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(Adnkronos) - Omnisyst S.p.A., società acquisita da Algebris Investments e player di riferimento a livello nazionale nella gestione e valorizzazione dei residui industriali, annuncia l’ingresso nel capitale di The Nest Company S.r.l.. L’operazione prevede l’acquisizione di una quota strategica di minoranza e si inserisce in una visione condivisa tra industria e tecnologia: integrare soluzioni digitali avanzate per mettere a disposizione del mondo produttivo strumenti evoluti, legalmente opponibili e semplici da adottare, in grado di anticipare le trasformazioni normative e rendere concreti e misurabili gli impatti della sostenibilità. Fondata nel 2021, the Nest Company, è una start-up innovativa attiva nello sviluppo, produzione e commercializzazione di piattaforme digitali per la tracciabilità dei rifiuti e dei prodotti su blockchain. La collaborazione tra Omnisyst e The Nest Company consentirà la realizzazione di una soluzione digitale proprietaria, progettata per garantire trasparenza e verificabilità nei processi di gestione di rifiuti e sottoprodotti, lungo tutta la filiera. Un “passaporto digitale” che non si limita a registrare i dati, ma li notarizza registrandoli in modo immutabile e li rende accessibili, contribuendo a dare nuova identità e valore a ciò che, fino a ieri, veniva considerato scarto. L’obiettivo è trasformare la compliance normativa in leva strategica, creando un ecosistema digitale in cui i residui industriali possano essere valorizzati, recuperati e integrati in nuove filiere produttive, in un’ottica di simbiosi industriale e trasparenza. L’investimento si inserisce nel più ampio percorso di crescita e diversificazione strategica di Omnisyst, che riconosce in The Nest Company un partner dinamico e altamente specializzato nella creazione di prodotti e servizi innovativi. L’investimento ha l’obiettivo di supportare la fase di espansione della start-up, promuovendo al contempo sinergie industriali e tecnologiche a lungo termine. Enrico Meacci, CEO di Omnisyst, ha dichiarato che “L’investimento in The Nest Company rafforza il nostro ruolo di partner capace di anticipare i cambiamenti e accompagnare le imprese verso una gestione sostenibile dei propri processi produttivi. Questa tecnologia ci permette di offrire nuove soluzioni digitali per la tracciabilità del rifiuto e la gestione dei sottoprodotti. Siamo convinti che l’innovazione digitale rappresenti oggi la chiave per rendere l’economia circolare non solo misurabile, ma anche concreta, replicabile e scalabile. Del resto, la circolarità non riguarda solo le risorse materiali, ma anche i dati: una gestione efficace, trasparente e strutturata dell’informazione è la vera sfida da affrontare per rendere i modelli circolari davvero sostenibili nel tempo”. Riccardo Maria Parrini, Ceo The Nest Company, ha commentato: “Siamo entusiasti di unire le forze con Omnisyst per accelerare la diffusione di soluzioni legal tech e blockchain applicate all’ambiente. La nostra missione è offrire strumenti semplici da usare, certificabili e pronti ad affrontare le sfide normative del settore”. L. Valerio Camerano, Managing Director di Algebris Investments aggiunge: “Crediamo che le tecnologie come quelle sviluppate da The Nest Company rappresentino un tassello strategico non solo per lo sviluppo di Omnisyst, ma per l’ecosistema della transizione ecologica e digitale. L’operazione si inserisce coerentemente nella strategia del fondo, che mira a sostenere soluzioni capaci di favorire l’integrazione tra innovazione tecnologica e sostenibilità, con un impatto tangibile sul tessuto industriale”. Dopo l’entrata del socio industriale Omnisyst, The Nest Company pianifica di rafforzare ulteriormente il proprio capitale con un ulteriore fundraising, in autunno, riservato a primari fondi di venture capital, sotto il coordinamento di GC Advisory, M&A advisory firm con sede a Milano. Nell’acquisizione, The Nest Company ed Omnisyst, sono stati assistiti da GC Advisory per i profili di carattere finanziario dell’operazione, con un team guidato dal partner Giovanni Caroli. Omnisyst è stata assistita da PedersoliGattai, come legale, per i profili corporate M&A dell’operazione, con un team guidato dall’Avv. Carla Mambretti, con gli Avvocati Federico Montorsi e Beatrice Stecconi. The Nest Company e i suoi soci storici sono stati assistiti dall’Avv. Davide Belloni dello Studio Legale Belloni e dall’Avv. Andrea Cazzani di Cazzani-Studio Legale.
(Adnkronos) - ''Il ritiro degli emendamenti al decreto legge infrastrutture, che puntavano a introdurre la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e regole più uniformi negli appalti di servizi e forniture, è una scelta che condanna al fallimento decine di aziende, con il conseguente rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro, e minaccia la tenuta di settori cruciali per il funzionamento quotidiano del Paese''. È la denuncia della Consulta dei servizi, che riunisce 19 associazioni nazionali e 4 filiere, a seguito del ritiro delle proposte di modifica, nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, ritenuti ''essenziali per garantire equità e continuità negli appalti pubblici''. ''Il settore dei servizi fatica a sostenere contratti pubblici che non riconoscono l’impatto reale dell’inflazione e dell’aumento dei costi'', spiega la Consulta dei servizi. La soglia del 5% per l’attivazione della revisione prezzi, abbassata correttamente al 3% per i lavori pubblici, ''è stata dimostrata come inefficace''. Inoltre, ''l’assenza di norme certe sulla revisione prezzi, per contratti pluriennali della durata di almeno 5 anni, in un comparto ad alta intensità di manodopera dove il costo del lavoro pesa in modo decisivo, ha un effetto diretto sulle politiche salariali''. ''Senza una revisione dei contratti in essere con la pubblica amministrazione, che tenga conto degli aumenti previsti dai rinnovi dei ccnl, si rischiano ricadute sul fronte occupazionale: o le imprese non saranno in grado di onorare gli appalti vinti e partecipare ai nuovi, o saranno costrette a ridurre drasticamente i costi, con effetti sulla qualità dei servizi e sulla dignità del lavoro'', spiega la Consulta dei servizi. ''Parlamento e Governo devono porre la giusta attenzione alle conseguenze che deriveranno dal vigente quadro normativo, che mette a rischio la tenuta economica e sociale di servizi pubblici essenziali, dalla ristorazione scolastica e ospedaliera alla vigilanza, dai servizi ambientali al welfare, dai quali dipende, per lo svolgimento di attività quotidiane di milioni di cittadini, la funzionalità stessa del Paese'', osserva la Consulta dei servizi. Si tratta di un settore che, spiega l'organismo, ''significa oggi 70 miliardi di euro, impiega un milione di persone ed è parte integrante della coesione sociale e del benessere dei cittadini. Ravvisiamo segnali allarmanti: si continua a chiedere ai servizi essenziali uno sforzo non più sostenibile, anche a costo di comprometterne la tenuta. Le ricadute sarebbero gravissime: riduzione della qualità dei servizi, perdita di posti di lavoro e chiusura di imprese qualificate''. ''Intendiamo proseguire con determinazione le nostre azioni di confronto attraverso l’interlocuzione istituzionale e pubblica'', assicura la Consulta. ''Ci rivolgiamo a Governo e Parlamento per richiamare l’attenzione sull’evidenza che, ogni giorno che passa senza una norma strutturale per la revisione dei prezzi, si consuma un danno economico e sociale. L’intera rappresentanza del comparto proseguirà nel portare in tutte le sedi istituzionali i rischi concreti che corre il sistema-sicurezza del Paese''. La Consulta auspica che il confronto con il Governo ''consenta di provvedere a correttivi non più rinviabili e costruire un quadro strutturale equo e sostenibile, capace di riconoscere il valore strategico dei servizi pubblici''.
(Adnkronos) - “Le utilities operano su un ampio spettro di attività energetiche: dalla gestione delle reti tradizionali agli investimenti su rinnovabili, idrogeno e cattura della CO2”. Così Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, durante l'Assemblea generale, organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione, per riflettere sull'evoluzione dei servizi pubblici negli ultimi dieci anni e sulle principali sfide future. “Quando si parla di energia – ha sottolineato – è fondamentale pensare non solo alla produzione rinnovabile o all’elettrificazione dei consumi, ma anche all’adeguamento delle reti di distribuzione elettrica e gas, che rappresentano la spina dorsale della transizione. Le nostre utilities hanno previsto 19 miliardi di investimenti per i prossimi 5 anni, di cui oltre 7 miliardi destinati alle reti elettriche, di teleriscaldamento e di distribuzione del gas”. Brandolini ha poi ricordato come anche le infrastrutture gas abbiano un ruolo strategico nella decarbonizzazione: “Le reti di distribuzione del gas sono fondamentali per quelle utenze che non potranno elettrificare i consumi nel breve termine. Mantenere e innovare queste reti significa mettere in campo investimenti rilevanti”.