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(Adnkronos) - Se anche la 'cacciata' di Tony Effe dal Campidoglio si concludesse senza ulteriori ferite, ovvero senza azioni legali da parte del cantante prima annunciato e poi invitato a non esibirsi al concerto di capodanno, per il Comune di Roma non sarà facile trovare un artista della stessa popolarità disposto a salire sul palco in 'sostituzione di'. Lo stile e i contenuti delle canzoni di Tony Effe e di tanti suoi colleghi possono piacere o non piacere, ma impedirgli di esibirsi dopo averlo annunciato si avvicina ad un atto censorio che non è mai accettabile in campo artistico. Pensavamo di aver risolto la questione con il caso di Junior Cally a Sanremo 2024: un artista non può essere giudicato per quello che racconta come se lo agisse in prima persona. E quando Junior Cally fu attaccato allo stesso modo perché aveva la 'fedina musicale sporca' (brani con versi violenti e sessisti), scese in campo anche un autorevole esponente del Pd, come Giorgio Gori, allora sindaco di Bergamo e oggi europarlamentare dem. "Da quando in qua - scrisse Gori su Facebook - l'arte (e il repertorio) si giudica col criterio della morale? Giustamente qualcuno ha osservato che a questa stregua si sarebbero dovuti bandire da tutti i palchi Vasco Rossi e Jimi Hendrix, colpevoli per i versi very incorrect di 'Tutta colpa di Alfredo' e di 'Hey Joe', e Marco Masini per 'Bella stronza', o, aggiungo, allargando il tiro, vietare le proiezioni dei film di Kubrick per via di 'Arancia Meccanica', o proibire ogni rappresentazione di Shakespeare, per quanto il 'Tito Andronico' era alla sua epoca pieno di decapitazioni, stupri e mutilazioni di vario genere". Purtroppo, ora è difficile tornare indietro dopo l'esposizione mediatica avuta dalla vicenda. Ma Tony Effe avrebbe dovuto cantare al Circo Massimo così come ha cantato dagli altoparlanti di ogni autoradio e stabilimento balnerare questa estate. E la sensazione è che davvero tutto il putiferio a cui abbiamo assistito in questi giorni sia solo 'sesso e samba'. (di Antonella Nesi)
(Adnkronos) - Sulla Naspi "l'intervento fatto nel disegno di legge lavoro ormai approvato in via definitiva è un intervento che attiene solo ed esclusivamente a una fattispecie particolare: coloro i quali che abbandonano il posto di lavoro, per un periodo prolungato, senza dare notizie al datore della loro volontà di farlo. Il datore di lavoro che non abbia notizie del lavoratore per un tempo prolungato, anche oltre quello stabilito normalmente dai contratti nazionali per recedere dai rapporti di lavoro, può procedere, previa comunicazione all'ispettorato nazionale del lavoro, al recesso, intendendo questo ovviamente come recesso per dimissioni. Non si tratta quindi di un ripristino delle 'dimissioni in bianco' come in modo improprio è stato definito". Così il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della conferenza stampa sul Siisl a Palazzo Chigi.
(Adnkronos) - La grande frenata dell’economia verde. Per questo si rende necessario un Green Social Impact. Toccare con mano come nella vita quotidiana la sostenibilità, fatta propria dalle imprese, incide sulla crescita delle comunità di cittadini. (Link per la diretta)