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(Adnkronos) - Un discorso di oltre un'ora e un quarto, interrotto a tratti dalle urla provenienti dai banchi dell'estrema destra e applaudito alla fine dagli eurodeputati, per una trentina di secondi in tutto. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha passato le 'forche caudine' del suo quinto discorso sullo stato dell'Unione a Strasburgo, il più complicato della sua carriera da presidente, toccando molti punti delicati, con l'occhio rivolto soprattutto a recuperare consensi nella parte sinistra della sua maggioranza. Diversi passaggi erano rivolti espressamente ai Socialisti, come quello sulla crisi degli alloggi, un problema "sociale" che "lacera" il tessuto delle società europee, e quello sulla guerra "brutale" in corso nella Striscia di Gaza, dove la "carestia", vale a dire la fame, viene usata come "arma di guerra", cosa che deve essere "fermata". Gli eurodeputati S&D ieri si sono presentati in Aula vestiti di rosso, in segno di opposizione alla guerra condotta da Israele. Von der Leyen non ha certo definito quello in corso a Gaza un "genocidio", né ci si aspettava che lo facesse (è la presidente della Commissione, è del Ppe ed è tedesca), ma ha sensibilmente corretto la linea tenuta finora sulla guerra che Israele conduce in risposta ai massacri perpetrati da Hamas il 7 ottobre 2023, annunciando che la Commissione proporrà "sanzioni" contro i "ministri estremisti" dello Stato ebraico e contro i "coloni violenti" che attaccano i palestinesi in Cisgiordania, minando nei fatti la praticabilità della "soluzione a due Stati", che l'Ue continua a propugnare. Inoltre, ha aggiunto von der Leyen, la Commissione proporrà una sospensione "parziale" dell'accordo di associazione Ue-Israele, pur sapendo che sarà difficile trovare una maggioranza in Consiglio. Ma l'Ue, ha sostenuto, "non si può permettere" di restare "paralizzata" dall'incapacità di decidere, davanti a quello che succede a Gaza, e ogni istituzione Ue dovrà "prendersi le sue responsabilità". Per parte sua, la Commissione farà quello che può, sospendendo i pagamenti relativi al sostegno bilaterale allo Stato ebraico, salvaguardando quelli destinati alla "società civile". Altri passaggi del discorso erano rivolti soprattutto ai Verdi, come quando ha detto che il "futuro" dell'automobile è "l'elettrico": anche se ha precisato che occorre rispettare la "neutralità tecnologica", è chiaro che la Commissione ha scelto di privilegiare l'auto elettrica, per decarbonizzare il settore dei trasporti su gomma. Ha anche ribadito che l'Ue deve "mantenere la rotta" sugli obiettivi ecologici e climatici del Green Deal. Inoltre, è stata attaccata da destra, specie dai compatrioti dell'AfD, che hanno urlato più volte durante il suo discorso. Per lei, una specie di medaglia e un utile regalo, visto che paga le conseguenze del fatto che il Ppe viene spesso sospettato o accusato di 'intelligenza' con le destre, con la cosiddetta "maggioranza Venezuela" che, come ha notato il copresidente dell'Ecr Nicola Procaccini, emerge di quando in quando in Parlamento. Quello che è mancato a von der Leyen, forse, è il linguaggio del corpo. La presidente, che ha vissuto un'estate complicata dopo aver siglato l'accordo sui dazi con Donald Trump che le ha attirato parecchie critiche (non tutte giustificate), ha dato a molti l'impressione di essere un po' stanca, cosa che ha anche ammesso nella replica finale. Stanchezza a parte, reale o apparente, von der Leyen ha invocato "l'unità" delle forze europeiste, assicurando che cercherà di "rafforzare" la maggioranza, l'unica ai suoi occhi in grado di produrre "risultati" per gli europei. Per tutta risposta, subito dopo la fine del suo discorso, il presidente del gruppo del Ppe Manfred Weber e la capogruppo dei Socialisti e Democratici Iratxe Garcia Perez, i due architravi della maggioranza, si sono attaccati reciprocamente, accusandosi l'uno con l'altra di essere il responsabile delle difficoltà che vive la 'maggioranza Ursula'. Insomma, per ricompattare la maggioranza von der Leyen dovrà lavorare molto. La capogruppo di Renew Valérie Hayer, dal canto suo, ha notato che l'Europa sta "perdendo gli europei", perché appare "debole", per "scelta", di fronte agli Usa, alla Cina e anche "sul clima". Ha anche definito "patetico" lo "spettacolo delle nostre divisioni", invitando la presidente a lavorare per ricucire i legami della sua maggioranza. Sull'Ucraina von der Leyen, oltre a confermare che l'Ue lavora al diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, ha annunciato che proporrà un prestito a Kiev utilizzando i "saldi di cassa" associati ai beni russi, che verrà rimborsato solo quando Mosca avrà pagato le riparazioni di guerra al Paese che ha invaso su larga scala nel febbraio 2022. Ha poi definito "non facili da digerire" le immagini del vertice di Anchorage tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump, ricordando gli sforzi della coalizione dei volonterosi per aiutare l'Ucraina ad ottenere una pace "giusta e duratura". Ha anche annunciato che ospiterà un summit dedicato agli sforzi per riportare in Ucraina i bambini rapiti dai russi. Inoltre, in un passaggio espressamente apprezzato da Volodymyr Zelensky, ha detto che anticiperà 6 mld di euro dai fondi Era per aiutare la produzione di droni, forgiando un'alleanza in questo settore con Kiev. La presidente ha dedicato ampi passaggi alla difesa, parlando non a caso in francese, assicurando che l'Europa "difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio", una formula spesso usata dai vertici della Nato, anche se l'Ue, a differenza dell'Alleanza atlantica, non dispone di alcun esercito. Perché l'Unione, ha ricordato la presidente, "è fondamentalmente un progetto di pace", e quindi non si trova "a suo agio" quando constata, come ha fatto von der Leyen, che deve "lottare" per la sua "indipendenza". Ha espresso la massima "solidarietà" alla Polonia, dopo l'abbattimento di una decina di droni russi Shahed nello spazio aereo del Paese del fronte est. Von der Leyen ha poi parlato della competività dell'Ue, tema oggetto del rapporto Draghi e del rapporto Letta, entrambi espressamente citati nel discorso (la settimana prossima sarà passato un anno dalla presentazione del primo). Ha annunciato l'ennesima "roadmap" per la competitività dell'Ue, con orizzonte 2028, oltre ad una serie di iniziative volte a irrobustire l'infrastruttura energetica dell'Ue, in particolare le reti, cruciali in vista dell'elettrificazione che comporterà il Green Deal. Sull'auto, oltre a dire che il futuro è elettrico e made in Eu, ha annunciato che la Commissione cercherà di collaborare con l'industria perché produca modelli "piccoli" e "abbordabili". Sull'intelligenza artificiale, settore di punta (anche militarmente) nel quale l'Ue è sostanzialmente assente dalla gara a due tra Usa e Cina, ha detto che l'Unione investe "massicciamente" nelle "gigafactory", senza dare cifre. In materia di commercio, ha difeso l'accordo siglato con gli Usa, definendolo "il migliore possibile" e anche "il migliore", considerate tutte le eccezioni strappate dall'Ue, tra quelli che l'Amministrazione Trump ha siglato. Ha anche citato espressamente gli accordi con il Messico, con il Mercosur e con l'India (quest'ultimo dovrebbe essere finalizzato entro fine anno) come esempi della strategia di diversificazione che la Commissione ha intrapreso dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Di fronte alla necessità di placare i malumori delle sinistre, esasperate dalla politica dei 'due forni' praticata da Manfred Weber, von der Leyen ha toccato temi propizi ad attirarle le ire dell'estrema destra. Da "medico di formazione", la presidente ha ammonito che il mondo è "sull'orlo", se non "all'inizio" di una nuova "crisi sanitaria globale", visti i danni che la "disinformazione" sui vaccini (parola che non ha pronunciato) sta facendo ovunque, favorendo la diffusione di malattie pericolose, come il morbillo e la poliomielite. In Aula, ha sfidato apertamente l'estrema destra: "Voi che urlate, ora fate attenzione", li ha apostrofati, annunciando la creazione di un Centro per la resilienza democratica. Davanti alle nuove proteste da destra, ha irriso i nazionalisti (in particolare quelli dell'AfD), rinfacciando loro la "paura" che provano di fronte a questo nuovo "strumento". La popolare Roberta Metsola, che ha presieduto la seduta con mano ferma, ha minacciato Christine Anderson, dell'AfD, di espellerla, se non avesse smesso di "urlare". Von der Leyen, per nulla intimorita dalle urla dell'estrema destra, ha assicurato che il "rispetto dello Stato di diritto" è e resterà un "must" per l'assegnazione dei fondi Ue, ancora di più nel prossimo Mff 2028-34, la cui definizione assorbirà le istituzioni dell'Ue nei prossimi mesi. E ha promesso che l'Unione, per contrastare la disinformazione, sosterrà l'informazione "indipendente". Parlando in tedesco, anche qui non a caso, ha toccato il tema delle migrazioni, sostenendo tra l'altro che serve "un nuovo regime sanzionatorio che prenda di mira i trafficanti di esseri umani". Dopo aver detto che è favorevole a dare al Parlamento Europeo l'iniziativa legislativa, prerogativa esclusiva della Commissione nell'architettura istituzionale Ue, ha ribadito che sarebbe il caso di "liberarsi dai vincoli dell'unanimità", specialmente in politica estera. Von der Leyen, che è tedesca ma è nata a Ixelles, un Comune di Bruxelles, ha concluso il suo lungo discorso ribadendo il proprio impegno europeista: "Ottanta anni fa - ha detto - il nostro continente era un inferno in terra. Quarant'anni fa il nostro continente era diviso da un muro. Ma, in ogni occasione, gli europei hanno deciso di lottare per un futuro migliore. Per ricomporre se stessi e per rendere il tutto più forte: questo è ciò per cui mi batterò ogni singolo giorno. Lunga vita all'Europa".
(Adnkronos) - Sono aperte le selezioni per la nuova edizione dell’Academy di Fnm Autoservizi, una proposta per nuovi autisti rivolta a persone con età minima di 21 anni che prevede un’assunzione a tempo determinato part time per tutta la durata del periodo di formazione finalizzato al conseguimento della patente D e Cqc, con costi totalmente a carico dell’azienda, la successiva trasformazione a tempo indeterminato full time e un premio di ingresso di 3.000 euro. I nuovi autisti che completeranno il percorso dell’Academy, che vedrà il suo avvio entro gennaio, saranno inseriti in servizio sulle linee di Fnma nelle province di Como e Varese. Il percorso formativo ideato da Fnma, che si svolgerà presso le sedi di Saronno e Tradate, prevede una iniziale assunzione a tempo determinato con contratto part time come operatore di esercizio con il parametro 140 del contratto Ccnl Autoferrotranvieri per conseguire la patente D e Cqc con tutti i costi sostenuti dall’azienda. La retribuzione prevista è di circa 800 euro mensili. Al termine di questo periodo, a coloro che avranno superato positivamente gli esami e ottenuto l’idoneità, verrà proposta l’assunzione a tempo indeterminato. Al nuovo assunto verrà richiesto di sottoscrivere l’impegno di restare in servizio presso Fnma per almeno tre anni e sarà riconosciuto inoltre un premio di ingresso di 3.000 euro che sarà corrisposto in tre diverse tranche: 1.000 euro all’assunzione dopo il conseguimento della patente, 1.000 euro al 18esimo mese successivo all’assunzione, l’ultima tranche di 1.000 euro al 36esimo mese dopo l’assunzione. Un significativo pacchetto welfare che comprende ticket restaurant, servizi per la salute, l’educazione dei figli, la formazione e il tempo libero affianca e completa la retribuzione per i nuovi autisti. La selezione aperta da Fnma è rivolta a tutte le persone con 21 anni compiuti, dotate di diploma di scuola secondaria di primo grado, patente B, conoscenza della lingua italiana e idoneità fisica e psico-attitudinale alla mansione. Si richiedono inoltre la disponibilità a lavorare su turni, passione per la guida e una buona predisposizione alle relazioni interpersonali. E' possibile candidarsi alla selezione compilando il form dell’annuncio pubblicato online: https://joblink.allibo.com/ats3/job-offer.aspx?DM=1954&ID=97248&LN=IT&FT=554&SG=2
(Adnkronos) - Benessere delle famiglie con animali d’affezione, l’Italia non tiene il passo: i servizi offerti nel settore pet care mostrano ritardi strutturali e forte disomogeneità tra Comuni costieri e interni. E' la fotografia del XIV rapporto nazionale 'Animali in Città' di Legambiente sulle performance dei Comuni e delle Asl nella gestione degli animali nei centri urbani (con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva), presentato questa mattina in occasione ella 37esima edizione di Festambiente, il festival nazionale del Cigno Verde dal 6 al 10 agosto a Rispescia (GR). Nel 2024, su un campione di 734 amministrazioni comunali (appena il 9,3% dei comuni italiani) che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, solo il 39,5% (meno di 4 comuni su 10) ha ottenuto una performance almeno sufficiente nella gestione degli animali d’affezione. Di questi - spiega l'associazione - 82 Comuni costieri (il 12,7% del totale in Italia) e 652 interni (il 9% del totale) che, pur condividendo ritardi strutturali, dimostrano andamenti divergenti, con differenze marcate nella qualità e disponibilità dei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali. La disomogeneità più evidente riguarda l’accesso ad aree libere per cani: presenti nel 36,2% dei Comuni costieri e nel 10,4% appena dei Comuni interni - rileva Legambiente - Altra differenza si registra per i servizi di pensione per animali, disponibili nel 57,3% dei Comuni costieri e in appena il 21,9% di quelli dell’entroterra. Nella gestione del fine vita degli animali d’affezione, invece, solo il 28% dei Comuni costieri e il 10% degli interni ha predisposto regolamenti per cremazione, tumulazione o inumazione. Altro tema sensibile sono botti e fuochi d’artificio, spesso fonte di stress per gli amici a quattro zampe - si legge nel report - ad adottare regolamenti specifici per limitarne l’uso il 21,9% dei Comuni costieri e l’8,3% di quelli interni. Ancora limitata, poi, la presenza di Sportelli Animali o di un Garante per i diritti degli animali (l’8,5% dei Comuni costieri e il 4,4% per quelli interni) e di un sostegno economico ai cittadini nella sterilizzazione degli animali (14,6% e 4,7%). Un grave ritardo dei Comuni costieri - avverte l'associazione - è costituito dall’adozione di un regolamento per la corretta fruizione delle spiagge da parte delle famiglie con animali d’affezione, presente solo nel 23,2% dei casi. Il Cigno Verde è tornato a denunciare, poi, l'assenza di una sanità veterinaria pubblica di prossimità. Non solo la fotografia dei ritardi da colmare. Anche quest’anno Legambiente assegna il Premio 'Animali in città' a quelle realtà virtuose che si sono distinte per l’offerta di servizi e azioni dedicate alla prevenzione del benessere animale, sulla base di 36 indicatori per i Comuni e di 25 per le Aziende Sanitarie. Tra le amministrazioni comunali premiate, Napoli che si distingue per la copertura sanitaria e l’integrazione tra servizi veterinari e socioassistenziali; San Giovanni in Persiceto (BO) che eccelle grazie a servizi integrati, un forte attivismo civico e ordinanze comunali efficaci; Modena per l’investimento economico significativo e una regolamentazione urbana completa a tutela del benessere animale. Tra i Comuni sotto i 5mila abitanti, premiati Zocca (MO) e Campodolcino (SO) per i loro investimenti in educazione civica e in progetti sociali adattati al contesto rurale e montano. Tra le Asl più virtuose, invece, si distinguono Napoli 1, Bergamo e Vercelli, che oltre a fornire dati puntuali, integrano meglio i servizi sanitari con quelli offerti dai Comuni, operando con proattività. "Il XIV Rapporto di Animali in città - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente - conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione. Per questo chiediamo di promuovere ed agevolare la firma di 1.000 accordi o patti di comunità in tutto il Paese. È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al governo di realizzare un piano nazionale a supporto delle Regioni che consenta l’assunzione stabile di 6mila veterinari e alle Regioni il raggiungimento complessivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche (850 tra canili sanitari e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici), distribuite equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita. Inoltre, alle Amministrazioni comunali l'appello è di potenziare le aree verdi con libero accesso dedicate alle famiglie con cani, di valorizzare l’applicazione di regolamenti e ordinanze e rafforzare il senso civico grazie al supporto di 10mila guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato, per migliorare concretamente la qualità della vita di cittadini e animali”.