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(Adnkronos) - In Italia più di 34mila uomini e donne vivono con una diagnosi di mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo tra i più diffusi. I nuovi casi l'anno sono oltre 5.700 e sono in aumento. L'obiettivo degli ematologi è sempre più quello di ottenere una cronicizzazione della malattia, che oggi è possibile grazie a un armamentario terapeutico in crescita a livello sia qualitativo che quantitativo. Per questa patologia è ormai una realtà la personalizzazione dei trattamenti e anche la prevenzione. Al mieloma multiplo e alle altre principali malattie onco-ematologiche è dedicato il 6th Soho Italy Annual Conference promosso dall'Italian Society of Hematologic Oncology. L'evento, ospitato oggi e domani a Roma, vede la partecipazione di oltre 500 specialisti e di 80 relatori internazionali. Soho Italy - ricorda una nota - nasce da un gemellaggio tra l'Istituto romagnolo per lo studio dei tumori 'Dino Amadori' Irst Irccs di Meldola (Fc) e Md Anderson Cancer Center di Houston. Dal 2012 Soho promuove le collaborazioni di ricerca internazionale, tra gli Usa e il nostro Paese, nel campo delle neoplasie ematologiche e nel settembre 2018 è nata Soho Italy. "Il mieloma multiplo è un tumore che si origina nelle plasmacellule che si moltiplicano nel midollo osseo e talora in altre parti del corpo - spiega Claudio Cerchione, professore e dirigente medico e ricercatore dell'Irst Irccs di Meldola - Colpisce soprattutto persone over 60 e perciò l'incidenza tende ad aumentare, proprio come l'età media della popolazione. Una volta era contraddistinto da elevati tassi di mortalità mentre l'innovazione ha portato a netti miglioramenti. Puntiamo ad eradicare malattie come il mieloma multiplo e non più solo a un semplice allungamento della sopravvivenza, che comunque risulta in constante aumento. Come sta avvenendo nei tumori solidi anche in onco-ematologia, il presente e il futuro sono rappresentati dalla personalizzazione delle cure. Negli ultimi anni sono nati trattamenti più mirati ed efficaci a partire dagli anticorpi monoclonali fino agli anticorpi bispecifici e le Car-T, ovvero le immunoterapie di nuova generazione. Sono arrivati anche farmaci totalmente rivoluzionari, come gli inibitori di Xpo1 o le chemioterapie innovative, con i quali riusciamo sempre più a frenare l'avanzata del tumore. La malattia minima residua (o Mrd) è un vero e proprio obiettivo terapeutico della pratica clinica ordinaria e non più solo un parametro da ricercatori. Diverse terapie, fin dalle prime linee, puntano ad ottenere una Mrd negativa. Il prossimo obiettivo sarà quello di riuscire ad intensificare la cura o a depotenziarla in base alle singole esigenze del paziente, al fine di migliorare sempre più la qualità di vita dei nostri pazienti. Come Istituto romagnolo per lo studio dei tumori stiamo avviando dei progetti sperimentali che si basano sulla profilazione molecolare, con l'obiettivo di cure sempre più personalizzate che permettano di ottimizzare sempre più le armi a disposizione". Al meeting annuale di Soho, in corso a Roma, la discussione scientifica riguarda anche un'altra grande novità in onco-ematologia: la prevenzione. "Consiste nell'individuare gli uomini e le donne considerati a forte rischio d'insorgenza della malattia", illustra Giovanni Martinelli, professore dell'Istituto di ematologia 'Seràgnoli' di Bologna. "Esistono infatti delle patologie - precisa lo specialista - che rappresentano un primissimo step del cancro. Sono soprattutto la Mgus o gammopatia monoclonale di incerto significato e il mieloma asintomatico o 'smoldering'. La prima è presente addirittura nel 10% di tutta la popolazione adulta, anche se nella grande maggioranza dei casi è totalmente asintomatica e indolente. La nuova rivoluzione del mieloma multiplo è riuscire a effettuare uno screening tra tutte le persone colpite da queste condizioni e avviarle quanto prima a percorsi personalizzati di sorveglianza".
(Adnkronos) - A pochi giorni dall’incontro, al ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, sul tema Eudr, FederlegnoArredo e Federazione Carta e Grafica plaudono all’iniziativa del ministro Lollobrigida di convocare un tavolo per concordare con gli stakeholder iniziative che consentano l'attuazione del regolamento per la protezione delle foreste, ma ad un tempo garantire che le imprese italiane possano realmente adempiere a quanto richiesto dall’Europa. Lo rendono noto le due Federazioni in un comunicato congiunto, ringraziando il ministro per “aver permesso di esporre la complessità di un regolamento di cui condividiamo pienamente le finalità e lo spirito, ma di cui non possiamo condividere i percorsi applicativi". "Non ci siamo limitati -continuano le organizzazioni- a esporre le problematiche, ma abbiamo individuato soluzioni, prima tra tutte il coinvolgimento di tutte le categorie interessate, del mondo accademico-scientifico e il prezioso supporto di sintesi del Cluster Italia Foresta Legno, per individuare azioni mirate che semplifichino gli oneri burocratici attualmente insostenibili. Le modifiche proposte nascono anche dall’esperienza maturata proprio dai settori del legno e della carta nei 10 anni di applicazione del precedente regolamento Eutr”. Per FederlegnoArredo e Federazione Carta e Grafica "il nuovo regolamento Eudr comporta infatti un aggravio di gestione burocratica e digitale che rischia di mettere in seria difficoltà molte aziende, con conseguenti ripercussioni economiche e occupazionali per interi comparti produttivi: risulta pertanto imprescindibile apportare modifiche per un’applicazione più efficace e realistica, che non ne comprometta i principi fondamentali di tutela ambientale". "In attesa che il ministro convochi quanto prima il tavolo - prosegue la nota - il nostro auspicio è che l’Eudr possa essere inserito nel regolamento Omnibus che mira a semplificare vari obblighi di rendicontazione per le aziende e costituisce pertanto un'opportunità per snellire anche gli obblighi informativi individuali, previsti dal Regolamento Ue sulla deforestazione. Questo approccio contribuirebbe a prevenire oneri burocratici inutili, soprattutto per le piccole e medie imprese e supporterebbe l'obiettivo della Commissione Europea di ridurre il carico amministrativo per le pmi di almeno il 35%". "Confidiamo inoltre - concludono FederlegnoArredo e Federazione Carta e Grafica - nell’azione persuasiva da parte del Governo italiano, affinché faccia sentire sui tavoli europei il proprio peso, evitando che alcuni segmenti del nostro tessuto produttivo siano messi in seria difficoltà a causa di norme europee di fatto inapplicabili”.
(Adnkronos) - “La città metropolitana di Milano ha istituito da questo mandato una delega specifica al progetto 'ForestaMi' e alla Forestazione urbana perché abbiamo tutti sentito la necessità di fare uno sforzo in più per un territorio che vive sfide molto difficili". Così Giorgio Mantoan, consigliere delegato alla Forestazione urbana e progetto ForestaMi della Città Metropolitana di Milano, intervenendo oggi a Milano al panel ‘Il paesaggio e la bellezza delle città. Piantare alberi è facile e giusto?’, organizzato nella prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, in svolgimento a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025. "Il tema della forestazione e dell'aumento del capitale naturale ha un ruolo centrale - sottolinea -. Non solo nelle dichiarazioni di intenti, ma anche in progetti concreti che poi cerchiamo di realizzare: penso alle oltre 60 mila piante che la Città metropolitana di Milano ha messo a terra, su nove comuni del territorio metropolitano, tra cui Milano, nell'ambito dei bandi clima 2020-2021. 60.000 piante per un investimento di oltre 4 milioni di euro. Penso alle 60.000 piante che porteremo nelle prossime stagioni agronomiche in 19 comuni del nostro territorio, tra cui Comuni capoluogo, nell'ambito del Pnrr forestazione". “Ci si chiede se piantare gli alberi è facile ed è giusto - riprende Manotan - È giusto e doveroso per la vita di tutti. Non è facile, soprattutto in un territorio come il nostro dove piantare significa scegliere la pianta giusta e metterla al posto giusto - aggiunge - Significa non solo piantare un albero, ma prevedere piani manutentivi seri che garantiscano che ciò che mettiamo a terra rimanga patrimonio per anni, decenni a venire. Ed è il motivo per cui nei nostri progetti prevediamo sempre anni di manutenzione successiva, almeno cinque, per garantire l'attecchimento e la messa a dimora vera e propria di queste piante. Abbiamo il grande bisogno, secondo me, delle migliori competenze che il mercato ci può offrire per mettere la pianta giusta nel posto giusto, farla durare e farla vivere bene”, conclude.