ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Per rispondere alla sfida più welfare meno burocrazia, nasce preMio, una carta digitale nominativa e non ricaricabile sviluppata da 3i4iM, progettata per semplificare l’erogazione dei benefit aziendali nel rispetto delle regole previste dalla normativa. La carta funziona come un voucher elettronico dedicato al welfare aziendale. A differenza di una normale carta di debito, può essere utilizzata esclusivamente per le categorie di spesa previste dal Piano Welfare dalle aziende e ammesse dalla normativa vigente in materia. È nominativa fin dalla generazione, tracciabile e conforme ai requisiti fiscali. Non richiede piattaforme dedicate né procedure di installazione: può essere inviata via e-mail, aggiunta al wallet del telefono e utilizzata come una normale carta di pagamento, ma con limiti di spesa predefiniti e verificabili. Il rallentamento della digitalizzazione nelle pmi rende strumenti di questo tipo particolarmente rilevanti: permettono di introdurre il digitale nel welfare senza caricare le imprese di burocrazia o costi informatici aggiuntivi. Allo stesso tempo, in un contesto in cui le aziende con welfare evoluto registrano in media un +46,5% di crescita del fatturato, soluzioni accessibili e conformi consentono anche alle micro e piccole imprese di partecipare a un sistema che fino a poco tempo fa sembrava riservato solo alle realtà più grandi. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di riuscire a fornire uno strumento capace di motivare i collaboratori e allo stesso tempo ottimizzare i costi aziendali, perché crediamo che il riconoscimento sia un investimento nel valore umano e non un costo aziendale“, spiega Massimiliano Marcantonio, founder di 3i4iM. “Abbiamo democratizzato i benefit aziendali, rendendoli finalmente accessibili a tutti. Non solo ai dipendenti delle grandi aziende strutturate, ma anche a chi lavora in realtà più piccole o in contesti dove i benefit non vengono erogati. Con Carta preMio abbiamo superato i limiti delle piattaforme tradizionali, spesso complesse, obsolete e poco inclusive”, conclude l’ingegnere Maria Mostola, ceo di 3i4iM. I numeri raccontano un Paese che ha imparato a prendersi cura delle persone, ma non ancora a semplificare i processi. Tra fogli excel, portali complicati e regole da interpretare, il welfare rischia di perdere la sua funzione più semplice: migliorare la vita dei cittadini. Strumenti come preMio mostrano che innovare non significa solamente aggiungere tecnologia, ma anche togliere attrito. Il futuro del welfare, più che nelle piattaforme, si giocherà nella tasca: dove il digitale diventa gesto e la burocrazia si riduce a un click controllato.
(Adnkronos) - “I contratti comparativamente più rappresentativi devono essere inevitabilmente riconosciuti come contratti di valore nei confronti delle imprese, dei lavoratori e del sistema Paese. Un maggior potere d'acquisto da parte dei lavoratori significa permettere il rilancio e la valorizzazione dei consumi interni, contrastando di conseguenza quei contratti che non trattano adeguatamente la busta paga dei lavoratori. Per il riconoscimento di questi contratti servirà una legge, degli accordi interconfederali o altri elementi”. Lo afferma Marco Barbieri, segretario generale Confcommercio, a margine della seconda edizione del Global Welfare Summit, il principale appuntamento italiano dedicato all’evoluzione del welfare, dedicata alle 'Eccellenze che ispirano', organizzato a Villa Miani a Roma. “Riteniamo fondamentale che la legge finanziaria rivolga la detassazione anche ai contratti del terziario, dei pubblici esercizi e del turismo, rinnovati nel 2024, perché così com'è, comporterebbe un danno molto grave”, conclude.
(Adnkronos) - "Il 92% degli intervistati, su un campione di 2000 persone, dice che la salute delle persone e quella del pianeta sono assolutamente interconnesse tra di loro. E tra gli obiettivi dell'Agenda 2030 mette al primo posto la salute e il benessere. Questo che cosa significa? Che la sostenibilità è entrata nella sfera del benessere quotidiano, cioè nel modo in cui mangiamo, ci muoviamo, lavoriamo, respiriamo". Così Paola Aragno, vicepresidente Eikon Sc intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma, illustrando i dati di una ricerca di Eikon Sc per la Social Sustainability Week. "La sostenibilità non significa ridurre solamente le emissioni ma significa vivere meglio. L'economia circolare diventa strategica se ha una funzione anche sociale, per cui rigenera non solo le risorse ma la salute, le competenze, i valori", osserva. "Se andiamo a guardare anche ai giovani, cioè a quelli che saranno i nostri protagonisti della sostenibilità, della transizione, il 65% si sente coinvolto negli obiettivi dell'Agenda 2030 e il 70% dice che si sentirebbe più motivato a lavorare in un'azienda che tiene conto ed è molto attenta alla sostenibilità. Per cui i giovani vogliono delle aziende coerenti, a 360 gradi, capaci di unire impatto ambientale, ma anche benessere", conclude.