ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Il progetto Youth4Love della no profit ascolta e guida gli studenti sui temi delle discriminazioni, del rispetto e dell’educazione affettiva e sessuale A pochi giorni dal rientro tra i banchi di milioni di studenti, ActionAid racconta i risultati del suo impegno nelle scuole con il progetto Youth4Love e l’indagine condotta in collaborazione con Webboh su oltre 14 mila giovani tra i 13 e i 18 anni. (VIDEO) Il progetto, sostenuto con i fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e parte del programma decennale della no profit per la prevenzione e il contrasto delle disuguaglianze educative, ha toccato tre scuole medie e superiori nelle città di Milano, Roma e L’Aquila nel corso dell’anno scolastico 2024-2025, permettendo di approfondire temi particolarmente cari agli studenti, come il contrasto e la prevenzione alla violenza tra pari e di genere, alle discriminazioni, al bullismo e al cyberbullismo. Tra le difficoltà raccontate da studenti e studentesse della scuola di Milano, spicca il tema della violenza fra pari a sfondo razziale, che sfocia in episodi di bullismo e cyberbullismo. Una criticità segnalata anche dai docenti, secondo i quali il fenomeno sarebbe correlato alla composizione della popolazione studentesca, nella quale sono numerosi gli alunni di seconda generazione o appartenenti a culture diverse. “Con Youth 4 Love abbiamo parlato di tanti argomenti, come razzismo e violenza di genere - commenta Yizhao Cannas, studente della scuola superiore IIS Oriani-Mazzini - Questi argomenti, secondo me, devono essere trattati in modo più ampio, anche dal mondo degli adulti e soprattutto dalle istituzioni”. Tra le affermazioni che i ragazzi coinvolti nell’indagine condotta in collaborazione con Webboh dovevano commentare c’era la seguente: “A volte, chi ha origini straniere sente di non poter vivere come gli altri per paura del giudizio”. Con un punteggio medio di 5,82 (in una scala da 1 a 10), questa affermazione conferma che il senso di esclusione può colpire chi ha background culturali differenti, a causa delle pressioni sociali o del timore di non essere accettato. Youth 4 Love ha inoltre fatto conoscere ai ragazzi alcuni strumenti e servizi presenti sul territorio che possono essere loro di supporto: “ActionAid ci ha fatto scoprire dei servizi che lo Stato e gli enti locali offrono ai cittadini, ad esempio i Cag, i centri di aggregazione giovanile, che sapevo cosa fossero ma non che ruolo avessero e cosa facessero - aggiunge Yizhao - Quando l’ho scoperto, ho aiutato una mia amica che aveva problemi familiari ad andare in un Cag. Lei poi mi ha detto che grazie a questa esperienza si è sentita meglio e sta facendo un percorso insieme a loro”. Giulia Arosio, educatrice di ActionAid Italia coinvolta nel progetto spiega: “La cosa più bella di questi progetti e del lavoro che ActionAid porta avanti è proprio quella di dare la possibilità ai ragazzi e le ragazze di avere uno spazio dove confrontarsi, collettivizzare le problematiche e le violenze che loro subiscono quotidianamente e provare insieme a trovare delle soluzioni e delle strategie. Quello che fa in particolare il percorso il progetto Youth4Love è dare loro anche la possibilità di di creare dei percorsi di advocacy, non solo a livello locale ma anche a nazionale, per poter immaginare insieme delle strategie per prevenire e contrastare la violenza di genere e fra pari”. Coinvolti nelle attività di Youth4Love anche i docenti, da parte dei quali è emersa “mancanza di preparazione sulle tematiche trattate e il bisogno di avere dei riferimenti forti all’interno della comunità educante, che possano rafforzare e supportare le attività proposte a scuola e la risoluzione delle problematiche”. ActionAid spiega come da queste riflessioni “nasce l’esigenza di avere delle procedure di prevenzione e contrasto della violenza di genere e fra pari che coinvolgano nelle azioni e nella stesura, non solo studenti, ma anche la comunità educante”.
(Adnkronos) - Posizionamento internazionale, business, formazione e networking. Questi i quattro capisaldi di Vicenzaoro September, su cui poggia il successo globale della manifestazione b2b di Italian Exhibition Group (IEG). Il salone internazionale della gioielleria, oreficeria e orologeria si chiude oggi con un +3% di buyers sull’edizione di settembre 2024 e, come per l’edizione di gennaio, richiama a Vicenza tutta la filiera del gioiello. Vicenzaoro consolida il proprio posizionamento internazionale anzitutto sui mercati chiave per l’export: Stati Uniti (+2%) ed Emirati Arabi (+21%). Complessivamente sono 130 i Paesi di provenienza dei visitatori, con Spagna, Francia e Germania che vanno a rappresentare le maggiori presenze estere. Raddoppiate quelle dall’Australia, in crescita quelle da Cina, Hong Kong, Giappone e Brasile. Novità assoluta per le presenze da 15 nazioni, tra le quali Bolivia, Madagascar, Macao, Mozambico, Nicaragua, Repubblica Dominicana. Con oltre 1.200 gli espositori (per il 60% italiani), da 30 Paesi, Vicenzaoro September ha segnato un nuovo sold out grazie alla proposta completa di filiera, rivelatasi ancora una volta attrattiva, nonostante l’incertezza geopolitica. Oltre alla visitazione spontanea in fiera, l’incontro tra domanda e offerta si è strutturato a partire dai 605 buyer ospitati - grazie al programma di incoming di ICE Agenzia - provenienti da 63 Paesi con in testa Stati Uniti, Emirati Arabi e Francia. E la stretta collaborazione con la direzione della sede vicentina di IEG ha garantito la “navigabilità” interna, a favore del business, anche in concomitanza con il cantiere per l’ampliamento del quartiere che procede nel pieno rispetto del cronoprogramma. Vicenzaoro September - continua la nota - "si è distinta come piattaforma formativa a 360° per il settore orafo-gioielliero e orologiero. Per interpretare il contesto mutevole in cui l’industry del gioiello oggi compete, occorrerebbe percorrere infinite distanze". Mentre a Vicenzaoro, a pochi metri dal proprio stand, il mondo ha raccontato questo cambiamento, le tendenze, le prospettive in un calendario di appuntamenti variegato e autorevole, preceduti dal successo della tre giorni di The Vicenza Symposium, in Basilica Palladiana, in centro città, dove si è ritrovata da 15 paesi la comunità scientifica internazionale delle tecnologie di lavorazione dei metalli preziosi. Dopo il business in fiera, Vicenzaoro è stata l’occasione per consolidare il valore dei contatti e della rete di relazioni che si creano tra le persone anche tra i tesori architettonici e le bellezze. Il programma di eventi del ViOff realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale ha reso più ampia e suggestiva l’esperienza del soggiorno in città per tutti gli ospiti internazionali della manifestazione di IEG. Con l’esordio dell’edizione settembrina, VO Vintage ha raddoppiato e amplificato il suo successo. Quattro giornate di immersione nelle bellezze della gioielleria e orologeria vintage che hanno conquistato il pubblico di appassionati e collezionisti. E poi eventi e talk a completarne l’appeal. Un successo che ha confermato la bontà della strategia di IEG su questo evento. Partner strategici di VO sono MAECI e Agenzia ICE per l’attività di incoming di buyers dai mercati chiave. Partner internazionali sono CIBJO – Confederazione Mondiale della Gioielleria, GJEPC India - Gem and Jewellery Export Promotion Council, HKJJA - Hong Kong Jewellery & Jade Manufacturers Association, Francéclat. Partner nazionali: Confindustria Federorafi, Confartigianato Orafi, Confcommercio Federpreziosi, CNA Orafi, Club degli Orafi Italia, Confimi Industria Categoria Orafa ed Argentiera, Assogemme, Assocoral, AFEMO – Associazione Fabbricanti Esportatori Macchinari per Oreficeria. Rappresentanze istituzionali: Regione Sicilia e Regione Campania. La Jewellery Agenda di IEG prosegue con il JGTD – Jewelry, Gems and Technology in Dubai dall’11 al 13 novembre. Per l’Italia l’industry del gioiello si ritroverà nei distretti produttivi per il Valenza Gem Forum, il 10 ottobre, e al Summit del Gioiello Italiano ad Arezzo il 4 e 5 dicembre. Vicenzaoro January torna ad aprire il calendario fieristico internazionale di settore dal 16 al 20 gennaio 2026 e avrà tra i suoi eventi una novità: la proclamazione dei vincitori della prima edizione dei VO Awards, riservato a designer e aziende espositrici.
(Adnkronos) - Benessere delle famiglie con animali d’affezione, l’Italia non tiene il passo: i servizi offerti nel settore pet care mostrano ritardi strutturali e forte disomogeneità tra Comuni costieri e interni. E' la fotografia del XIV rapporto nazionale 'Animali in Città' di Legambiente sulle performance dei Comuni e delle Asl nella gestione degli animali nei centri urbani (con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva), presentato questa mattina in occasione ella 37esima edizione di Festambiente, il festival nazionale del Cigno Verde dal 6 al 10 agosto a Rispescia (GR). Nel 2024, su un campione di 734 amministrazioni comunali (appena il 9,3% dei comuni italiani) che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, solo il 39,5% (meno di 4 comuni su 10) ha ottenuto una performance almeno sufficiente nella gestione degli animali d’affezione. Di questi - spiega l'associazione - 82 Comuni costieri (il 12,7% del totale in Italia) e 652 interni (il 9% del totale) che, pur condividendo ritardi strutturali, dimostrano andamenti divergenti, con differenze marcate nella qualità e disponibilità dei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali. La disomogeneità più evidente riguarda l’accesso ad aree libere per cani: presenti nel 36,2% dei Comuni costieri e nel 10,4% appena dei Comuni interni - rileva Legambiente - Altra differenza si registra per i servizi di pensione per animali, disponibili nel 57,3% dei Comuni costieri e in appena il 21,9% di quelli dell’entroterra. Nella gestione del fine vita degli animali d’affezione, invece, solo il 28% dei Comuni costieri e il 10% degli interni ha predisposto regolamenti per cremazione, tumulazione o inumazione. Altro tema sensibile sono botti e fuochi d’artificio, spesso fonte di stress per gli amici a quattro zampe - si legge nel report - ad adottare regolamenti specifici per limitarne l’uso il 21,9% dei Comuni costieri e l’8,3% di quelli interni. Ancora limitata, poi, la presenza di Sportelli Animali o di un Garante per i diritti degli animali (l’8,5% dei Comuni costieri e il 4,4% per quelli interni) e di un sostegno economico ai cittadini nella sterilizzazione degli animali (14,6% e 4,7%). Un grave ritardo dei Comuni costieri - avverte l'associazione - è costituito dall’adozione di un regolamento per la corretta fruizione delle spiagge da parte delle famiglie con animali d’affezione, presente solo nel 23,2% dei casi. Il Cigno Verde è tornato a denunciare, poi, l'assenza di una sanità veterinaria pubblica di prossimità. Non solo la fotografia dei ritardi da colmare. Anche quest’anno Legambiente assegna il Premio 'Animali in città' a quelle realtà virtuose che si sono distinte per l’offerta di servizi e azioni dedicate alla prevenzione del benessere animale, sulla base di 36 indicatori per i Comuni e di 25 per le Aziende Sanitarie. Tra le amministrazioni comunali premiate, Napoli che si distingue per la copertura sanitaria e l’integrazione tra servizi veterinari e socioassistenziali; San Giovanni in Persiceto (BO) che eccelle grazie a servizi integrati, un forte attivismo civico e ordinanze comunali efficaci; Modena per l’investimento economico significativo e una regolamentazione urbana completa a tutela del benessere animale. Tra i Comuni sotto i 5mila abitanti, premiati Zocca (MO) e Campodolcino (SO) per i loro investimenti in educazione civica e in progetti sociali adattati al contesto rurale e montano. Tra le Asl più virtuose, invece, si distinguono Napoli 1, Bergamo e Vercelli, che oltre a fornire dati puntuali, integrano meglio i servizi sanitari con quelli offerti dai Comuni, operando con proattività. "Il XIV Rapporto di Animali in città - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente - conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione. Per questo chiediamo di promuovere ed agevolare la firma di 1.000 accordi o patti di comunità in tutto il Paese. È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al governo di realizzare un piano nazionale a supporto delle Regioni che consenta l’assunzione stabile di 6mila veterinari e alle Regioni il raggiungimento complessivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche (850 tra canili sanitari e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici), distribuite equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita. Inoltre, alle Amministrazioni comunali l'appello è di potenziare le aree verdi con libero accesso dedicate alle famiglie con cani, di valorizzare l’applicazione di regolamenti e ordinanze e rafforzare il senso civico grazie al supporto di 10mila guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato, per migliorare concretamente la qualità della vita di cittadini e animali”.