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(Adnkronos) - “La tecnologia è oggi a nostra disposizione per migliorare la sicurezza. È assurdo pensare che in 30 anni nell'automotive abbiamo visto la nascita non solo delle cinture di sicurezza ma anche di una serie di strumenti tecnologici che oggi permettono all'automobile di frenare da sola e correggere la traiettoria in caso di uscita dalle strisce, mentre in cantiere rispetto a molti anni fa oggi non è cambiato niente. Gli unici dispositivi di protezione individuale che abbiamo sono ancora il caschetto e le scarpe antinfortunistiche. La tecnologia non è praticamente ancora entrata in cantiere”. Lo ha affermato Massimiliano De Rose, presidente della Croil - Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia , a margine dell’evento ‘La cultura della sicurezza nei cantieri, organizzato a Palazzo Lombardia a Milano dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano e dalla stessa Croil. L’obiettivo dell’incontro è contribuire attivamente alla sensibilizzazione della società civile sulla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. “C'è bisogno di rompere questo paradigma e questa barriera culturale, perché oggi la tecnologia c'è, è a disposizione di tutti e costa poco - aggiunge De Rose, che porta poi un esempio di tecnologia al servizio della sicurezza in ambito domestico che, declinata a dovere, potrebbe raggiungere i cantieri - Nelle nostre case abbiamo i robottini che aspirano e lavano i pavimenti e possiamo mettere delle fotocellule per impedire che cadano dalle scale”. Se abbiamo queste tecnologie "perché non posso” usarle per “impedire ad un escavatore di cadere in uno scavo?”. Lo stesso vale anche per i passi avanti fatti nell'abbigliamento tecnico, “i piloti di MotoGp e di Formula1 hanno tute con airbag che proteggono in caso di caduta. Non capisco quindi perché l'operaio, invece, debba stare senza indumenti di protezione individuale. Questa situazione è colpa delle istituzioni e degli addetti ai settori, non degli operai, naturalmente - precisa - Questi eventi vanno benissimo per diffondere la cultura della sicurezza, ma poi bisogna anche fare. Una cosa che sicuramente noi, come Ordini e come professionisti, possiamo fare è introdurre noi per primi la sicurezza, perché noi abbiamo ‘la penna’, ossia abbiamo l'opportunità di mettere su carta quelle che sono le cose che vogliamo vedere in cantiere. Dobbiamo quindi avere il coraggio di spendere i soldi che abbiamo per fare piani di sicurezza e per introdurre la tecnologia - conclude - anche contro la volontà delle amministrazioni e delle imprese esecutrici”.
(Adnkronos) - Rafforzare la competitività del sistema economico lombardo, sostenere la crescita delle imprese e favorire l’attrattività del territorio. Questi gli obiettivi del protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo. L’accordo è stato siglato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, e Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Invitalia. L’intesa nasce dalla volontà di mettere a sistema le competenze e gli strumenti delle due istituzioni, con l’obiettivo di valorizzare il potenziale imprenditoriale della Lombardia e favorire l’attrattività del territorio, attraverso iniziative congiunte in materia di innovazione, formazione, trasferimento tecnologico e supporto alle imprese. "Questa collaborazione – ha dichiarato l’assessore Guido Guidesi – si inserisce in un quadro strategico volto a rafforzare ulteriormente l’ecosistema produttivo regionale. Con Invitalia condividiamo l’obiettivo di creare le condizioni migliori per attrarre investimenti, far crescere la competitività delle filiere settoriali, delle imprese esistenti e favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali. In quest’ottica, l’intesa sottoscritta rappresenta un tassello fondamentale anche per il raggiungimento di un obiettivo cruciale: sostenere la patrimonializzazione delle imprese, facilitarne l’accesso al credito e sostenere gli investimenti. La Lombardia è già un punto di riferimento a livello internazionale, e con queste sinergie vogliamo garantire continuità all’innovazione, accompagnando il sistema economico regionale in un percorso di crescita solido, stabile e sostenibile". Tra gli ambiti strategici oggetto del protocollo spiccano le Zone di Innovazione e Sviluppo (Zis). In favore di questo modello innovativo, Regione Lombardia e Invitalia collaboreranno per valorizzare gli ecosistemi locali e individuare fonti di cofinanziamento nazionali ed europee. Particolare attenzione sarà riservata anche alla nascita e allo sviluppo di start-up e nuove imprese, con servizi di agevolazione, percorsi di accelerazione e la promozione di iniziative imprenditoriali all’interno delle Zis. L’accordo prevede inoltre azioni congiunte per favorire lo sviluppo industriale, il rafforzamento delle filiere produttive, la rigenerazione di aree strategiche e l’attrazione di investimenti ad alto impatto. Completa il quadro la collaborazione su progetti legati ai fondi europei e nazionali, con l’obiettivo di aumentare le opportunità di finanziamento e rafforzare la capacità progettuale del territorio. “Invitalia è uno dei principali attori impegnati nell’attuazione di politiche pubbliche mirate alla crescita economica del Paese – ha ricordato Bernardo Mattarella, ad di Invitalia -. Nel 2024 ha sostenuto oltre 62.000 imprese e ha contribuito ad attivare quasi 17 miliardi di euro di investimenti tra pubblici e privati. In questo contesto, il Protocollo con la Regione Lombardia ci consente di consolidare la collaborazione reciproca e le azioni per supportare al meglio un territorio strategico per lo sviluppo, la competitività e la crescita del Paese, creando sinergie tra misure regionali e nazionali e sostenendo le imprese e le realtà produttive lombarde con particolare attenzione alle start-up e alle PMI innovative, a progettualità industriali complesse anche nell’ottica del rafforzamento delle filiere produttive, a interventi di rigenerazione e di accompagnamento a investimenti produttivi ad alto impatto”.
(Adnkronos) - “Noi, come Comuni, siamo stati i primi a mettere a terra le potenzialità del Pnrr. Abbiamo realizzato nuove infrastrutture, molte di queste opere sono in corso ma siamo stati tra i primi ad aver rispettato le tempistiche e gli obiettivi del Pnrr”. Lo ha detto Vito Parisi, vicepresidente Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) con delega al trasporto pubblico locale a alla mobilità sostenibile, partecipando alla presentazione della terza edizione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’, che Anci patrocina, in programma il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna a Roma. “Ora bisogna parlare di governance, perché c’è l’infrastruttura, ma ci serve un processo di pianificazione seria, che vada oltre i Pums, i Piani urbani di mobilità sostenibile di cui si sono dotati diversi Comuni. Servono delle agenzie di trasporto - aggiunge - con dei manager che gestiscono il trasporto pubblico, e questo deve avvenire in sede locale e pubblica, come quella dei Comuni. Mi auguro che questo fondo venga rimpinguato, perché le risorse non sono soddisfacenti, e che ci sia un ripensamento”. Le agenzie di trasporto dei medi e piccoli Comuni, rispetto a quelli metropolitani, sembrano aver già individuato modelli virtuosi che, spiega Parisi, potrebbero essere applicati anche alle grandi città: “Mi auguro che quanto prima ci sia una condivisione dei dati al riguardo. Purtroppo, oggi la domanda di trasporto pubblico è basata su un dato storico e non si tiene conto delle evoluzioni che ci sono state, di quello che accade all’interno delle stazioni ferroviarie o con lo sharing dell’automobile piuttosto che delle biciclette. È un sistema che si sta evolvendo, però è importante che la sua governance ritorni in una sede pubblica. L’auspicio è che tutto ciò diventi molto concreto, perché date le tendenze ormai prossime, come la guida autonoma e l’intelligenza artificiale, noi non possiamo subire un processo che rischia di essere nelle mani del privato”.