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(Adnkronos) - L'arresto a Tripoli di Osama Almasri, disposto dal Procuratore generale con l'accusa di aver torturato detenuti e causato la morte di uno di loro, riaccende il dibattito in Italia. L'uomo, lo scorso gennaio, era stato fermato a Torino e rimpatriato su un volo di Stato: un episodio che ha successivamente portato all'apertura di un'indagine nei confronti della premier Giorgia Meloni, del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, di quello della Giustizia Carlo Nordio e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. L'Adnkronos ha potuto visionare la nota riservata del Procuratore generale libico, datata 20 gennaio 2025 e indirizzata alla Corte d'Appello di Roma. Nel documento, la magistratura libica chiedeva di non procedere al fermo e all'estradizione di Almasri, accusato dalla Corte Penale Internazionale (Cpi) di crimini contro l'umanità e di guerra, sostenendo che tali reati rientrassero nella giurisdizione nazionale della stessa Libia, dove erano già in corso indagini per torture, detenzioni arbitrarie e morti in custodia. "La gestione da parte della Corte Penale Internazionale dei fatti contestati ha violato il principio di complementarità tra la Corte e le giurisdizioni penali nazionali, sancito dallo Statuto di Roma. Secondo l'Articolo 17, punto 1/a dello Statuto di Roma, un caso è dichiarato inammissibile se lo Stato avente giurisdizione ha già avviato un'indagine sui fatti oggetto del procedimento. La circolare emessa nei confronti dell'imputato di cui si chiede l'estradizione", appare "in violazione di questa norma", si legge nel documento firmato dal consigliere Al-Siddiq Ahmad Al-Sour, Procuratore generale, e trasmesso al Ministero degli Esteri per l'inoltro alla Corte d'Appello di Roma. Secondo la Procura libica, la Cpi non avrebbe mai comunicato formalmente con la magistratura nazionale né richiesto cooperazione giudiziaria. La nota sottolinea come la Procura Generale libica "ha confermato l'esistenza di indagini penali relative agli eventi descritti dalla Cpi nella sua richiesta. Nonostante ciò, la Corte Penale Internazionale non ha ritenuto valida la volontà della Procura Generale libica di procedere con l'indagine, ignorando le prove che attestavano l'avvio o l'intenzione di avviare le necessarie procedure investigative nei confronti dell'imputato di cui si chiede l'estradizione. Inoltre, la Cpi si è astenuta dal comunicare con la Procura Generale libica in merito a eventuali motivazioni oggettive o procedurali che avrebbero potuto ritardare il processo nei confronti dell'imputato". La Procura ribadisce inoltre che, "ai sensi dello Statuto di Roma, la Procura Generale libica è l'autorità responsabile delle indagini su crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Essa dispone del mandato di gestire le procedure investigative sui reati attribuiti all'imputato, compresa la raccolta delle prove e la definizione delle tempistiche per l'adempimento delle procedure legali da parte dell'accusato, attualmente dipendente pubblico in servizio". Nel documento si evidenzia poi come, nonostante il quadro normativo di cooperazione previsto dallo Statuto di Roma, la Cpi non abbia mai inviato alcuna richiesta formale di collaborazione giudiziaria o supporto legale, né notificato ufficialmente l'esistenza del procedimento avviato contro Almasri. Tale mancanza avrebbe impedito alla magistratura libica di comunicare tempestivamente che la giurisdizione nazionale si era già attivata prima dell'intervento della Corte. L'imputato, Osama al-Misri Ahbish Njeim, "è attualmente sottoposto a procedure di indagine avviate dalla Procura Generale libica, relative a casi di detenuti deceduti e a denunce per privazione della libertà, torture, trattamenti crudeli e degradanti. Queste indagini, iniziate nel 2016, coprono un arco temporale che va dal 2011 fino alle ultime denunce ricevute nel 2024", recita sempre la nota riservata del 20 gennaio. L'uomo "risulta inoltre coinvolto nelle indagini relative agli scontri avvenuti a sud della città di Tripoli il 14 agosto 2023, per i quali è considerato uno dei probabili responsabili". Oggi, fonti governative italiane precisano che l'esecutivo "era bene a conoscenza dell'esistenza di un mandato di cattura emesso dalla Procura Generale di Tripoli" nei confronti di Almasri già dal 20 gennaio 2025. In quella stessa data, spiegano le fonti, il Ministero degli Esteri aveva ricevuto - quasi in contemporanea con l'emissione del mandato di cattura internazionale della Cpi all'Aja - la richiesta di estradizione da parte dell'autorità giudiziaria libica. La differenza sostanziale rispetto a quella fase, sottolineano ancora le stesse fonti, è rappresentata dagli scontri armati esplosi a Tripoli nel maggio 2025, in seguito all'uccisione di Abdelghani Gnewa Al Kikli. Dopo quei fatti, la Forza Rada, di cui Almasri è uno degli esponenti principali, ha subito un forte indebolimento militare e politico, perdendo di fatto parte del controllo sul territorio e delle funzioni di sicurezza che le erano state delegate. Proprio questo mutato equilibrio interno avrebbe reso oggi l'arresto di Almasri non solo concretamente possibile, ma anche "funzionale" agli obiettivi politici interni del Governo di Unità Nazionale libico. (di Antonio Atte)
(Adnkronos) - “L’intelligenza artificiale ha messo in atto una rivoluzione che potrebbe aumentare il Pil italiano del 18%, ma rispetto a Stati Uniti e Cina - dove si investe di più - l’Europa è molto in ritardo. Il collo di bottiglia è il capitale umano, mancano le competenze”. Lo ha detto Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell’università Campus Bio-Medico di Roma (Ucbm), partecipando al convegno organizzato oggi nella capitale da Unindustria, in collaborazione con Ucbm, ‘Future skills - Capitale umano e Ai per il lavoro che cambia. Dove formazione e impresa si incontrano’. Il dialogo tra università e imprese “da più di vent’anni è un elemento essenziale e strategico per la nostra università - sottolinea Rossi - siamo in Unindustria per questo motivo”, dice. Per andare incontro al cambiamento e cavalcare l’onda della 'rivoluzione', è necessario dunque aggiornare le competenze. “Non rimane che attuare un'azione sistemica tra università, imprese e istituzioni- avverte Rossi - Dobbiamo lavorare insieme per formare laureati che abbiano le competenze necessarie ad affrontare le sfide di oggi. Vuol dire anche, come Accademy dell'Università, formare e re-skillare il personale esistente dato che - conclude - ci sono più di 4 milioni di lavoratori che vanno aggiornati da un punto di vista”.
(Adnkronos) - Il biometano apre a nuovi mercati sia per il mondo agricolo che per il mondo dell’industria cosiddetta “hard to abate”. Come trovare un punto di incontro efficace tra questi due mondi è stato il tema centrale dell’appuntamento “Le nuove frontiere del biometano agricolo. Strategie di mercato e scenari di sviluppo”, organizzato dal Cib-Consorzio Italiano Biogas a Ecomondo, nell’ambito dei lavori dell’Area Forum Cib alla Fiera di Rimini. L’incontro ha riunito esponenti delle istituzioni, del mondo industriale e della filiera produttiva agricola per approfondire le prospettive del biometano, alla luce del nuovo scenario europeo che vede l’Ue interrogarsi sui costi della transizione, pur mantenendo saldi gli obiettivi di sicurezza energetica e climatica. Oltre ad aver decarbonizzato il consumo di metano nei trasporti a livello nazionale, infatti, l’Italia punta a sostituire il 10% degli attuali consumi di metano fossile al 2030. Un percorso che ci porterà al 2050 a contribuire in maniera determinante anche alla decarbonizzazione delle filiere hard to abate con un potenziale di circa 10 miliardi di smc anno di biometano. In questo scenario è conteggiato anche il contributo agli usi termici finali del settore residenziale. Questa crescita avrà impatti rilevanti anche sul PIL e sulla crescita del nostro Paese. Solo con il Pnrr ad esempio il settore ha generato investimenti privati per circa 6 miliardi di euro. “L’interesse crescente del mondo industriale verso il biometano conferma la validità del percorso avviato dalle nostre imprese agricole e apre nuove sinergie di mercato. Questa collaborazione è essenziale per rafforzare la competitività del sistema Paese e accelerare la transizione energetica a costi sostenibili, valorizzando circolarità, produttività dei distretti locali e il lavoro degli agricoltori. Per dare concretezza a questo progetto transettoriale sono importanti regole certe e chiare. In primis, una coerente applicazione di quanto previsto dal DL Agricoltura attraverso il quale si permette un incontro più diretto tra domanda e offerta, ma anche la definizione rapida e chiara della valorizzazione delle garanzie d’origine ai fini della rendicontazione Ets. Inoltre, come ogni piano di sviluppo, occorre guardare al lungo periodo, oltre al 2030 come a una sfida ambiziosa ma realizzabile. L’agricoltura ha dimostrato di essere pronta a fare la sua parte: l’alleanza con il mondo industriale sarà sempre più strategica per costruire competitività e sostenibilità del settore", dichiara il Presidente del Cib, Piero Gattoni. In questo scenario si inserisce anche l’Emission Trading System (Ets), lo strumento dell’Unione europea per ridurre le emissioni nei principali comparti industriali. Sebastiano Serra, Coordinatore della Segreteria Tecnica del Comitato Ets, ha illustrato lo scenario italiano, evidenziando come il biometano possa contribuire a ridurre i costi energetici e le emissioni delle industrie soggette all’Ets, in particolare di quelle hard-to-abate, aprendo nuove prospettive di integrazione tra filiera agricola e mondo industriale. Sul punto, sono intervenuti i tecnici del Cib che hanno approfondito le novità contenute nel Dl Agricoltura, che ha previsto una misura che favorisce la stipula di accordi di compravendita fra produttori di biomasse agricole e le industrie energivore, creando nuove opportunità per il settore primario e maggiore competitività per le imprese. "Siamo molto ottimisti rispetto alla crescita e utilizzo del BioGnl perché non vediamo altre soluzioni per una rapida decarbonizzazione dei settori, industriale e del trasporto pesante e dello shipping che risulta difficile (se non impossibile) elettrificare. L’applicazione della normativa Ets1 al settore dello shipping, le modifiche apportate anche per il settore degli impianti stazionari (con il venir meno delle quote gratuite da utilizzare per adempiere agli obblighi Ets) ed Ets2 al settore dei carburanti e combustibili rappresenta poi un’ulteriore sfida a cui è chiamato tutto il sistema", sottolinea Costantino Amadei presidente Gruppo Gnl di Assogasliquidi-Federchimica. "È necessario però che il Mase (tramite il Comitato Ets) confermi in tempio brevi che la Garanzia di origine possa essere utilizzata anche ai fini Ets per dimostrare quindi che l’utilizzo del biometano/bioGnl nei diversi settori indicati possa essere conteggiato come pari ad emissioni zero. Contemporaneamente, occorre individuare anche gli strumenti normativi ed i relativi fondi per proseguire nella incentivazione delle produzioni di biometano/bioGNL oltre i fondi stanziati con il Pnrr e resi operativi ai sensi del DM del 2022".