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(Adnkronos) - Episodio da moviola durante Udinese-Napoli, partita della 15esima giornata di Serie A oggi, domenica 14 dicembre. Nel corso del secondo tempo, è stato annullato il gol dell'1-0 dei bianconeri per un fuorigioco. Cos'è successo? Grande azione di Zaniolo e imbucata per Bertola: il difensore si accentra, tira e Milinkovic-Savic respinge in tuffo. Il pallone vaga in area e il primo a raggiungerlo è Davis, che fa 1-0 tra le proteste dei giocatori del Napoli: è il minuto 52. Dopo check Var, il gol viene annullato ma non c'è l' announcement in campo dell'arbitro Sozza come da protocollo. Il motivo? Problemi tecnici. Pochi minuti dopo, al 70', l'Udinese segna ancora con Zaniolo. Karlstrom recupera palla su Lobotka, poi il pallone arriva a Zaniolo che batte Milinkovic con un gran sinistro da fuori area. Sozza però è richiamato al Var per un pestone su Lobotka a inizio azione e annulla la rete.
(Adnkronos) - Anche l'Inca, il patronato della Cgil, domani partecipa allo sciopero generale proclamato contro la legge di Bilancio del governo Meloni. "Il quadro complessivo della manovra - dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Michele Pagliaro, presidente Inca - mostra un Paese sempre più sbilanciato: si innalza ulteriormente l’età pensionabile, si comprimono salari e pensioni reali, si restringono gli spazi di welfare, mentre prosegue una crescita dello stanziamento per il riarmo, con scarse risorse destinate a istruzione, sanità, servizi pubblici e politiche industriali. Scelte che si inseriscono in un contesto segnato da instabilità internazionale, compressione del diritto internazionale e un clima globale in cui la guerra rischia di tornare strumento di politica ordinaria". (VIDEO) "In questo scenario - spiega - Inca Cgil richiama con forza il quadro dei diritti costituzionali che dovrebbe orientare le scelte economiche del Paese. L’Italia è vincolata a principi che impongono non solo il ripudio della guerra, ma anche la promozione della giustizia sociale, della pace e dell’eguaglianza sostanziale, attraverso politiche economiche coerenti con tali finalità. Quando questi valori vengono disattesi, l’ordine costituzionale stesso viene indebolito". "La legge di bilancio - afferma - interviene ancora una volta sul sistema previdenziale, peggiorando la condizione di milioni di lavoratrici e lavoratori. Una condizione già complessa, come abbiamo modo di constatare ogni giorno con le nostre operatrici e i nostri operatori in tutta Italia. L’aumento dell’età pensionabile coinvolgerà la quasi totalità della platea, azzerando ogni forma di flessibilità in uscita. Per l'Inca il rischio non è solo la compressione del diritto a un pensionamento dignitoso, ma anche l’aggravamento di condizioni sociali già critiche". "Nel mondo del lavoro - avverte - la precarietà è in crescita. I giovani si trovano spesso nelle condizioni di dover emigrare all’estero per avere un’opportunità. E chi resta a lavorare in Italia subisce contratti fragili e intermittenza occupazionale. E' evidente la progressiva espulsione dei lavoratori più anziani dai settori produttivi. Elevare i requisiti senza rafforzare le garanzie di stabilità, salute e sicurezza sul lavoro significa scaricare sui cittadini un costo sociale insostenibile. Al contrario, occorrerebbe agire su tre direttrici chiare: blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile, maggiore flessibilità in uscita e introduzione di una pensione contributiva di garanzia per precari e discontinui". "Le scelte della manovra - chiarisce il presidente Pagliaro - si manifestano come la punta di un iceberg. Solo che sotto quella punta, invece di un solido blocco di ghiaccio, c’è un involucro vuoto. Queste decisioni mostrano una grave assenza di investimenti strategici nei servizi essenziali. Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale è destinato a scendere nel 2028 sotto il 6% del Pil, il livello più basso degli ultimi decenni. La stessa logica di sottofinanziamento colpisce scuola, assistenza agli anziani, non autosufficienza, diritto alla casa e trasporto pubblico: pilastri fondamentali per la coesione sociale e per la parità di opportunità. L’assenza di investimenti non è neutra: aumenta le disuguaglianze, spinge verso la privatizzazione di fatto dei diritti, scarica sulle famiglie costi insostenibili e frantuma l’universalità dell’accesso ai servizi". "L’elenco di ciò che manca - rimarca - è, purtroppo, lungo, in un contesto dove l’occupazione cresce, ma solo tra gli over 50: la manovra non prevede vere politiche industriali, dopo anni di deindustrializzazione, non affronta il nodo della precarietà, non interviene sul lavoro povero, nero e sommerso, non sostiene la transizione ambientale e digitale e non contiene una strategia credibile per il Mezzogiorno". "E poi - continua - c’è la questione fiscale, ridotta a un dibattito sulla patrimoniale, di cui tanti si scandalizzano, ma su cui manca una riflessione seria e contestualizzata da parte del Governo. Negli ultimi tre anni lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati hanno pagato 25 miliardi di euro di tasse in più a causa della mancata indicizzazione dell’Irpef: questa, nei fatti, è una forma silenziosa ma pesantissima di drenaggio fiscale che ha colpito solo e soltanto i redditi fissi. Non chi opera in flat tax, non le rendite finanziarie, non i grandi patrimoni". "Questa situazione - dice - mette in discussione il principio costituzionale di progressività. Di fatto, nel Paese esiste già una patrimoniale impropria, che grava più che sui patrimoni sui redditi da lavoro bassi e medi. Con una pressione fiscale reale che nel 2025 raggiungerà il 42,8% e con l’87% dell’Irpef pagata da lavoratori e pensionati, lo Stato appare sempre più come un 'socio di maggioranza' che trattiene molto e restituisce sempre meno in termini di servizi: meno scuola, meno sanità, meno trasporto pubblico, meno sicurezza sul lavoro". "Ciò che si auspica è la reintroduzione di un modello di tassazione realmente progressivo, capace di redistribuire ricchezza e finanziare politiche pubbliche all’altezza dei bisogni reali del Paese", conclude.
(Adnkronos) - Soddisfazione da parte dell’industria italiana del Gnl rappresentata da Assogasliquidi-Federchimica per l’avvenuta pubblicazione oggi del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, datato 24 ottobre, che definisce criteri di riparto del Fondo da 590 milioni di euro per la strategia di mobilità pesante sostenibile. Il decreto era molto atteso dal comparto perché stabilisce l'entità delle risorse destinate al rinnovo del parco veicolare per il settore dell’autotrasporto merci nel quinquennio 2027-2031. "Il raggiungimento di questo obiettivo è il risultato di un'intensa e proficua attività di sensibilizzazione e confronto tecnico portata avanti con determinazione anche dalla nostra associazione, in sinergia con le associazioni rappresentative Anfia e Anita" commenta Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica. "Esprimiamo vivo apprezzamento – sottolinea Cimenti – per l’operato del Ministro Salvini e delle competenti Direzioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il loro lavoro ha permesso di tradurre in realtà una visione strutturale del sostegno al settore dei trasporti". "Il decreto – aggiunge Costantino Amadei, Presidente del Gruppo Gnl di Assogasliquidi - rappresenta un tassello decisivo nell’opera di rappresentanza del settore del Gnl, attività che abbiamo avviato oltre dieci anni fa. L’adozione di una programmazione pluriennale e strutturale dei fondi risponde pienamente alle istanze presentate dall’Associazione a più riprese al decisore pubblico. Il provvedimento – continua Amadei - contribuirà in modo determinante alla ripresa sostanziale delle immatricolazioni di mezzi pesanti alimentati a Gnl e bioGnl, carburanti immediatamente disponibili e tecnologicamente maturi, decisivi per la politica energetica nazionale e per il conseguimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione del trasporto pesante". Proprio per garantire che la misura sia indirizzata al rinnovo del parco a favore dei carburanti alternativi, in vista dei futuri passaggi normativi, Assogasliquidi richiama l’attenzione sulla necessità di prevedere, nei prossimi decreti attuativi, specifiche premialità per le imprese di autotrasporto che scelgono virtuosamente di investire nel rinnovo della flotta con mezzi alimentati a Gnl e bioGnl. "Siamo certi – conclude Amadei - che anche nella successiva fase attuativa non mancherà l’attenzione del Ministero dei Trasporti e del Governo tutto, verso le Imprese impegnate a investire nella crescita della disponibilità dei mezzi alimentati a Gnl e bioGnl e delle infrastrutture di stoccaggio e distribuzione di tali carburanti, una vera eccellenza industriale a livello internazionale".