorni all’anno. Gli episodi di inondazioni e piogge intense diventeranno sempre più frequenti con il cambiamento climatico. Già a marzo 2025 le province di Livorno, Pisa e Firenze hanno visto cadere in 24h l’equivalente del 300% della media mensile di alcune parti della regione con impatti molto importanti sul settore industriale, agricolo e turistico. L’aumento nei livelli di inondazioni pone, infatti, un rischio importante sulle infrastrutture critiche della regione: saranno principalmente i quartieri di Sant’Angelo in Campo e la zona al nord del fiume Serchio ad essere colpiti, causando un impatto diretto su alcune strade essenziali all’attività economica della Toscana, come l’A11 e l’E76 tra Pisa e Firenze. I livelli d’acqua raggiungeranno i 50-150cm intorno alla città di Lucca e fino a 4 metri in alcune parti delle autostrade. La Toscana sarà, inoltre, sempre più soggetta a stress idrico con intensificazioni del fenomeno nella parte nord, raggiungendo fino a quasi l’80% dell’acqua disponibile usata entro il 2050. Nell’altra metà della regione, dove il rischio viene già considerato 'estremamente alto', si accentuerà ulteriormente aumentando da 86% a 132% tra la baseline e il 2050. Infine, anche il rischio di frane rappresenterà un pericolo molto più importante per la regione nel 2050 rispetto ad oggi, con un impatto sia diretto, come ad esempio sulle popolazioni locali, che indiretto, come sulle infrastrutture e collegamenti. Con questo ciclo di incontri, Axa ha voluto porre l’attenzione su possibili azioni di prevenzione e mitigazione dei rischi climatici: da misure di sensibilizzazione o di revisione dei piani di emergenza e di business continuity, fino a potenziali misure di adattamento delle infrastrutture e delle attività aziendali. Tra queste, la piattaforma Altitude, il nuovo strumento di analisi del rischio climatico e della biodiversità, sviluppato da Axa Altitude, parte di Axa Climate, per aiutare le aziende a identificare l’esposizione dei propri siti ai rischi climatici, valutarne i potenziali impatti finanziari e definire la strategia di adattamento proponendo le misure di mitigazione più efficaci. Per Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania: “La protezione dalle catastrofi naturali è un tema centrale per il Paese, soprattutto alla luce dell’elevata fragilità, dal punto di vista idrogeologico, del nostro territorio e degli effetti del cambiamento climatico in atto. Per questo, la legge che impone a tutte le imprese di assicurarsi per i danni causati dalle calamità naturali è una grande opportunità per mettere in sicurezza il tessuto produttivo italiano. Siamo entrati nella fase conclusiva del percorso di adeguamento alla norma: per le aziende di grandi e medie dimensioni l'obbligo è già in vigore. L'auspicio è che anche le piccole, alle quali è stata concessa una proroga fino al 31 dicembre 2025, comprendano il grande valore delle polizze catastrofali per la tutela della loro attività”. "A pochi mesi dalla tappa di Torino, torniamo con il ciclo di incontri sui cambiamenti climatici, giunti al loro sesto appuntamento, questa volta a Lucca in Toscana - spiega Letizia D’Abbondanza, Chief Customer External Communication Officer del Gruppo Axa Italia - L’iniziativa, che ha come obiettivo quello di diffondere maggiore consapevolezza sui rischi climatici e sulle strategie di mitigazione e prevenzione, sottolinea l’impegno di Axa nel supportare la società nella transizione climatica con un approccio a 360°. Il cambiamento climatico, che si attesta nuovamente come primo rischio percepito a livello globale secondo il nostro Future Risks Report, richiede azione immediata e collettiva e come assicuratori abbiamo un ruolo sociale fondamentale nel promuovere una cultura della prevenzione basata su dati scientifici, proporre soluzioni concrete e contribuire a costruire un percorso di sviluppo sostenibile, in una logica di collaborazione pubblico-privata”.